
Dal Decameron (1349-53) di G. Boccaccio Pasolini ha tratto 7 novelle, tutte ambientate a Napoli e dintorni; le ultime sono intercalate dalla storia di un allievo di Giotto (lo stesso Pasolini) che deve affrescare le pareti della chiesa di Santa Chiara. Della cosiddetta “trilogia della vita†è il film più trascinante, ilare e lieto. Come gli altri due, ha al centro l'esaltazione di una felicità e di una vitalità – che è soprattutto sesso – idealizzate e astoriche in cui un'incombente presenza di morte ricorda, secondo moduli di tradizione decadentistica, che la conciliazione è impossibile.
Orso d'argento al Festival di Berlino, fonte in Italia di roventi polemiche (a destra per le offese al “comune sentimento del pudoreâ€, a sinistra per il suo disimpegno ideologico), incassò sul mercato italiano più di 4 miliardi, cifra da primato, scatenando un'orda di imitazioni che costituirono un filone a parte.
Spesso Pasolini è associato all’idea di ‘pesante’ o ‘mitico’ e i suoi film sono giudicati a prescindere.
Decameron non è il suo apice, però di sicuro è il più divertente e leggero e nondimeno si colloca tra i migliori al pari di ‘Edipo Re’,‘ La Ricotta’, ‘Teorema’; appena sotto a ‘Il fiore delle mille e una notte’ e ‘Uccellacci Uccellini’, …( è una classifica molto personale, e lo scarto minimo… ‘Accattone’ e ‘Mamma Roma’, i più celebrati, non mi entusiasmano ad esempio, ma sono comunque da vedere).
Decameron è il film giusto per entrare con leggerezza nel mondo Pasoliniano, (e poi noi partenopei l’ammà verè perchè disegna la nostra città alla perfezione, come Giotto appunto). Un autore che regala sempre delle colonne sonore notevoli (non musica originale ma scavata tra archivi esotici di qualche musicofilo incallito), ambientazioni mozzafiato ( ‘Il Fiore’, ‘Medea’ e ‘Il Vangelo’ su tutti) e un grande lavoro di montaggio.
