Sapevatelo
Giovedì, a distanza di otto anni, l’impegno preso a parole da quattro capi ultras - con l’appoggio di Giorgio Chinaglia, il bomber biancoceleste del primo scudetto morto il 1 aprile del 2012 - è stato sgretolato dalle sentenze pronunciate dalla sesta sezione collegiale che ha condannato per tentata estorsione Fabrizio Piscitelli, detto «Diabolik», e Yuri Alviti a 3 anni e 2 mesi, Fabrizio Toffolo a 3 anni e sei mesi e Paolo Arcivieri a 2 anni e 2 mesi. Insieme con loro sono stati condannati il faccendiere Guido Carlo Di Cosimo a 4 anni e 2 mesi, Giuseppe Bellantonio a 2 anni e 2 mesi mentre Fabrizio Di Marziantonio, ex segretario della polisportiva Lazio, è stato condannato a 1 anno e sei mesi. Il Tribunale ha anche stabilito che gli imputati dovranno risarcire il presidente Lotito, i suoi familiari e la società sportiva Lazio in sede civile.
I giudici hanno dichiarato la prescrizione del reato per morte del reo nei confronti di Chinaglia. E’ stato assolto il commercialista Bruno Errico. Alla lettura della sentenza i familiari hanno reagito con cori di scherno contro i giudici. Si è cosi chiusa in primo grado una delle pagine più tristi della storia recente del tifo biancoazzurro.
Il tentativo di scalzare Lotito dalla guida del club ha inizio nel febbraio del 2006 quando Chinaglia si presenta ai tifosi sostenendo di essere il portavoce di un gruppo farmaceutico ungherese «Gedeon Richter» pronto a rilevare la società con la garanzia di renderla uno dei team più forti del mondo.
Per spianare la strada all’ingresso degli ungheresi, il piano disegnato dal Long John prevede l’estromissione del presidente Lotito dalla Lazio attraverso le pressioni della piazza per costringerlo a disfarsi del 30 percento delle azioni possedute all’epoca.
Nella scacchiera recitano un ruolo di primo piano i capi degli irriducibili come «Diabolik» Piscitelli, Yuri Alviti, fabrizio Toffolo e Paolo Arcivieri. Per obbligare il presidente a vendere i capi ultras fomentano la tifoseria attraverso l’esposizione di striscioni ostili in Curva Nord o cori intimidatori contro il patron biancoceleste durante le partite. Il clima è reso incandescente ad arte anche ricorrendo alla denigrazione del presidente. Tuttavia Lotito non cede alle pressioni, anzi si rivolge continuamente alla polizia, e il progetto lentamente si sgonfia finche nell’ottobre del 2006 scattano gli arresti.