Mio nonno mentre gli altri se ne stavano coi fucili in mano trombava come un riccio.
Scherzi a parte quoto, ma che vuoi fare un colpo di Stato? La gente non ha voglia, non c'è più quello spirito combattivo dei nostri nonni. Ma veramente pensate che Berlusconi negli anni dei nostri nonni avrebbe governato....gli avevano già cacato in faccia a Piazzale Loreto. Il problema è che non sono stati trasmessi i giusti valori e tra una generazione e un'altra qualcosa, questo spirito, è andato perduto. Che ci vuoi fare? Una volta se il vicino di casa non aveva da mangiare si ospitava in casa e ci si arrabattava in qualche modo. Oggi c'è la teoria del "i cazzi miei vanno bene che me ne fotte". Senza politicheggiare più di tanto, siamo passivi e accettiamo passivamente i ricatti e i soprusi di un governo che non sta facendo un cazzo per nessuno....o forse solo per uno....però per quello si sta muovendo tanto.
Apparte il fatto che i nostri nonni ci arrivarono dopo anni di dolore e lacrime dovuti anche alla teoria dei cazzi miei, ma io non sono così fesso da pensare che oggi si debba salire in montagna con i mitra.
Io penso che oggi si debba fare politica nei propri spazi di agibilità , sul lavoro, nelle scuole nelle fabbriche.
Penso che la politica sia anche riprendersi luoghi comuni e forme di socialità non imposte (quello che facevamo nei primi anni 90 a Napoli come movimenti studenteschi)
Penso che la politica sia sostegno ai propri bisogni e ricerca di tutela comune dei propri bisogni comuni, partendo dal piccolo, dalla vita di quartiere, dall'organizzazione di come crescere un figlio (per esempio che io in questo momento seguo) in una città che non ha asili e dove i figli per non rompere le palle vengono messi davanti ai game boy ad abbrutirsi tutto il giorno.
Questo è costruire una azione politica, da qui si radica, da qui si arriva anche a forme più estreme (solo se necessarissime perchè costano certo più a chi le fa che a chi le subisce).