Infatti dipende assai da come viene formata la squadra. Per me ad esempio i centrocampisti brasiliani singolarmente sono buoni (non fenomeni, ma buoni), ma il problema principale di questo mondiale è che sono stati abbinati male in un contesto di squadra decisamente approssimativo sotto il profilo tattico.
Appunto. Prendiamo la Colombia, il Cile o il Messico. Sono state ottime squadre che, in un contesto di fravecatori abusivi, hanno saputo sfruttare le capacità di calciatori superiori addestrando i già citati fravecatori come fossero dei soldati nordcoreani. Disciplina tattica, non fare il passo più lungo della gamba, intensità, rabbia e corsa.
Queste cose, ad esempio, questa volta sono riuscite meno alle squadre come la Croazia o la Bosnia. Non tutte le nazionali riescono ad essere come la Germania che ha calciatori di altissimo livello in tutti i reparti. Eppure, la Spagna, che ha uno squadrone impressionante, ha fallito miseramente perché è finito il loro progetto tattico, un discorso che hanno cominciato nel 2008.
Insomma, io penso che i mondiali siano una bella vetrina di calcio, ma per la valutazione dei potenziali pataterni o degli ex pateterni diventati improvvisamente brocchi, è un gioco che lascio ai procuratori squali che devono rifilare pacchi e ai giornalisti che devono vendere il pallone moderno.
Per me, il cavallo lo vedi sempre nel tiro a lungo e mai in ripresa. E il mondiale è una corsa in cui dei calciatori si vede solo la ripresa.
Dimmi, nel 2010 quanto era forte Gelson Fernandes?
