Cmq mi dispiace vedere che nessuno nomina il mio autore americano preferito insieme a Faulkner, e cioè Steinbeck. Furore è un grande libro e proprio in questi giorni sto leggendo diario russo, un'opera di cronaca incredibile, un giornalismo che non esiste più. Praticamente è il racconto del viaggio di Steinbeck in URSS appena dopo la fine della seconda guerra mondiale, coadiuvato dalle fotografie del suo compagno di viaggio, nientepopodimenoche Robert Capa, cioè il fotografo più influente del ventesimo secolo insieme a Cartier Bresson.
A differenza di molti altri suoi contemporanei, Steinbeck ha una visione del sociale senza alcun filtro ideologico precedente, è un narratore molto affidabile e delinea un quadro meraviglioso di un paese con tante contraddizioni, ma che si sforzava di diventare moderno, qual era l'URSS di fine anni quaranta. È quasi pazzesco che un americano, conoscendoli, abbia questa lucidità e onestà intellettuale nel fotografare semplicemente la situazione, dalle metropoli (sulle quali ha un giudizio severo) alle campagne ucraine e russe, di cui parla con grande rispetto. Cioè cazzo, Steinbeck e Capa che vanno a dormire nei fienili mmiezz e terr ucraine, meraviglioso.
Non posso che consigliarvelo. Poi ha una fluidità incredibile per essere un reportage.