Lasciando perdere per un istante le disquisizioni prettamente moraleggianti, io vi chiedo questo: in una democrazia quali sono gli strumenti reali e oggettivi per sovvertire un sistema clientelare, corrotto, partitocratico e filo-mafioso come questo?
Il voto?
campa cavallo che l'erba cresce, soprattutto dopo gli ultimi 2 mesi che certificano la stronzata empirica della chiamata alle urne.
La drammaticità non è uno che spara a due sbirri, piuttosto che non esistono vie di fuga condivise da questo sistema liberal-democratico. La violenza viene spesso condannata in modo errato, e molti dimenticano che persino i filosofi del pensiero liberale giustificarono il tirannicidio in modo palese.
Il tirannicidio è una cosa, le istituzioni di questo paese sono democraticamente legittimate, non dimentichiamolo.
I veri cambiamenti, le rivoluzioni, sono cose che non si fanno da soli, ma insieme agli altri.
La particolarità della democrazia capitalista è che è un sistema dove il dominio si afferma con il consenso dei dominati. E' sufficiente, attraverso i mezzi di comunicazione, diffondere l'idea che non ci sia alternativa a determinate situazioni, ad un certo ordine delle cose.
Il sistema oggi lo sconfiggi dimostrando quanto siano fallaci le teorie dominanti, riuscendo a introdurre dei virus nel sistema della comunicazione attraverso il quale esse si riproducono.
La violenza politica a mio avviso non può essere un sistema utilizzato in una democrazia, anche perché se la si legittima una volta, rischia di divenire legittimata per sempre. Se un giorno al governo ci fossi tu, o uno che porta avanti le tue idee, chi non è d'accordo potrebbe pure lui ricorrere ad azioni violente.
Prima di pensare ad azioni violente penserei a dimostrazioni pacifiche, che quando hanno dimostrato di godere di un ampio consenso, hanno sempre sortito risultati e provocato cambiamenti.