
Spaccati di vita quotidiana in quel di Caulonia (Calabria), comune svuotato dall'emigrazione, con una comunità anziana agli ultimi spasimi. Il regista è milanese di nascita ma calabrese di sangue, cosa che sembra produrre un particolare effetto: da autoctono, ben si adatta alla staticità della situazione ripresa, rinunciando a qualsiasi movimento di macchina (scelta che avrebbe rappresentato un'irrispettosa dissociazione dal rappresentato); da straniero è in grado di cogliere ed evidenziare (con campi più stretti) quegli elementi che segnano la frattura inconciliabile tra la nostra contemporaneità e quel che si lascia morire a Caulonia, una società arenatasi in una fiumara estinta.
Voto: ***1/2Fenomeno interessante quello del cinema agreste/montanaro italiano. Diritti e Frammartino sono per me i due autori migliori della loro generazione.