RECENSIONE "GUALLERA"Arronofosky si riscatta dopo l'incredibile tonfo pseudo-filosofico polpettone di The Fountain, e rispetto ai suoi film precedenti sceglie un approccio molto più classico, raccontando le gesta di un "perdente" anti-eroe che sembra uscito direttamente dai film americani degli anni '70, puntando su uno stile da documentarista (telecamera a mano che braca il suo protagonista, da distanza ravvicinatissima sul modello di Cassavetes...la quasi totale assenza della musica), soprattutto nella prima parte del film, che è quella che ho apprezzato maggiormente, il descrivere minuziosamente la quotidianità del protagonista, con un occhio puramente distaccato...e molto belle le primisse fasi del film, con Randy riprese quasi sempre di spalle, il che non ci permette di vedere il suo viso e gli da quasi quel tocco di mitologico. Tecnicamente perfette le scene durante i match (il regista prima di girarle avrà preso grosso spunto da Toro Scatenato di Scorsese...)
Almeno un paio di scene sono di grande impatto : la sessione di autografi tra le leggende, una specie di riunione tra reduci di guerra, che da anche la sensazione di grande critica all'intero sistema wrestling, e soprattutto spero che finalmente abbia dato la giusta misura alle persone qui in Italia, che "drogate" dal pensiero costanziano, hanno sempre visto questi Uomini come dei pupazzoni in carne ed ossa...ed il faccia a faccia riappacificatore tra la figlia ed un Rourke immenso che riesce veramente a toccare l'animo più profondo. Ecco menzione d'onore per Rourke, perchè questo film per lui va oltre la semplice interpretazione, ma è qualcosa di veramente viscerale, una metafora sulla sua esistenza e carriera (e lo si capisce perfettamente nel promo nel pre-match con The Ayatollah/Ernest "the Cat" Miller), senza mai andare sopra le righe è riuscito a dare perfettamente, la sensazione di tutto quello che ha provato in questi anni. Proprio pochi giorni fa guardavo un suo film di una vent'anni di anni fa, Barfly di Schroeder dove interpretava Charles Bukowski...un altro ruolo tagliato su misura per lui, e se quel film apriva la parabola auto-dsitruttiva di Rourke, questo qui invece dopo vent'anni taglia i conti con il passato.
L'unica pecca che ho trovato al film, è il rapporto con la figlia...troppo forzato (seppur proprio un momento con lei ci regala una scena di grande impatto emotivo come già prima spiegato) e basato sulla classica "doppia opportunità ", tanto cara al cinema americano.