Autore Topic: L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]  (Letto 431946 volte)

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Offline Moebius

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Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2520 il: 12 Dicembre, 2012, 20:50:01 pm »
Ho dovuto guardare molte serie tv per giungerne a una conoscenza profonda.
Ora posso dire con certezza che l'unica soddisfazione che si può trarne è quella di imbolsirsi coscientemente le cerevella e tutt'al più informarsi su quali valori la classe media genera per affrontare i temi avanzati dall'attualità, ammesso che ci si voglia interessare di antropologia culturale.
Purtroppo tutte le serie tv, anche quelle apparentemente evanescenti e suggestive, sono morbosamente legate alla realtà e all'illusione di rappresentarla. Quindi, per questo, poste ad un livello incommensurabilmente inferiore rispetto a quello raggiunto da certe opere cinematografiche.
Non esistono margini d'evoluzione[ perché il pubblico di massa non è più destinato ad evolversi. E tutte le migliorie tecnologiche asservite al tentativo di simulazione della realtà non faranno altro che liberare lo spirito dalla materia, la trasfigurazione dalla percezione dei sensi. Il cinema si libererà dalle spoglie materiali[/b] della televisione così come la pittura s'è sprigionata dopo l'invenzione della fotografia. Come disse Greenaway il cinema non è ancora arrivato al suo periodo cubista.
Chiunque non sia d'accordo con me deve essere isolato e messo a pane e acqua. Ciao.
c'è o c'è mai stato qualcosa che ti abbia soddisfatto,o eterno infelice?
ragazzi, cercate di non esagerare con le bestemmie

Offline wendell

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Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2521 il: 12 Dicembre, 2012, 21:19:01 pm »
Quoto solo la parte sulle serie tv del post di bender, sono in profondo disaccordo con Alemao. A dire il vero, più che con il suo post, con il suo intero account. Domani vi spiegherò il perchè. Ora devo cacare e vedere un film.
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.

Offline Genny Fenny

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Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2522 il: 12 Dicembre, 2012, 21:36:59 pm »
c'è o c'è mai stato qualcosa che ti abbia soddisfatto,o eterno infelice?

Fare dentro alla purchiacca.  :love:

Offline wendell

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Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2523 il: 13 Dicembre, 2012, 15:17:25 pm »
Ho dovuto guardare molte serie tv per giungerne a una conoscenza profonda.
Ora posso dire con certezza che l'unica soddisfazione che si può trarne è quella di imbolsirsi coscientemente le cerevella e tutt'al più informarsi su quali valori la classe media genera per affrontare i temi avanzati dall'attualità, ammesso che ci si voglia interessare di antropologia culturale.
Purtroppo tutte le serie tv, anche quelle apparentemente evanescenti e suggestive, sono morbosamente legate alla realtà e all'illusione di rappresentarla. Quindi, per questo, poste ad un livello incommensurabilmente inferiore rispetto a quello raggiunto da certe opere cinematografiche.
Non esistono margini d'evoluzione[ perché il pubblico di massa non è più destinato ad evolversi. E tutte le migliorie tecnologiche asservite al tentativo di simulazione della realtà non faranno altro che liberare lo spirito dalla materia, la trasfigurazione dalla percezione dei sensi. Il cinema si libererà dalle spoglie materiali[/b] della televisione così come la pittura s'è sprigionata dopo l'invenzione della fotografia. Come disse Greenaway il cinema non è ancora arrivato al suo periodo cubista.
Chiunque non sia d'accordo con me deve essere isolato e messo a pane e acqua. Ciao.

Quoto solo la prima parte. Le serie tv hanno in comune col cinema l'appartenenza al mondo dell'audiovisivo. Sul piano formale nulla aggiungono all'evoluzione del linguaggio, su quello contenutistico non approfittano del metraggio a disposizione per approfondire quello che trattano. Si concentrano sulla "datità" (nel senso dell'accumulo di informazioni: chist' ha fatt' chest, allà è succies' chest'ate...) e sono vittime dell'inevitabile compromesso col mercato: durano tanto, di conseguenza costano tanto, di conseguenza non possono rivolgersi alle nicchie, di conseguenza devono rinunciare alla profondità in favore dell'intrattenimento. Non è un difetto congenito al formato (ci sono casi come Heimat, Satantango e Berlin Alexanderplatz), è che le cose al momento stanno così. Il cinema è mosso da un'inerzia opposta essendo ormai stato sbattuto fuori dal contenitore televisivo. Credo che con le serie a fare manovalanza si possa dedicare a impieghi più alti nell'impresa artistica (ancor di più se consideriamo quanto il peso delle case di produzione si sta ridimensionando con l'ascesa del digitale).
Quanto al parallelo con la pittura, non credo sia corretto. O almeno non lo condivido. Non è stata liberata dalla fotografia, è stata uccisa dal cinema. Quello cui assistiamo dal dopoguerra è zombiesmo. Il cubismo non è rinuncia alla rappresentazione del reale ma il grido di un medium che non riesce più ad afferrarlo, che prova a superare i propri limiti (la bidimensionalità su tutti) sovrapponendo campi lunghi, primi piani, dettagli. E, così facendo, si annienta. Nega se stesso.
La cosiddetta liberazione dalla materia è già avvenuta nel campo della video-arte. Abbandono della rappresentazione in favore dell'idea pura. Solipsismo. Versione degenerata del cinema, giustamente internata in quei manicomi che sono i musei d'arte contemporanea.
La vera arte cinematografica non è pura rappresentazionalità ma neanche astrazione. E' data dall'incontro tra l'io e il mondo, in un rapporto di mutuo scambio. Ed è  proprio questa bidirezionalità che manca in Greenaway, regista che si crede letteralmente Dio, interessato al reale solo in funzione scenografica e il cui cinema pullula di cadaveri e imitazioni dell'opera dell'Altissimo :look: Vafancul tu e iss, che pure ho apprezzato tantissimo in alcune opere.

Non quoto nulla come al solito. C'è stato un sorpasso evidente della produzione seriale rispetto a quella cinematografica. Ne parlo in termini di qualità complessiva, di sceneggiatura, di narrazione, di indagine e lavoro sui personaggi, di interpretazione attoriale.
Ma..... che sfaccimm' e film te vire?! :lookair:

Il sorpasso è avvenuto pure in termini di ascolti complessivi. L'industria cinematografica è in crisi profonda, superata persino da quella videoludica
E sti gran cazzi! :cazzimm:
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.

Alemao

Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2524 il: 13 Dicembre, 2012, 16:13:09 pm »
Quando si cerca di confinare una serie televisiva in un determinato ambito di necessità in contrapposizione a un altro presumibilmente e artatamente più alto (la "datità": ma che 're?  :look:), si commette l'errore più grave, perché quanto propone una serie televisiva è basato sullo stesso, identico principio di quanto hanno fatto prima la "madre cinematografica" e la "nonna teatrale" per secoli pur di portare a sé pubblico e spettatori paganti, at ca "datità". Si deve tornare al principio, alle radici, fare un bell'exursus di qualche millennio, chiedersi perché, in base a quali esigenze, si crea quel rapporto speciale e personalissimo esistente tra spettatore singolo e collettività con dramma proposto e interpreti dello stesso. Il principio è comune a tutte e tre le categorie e si chiama "empatia". La modalità e i tempi con cui esso è reso sono differenti.

Qui non si tratta di contrapporre una modalità di interpretare, proporre la realtà o disgiungersi da essa, si tratta semplicemente di aprire gli occhi su come evolve questa empatia tra spettatore e opera proposta che sta alla base del rapporto esistente tra ciò che vedono i nostri occhi, ciò che elabora il nostro pensiero nei confronti di quanto ci viene proposto e il grado di attrazione e di interesse che lo spettatore prova durante la visione.

I tempi cambiano. Basta seguirsi una puntata di Mad Men della durata di 45 minuti per capire quale sia il livello qualitativo e della sceneggiatura raggiunto da una serie televisiva e di esempi ne potrei fare a iosa. Di conseguenza non è un caso poi che ci sia stata una sorta di migrazione di parecchi attori cinematografici in serie o miniserie televisive, cosa che si guardavano bene dal fare negli anni ottanta e novanta, quando il prodotto era inferiore o non all'altezza delle produzioni cinematografiche di massa o di nicchia.

Sempre a livello attoriale quella che è sempre stata una grave pecca del settore cinematografico si trova sotto la voce "caratteristi", attori bravissimi, spesso relegati a ruoli di comprimari per favorire il "bello e il buono", il protagonista, o il cattivo sempre interpretato dal belloccio/bonazza o dannato/a di turno. Le serie televisive, molte di quelle attuali, restituiscono quella dignità che questi attori non hanno mai avuto nel cinema di massa e nemmeno in gran parte di quello dei circuiti alternativi. Non si chiamano più "caratteristi", ma Attori. le seire tv hanno tolto quella patina di perbenismo visivo che tanto cinema del passato e attuale ha utilizzato a loro discapito col risultato di ghettizzarli.

Infine si parla tanto di durata, di venire incontro alle esigenze commerciali, dimenticandovi, cari culturi del Cinema, che il Cinema si nutre e campa proprio delle stesse cose che rinfacciate al genere seriale: di pubblicità, di premiere in giro per il mondo, di sovvenzioni statali (che le serie non hanno), di finanziamenti (cacate colossali costate centinaia di mln di dollari a differenza del ridotto budget seriale) e che il "chist ha fatt chest e chlllat ha fatt chestat" sui quali fate tanto i sapuriti quando parlate di serie tv si chiama semplicemente "sceneggiatura", "arco narrativo", più o meno breve a seconda della durata, né più e né meno, cosa mutuata pari pari dal contesto cinematografico.

Diro di più e qui concludo: i tempi cambiano e cambiano pure con la modalità, le diverse modalità con cui si racconta, si propone una storia allo spettatore. Tra una decina di anni (nel piccolo e in misura assai ridotta sta succedendo pure per alcuni titoli già adesso), anche quelli comunemente definiti videogiochi potranno chiamare "bisnonna", "nonna" e "mamma" le categorie sopraccitate e sedersi al tavolo dei grandi. Non avvertire questo cambiamento evidentissimo dal 2000 in poi per quanto riguarda la produzione seriale, significa arroccarsi nel fortino, immaginarsi una realtà inesistente, darle quel tocco di aulicità in più per farla sembrare incomprensibile ai comuni mortali, a mo' di rifugio, offrendo così una definizione di Cinema astratta e incomprensibile, lontana dalla sua stessa natura, pur di non ammettere che il sorpasso c'è stato ed è pure bello evidente e sotto gli occhi di tutti da una decina di anni.
« Ultima modifica: 13 Dicembre, 2012, 16:14:22 pm da Alemao »

Offline wendell

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Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2525 il: 13 Dicembre, 2012, 17:18:54 pm »
Quando si cerca di confinare una serie televisiva in un determinato ambito di necessità in contrapposizione a un altro presumibilmente e artatamente più alto (la "datità": ma che 're?  :look:), si commette l'errore più grave, perché quanto propone una serie televisiva è basato sullo stesso, identico principio di quanto hanno fatto prima la "madre cinematografica" e la "nonna teatrale" per secoli pur di portare a sé pubblico e spettatori paganti, at ca "datità". Si deve tornare al principio, alle radici, fare un bell'exursus di qualche millennio, chiedersi perché, in base a quali esigenze, si crea quel rapporto speciale e personalissimo esistente tra spettatore singolo e collettività con dramma proposto e interpreti dello stesso. Il principio è comune a tutte e tre le categorie e si chiama "empatia". La modalità e i tempi con cui esso è reso sono differenti.
No, no. Liev' a miezz' l'empatia. L'hai buttata lì a schiovere. Tutto il tuo discorso va in una direzione: soldi. Le serie TV sarebbero migliori perché generano più ascolti. Argomentazione debole. La massa fruisce dei prodotti più commestibili e fidelizzanti, da sempre.
Sulla base delle tue idee, i grandi romanzieri del passato si sarebbero dovuti fare l'esame di coscienza guardando al successo dei romanzi d'appendice (seriali e più facili). Oiccann', parallelismo perfetto. Stiamo parlando di feuilletton audiovisivi.

I tempi cambiano. Basta seguirsi una puntata di Mad Men della durata di 45 minuti per capire quale sia il livello qualitativo e della sceneggiatura raggiunto da una serie televisiva e di esempi ne potrei fare a iosa.
Fammene uno.

Sempre a livello attoriale quella che è sempre stata una grave pecca del settore cinematografico si trova sotto la voce "caratteristi", attori bravissimi, spesso relegati a ruoli di comprimari per favorire il "bello e il buono", il protagonista, o il cattivo sempre interpretato dal belloccio/bonazza o dannato/a di turno. Le serie televisive, molte di quelle attuali, restituiscono quella dignità che questi attori non hanno mai avuto nel cinema di massa e nemmeno in gran parte di quello dei circuiti alternativi. Non si chiamano più "caratteristi", ma Attori. le seire tv hanno tolto quella patina di perbenismo visivo che tanto cinema del passato e attuale ha utilizzato a loro discapito col risultato di ghettizzarli.
Ripeto, che cazz' e film te vire? Mi sa che stai facendo un confronto tra sistemi industriali. A Hollywood mettono bredpitte, la HBO Gandolfini. Non tengo nu cazz' a che verè, mi interesso di cinema.

il "chist ha fatt chest e chlllat ha fatt chestat" sui quali fate tanto i sapuriti quando parlate di serie tv si chiama semplicemente "sceneggiatura"
No, si chiama intreccio. La sceneggiatura è un'altra cosa. Non è un caso che tu abbia sbagliato.



Preciso che non sono mica contro le serie tv. Che senso avrebbe... :asd:
Ogni tanto si possono mangiare. Questione di pasta e vongole e McDonald.
« Ultima modifica: 13 Dicembre, 2012, 17:22:01 pm da wendell »
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Offline wendell

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Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2526 il: 13 Dicembre, 2012, 17:26:36 pm »
Ma posi stamm' parlann di un campo in cui il produttore esecutivo conta più del regista. E questo è tutto dire sullo scadimento del valore dell'immagine.
Come scade il valore della parola nei romanzi di produzione industriale, nei quali l'editore è più importante dello scrittore.
Il regista di una serie tv è pari al turnista di un gruppo. Gente chiamata a fare i professionisti, non gli artisti. Ma perché stamm perdenn' o tiempo? :asd:
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.

Alemao

Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2527 il: 13 Dicembre, 2012, 17:44:00 pm »
No, no. Liev' a miezz' l'empatia. L'hai buttata lì a schiovere. Tutto il tuo discorso va in una direzione: soldi. Le serie TV sarebbero migliori perché generano più ascolti. Argomentazione debole. La massa fruisce dei prodotti più commestibili e fidelizzanti, da sempre.
Sulla base delle tue idee, i grandi romanzieri del passato si sarebbero dovuti fare l'esame di coscienza guardando al successo dei romanzi d'appendice (seriali e più facili). Oiccann', parallelismo perfetto. Stiamo parlando di feuilletton audiovisivi.

Sulla base delle mie idee puoi dire poco o nulla. Lascia perdere i romanzieri e i parallelismi a schiovere (pittura e letteratura) che fate tu e chillat per spararvi la posa plastica: un bel modo di raccontarvi 'a canzuncella che il cinema è l'unico depositario e interprete dell'arte visiva, una cosa che sta solo nelle vostre cervella. Le serie tv sono diventate in questo decennio migliori qualitativamente e numericamente rispetto ai film sia per qualità di sceneggiatura, che come interpretazione e resa dei personaggi che come narrazione: di esempi te ne posso fare parecchi, basta che ti guardi una qualsivoglia serie riportata. Basta semplicemente vedersi 15/20 minuti di una puntata di The Wire per capire cosa o chi sia uno spacciatore e come renderne al meglio la figura, la complessità del personaggio, la figura tragica, senza stare 2 ore a vedere sparatorie o seghe metafisiche sul personaggio derelitto o sulla redenzione o dannazione dello stesso. E lascia perdere proprio il termine feuilletton perché è un termine che si sposa perfettamente con molte cacate spacciate per grandi film del passato e presente.

Citazione
Ripeto, che cazz' e film te vire? Mi sa che stai facendo un confronto tra sistemi industriali. A Hollywood mettono bredpitte, la HBO Gandolfini. Non tengo nu cazz' a che verè, mi interesso di cinema.

Quelli ca vir tu. Non è un confronto tra sistemi industriali, che pure è giusto fare con dati piuttosto impietosi, è un confronto sulla qualità di quanto viene proposto ogni anno e il rapporto è a vantaggio delle serie tv per quanto vedo io, perché personalmente conto sulle dita di una mano i film davvero validi usciti all'anno, mentre vedo sempre più serie valide proposte al pubblico con conseguente migrazione anche di:

A) registi cinematografici
B) sceneggiatori
c) attori di cinema

Il tutto per ribadire che questo gioco di cazzolunghismo possiamo farlo io e te, ma sono gli stessi autori/attori del cinema a non farselo per primi, a testimonianza della validità delle serie tv e della loro enorme crescita in termini di qualità e complessità narrativa, che tu riduci a generici "intrecci", cosa ben diversa. Poi ognuno si tiene la propria opinione.
« Ultima modifica: 13 Dicembre, 2012, 17:49:23 pm da Alemao »

Offline Bruce Colotti

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Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2528 il: 13 Dicembre, 2012, 17:48:51 pm »
la diatriba mi sembra un pò manicheista....da una parte il cinema dall'altra le serie...mi ricorda sempre l'esempio del quanto fanno due patate più due carote? sempe due patate e due carote....
l'elemento in comune credo sia l'percommercializzazione del prodotto artistico culturale di questi tempi....prima era massificazione ora è molto peggio....a questo fenomeno non si sottrae l'arte cinematografica e i suoi surrogati....lo stesso avviene per la musica, la letteratura e il teatro....
il problema non è cosa sia meglio o peggio, ma quanto questa esigenza di rendere un film, una serie, un libro, un testo teatrale solo e unicamente un PRODOTTO abbia distrutto l'espressione creativa e artistica....
quel che posso dire è che dal cinema mi aspetto creatività e sperimentazione visiva....è l'arte dell'immagine in movimento, l'arte che racconta, parla attraverso l'immagine e il suo articolarsi...montaggio, fotografia, inquadrature etc.etc. sono gli strumenti primari attraverso cui il cinema racconta....in secondo piano metto la sceneggiatura, la bravura attoriale, l'intreccio...
mentre quello che giudico nelle serie è il soggetto, l'idea, in parte la trama....
questi elementi sono interessanti nella prima o nella seconda stagione di solito, poi perdono mordente e avviene lo sbilanciamento verso quel che è una vera e propria macchina di audience e fidelizzazione.
Ecco perchè diffido delle serie televisive che seppur interessanti allungano troppo il brodo, moltiplicando se stessa in un maldestro tentativo di essere sempre credibile....
l'importante è il patto che si stabilisce all'inizio. Quando decido di seguire una serie tv e di giudicarne la valenza artistica parto dal presupposto di non ricercare in essa le caratteristiche tecniche, ideologiche e artistiche della cinematografia.
« Ultima modifica: 13 Dicembre, 2012, 17:50:47 pm da Bruce Colotti »

Alemao

Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2529 il: 13 Dicembre, 2012, 17:57:31 pm »
la diatriba mi sembra un pò manicheista....da una parte il cinema dall'altra le serie...mi ricorda sempre l'esempio del quanto fanno due patate più due carote? sempe due patate e due carote....
l'elemento in comune credo sia l'percommercializzazione del prodotto artistico culturale di questi tempi....prima era massificazione ora è molto peggio....a questo fenomeno non si sottrae l'arte cinematografica e i suoi surrogati....lo stesso avviene per la musica, la letteratura e il teatro....
il problema non è cosa sia meglio o peggio, ma quanto questa esigenza di rendere un film, una serie, un libro, un testo teatrale solo e unicamente un PRODOTTO abbia distrutto l'espressione creativa e artistica....
quel che posso dire è che dal cinema mi aspetto creatività e sperimentazione visiva....è l'arte dell'immagine in movimento, l'arte che racconta, parla attraverso l'immagine e il suo articolarsi...montaggio, fotografia, inquadrature etc.etc. sono gli strumenti primari attraverso cui il cinema racconta....in secondo piano metto la sceneggiatura, la bravura attoriale, l'intreccio...
mentre quello che giudico nelle serie è il soggetto, l'idea, in parte la trama....
questi elementi sono interessanti nella prima o nella seconda stagione di solito, poi perdono mordente e avviene lo sbilanciamento verso quel che è una vera e propria macchina di audience e fidelizzazione.
Ecco perchè diffido delle serie televisive che seppur interessanti allungano troppo il brodo, moltiplicando se stessa in un maldestro tentativo di essere sempre credibile....
l'importante è il patto che si stabilisce all'inizio. Quando decido di seguire una serie tv e di giudicarne la valenza artistica parto dal presupposto di non ricercare in essa le caratteristiche tecniche, ideologiche e artistiche della cinematografia.

Sarei curioso di sapere a quali ti riferisci. Per me alla base di tutto c'è la capacità di attrarre lo spettatore, di farlo immedesimare nel personaggio, di renderlo partecipe e non osservatore passivo di una storia con successiva catarsi o non redenzione. È quanto ci ha insegnato il Teatro Classico; è quanto stato mutuato e trasposto dal Teatro Classico e riproposto direttamente dal Cinema: né più né meno di questo. Non credo affatto che il Cinema abbia la missione che dici tu, perché troppo astrusa e pretenziosa. La cosa paradossale veramente invece è che le stesse critiche che fai tu o ripropongono altri sono mutuate pari pari da quelle che il mondo del  Teatro faceva al Cinema quando comparve per la prima volta.

Offline Bruce Colotti

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Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2530 il: 13 Dicembre, 2012, 18:19:24 pm »
Sarei curioso di sapere a quali ti riferisci. Per me alla base di tutto c'è la capacità di attrarre lo spettatore, di farlo immedesimare nel personaggio, di renderlo partecipe e non osservatore passivo di una storia con successiva catarsi o non redenzione. È quanto ci ha insegnato il Teatro Classico; è quanto stato mutuato e trasposto dal Teatro Classico e riproposto direttamente dal Cinema: né più né meno di questo. Non credo affatto che il Cinema abbia la missione che dici tu, perché troppo astrusa e pretenziosa. La cosa paradossale veramente invece è che le stesse critiche che fai tu o ripropongono altri sono mutuate pari pari da quelle che il mondo del  Teatro faceva al Cinema quando comparve per la prima volta.
Alemao forse mi sono espresso in modo poco chiaro. Non critico le serie tv, che anzi spesso ho apprezzato e apprezzo. Credo che non sia possibile paragonare la fiction seriale al cinema e ti parlo non di un paragone tra questo specifico film e questa specifica serie o della produzione cinematografica dell'ultimo decennio o ventennio con la coetanea produzione di serie televisive. Parlo della cinematografia in generale che si distingue dalla fiction televisiva a causa dei differenti canoni e principi estetici, per la differente tecnica di espressione,per il diverso stile a cui ambisce e, in ultimo, per le finalità che si prefigge.
La stessa modalità e il contesto stesso di  fruizione dell'opera è differente per l'uno e per l'altro. Forse ci dimentichiamo spesso il punto di vista dell'osservatore, del fruitore dell'opera. Lo stesso posso dire nel rapporto tra teatro e cinema, tra i quali riesco a vedere lo stesso numero di elementi in comune che possono esserci tra un romanzo ed un film.

Offline Genny Fenny

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Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2531 il: 13 Dicembre, 2012, 19:06:32 pm »
Per me le serie tv replicano la prosa letteraria, quindi si prestano al racconto diegetico.
Si dà tempo di delineare le circostanze e permettere allo spettatore di assimilare i caratteri dei personaggi e l'evoluzione del racconto. In modo più o meno raffinato e intelligente.
Un linguaggio perfetto per raccontare le storie degli uomini. Heimat è un esempio emblematico. Racchiude un microcosmo sociale definito e lo stende in tutti i suoi caratteri, perché siano chiari e scanditi. Se non l'avete vista prendete ad esempio I Soprano, che fa un lavoro mastodontico nella stessa direzione.
Penso che tutte le serie siano così, anche quelle più cervellotiche e oscure. Perché la televisione è un mezzo popolare.

Citazione
Quanto al parallelo con la pittura, non credo sia corretto. O almeno non lo condivido. Non è stata liberata dalla fotografia, è stata uccisa dal cinema. Quello cui assistiamo dal dopoguerra è zombiesmo. Il cubismo non è rinuncia alla rappresentazione del reale ma il grido di un medium che non riesce più ad afferrarlo, che prova a superare i propri limiti (la bidimensionalità su tutti) sovrapponendo campi lunghi, primi piani, dettagli. E, così facendo, si annienta. Nega se stesso.
La cosiddetta liberazione dalla materia è già avvenuta nel campo della video-arte. Abbandono della rappresentazione in favore dell'idea pura. Solipsismo. Versione degenerata del cinema, giustamente internata in quei manicomi che sono i musei d'arte contemporanea.
La vera arte cinematografica non è pura rappresentazionalità ma neanche astrazione. E' data dall'incontro tra l'io e il mondo, in un rapporto di mutuo scambio. Ed è  proprio questa bidirezionalità che manca in Greenaway, regista che si crede letteralmente Dio, interessato al reale solo in funzione scenografica e il cui cinema pullula di cadaveri e imitazioni dell'opera dell'Altissimo  Vafancul tu e iss, che pure ho apprezzato tantissimo in alcune opere.

Sulla pittura sono in totale disaccordo. Il cinema non l'ha uccisa perché non è ancora in grado di rappresentarsi in maniera istantanea.
Interpreto cubismo in senso lato. Il cinema forse non è ancora arrivato al suo estremo livello di sintesi. E' evidente se lo si raffronta ad altre forme d'arte.
Quindi nella trasfigurazione della realtà di Francis Bacon (per dirne uno) io non vedo la morte o la rinuncia alla rappresentazione della realtà. Io vi vedo lo sprigionamento. Vi vedo la stessa opera di uno scultore che agisce su un masso di marmo.

Apprezzo certe opere di avanguardia proprio perché tentano la sintesi e cercano un contatto immediato, non più "raccontato". D'altronde riconoscerai che in questa direzione c'è già stata una decisa evoluzione rispetto a quando il cinema era considerato solo una nuova forma di prosa letteraria (la filmografia di Pasolini ne è un chiaro esempio).
Greenaway ad esempio tende a questo concetto perché agisce attraverso il simbolismo dell'immagine. Creando un nuovo sistema coerente e schematico di relazioni tra simboli è normale che appaia altezzoso. Chiunque pare dio quando crea. Poi so' d'accordo con voi che talune cose so' jute a male.
E sebbene Giovanni pensi il contrario  :look: ti assicuro che non mi piace la stranezza in sé e per sé. Pongo, anzi, come base di partenza per il miglioramento del mio giudizio quello di riconoscere un film prodotto di un'esperimento da un film che è l'esperimento stesso. Il primo potrebbe essere una grande opera, il secondo è di sicuro 'na cacata.
Per me il cinema all'ennesima potenza è l'astrazione della realtà, la semplificazione del linguaggio. Proprio quello che è avvenuto nelle tre fasi del cubismo pittorico. Se possa progredire in questa direzione ce lo potrà dire soltanto il tempo. Magari acquisiremo nuovi linguaggi simbolici e nuovi mezzi tecnologici per rappresentarli, chi può dire di no?

Chiudo con una citazione di quel povero dio di Stanislas Rodanski
Non si tratta di creare un’opera, ma di affermare un atto di presenza nei confronti di me stesso, il solo atto di fede di cui sia capace. Un atto di fiducia che sia come l’amore: con l’ombra e la preda fuse in un unico fulmine nel quale, la vita e la morte, la ragione la follia, il sogno e la veglia, l’alto e i basso, cessano di essere percepiti differentemente. Un’illuminazione unica, il punto del giorno che cerco appassionatamente di determinare.

E aggiungo che mi ritengo veramente disgustato da Alemao, come rappresentante del genere umano. Siccome siamo grandi amici e amiamo giocare insieme come i teletubbies spero che non mi segnali.  :look:

« Ultima modifica: 13 Dicembre, 2012, 19:08:17 pm da bender89 »

Offline Vino a Tavola

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Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2532 il: 13 Dicembre, 2012, 21:17:18 pm »
non so se Alemao concorderà, ma domando: se schifate tanto l'intrattenimento, perchè non abbracciate i vecchi cari precetti maoisti (8 ore di lavoro, 8 di studio e 8 di riposo/pasti)?  :look:

Offline wendell

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« Risposta #2533 il: 13 Dicembre, 2012, 21:22:42 pm »
se schifate tanto l'intrattenimento
Chi ha detto questo? Si chiede solo la decenza di riconoscerlo come tale.
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Offline Vino a Tavola

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Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2534 il: 13 Dicembre, 2012, 22:06:56 pm »
Chi ha detto questo? Si chiede solo la decenza di riconoscerlo come tale.
ho parlato al plurale ma volevo sfottere Fiorenzo  :asd:

seriamente, tutti gli interventi sono molto interessanti, soprattutto quelli di pal e fierr. Sprovvisto di strumenti ma armato di intuito, mi sembra di cogliere verità sia nei tuoi interventi che in quelli di alemao.

Fiorenzo perlopiù non lo capisco  :look: , ma mi ritrovo molto in queste 3 parole
Citazione
Chiunque pare dio quando crea
, in effetti l'atto creativo è ciò che più ci avvicina all'idea di padreterno. Però Fiore, ti dico anche
Citazione
racconto diegetico
scinnem a cuoll  :look:

Alemao

Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2535 il: 13 Dicembre, 2012, 22:28:20 pm »
Chi ha detto questo? Si chiede solo la decenza di riconoscerlo come tale.

E vieni a vedere i miei film caaro :dela2:

Offline Vino a Tavola

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Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2536 il: 13 Dicembre, 2012, 22:34:35 pm »
E vieni a vedere i miei film caaro :dela2:
che uomo di merda  :rofl: :rofl: :rotfl: :rotfl:

Offline wendell

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Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2537 il: 13 Dicembre, 2012, 22:37:01 pm »
E vieni a vedere i miei film caaro :dela2:
Confesso di avergli dato anche io un prezioso contributo, nel 1996. Solo allora :cazzimm:
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.

micoste

Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2538 il: 08 Gennaio, 2013, 22:06:36 pm »
Quoto solo la prima parte. Le serie tv hanno in comune col cinema l'appartenenza al mondo dell'audiovisivo. Sul piano formale nulla aggiungono all'evoluzione del linguaggio, su quello contenutistico non approfittano del metraggio a disposizione per approfondire quello che trattano. Si concentrano sulla "datità" (nel senso dell'accumulo di informazioni: chist' ha fatt' chest, allà è succies' chest'ate...) e sono vittime dell'inevitabile compromesso col mercato: durano tanto, di conseguenza costano tanto, di conseguenza non possono rivolgersi alle nicchie, di conseguenza devono rinunciare alla profondità in favore dell'intrattenimento.

Perfetto  :alla:

micoste

Re:L'angolo delle serie TV [Topic di discussione generale]
« Risposta #2539 il: 08 Gennaio, 2013, 22:11:48 pm »
Per me le serie tv replicano la prosa letteraria

E questa, perdonami, è una grandissima cazzata  :look: