ma io sono d'accordo su tutta la linea, le trovo osservazioni non giuste ma di piu, il problema è che queste sono tutte osservazioni e correzioni che andrebbero fatte "a monte", con l'educazione ed uno stato davvero sociale vicino ai disagiati che rimuova gli ostacoli reali e sostanziali alle diseguaglianze. ok, pero' adesso, visto che pure se intraprendi questo percorso "ad ampio raggio", a quei guappetielli di cartone che cmq agiscono indisturbati in virtu della legge del piu forte che in uno stato di diritto non dovrebbe sussistere, non gli fareste nulla? cioè "prigionieri dell'ideale" ( nel senso, siccome credete nell'ideale riuscite a trascendere da un 'ipotetico supruso da voi stessi subiti e siete sicuri che al momento di esser vittime, :sgratt: , non desiderate altro?) voi pensate davvero che ci sia correzione possibile per questa munnezza? ci credete davvero?
isab è difficile essere coerenti, lo è davvero, soprattutto in un sistema così condizionante, avvolgente come quello attuale. Io fatico ogni giorno a mantenere un minimo di coerenza. Però bisogna provarci. Il pensiero borghese ante litteram di Seneca che diceva seguite gli insegnamenti che io scrivo, non seguite la mia vita sono serviti e serviranno sempre a ripulirci la coscienza e a strafottercene della coerenza.
Trovare una causa logica dietro un sopruso, un furto, una violenza, l'assassinio di un proprio caro ad esempio e quindi giustificarlo perchè lo si pone all'interno di un contesto determinato, all'interno di una società che genera per sua essenza atti del genere è complicato, difficile, quasi impossibile umanamente parlando.
C'è però chi ci riesce. Basta ricordare le parole del Faber dopo il suo sequestro. Non concesse perdono cristiano ai sequestratori, disse che comprendeva il loro gesto, essendo essi figli di una terra depredata, annientata e impoverita come la Sardegna dove la povertà era estrema in diverse zone della regione. Privazione, indigenza, mancanza di futuro, ingiustizia sociale spingono al crimine.
De Andrè era un borghese, lui stesso lo ammetteva, ma con quelle parole con quel gesto seppe mantenere coerenza tra le sue idee di uomo sempre vicino agli emarginati, ai deboli e quella atroce esperienza di vita.
Di esempi ce ne sono tanti.