Diversi motivi per essere orgogliosi. Forse non diamo il giusto valore a quello che questa squadra sta facendo quest'anno. Il gran merito è di Benitez. Abbiamo rinnovato la rosa e con essa l'undici titolare. Abbiamo cambiato modulo dopo 4 anni. Abbiamo cambiato mentalità. Tutto questo in appena 5 mesi.
Quello che mi piace di questo Napoli sono due cose: scendiamo in campo con la mentalità vincente, da squadra senza timori che sa di poter vincere qualsiasi gara(unica eccezione credo a londra contro l'Arsenal). La seconda cosa è il piacere con cui questi calciatori giocano a calcio. Guardatevi i goal e le azioni da rete di questa prima parte della stagione. Mai giocate banali, mai. Ogni realizzazione è sempre o quasi frutto di giocate di altissimo livello sia dei singoli che a livello corale.
Abbiamo giocato alcune gare importanti dovendo rinunciare per scelta tecnica di turnover o per necessità a calciatori fondamentali, importanti.
Siamo l'unica squadra italiana a meritare la Champions, l'unica ad essere in grado di lottare contro i migliori in europa. Lo stiamo dimostrando. Chi dice il contrario, che sia juventino, milanista, laziale o altro, è in malafede o non capisce di calcio.
Altri aspetti. Il recupero di Inler al centro del gioco del Napoli. Sta disputando un inizio di stagione impressionante per continuità soprattutto. E ancora Fernandez. Ieri è stato protagonista della sua miglior gara. Attento, concentrato, senza paura, reattivo in un paio di chiusure. Bravissimo nel servire con lanci lunghi i nostri avanti. Ne ha fatti 3 di pregevole fattura, uno dei quali ha innescato perfettamente Mertens sul terzo goal. Di testa le prende tutte e anche ieri si è mostrato pericoloso sui calci d'angolo. Non è Krol, non è Nesta, per carità. Ma è un centrale su cui poter fare affidamento continuando a lavorarci su.
Abbiamo giocato a 3 non solo con Mazzarri ma dal primo anno post fallimento. Non era facile stravolgere quello che era una specie di segno distintivo, né far capire a chi subentrava in campo di essere tenuto in considerazione per più partite, persino quelle importanti e non una tantum, per poi tornarsene nell'oblio.
Su Fernandez: chissà, magari riesce a ripercorrere la carriera di Mexes, che quando arrivò a Roma fu un autentico disastro difensivo, per poi raddrizzarsi.