Genny non è per dire la differenza in punti, è per dire che in squadre di una certa fascia la differenza a fine anno la fanno pochissimi punti e che, dunque, forse è vero che un allenatore non sposta tantissimo, ma che spostare poco in un campionato può fare la differenza tra centrare l'obbiettivo o fallire miseramente (giusto per fare un altro esempio del cazzo il Napèoli con 7 miseri punti in più l'anno scorso andava direttamente in ChL e invece è arrivato quinto).
Cioè l'allenatore sposta un poco che conta tantissimo.
Ho capito questa cosa dei punti, però preferisco non parlarne perché si presta a banalizzazioni enricocarusiane del tipo, l'anno scorso un paio di pali dentro ed ecco fatto.
Non è così.
L'anno scorso, per dire, abbiamo fatto una brutta stagione, l'avremmo fatta pur centrando i preliminari.
Banalmente perché giocavamo male (non in senso estetico, ovviamente), e perché molti giocatori rendevano molto al di sotto delle proprie possibilità per degli errori tattici e per una bassa spinta motivazionale.
I punti in classifica fino a un certo punto, anche perché a inizio campionato non possiamo dire con certezza quale è l'aspettativa di punti di una squadra, nel senso che non è facile stimare in buona approssimazione quanti punti avessa fa ogni squadra in base al valore dell'organico in rapporto alle altre rose.
Se non vogliamo parlare sempre del Napoli e di Benitez, possiamo guardare come è cambiata la Lazio con Pioli, che non è uno che fa calcio champagne, come è cambiata la Juve con Conte, come cambia il gioco di Sousa rispetto a quello di Montella ecc.
Ora, anche senza mettere in mezzo cose come il valore assoluto di un allenatore, che è una cosa che lascia il tempo che trova perché va di pari passo con le "risposte" delle rispettive squadre, credo che in molti casi si tratta di un fattore determinante, altri che 10%.
Un fattore che può stravolgere completamente i valori dei giocatori, quindi anche quelli economici, la classifica, gli introiti, quindi il futuro di una società.