i miei ricordi più belli con la cacata sono legati al concetto di viaggio, simbolo per antonomasia di precarietà .
Premessa: a casa mia mangiamo molto più che nella media, mai fuori dai pasti ma assai rispetto all'uomo moderno, i miei amici sò tutti uccellini. Gente che pure se si vain qualche ristorante checazzo si piglia solo il primo, o, al più, smezza i secondi, intossicando te che vuoi, giustamente, antipasto, primo, secondo, secondo secondo, dolce, caffè e ammazzacaffè. Questo in viaggio mi porta, dovendo genuflettermi alla maggioranza, di tenere cronicamente fame, che tento di tenere a bada trangugiando tutto il giorno munnezza che manco un chiattone americano. Questo mi porta ad avere begli attacchi di squaraus.
In Islanda i due miei ricordi più importanti, il più bello e il più brutto, premetto che là non me ne facevo e fra un posto e l'altro cacavo all'aperto on the road.
Il bello: l'islanda ha un paesagio extraterrestre, si passa dal ghiacciaio alla prateria immensa senza soluzione di continuità , ho cacato sul confine fra le due realtà , sciacqueriandomi pure le pacche in un ruscelletto che puntava al mare, lì, a pochi metri.
il brutto: mentre faccio la cacchetta in una terra vicina al loro surrogato di autostrada mi accorgo che sto facendo nella proprietà di uno. Me ne accorgo perchè da lontano arriva il pecoraro che mi jastemma in ostrogoto cu 'na mazza mman, ho giusto il tempo di finire di pulirmi, jettà la carta igienica (sempre a portata di mano in macchina) nderr e fuggire a brache calate in macchina. Magari se mi faceva finire, gliela raccoglievo e la buttavo altrove la carta (ma anche no). Ho avuto paura di venir bastonato o peggio.

Ma la cosa più bella che abbia mai visto la feceun mio amico, nel 2004, quando girammo la turchia in macchina adagosto, la vacanza più bella della mia vita, che cazz e avventura...
Fatto sta che visitammo le rovine di Pergamo, na specie di pompei dei poveri, ngopp a 'nu pizz e muntagna... Eravamo -apparentemente- soli nel sito e, mentre ci aggiriamo per le prete il mio amico sbianca, si sta cacando addosso. Non ce la fa più e l'uscita non si capisce manco dove cazzo sta. Mentre il poveraccio sta per tirare le cuoia la vede. Una specie di anfora bassa di pietra, all'interno della pianta, ormai senza mura, di una casa antica. Non so cosa fosse stata 2000 anni fa, ma quel giorno pareva proprio 'nu cess. Si libera lì, mentre lo fotografiamo e lo scherniamo, dovremmo fare pure la guardia, ma non resistiamo a tacere quando arriva il gruppetto di turisti italiani organizzati con guida che lo vede svuotarsi. Ma lui è un grande, finisce e non se ne fa proprio fra lo sgomento di chi starà pensando "i soliti napoletani". Comunque il bello è che l'uscita e i cessi si scoprì che stavano a 20 metri dietro l'angolo, 'o spurc per non farsi mancare niente si fece pure il bidet nel lavandino.