L’uomo più amato del mondo: "Ho 99 figli e altri 5 in arrivo"
Olandese, prima donava il seme: «Ora accolgo le donne a casa» C’È UN UOMO a Maastricht, sud dell’Olanda, che a 44 anni conta già oltre cento figli. Non è un adone, anzi, e nemmeno un sultano turco col suo bell’ harem di mogli. Si chiama Ed Houben, di professione guida turistica, ed è molto simpatico e disponibile. La sua missione nella vita è fare felici gli altri, in particolar modo le coppie, eterosessuali e lesbiche, che non possono procreare. Ma ovviamente non sono escluse le donne single.
DOPO 4 ANNI passati a donare sperma con il metodo dell’inseminazione artificiale e in anonimato, ha pensato bene di proporsi alle donne in un modo più... tradizionale. Senza passare da bussolotti e siringhe. Troppo squallide le riviste pornografiche e le stanzette per concepire figli: meglio un rapporto sessuale. Ma, soprattutto, conoscere la donna che avrà in grembo suo figlio e iniziare con lei un percorso condiviso. Così, grazie a un sito internet e una casella di posta elettronica personale, organizza appuntamenti, fornendo dati anagrafici e certificato medico di buona salute. Furbo o solidale? Il dibattito resta aperto. Il papà di tutti, in affitto per beneficenza.
Mister Houben, quanti figli ha avuto con la donazione di sperma?
«Ne sono nati 99 sani e cinque sono sono in fase di gravidanza. Qualcuno in più con le donazioni alla banca del seme».
Quanti di questi figli ha conosciuto?
«Praticamente due terzi».
Le sue donazioni private come avvengono?
«Per me l’inseminazione artificiale, con lo sperma iniettato nella donna attraverso una siringa, è una donazione atipica. È normale, invece, un rapporto. Così, le donne mi informano quando stanno ovulando e vengono a casa mia in quel periodo. Parliamo finché lei mi dice che si sente bene e, come due persone adulte che vogliano qualcosa di bello insieme, andiamo a letto».
E i mariti non sono gelosi?
«No. Una coppia bielorussa ha speso tutti i risparmi per la fecondazione nelle cliniche private e non è servito a nulla. Poi sono venuti da me tre volte e ora hanno un bambino. Questi mariti non sono sentimentali, guardano oltre».
Ha guadagnato molto dal suo ‘hobby’?
«Nulla. Avrò perso oltre 10mila euro in 12 anni. Non ho mai chiesto soldi, non lo trovo etico per genitori che vogliono un bimbo come chiunque altro. E non è etico nemmeno per i bambini: non voglio che si sentano come se fossero stati comprati».
Sa dove vivono?
«Per la maggior parte di loro, sì, perché ho chiesto informazioni. Così aiuto i genitori a evitare che i bambini possano avere relazioni».
Non teme che possano poi procreare tra loro?
«Come ho detto, conosco nome e data di nascita, per aiutare i genitori. Ma anche se succedesse non ci sarebbero problemi, non sono fratelli e sorelle: le loro madri sono diverse. Sono metà fratelli e sorelle e condividono Dna al pari di nipoti. A loro è consentito sposarsi e avere figli. Ovviamente proviamo a evitare che ciò accada, ma occorrono due generazioni di rapporti ripetuti perché sorgano problemi genetici».
Come mai ha deciso di iniziare?
«Quando avevo 18 anni ho conosciuto una coppia in Belgio che non poteva avere figli, dopo aver passato qualsiasi clinica in dieci anni. Per me era assurdo che brave persone così non potessero diventare genitori. Nel 1999 mi sono iscritto alla banca dello seme e nel 2003 ho iniziato in modo privato».
Come hanno reagito le sue fidanzate?
«Nelle due relazioni che ho avuto, mi hanno sempre sostenuto. Mi hanno conosciuto meglio di chiunque altro e hanno capito: lo faccio per aiutare le persone».
Ha avuto figli con la sua compagna?
«No, ci siamo conosciuti a un’età in cui per lei averli è sconsigliato».
Quanto a lungo pensa di donare sperma in beneficenza?
«Smetterò se in una nuova relazione, la mia compagna vorrà che io smetta».
È vero che spedisce un regalo di compleanno a ogni figlio?
«Purtroppo ho investito molti soldi e ora ho debiti con le banche. Se dovessi fare cento regali all’anno, avrei bisogno di un sponsor».
La sua ‘prole’ un giorno potrebbe reclamare l’eredità?
«Per la legge olandese un donatore non ha legami legali con i bambini, a cui non spetta l’eredità».
Come mai ha smesso di affidarsi alla banca del seme e si è messo ‘in proprio’?
«A un certo punto mi hanno fatto sapere che c’era abbastanza sperma per le richieste che arrivavano, poi nel 2006 la banca ha chiuso».
Ha mai donato sperma a qualche coppia italiana?
«Ho inseminato una donna della tv italiana, ma chi è non posso dirlo, resta tra me e lei. Poi ho donato a una coppia eterosessuale che ora è in attesa del secondo figlio»
