Anche no. 
Probabilmente Che diritti ho è l'unica gemma di un album poco inspirato, di gran lunga inferiore al Bugo lo-fi di Solitario e Addio alle canzoni di una volta.
Comunque sono imparagonabili perché l'uno è essenziale e scorretto, l'altro immaginifico e lirico. L'attuale Bugo poi s'è fatt imbarazzante, non so se hai sentito.
Detto ciò rivendico le parole forti, caro Giovy, e ti invito a farne una recensione a modo. 
L'ultimo Bugo fa cacare e bestemmiare contemporaneamente, purtroppo ho appurato sia live che su disco (prudenzialmente qualche traccia

). Un disastro ed una tragedia.
Comunque sì, su questo ti do' anche ragione: Moltheni si è saputo conservare meglio, e di tanto, ma Bugo è stato talento maggiore secondo me. Parliamo di uno che
al meglio (

) poteva benissimo competere con i grandi della storia della musica, e che ha rielaborato la tradizione cantautoriale in modo totalmente personale ed inedito. Questa è prerogativa dei grandi.
Tra l'altro parliamo di due con ruoli e storie assolutamente antitetiche nell'indie italiano.