L’ARTE DI ARONICA
In ogni lavoro, intellettuale o manuale che sia, ci sono artisti e artigiani. Gli artisti fanno qualsiasi lavoro con creatività, cercano nuovi spunti in continuazione e trovano soluzioni geniali ai problemi più difficili; gli artigiani invece hanno dalla loro parte costanza e abnegazione, compiono il loro lavoro con precisione ed evitano di improvvisare affidandosi alla certezza dell’esperienza. Entrambi a loro modo sono efficaci ed entrambi sbagliano, con la sola differenza che all’artista lo si perdona all’artigiano no.
Ovviamente non c’è una divisione netta, ogni artigiano è a suo modo artista e ogni artista ha bisogno, almeno un minimo, della tecnica dell’artigiano. Il mondo del calcio non fa eccezione, grandi artisti come Zola, Roberto Carlos, Baggio etc. hanno basi tecniche e tattiche straordinarie, mentre grandi artigiani, come Crippa, Attilio Lombardo, Dunga etc. ogni tanto regalano giocate estrose, interventi impossibili e perle degne di colleghi più fantasiosi.
Aronica (qui ritratto con la caricatura regalatagli dal nostro vignettista Sayo) è un artigiano, uno dei più ruvidi, i numeri parlano chiaro: un solo goal in quasi vent’anni di carriera, difficilmente supera la propria metà campo, il suo ruolo è fermare l’avversario, possibilmente senza fermare il gioco ma se proprio deve fermarlo cercando di limitare i danni, ed è qui che Aronica diventa artista.
Erede della più raffinata scuola di sceneggiata, Aronica è uno dei pochi giocatori in grado di fare interventi al limite del codice penale, inscenare un infortunio causato dallo scontro con l’avversario, dandogli ovviamente la colpa e facendosi fischiare il fallo. La sua espressione di sofferenza che quando è particolarmente ispirato arriva alle lacrime, il rigirarsi per vari minuti mantenendosi la caviglia per poi rialzarsi zoppicando, sono cose che non si imparano a scuola calcio, devi averle dentro e saperle usare: e in questo Aronica è un maestro.
Ma l’arte del Palermitano raggiunge i suoi apici quando indossa i panni del provocatore, tutti ricordiamo il siparietto con Ibrahimovic a San Siro che oltre ad averci regalato alcune scene degne di Onore e guapparia ci ha offerto il piacere di vedere sventolare il cartellino rosso sotto l’enorme naso dello svedese.
Questa caratteristica domenica sera ha reso il nostro numero 6 protagonista della partita e del post: chi di voi non ha esultato al rosso che ha mandato sotto la doccia il Giuda della terre delle freselle prima del triplice fischio? Già basterebbe questo a renderlo eroe della serata, ma il simpatico saluto con cui a fine partita il lucchetto palermitano ha omaggiato il voltafaccia stabiese lo ha reso artista nel senso più elevato del termine, cioè come uomo che trova le parole più belle per esprimere i sentimenti di un intero popolo.
Certo, non è un campione, e in questo campionato ci ha regalato tanti dolori e come abbiamo detto all’inizio gli errori agli artisti si perdonano e io, e spero tutti voi, dopo questi due capolavori mi sento di perdonargli tutto e spero che nel prossimo campionato possa regalarci altre gioie come solo lui sa fare!
Paolo “Sindaco” Russo
P.S. Ovviamente facciamo riferimento a quel video che circola su internet dove osservando il labiale si legge chiaramente “Fammi un brodino con tiglio e maggiorana!“