onestamente io, dal "basso" dei miei 20 anni e della mia scarsa cultura letteraria, nei libri che leggo cerco solo sensazioni al termine della lettura, devo sentirmi appagato, incuriosito o arrabbiato per il finale, o colpito dallo stile di scrittura, dalla "metrica" dettata dalla punteggiatura o dalla crudezza dei contenuti.
In linea di massima però sono aperto a qualunque tipo di lettura, non ci sono generi o scrittori che eviterei a prescinderei (a parte E.L. James, John Green o questi scrittori saliti alla ribalta per mano di ragazzine che la letteratura non sanno neanche cosa sia).
Per adesso i miei criteri sono più o meno questi, spero che col tempo riuscirò a diventare più critico e magari oggettivo riguardo alla letteratura, però credo che a 20 anni sia anche giusto così 
Enrì guarda che io di anni ne ho 40, che sono un lettore indefesso dai miei 8 anni, che ho scritto una tesi in
filologia dantesca, che ho letto i grandi classici da Gilgamesh e l'Odissea all'Ulisse di Joyce e, più o meno, avrei risposto come te.
Se un libro piace o meno è tutto un complesso di cose, dallo stile (per me fondamentale), ai contenuti, al genere (parliamo di saggistica, di poemi, di narrativa.....e cambiano chiaramente i riferimenti), allo sviluppo della trama, all'importanza storica.......cioè tu hai posto una domanda di una complessità immensa la cui risposta è di una semplicità disarmante: u libro mi piace perchè mi piace.
Poi è ovvio che l'abitudine alla lettura, l'aumento dell'esperienza, le cognizioni tecniche storiche e culturali fanno in modo che vari la nostra consapevolezza ed il nostro giudizio sui libri