Dall'università devono venire fuori i cristiani che ne sanno di più in questo campo o nell'altro. I massimi esperti. Perciò non ci sarebbe nulla di sbagliato nel farsi il culo per anni a imparare ogni collo di cazzo, gettare anni e salute per cose che però non userai mai per lavorare tranne rari casi. Il grosso paradosso è che per lavorare, essere almeno selezionato, hai per forza bisogno di una laurea (che però non ti serve per fare bene il tuo lavoro ogni giorno). La mia soluzione è per ogni facoltà 2 percorsi: uno con meno posti a disposizione per ricercatori e aspiranti professori, l'altro professionalizzante con un occhio su quello di cui il mercato del lavoro ha bisogno.
In generale però noi italiani abbiamo una marcia in più rispetto ai parigrado europei e americani, almeno questo ho constatato per la mia esperienza, questi ultimi sono tutti slogan e PowerPoint ma tenen e cape e lignamm
Peppì secondo me la fai troppo complicata. L'inserimento lavorativo è un processo che deve fare la scuola, non solo l'università. Ed è un sistema che riguarda tanti aspetti ed istituzioni, anzi tutto il centro d'impiego, che è un'assurdità mantenere ancora su base provinciale....
Quel che l'università ti aiuta a fare è il gestire situazioni complicate, ed inaspettate. A fare le procedure son capaci tutti, pure le scigne, ma quando devi analizzare una situazione, lì esce il tuo essere laureato.
Ma non per niente, è un processo che acquisisci (sempre se sei normodotato) spacchettando un esame, acquisendo nozioni, sopportando o eliminando lo stress d'esame, dandoti un metodo di studio ecc ecc.
Più le nozioni son difficili, più sono tante avanzate e strutturate, più affini questa qualità.
Ed in Italia tra tomi da leggere, severità media abbastanza accettabile, varietà delle materie e profondità di ciascun esame, lo facciamo estremamente bene.
Per le cape di livello, quelle sono uscite, escono ed usciranno sempre, e con un minimo di tenacia (ma neppure esagerato) arrivano sempre. Personalmente io diffido sempre dai chiagnazzari che fuggono all'estero perchè "Qui non c'è possibilità, baroni, il sistema è marcio bla bla bla". Spesso trattasi di dottorandi presuntuosi che volevano la cattedra ad honorem pe na ricerca eccezionale ncap a llor, sempre pensato questo.