Mi chiedo perché un uomo (o una donna) omosessuale - che si libera dallo strategismo sentimentale e sessuale (grazie Alfonso Luigi Marra) per abbracciare la vera natura di uomo e donna, naturalmente bisessuali e con forte matrice animalesca - è ancora ancorato ai vecchi schemi eterosessuali necessari per il supporto dell'istituzione familiare tradizionale che ha trainato l'umanità fino ad oggi 19/11/2015.
Mi chiedo perché, un uomo o una donna, una volta liberatosi da queste catene millenarie, decidono di caricarsi in maniera del tutto volontaria il fardello di trainare l'umanità pretendendo, in maniera del tutto irrazionale e sconsiderata, di abdicare il ruolo di pionieri dell'umanità nuova per sedersi a tutti i costi al tavolo di un istituto come la famiglia tradizionale. Perché è questo che vogliono: non l'alternativa, ma una tradizione ormai così anacronistica da creare cortocircuiti evidenti a tutti. Tanto che, spesso, siamo costretti a ricorrere alla psicanalisi per poter stare al mondo nella maniera più decente possibile.
La vera rivoluzione sarebbe cambiare l'istituto familiare, abdicare l'individualismo per la collettività, farsi carico in maniera materiale (e quindi concreta) del concepimento, crescita e istruzione dei figli, anche quelli che non sono propri. Chi vuole l'omogenitorialità a tutti i costi non ha capito niente di quanta devastazione porta, nella crescita di tanti individui, la figura del genitore tradizionale, specie quello materno.
È proprio l'incapacità umana di guardare oltre il proprio naso, l'incapacità di pensare ad un mondo diverso da questo (tanto da volerlo adattare pur di conservarlo), l'incapacità di stravolgere le carte in tavola, rischiare per cambiare.
Non c'è niente di più tradizionale e anti umano nel volere questa roba a tutti i costi. Viviamo tempi in cui siamo incapaci di mutare ciò che ci circonda e siamo quindi destinati ad un oblio storico che si sta aprendo proprio davanti ai nostri piedi.
Io dico no. Dirò sempre no.