(AGI) - Roma, 20 apr. - "Non ho intenzione di stare zitto ne' di togliere il disturbo". Ad assicurarlo e' stato Gianfranco Fini, durante la riunione con gli ex An che andranno a far parte della componente interna del Pdl. Il Pdl, ha detto Fini, "e' un progetto politico riuscito solo in parte", il problema "non e' di poltrone o di potere", la questione e' che "c'e' una scarsa attenzione alla coesione sociale del Paese" e il motivo e' da ricondurre "al rapporto con la Lega". Inizia cosi' 'la relazione' di Gianfranco Fini agli esponenti ex An riuniti nella sala Tatarella di Montecitorio."E' arrivato il momento di giocare a carte scoperte, anche perche' le mie critiche siano considerate semplicemente quelle che sono, ovvero delle proposte". Il presidente della Camera chiarisce: "Le mie proposte, come ad esempio quella sui bambini immigrati espulsi da scuola, appartengono alla sfera delle questioni di coscienza. La terza carica dello Stato, dunque, non rinuncia ad esprimere le proprie posizioni: "ci sono delle fasi in cui ciascuno si deve guardare allo specchio e decidere se si e' disposti a rischiare per le proprie idee ed io questo lo sto facendo". L'ex leader di An non vuole ne' la scissione ne' il voto anticipato, cosi' come viene chiarito nel documento che sara' portato alla direzione del partito. "Ma Berlusconi - dice - non puo' considerare delle incomprensioni dei problemi politici che espongo da tempo. Il fatto e' che tra me e lui ci sono dei punti di vista differenti. Io spero che Berlusconi accetti il dissenso". Sul tavolo i temi da diversi giorni affrontati dal presidente della Camera: "il problema non e' di organigrammi, ma politico. C'e' una scarsa attenzione alla coesione sociale del Paese, legata ad una condizione reale del Sud". Fini torna a criticare lo squilibrio nel rapporto con la Lega, ma nega anche che ci sia un braccio di ferro con Tremonti: "non c'e' una riproposizione di un contrasto con Tremonti. Il ministro ha fatto bene". Sulla questione delle riforme, poi, "non ci sono proposte chiare" e non c'e' alcuna volonta' di allontanarsi dal partito, ma serve convergenza su alcuni temi e che ci sia la possibilita' per una 'pattuglia' minoritaria di esprimere le proprie opinioni. Come quella, differente, che ha Fini sul libro 'Gomorra': "Berlusconi e' innegabile che sia stato perseguito da un accanimento giudiziario, ma non si puo' dire che Saviano incrementi la camorra. Questo e' un parere non condivisibile". Alla fine dell'intervento di Fini, la firma sul documento nel quale si chiede di rilanciare il partito e di aprire "una fase piu' incisiva nel Governo". Importante soprattutto il passaggio in cui si intende "allontanare chi anche inconsapevolmente" in questi giorni ha giocato per destabilizzare il rapporto tra i 'cofondatori', creando le condizioni di una "escalation da scongiurare". Insomma "nessuna ipotesi di scissione che sarebbe incomprensibile per l'opinione pubblica" ne' scenari di elezioni anticipate. L'obiettivo dei finiani e' semplicemente quello di "aprire una fase nuova" che ponga fine al periodo sia di An e sia "del 70 a 30". Il Pdl non e' il partito del predellino, ma degli italiani", sostiene Fini. Il presidente della Camera sottolinea soprattutto, riferiscono fonti parlamentari presenti, il tema delle riforme. "Mancano proposte precise", e' il ragionamento della terza carica dello Stato. Fini spiega anche che alla base dei contrasti con Berlusconi vi sia un problema Tremonti. "Non e' la riproposizione della polemica con il ministro dell'Economia" dice Fini. Per l'ex leader di An "Berlusconi pensa che ci siano delle incomprensioni", invece "il problema e' solo politico". "Ci sono punti di vista diversi tra me e il premier", osserva ancora il presidente della Camera. Se giovedi' usciremo con un'ampia maggioranza sul documento del presidente nel Consiglio, ma con una pattuglia minoritaria in polemica con la maggioranza significa che ci sara' un confronto aperto. Comincera' una fase nuova. Il problema - aggiunge ancora Fini - che si porra' sara': il dissenso interno puo' esistere o siamo il partito del predellino?. Sara' il momento della verita', un momento anche delicato", conclude Fini. Per la terza carica dello Stato, quindi, "la fase del 70 a 30 e' finita. Spero che Berlusconi accetti che esista un dissenso, vedremo quali saranno i patti consentiti a questa minoranza interna".