Autore Topic: Un napoletano a Philly  (Letto 103827 volte)  Share 

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline GeppiGeppi

  • *
  • Registrazione: Ago 2013
  • Post: 17170
  • Hysaj, djale shqiptar.
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #480 il: 10 Agosto, 2015, 14:18:39 pm »
Forza V.

Ndё she ulkun e grekun, vrahj grekun e le ulkun. (Proverbio albanese)
[Se vedi il lupo e il greco, uccidi prima il greco e lascia il lupo.]

Online pappasouth

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 30451
  • Opinion Leader
R: Un napoletano a Philly
« Risposta #481 il: 10 Agosto, 2015, 14:29:39 pm »
caca la foto e chesta nell uncensored

Offline cicciograna

  • *
  • Registrazione: Nov 2009
  • Post: 10944
  • Sesso: Maschio
  • Ho visto un ciuccio volare ♪ ♫ TACI MISERABILE ♪ ♫
    • Me
R: Re:R: Un napoletano a Philly
« Risposta #482 il: 10 Agosto, 2015, 14:39:00 pm »
caca la foto e chesta nell uncensored
È quel che avevo intenzione di fare, il tempo di arrivare all'università.
Vi assicuro che non sono questi anni a fare schifo, ma che l'umanità in se fa schifo
Per il Corriere di Romagna [DeLa] avrebbe fatto un sondaggio esplorativo per il neo fallito Cesena
Per noel la vita è un incubo senza fine

Offline peppere

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 9364
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #483 il: 10 Agosto, 2015, 15:59:03 pm »
Dall'università devono venire fuori i cristiani che ne sanno di più in questo campo o nell'altro. I massimi esperti. Perciò non ci sarebbe nulla di sbagliato nel farsi il culo per anni a imparare ogni collo di cazzo, gettare anni e salute per cose che però non userai mai per lavorare tranne rari casi. Il grosso paradosso è che per lavorare, essere almeno selezionato, hai per forza bisogno di una laurea (che però non ti serve per fare bene il tuo lavoro ogni giorno). La mia soluzione è per ogni facoltà 2 percorsi: uno con meno posti a disposizione per ricercatori e aspiranti professori, l'altro professionalizzante con un occhio su quello di cui il mercato del lavoro ha bisogno.
In generale però noi italiani abbiamo una marcia in più rispetto ai parigrado europei e americani, almeno questo ho constatato per la mia esperienza, questi ultimi sono tutti slogan e PowerPoint ma tenen e cape e lignamm

Offline nickwire

  • *
  • Registrazione: Giu 2011
  • Post: 14347
  • Sesso: Maschio
  • Mitologie sparse
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #484 il: 10 Agosto, 2015, 16:49:29 pm »
Dall'università devono venire fuori i cristiani che ne sanno di più in questo campo o nell'altro. I massimi esperti. Perciò non ci sarebbe nulla di sbagliato nel farsi il culo per anni a imparare ogni collo di cazzo, gettare anni e salute per cose che però non userai mai per lavorare tranne rari casi. Il grosso paradosso è che per lavorare, essere almeno selezionato, hai per forza bisogno di una laurea (che però non ti serve per fare bene il tuo lavoro ogni giorno). La mia soluzione è per ogni facoltà 2 percorsi: uno con meno posti a disposizione per ricercatori e aspiranti professori, l'altro professionalizzante con un occhio su quello di cui il mercato del lavoro ha bisogno.
In generale però noi italiani abbiamo una marcia in più rispetto ai parigrado europei e americani, almeno questo ho constatato per la mia esperienza, questi ultimi sono tutti slogan e PowerPoint ma tenen e cape e lignamm
Peppì secondo me la fai troppo complicata. L'inserimento lavorativo è un processo che deve fare la scuola, non solo l'università. Ed è un sistema che riguarda tanti aspetti ed istituzioni, anzi tutto il centro d'impiego, che è un'assurdità mantenere ancora su base provinciale....
Quel che l'università ti aiuta a fare è il gestire situazioni complicate, ed inaspettate. A fare le procedure son capaci tutti, pure le scigne, ma quando devi analizzare una situazione, lì esce il tuo essere laureato.
Ma non per niente, è un processo che acquisisci (sempre se sei normodotato) spacchettando un esame, acquisendo nozioni, sopportando o eliminando lo stress d'esame, dandoti un metodo di studio ecc ecc.
Più le nozioni son difficili, più sono tante avanzate e strutturate, più affini questa qualità.
Ed in Italia tra tomi da leggere, severità media abbastanza accettabile, varietà delle materie e profondità di ciascun esame, lo facciamo estremamente bene.

Per le cape di livello, quelle sono uscite, escono ed usciranno sempre, e con un minimo di tenacia (ma neppure esagerato) arrivano sempre. Personalmente io diffido sempre dai chiagnazzari che fuggono all'estero perchè "Qui non c'è possibilità, baroni, il sistema è marcio bla bla bla". Spesso trattasi di dottorandi presuntuosi che volevano la cattedra ad honorem pe na ricerca eccezionale ncap a llor, sempre pensato questo.
« Ultima modifica: 10 Agosto, 2015, 16:52:42 pm da nickwire »

Offline Lovercraft

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 13507
  • Località: Canterbury - Kent
  • Sesso: Maschio
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #485 il: 10 Agosto, 2015, 17:06:27 pm »
La mia soluzione è per ogni facoltà 2 percorsi: uno con meno posti a disposizione per ricercatori e aspiranti professori, l'altro professionalizzante con un occhio su quello di cui il mercato del lavoro ha bisogno.

Perfetto. Per ora in Italia si forma come se tutti dovessimo diventare ricercatori. Quello e' il problema. Dal mio punto di vista mi e' tornato utile, sono l'ultimo dei fessi pero' sto andando meglio di tutti i miei colleghi che vengono da altre realta'.  Se pero' vuoi lavorare nel privato, in UK sei superato da orde di criaturi che a 22/23 anni vengono assunti e formati da aziende come IBM.
« Ultima modifica: 10 Agosto, 2015, 17:07:54 pm da Lovercraft »
It's watermelón... INSIDE OF WATERMELÒN!


Offline peppere

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 9364
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #486 il: 10 Agosto, 2015, 17:15:18 pm »
da un lato l'università ti aiuta a fare quello che dici tu, dall'altro però t'abboff pure e nozioni ridondanti e superflue se non ti interessa la carriera accademica. E non puoi scegliere di farne a meno per laurearti, come non puoi fare a meno di laurearti per ambire a un lavoro buono. Quindi, se sei bravo e fortunato in 6-7 anni ti sei laureato e puoi cominciare un lavoro che puoi imparare a fare in non molto tempo. Ma si poc poc ti arravogli con gli integrali curvilinei, ti arrendi e ti si chiudono strade a cui magari avresti potuto ambire pure senza sapere gli integrali ma sapendo, per esempio, cos'è l'outsourcing, il visual management e tutt sti fatt ca con nomi inglesi

Offline nickwire

  • *
  • Registrazione: Giu 2011
  • Post: 14347
  • Sesso: Maschio
  • Mitologie sparse
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #487 il: 10 Agosto, 2015, 17:24:54 pm »
da un lato l'università ti aiuta a fare quello che dici tu, dall'altro però t'abboff pure e nozioni ridondanti e superflue se non ti interessa la carriera accademica. E non puoi scegliere di farne a meno per laurearti, come non puoi fare a meno di laurearti per ambire a un lavoro buono. Quindi, se sei bravo e fortunato in 6-7 anni ti sei laureato e puoi cominciare un lavoro che puoi imparare a fare in non molto tempo. Ma si poc poc ti arravogli con gli integrali curvilinei, ti arrendi e ti si chiudono strade a cui magari avresti potuto ambire pure senza sapere gli integrali ma sapendo, per esempio, cos'è l'outsourcing, il visual management e tutt sti fatt ca con nomi inglesi
In effetti è pure vero, io poi effettivamente straparlo da umanista (anche se nella ricerca macroeconomica ci sono delle dinamiche similari, es. Ricerca sul mercato monetario, impatto economico delle politiche, fiscalità, teoria economica pura ecc ecc.).

Offline djcarmine

  • *
  • Registrazione: Nov 2009
  • Post: 39235
  • DIABLO VIVE
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #488 il: 10 Agosto, 2015, 17:42:22 pm »
Dall'università devono venire fuori i cristiani che ne sanno di più in questo campo o nell'altro. I massimi esperti. Perciò non ci sarebbe nulla di sbagliato nel farsi il culo per anni a imparare ogni collo di cazzo, gettare anni e salute per cose che però non userai mai per lavorare tranne rari casi. Il grosso paradosso è che per lavorare, essere almeno selezionato, hai per forza bisogno di una laurea (che però non ti serve per fare bene il tuo lavoro ogni giorno). La mia soluzione è per ogni facoltà 2 percorsi: uno con meno posti a disposizione per ricercatori e aspiranti professori, l'altro professionalizzante con un occhio su quello di cui il mercato del lavoro ha bisogno.
In generale però noi italiani abbiamo una marcia in più rispetto ai parigrado europei e americani, almeno questo ho constatato per la mia esperienza, questi ultimi sono tutti slogan e PowerPoint ma tenen e cape e lignamm

diciammo che quello di cui tu parli dovrebbe essere quello che "nuovo ordinamento" non è stato
ed io mi sentii in quel momento come una prostituta sverginata dai suoi aguzzini

C. Pazzo 
Noi vinciamo in quanto esistiamo. Vinciamo quando siamo in 60.000 per Napoli-Cittadella e quando ci ricordiamo di Esteban Lopez o di Picchio Varricchio. Vinciamo odiando le strisciate e vivendo in funzione di questa maglia. Vinciamo andando con un paio di amici allo stadio e non guardando la partita in casa da soli in un salotto di Reggio Calabria. Vinciamo quando siamo migliaia ad ogni trasferta, vinciamo quando uno juventino nella nostra città viene additato come essere anormale e malato di scabbia

Offline peppere

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 9364
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #489 il: 10 Agosto, 2015, 17:59:58 pm »
diciammo che quello di cui tu parli dovrebbe essere quello che "nuovo ordinamento" non è stato
non lo so che doveva essere ma ora come ora l'università ti prepara a mostro ma non ti aiuta a lavorare. I piani di studio e i tempi biblici sono antitetici a quello che il mondo del lavoro va truann. Poteva funzionare prima quando il diploma bastava per lavorare e quindi l'università poteva e doveva rappresentare quel quid in più ma mo no.

Offline djcarmine

  • *
  • Registrazione: Nov 2009
  • Post: 39235
  • DIABLO VIVE
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #490 il: 10 Agosto, 2015, 18:07:43 pm »
non lo so che doveva essere ma ora come ora l'università ti prepara a mostro ma non ti aiuta a lavorare. I piani di studio e i tempi biblici sono antitetici a quello che il mondo del lavoro va truann. Poteva funzionare prima quando il diploma bastava per lavorare e quindi l'università poteva e doveva rappresentare quel quid in più ma mo no.

lo so peppe, ma non so fin quanto si possa realmente chiedere all'università di preparare i ragazzi ad inserirsi nel mondo del lavoro. intorno a me ho visto e vedo ragazzi che dimostrano qualità incredibili, gente che riesce a laurearsi in tempo con medie vicinissime al 110 prendendo il massimo agli esami piu corposi, ma poi basta metterli su un esame progettuale per scoprire quanto limitati siano. allora penso che per far quello che auspichi, prim' ancora che discutere sul tipo dei contenuti da insegnare, si dovrebbe parlare di una modifica radicale del sistema, che deve diventare una vera e propria simulazione in ambiente protetto di una realtà lavorativa. ma poi si arriverebbe al caso estremo anglosassone

c'è un'altra soluzione che consiste nel lasciare le cose così come sono ma cercando di ottimizzare l'efficienza della formazione e far sì che i ragazzi più ambiziosi e determinati affilino delle competenze a casa propria, magari con l'università stessa a supportarli in questa attività......ma poi vedo nei miei colleghi una pigrizia e una paura che spesso ha spento anche me nella realizzazione di cose che richiedevano una collaborazione...
« Ultima modifica: 10 Agosto, 2015, 18:11:26 pm da djcarmine »
ed io mi sentii in quel momento come una prostituta sverginata dai suoi aguzzini

C. Pazzo 
Noi vinciamo in quanto esistiamo. Vinciamo quando siamo in 60.000 per Napoli-Cittadella e quando ci ricordiamo di Esteban Lopez o di Picchio Varricchio. Vinciamo odiando le strisciate e vivendo in funzione di questa maglia. Vinciamo andando con un paio di amici allo stadio e non guardando la partita in casa da soli in un salotto di Reggio Calabria. Vinciamo quando siamo migliaia ad ogni trasferta, vinciamo quando uno juventino nella nostra città viene additato come essere anormale e malato di scabbia

Offline TOTORE-RASTAMAN

  • *
  • Registrazione: Ott 2013
  • Post: 9142
  • Località: Ricottaland
  • Sesso: Maschio
  • Maradona è megl e pelè
    • Vieni a farti un giro nel mio SoundCloud :look:
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #491 il: 10 Agosto, 2015, 20:04:39 pm »
Puoi fare tutte le riforme che vuoi ma, finché l'economia non torna a crescere, sarà sempre il lavoro a mancare.

Offline Vino a Tavola

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 18544
  • Sesso: Maschio
  • Il Napoli ha attaccato brutto
    • www.parissangennar.com
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #492 il: 10 Agosto, 2015, 20:22:22 pm »
quotone per Tore per quanto elementare  :ok:

Offline GeppiGeppi

  • *
  • Registrazione: Ago 2013
  • Post: 17170
  • Hysaj, djale shqiptar.
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #493 il: 10 Agosto, 2015, 22:25:26 pm »
Puoi fare tutte le riforme che vuoi ma, finché l'economia non torna a crescere, sarà sempre il lavoro a mancare.

Se l'economia tornasse a crescere, per come stiamo socialmente ed eticamente combinati, se ne accorgerebbero solo Briatore, Elkann e la loro combriccola di amici.

Ndё she ulkun e grekun, vrahj grekun e le ulkun. (Proverbio albanese)
[Se vedi il lupo e il greco, uccidi prima il greco e lascia il lupo.]

Offline TOTORE-RASTAMAN

  • *
  • Registrazione: Ott 2013
  • Post: 9142
  • Località: Ricottaland
  • Sesso: Maschio
  • Maradona è megl e pelè
    • Vieni a farti un giro nel mio SoundCloud :look:
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #494 il: 10 Agosto, 2015, 23:00:08 pm »
Se l'economia tornasse a crescere, per come stiamo socialmente ed eticamente combinati, se ne accorgerebbero solo Briatore, Elkann e la loro combriccola di amici.
Ma anche no, nel senso che l'economia è ferma (e non siamo in staglflazione giusto perché la BCE sta pompando liquidità a iosa) proprio perché sono oltre vent'anni che non c'è un po di sana redistribuzione del reddito.
Un po è il classico cane che si morde la coda ma, se il mercato riprende a girare, gli imprenditori dovranno assumere per forza.

Offline djcarmine

  • *
  • Registrazione: Nov 2009
  • Post: 39235
  • DIABLO VIVE
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #495 il: 11 Agosto, 2015, 00:33:20 am »
Ma anche no, nel senso che l'economia è ferma (e non siamo in staglflazione giusto perché la BCE sta pompando liquidità a iosa) proprio perché sono oltre vent'anni che non c'è un po di sana redistribuzione del reddito.
Un po è il classico cane che si morde la coda ma, se il mercato riprende a girare, gli imprenditori dovranno assumere per forza.

gli imprenditori presto torneranno ad assumere perchè si arriverà al giorno in cui tra le pagine del curriculum il candidato ci deve schiattare dentro pure una 100 euro
ed io mi sentii in quel momento come una prostituta sverginata dai suoi aguzzini

C. Pazzo 
Noi vinciamo in quanto esistiamo. Vinciamo quando siamo in 60.000 per Napoli-Cittadella e quando ci ricordiamo di Esteban Lopez o di Picchio Varricchio. Vinciamo odiando le strisciate e vivendo in funzione di questa maglia. Vinciamo andando con un paio di amici allo stadio e non guardando la partita in casa da soli in un salotto di Reggio Calabria. Vinciamo quando siamo migliaia ad ogni trasferta, vinciamo quando uno juventino nella nostra città viene additato come essere anormale e malato di scabbia

Offline TOTORE-RASTAMAN

  • *
  • Registrazione: Ott 2013
  • Post: 9142
  • Località: Ricottaland
  • Sesso: Maschio
  • Maradona è megl e pelè
    • Vieni a farti un giro nel mio SoundCloud :look:
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #496 il: 11 Agosto, 2015, 01:52:11 am »
gli imprenditori presto torneranno ad assumere perchè si arriverà al giorno in cui tra le pagine del curriculum il candidato ci deve schiattare dentro pure una 100 euro
Tre anni fa mi hanno tagliato da HP (dove ero uno strapagato consulente).
Da allora ho mandato (li ho contati un paio di mesi fa) 1600 curriculum.
A parte i risponditori automatici, ho ricevuto una lettera cartacea con un grazie non ci interessi, un paio di mail dal contenuto simile, una proposta per un lavoro a tempo determinato (contratto di un anno a firenze) e una di contratto a tempo indeterminato (a vita a udine  :vuommeco:).
Ovviamente ho risposto di no perché, nel frattempo, mi sono inventato un nuovo lavoro da libero professionista che faccio comodamente da casa mia via web.
Dei tanti curriculum inviati, un 5% erano per il lavoro che prima facevo come consulente ed il fatto che non mi abbiano neanche risposto significa che HP mi ha fatto terra bruciata.
In conclusione i curriculum servono solo quando hai già la raccomandazione per il lavoro per cui lo mandi.

Offline nickwire

  • *
  • Registrazione: Giu 2011
  • Post: 14347
  • Sesso: Maschio
  • Mitologie sparse
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #497 il: 11 Agosto, 2015, 02:13:31 am »
Ma anche no, nel senso che l'economia è ferma (e non siamo in staglflazione giusto perché la BCE sta pompando liquidità a iosa) proprio perché sono oltre vent'anni che non c'è un po di sana redistribuzione del reddito.
Un po è il classico cane che si morde la coda ma, se il mercato riprende a girare, gli imprenditori dovranno assumere per forza.
Ciò che mette in moto l'economia sono le attese. Purtroppo finchè gli stati non potranno spendere....

Offline cicciograna

  • *
  • Registrazione: Nov 2009
  • Post: 10944
  • Sesso: Maschio
  • Ho visto un ciuccio volare ♪ ♫ TACI MISERABILE ♪ ♫
    • Me
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #498 il: 11 Agosto, 2015, 04:43:17 am »
Vi assicuro che non sono questi anni a fare schifo, ma che l'umanità in se fa schifo
Per il Corriere di Romagna [DeLa] avrebbe fatto un sondaggio esplorativo per il neo fallito Cesena
Per noel la vita è un incubo senza fine

Offline cicciograna

  • *
  • Registrazione: Nov 2009
  • Post: 10944
  • Sesso: Maschio
  • Ho visto un ciuccio volare ♪ ♫ TACI MISERABILE ♪ ♫
    • Me
Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #499 il: 12 Agosto, 2015, 05:07:58 am »
Vi assicuro che non sono questi anni a fare schifo, ma che l'umanità in se fa schifo
Per il Corriere di Romagna [DeLa] avrebbe fatto un sondaggio esplorativo per il neo fallito Cesena
Per noel la vita è un incubo senza fine