Comune di Napoli e Calcio Napoli, la storia recente riserva una serie di retroscena sulla gestione dello stadio San Paolo che danno il senso e la misura di quanto siano difficili i rapporti tra pubblico e privato, nonostante la condivisione in tribuna autorità dei successi e delle vittorie della squadra. Di seguito due retroscena raccontati dal Corriere del Mezzogiorno: L'ultima gara che il Napoli ha disputato in Europa League, quella contro il Porto, per poco non rischiava di saltare. È successo infatti che quarantotto ore prima della partita, le telecamere di sorveglianza del San Paolo (obbligatorie per legge) non funzionassero. La società sportiva sollecita il Comune alla riparazione, la risposta non arriva. Nuova mail dagli uffici del club all'interno dello stadio e finalmente lettera da Palazzo San Giacomo. Non un pronto intervento, semmai un "rimprovero" scritto: il Napoli non può per questioni di vile denaro non provvedere personalmente alla risoluzione del problema. In buona sostanza, la manutenzione delle telecamere spetta al Comune, la partita europea però è di interesse del Napoli. I soldi li può anticipare il Napoli. E così è stato.
Domenica scorsa i bagni della tribuna Posillipo (dieci) erano chiusi. Inutile raccontare le proteste dei tifosi che avevano anche speso un bel po' di soldi per acquistare il biglietto. Vale la pena invece raccontare il perché e soprattutto il retroscena dei tre giorni precedenti. Il giovedì antecedente alla gara Napoli-Juventus, il dirigente Alessandro Formisano aveva incaricato una ditta specializzata di smontare e trasportare i bagni chimici che la società aveva fatto sistemare allo stadio, impianti mobili obbligatori solo in occasione nelle gare europee. Il Napoli, del resto, è fuori dall'Europa League. Immediatamante il Comune fa sapere al club che i bagni della tribuna non funzionano e dunque resteranno chiusi per la partita della domenica. Non funzionano tutti? La coincidenza è almeno singolare. Naturalmente se il Napoli avesse voluto, avrebbe ancora una volta potuto anticipare i soldi per farli riparare. Pago io, paghi tu: il batti e ribatti in assenza di regole ed interlocutori certi. Risultato: bagni chiusi, tifosi inferociti e una brutta pagina di Napoli sui media nazionali. I bagni chimici, ovviamente, non sono stati più smontati.