De Laurentiis: "Il San Paolo non va demolito, lì dobbiamo costruire una città nella città"
È LA premiazione dell’edizione 2011 della Start Cup, l’iniziativa che promuove le idee imprenditoriali nate in seno al mondo dell’università. Ci sono il rettore della Federico II Massimo Marrelli, quello della Sun Francesco Rossi, l’assessore regionale all’Università e alla ricerca Guido Trombetti. Ma l’università rinuncia a parlare di cultura, di creatività giovanile legata allo studio e alla ricerca, e lascia la parola, per una mattinata, a un imprenditore che l’assemblea accoglie con un caloroso applauso. «I giovani — esordisce — portano il seme della rivoluzione. Qui se non si fa la rivoluzione non si riparte». Il “qui” di cui De Laurentiis parla è Napoli, ma non solo. Parla dell’Italia, dell’Occidente che non ha saputo interpretare la globalizzazione, di Confindustria che si lamenta «ma parla ancora vecchio e non scende in strada a protestare, a dire basta». Degli imprenditori che «fanno i “prenditori” a caccia di finanziamenti », mentre il denaro “buono” «arriva dal mercato se l’impresa è giusta». Parla anche di calcio, De Laurentiis. E sulla partita di domani contro l’Inter dice: «Noi siamo grandi contro le grandi perché i campioni ci esaltano. Le grandi squadre ci fanno giocare mentre sono le provinciali che ci mettono più in difficoltà. Sarà una bella partita, l’Inter ha ritrovato la sua luce con Ranieri. Sarà una sfida emozionante, punto su Pocho, Hamsik, Zuniga e il rientrante Maggio per far vedere una bella squadra». E lo stadio? «Il San Paolo non va demolito » afferma il patron del Napoli: «Di lì passa la storia importante del Napoli, la storia di Maradona. Un passato che rimane. Lo stadio va curato con la manutenzione, ogni anno.
Quando lo abbiamo preso in consegna c’era un custode che aveva nascosto, lì, una santabarbara. Era di Alleanza nazionale, nessuno lo toccava. Noi lo abbiamo fatto arrestare, abbiamo bonificato lo stadio. Ma ogni progetto per lo stadio non può prescindere dall’area circostante. Tutto da rifare. Lì dobbiamo costruire una città nella città. I progetti circolati sulla stampa, come quello della torre di 30 metri, sono vecchi: io non adotterei mai un’idea datata 10 anni fa. Sono qui per parlare del nuovo, non del vecchio». Start Cup, lo spiega Marrelli aprendo la premiazione, «punta sulla creatività dei giovani, sulle eccellenze delle nostre università». «Su quei giovani — aggiunge Trombetti — che hanno il coraggio di innovare. E la Regione, con l’agenzia Campania innovazione, ha creato una cerniera tra ricerca e impresa», guadagnandosi il plauso della Banca d’Italia. Ma qui le imprese, incalza De Laurentiis,
«non hanno il coraggio di cambiare la realtà. Il nostro è il più bel golfo del mondo, ma per renderlo vivo anche in inverno bisogna inventare qualcosa: portiamo qui la Formula 1; apriamo le chiese chiuse, fosse anche per farne discoteche. Facciamo rivivere il Pallonetto». L’imprenditore è convinto che qualcosa abbia cominciato a muoversi: «La Coppa America rappresenta l’inizio di una nuova stagione napoletana. È stata voluta dal mondo dell’impresa, innanzitutto. Da Paolo Graziano insieme con il governatore Stefano Caldoro e il sindaco Luigi de Magistris. Se il mondo fosse amministrato dai giovani, non dagli “anta” che non vogliono mollare le poltrone, iniziative innovative ne avremmo di più. Anche io me ne andrò da questo Paese: il cinema è degli americani e degli indiani. Qui c’è un tappo. Intatta resterà solo la mia presenza, il mio nome, per il Calcio Napoli».
Inquietante

Però spiegatemi, già siamo passati dalla ristrutturazione alla semplice manutenzione annuale? Non ho capito
