Intanto arrivano anche le lodi della stampa finanziaria. Tratto dal numero odierno di ItaliaOggi. Interessante per chi volesse avere un riassunto tecnicodei modi con cui De Laurentiis si è costruito ilsuo tesoretto personale.
Napoli milionaria con sponsor e tv
Da qui arrivano 85 mln. Bilancio in utile per la quinta volta
DI STEFANO SANSONETTI
Forse deve ringraziare i quasi 4 milioni di tifosi del Napoli in Italia. E tutti gli sponsor che, fiutando il seguito che questo movimento è in grado di alimentare, hanno fatto affluire milioni e milioni nelle casse del nuovo Napoli. Eh sì, perché Aurelio De Laurentiis , in realtà, è ripartito da zero, rilevando dal fallimento del 2004 il ramo d’azienda su cui impostare un nuovo corso calcistico.Insomma, sarebbe stato difficile fare figuracce. Detto questo, in un mondo del calcio dove ci sono presidenti che hanno speso ingenti somme per gestioni finanziarie tutt’altro che virtuose, si veda Massimo Moratti con l’Inter o Roman Abramovic con il Chelsea, il Napoli di De Laurentiis può vantare 5 anni consecutivi di bilanci chiusi in utile. Il tutto per un valore complessivo della produzione che a giugno del 2011 è di 131,4 milioni di euro, con un utile di 4,2 milioni. E non dovrebbero certo essere alcune beghe col Fisco, che pure hanno spinto la società ad aderire a un accertamento con adesione per contestazioni su Ires e Irap, a minacciare un trend positivo. Ma come è stato possibile ottenere questi risultati? ItaliaOggi ha analizzato tutti i bilanci societari approvati dalla rinascita del 2004 a oggi. Ebbene, ne viene fuori che il Napoli ha costruito il suo «tesoretto» soprattutto grazie a diritti tv e alle sponsorizzazioni. Diritti tv Diciamo subito che, secondo le classi? che, il Napoli è sostenuto dalla quarta tifoseria in Italia in termini numerici (dopo Juventus, Milan e Inter). In tutto si tratta di quasi quattro milioni di persone, che nel mondo arrivano a 7 milioni. Con un bacino d’utenza così vasto, natural-mente, il Napoli «si vende» a caro prezzo. Così per acquistare i diritti televisivi della squadra bisogna mettere massicciamente mano al portafoglio. A giugno del 2011, ultimo dato disponibile, gli incassi da cessione dei diritti tv hanno raggiunto i 58.446.611 euro, con un incremento del 21% rispetto ai 48.236.937 dell’anno precedente. Ma se si fa il paragone con il primo bilancio in utile dell’era De Laurentiis, ovvero quello al giugno del 2007 in cui i diritti tv avevano portato in cassa 8.505.558 euro, l’incremento è addirittura stato del 587%. Nessuna altra voce porta così tanti soldi e ha subito un tale rialzo. Sponsor A guardare i documenti contabili ci si accorge che all’interno dei ricavi complessivi la seconda voce riguarda le sponsorizzazioni. Secondo l’ultimo bilancio hanno fruttato 27.196.015 euro, con un aumento del 30% rispetto ai 2 0 . 9 0 7 . 1 6 2 euro dell’esercizio precedente. Anche qui, se si parte dal dato dell’estate del 2007, si scopre che l’incremento degli incassi da sponsorizzazioni è stato ragguardevole: +133%, rispetto agli 11.690.373 euro del bilancio di 5 anni fa. Ma la vera sorpresa, forse, sta nel constatare quanti e quali siano questi sponsor. Innanzitutto ci sono quelli uf?ciali, bene in vista sulle maglie dei calciatori, ovvero Acqua Lete e Msc Crociere. C’è lo sponsor tecnico, ora Macron ma ? no a qualche anno fa Diadora. E poi spunta un incredibile gruppo di sponsor istituzionali. Tra questi Birra Moretti, Tim, Better, Alitalia, Postepay, San Carlo, Caffè Motta, TTTLines, Mediaset Premium, Sire ricevimenti, PiazzaItalia, Powerade, Corriere dello Sport, solo per limitarsi a una parte. Dimostrazione evidente che sono in tanti a credere nelle potenzialità di business che gravitano intorno alla Napoli calcistica. Ricavi da stadio La misura dell’impatto dei tifosi è evidente quando si va a guardare quanto incassa il Napoli dai tifosi che ogni ? ne settimana pagano il biglietto per andare a vedere la partita in casa. Nel 2011 la società ha in tal senso incamerato 17.700.025 euro, con un incremento monstre dell’80% rispetto ai 9.847.224 euro dell’anno precedente. E cinque anni fa si era partiti «solo» da 4.867.300 euro. In questo lasso di tempo, quindi, l’incremento è stato del 264%. Plusvalenze sui calciatori Certo i vertici del Napoli, almeno a stare ai bilanci, hanno mostrato una certa dimestichezza nel comprare e poi vendere alcuni giocatori, mettendo così a segno corpose plusvalenze. Queste, per esempio, nel 2011 hanno portato in cassa 9.137.522 euro. Due casi su tutti, sempre relativi all’ultimo esercizio, possono fornire un’idea un po’ più precisa. Fabio Quagliarella , acquistato per 5,4 milioni di euro, è stato ceduto alla Juventus per 10,5. German Gustavo Denis , acquistato per 2.205.000 euro, è stato ceduto all’Udinese (ora in forza all’Atalanta) per 6 milioni. E chissà cosa accadrà in futuro con gioielli attualmente in rosa con Ezequiel Lavezzi , pagato 5,8 milioni, o Marek Hamsik , pagato 5,5 milioni. Riserve per 22 mln Da notare che nel corso degli anni anche i costi sono lievitati Si pensi solo agli stipendi, cresciuti nell’ultimo anno da 35,8 a 46,4 mln. Ma il loro andamento non ha inciso più di tanto, visti i trend positivi dei ricavi. Al giugno del 2011, in più, il Napoli ha accumulati riserve di utili per 22.045.401 euro. Risorse che possono essere utilizzate per aumenti di capitale, coperture perdite e distribuzione ai soci (fondamentalmente la Filmauro di De Laurentiis). Magagne fiscali Anche il Napoli, però, si è imbattuto negli strali dell’Agenzia delle entrate di Attilio Befera . L’ultimo bilancio dice che la società, in riferimento ad alcune contestazioni mosse su Ires e Irap per il periodo d’imposta 2005/2006, ha preferito «patteggiare», ovvero pagare in base a un accertamento con adesione. In più per i periodi d’imposta 2007/2008 e 2008/2009 ci sono stati alcuni verbali delle Fiamme Gialle per presunte irregolarità nell’imputazione di componenti negative di reddito. Il verbale, però, non si è strasformato in accertamento e la società si dichiara tranquilla in relazione alla vicenda.