Iniziato The Boys, viste le prime due puntate.
Ero molto sorpreso dal fatto che la gente fosse letteralmente partita di testa per questa serie, dato che il revisionismo supereroistico non nasce certo nel 2019 ma quasi cinquant'anni fa dalla penna di Gruenwald, in fase embrionale, e poi dalle più sapienti gestioni di Miller e Moore, negli ottanta e Morrison, Millar, Ennis ed Ellis tra la fine dei novanta e l'inizio dei duemila, rielaborando quel discorso nella società moderna. La sorpresa deriva pure dal fatto che di revisionismo supereroistico ne abbiamo avuto pure al cinema, tra la trasposizione proprio di Watchmen e i più crepuscolari film DC - Batman v Superman su tutti.
La prima spiegazione, che risolve il secondo problema, è probabilmente il tempo. All'uscita di Watchmen, Batman v Superman e chi ne ha più ne metta, non esisteva un decennio di film Marvel alle spalle, la vera e propria Golden e Silver Age del cinema supereroistico, sulla quale basare l'opera di revisione. La seconda spiegazione, che risponde al quesito del sorprendersi oggi di fronte alla decostruzione delle icone in calzamaglia, viene dal fatto che ormai i supertizi abbiano cambiato del tutto il loro linguaggio di espressione, passando dalla centralità del fumetto a quella del cinema nell'immaginario collettivo.
I supereroi non sono mai stati così importanti ma il fumetto, che li ha generati, non è mai stato così periferia.
Andando alla serie, non avendo letto il materiale cartaceo di Ennis, ho capito perché abbia fatto così presa: a differenza di Watchmen, e in generale delle opere di Moore, che indagavano sul cosa succedesse se il supereroe sfuggisse di mano a qualsiasi tipo di controllo, e al revisionismo di fine 90 e inizio 2000 (Stormwatch/Authority, Ultimates), che voleva spiegare le dinamiche di supergruppi che diventavano marionette in mano al governo finendo per aprirsi poi una strada propria, il centro di The Boys è il capitalismo.
Insomma il quesito non è che succede se Dio si libera dall'uomo o se l'uomo/stato controlla Dio, ma che succede se Dio è controllato dai privati per farci i danari sopra. E lo fa attraverso il media del terzo millennio, che non è la televisione e nemmeno internet in senso largo, ma i social network, a botte di hashtag, fake news e monnezza derivata.
Sinceramente credo che l'entusiasmo sia giustificato.