Io poche volte parlo di politica perché perdo facilmente le staffe.
E onestamente me passa po cazz che ci offendiamo o scappa la parola di troppo, perché succederebbe a un tavolo tra amici e non capisco perché non debba succedere in un luogo virtuale. E me passa po cazz pure della battutina sul morto, perché non ho idoli d'oro e possiamo toccare pure i santi.
Per me chi infanga la rivoluzione bolivariana è un uomo di merda, come chi nel 2013 non ha ancora perso il pudore di parlare della sporca democrazia liberale come discriminante per valutare il buon governo. Chi lo fa è un ipocrita e un pezzo di merda.
In Venezuela fino a qualche anno fa la gente poteva andare in culo al "dittatore" prendendo i fucili in mano, i fucili dell'opposizione conservatrice foraggiata dagli americani, dai rapaci delle risorse che Chavez ha voluto destinare al suo popolo. La stessa gente che ha potuto assistere dalla propria televisione di casa a un falso colossale sul golpe fallito del 2002, e che ha visto confermare la concessione a quell'emittente televisiva dopo il ritorno di Chavez. La stessa gente che ha votato con l'80% dei voti un referendum sulla modifica della costituzione atto persino a consentire di revocare il mandato presidenziale. La stessa gente che ha confermato Chavez quando il referendum per la revoca del suo mandato è stato indetto e perso dalle forze reazionarie, con tanto di supervisione sulla validità da parte di Jimmy Carter. Gente a cui non era garantita assistenza medica, istruzione, accesso al microcredito e il superamento delle soglie della mera sopravvivenza. Ci sono gli sfaccimma dei dati econometrici sui siti dei principi del pensiero liberale, non è stampa di regime.
E qua abbiamo uomini di merda che si siedono sugli scranni macchiati di sangue della democrazia occidentale, e dobbiamo difendere il loro punto di vista preoccupandoci che nessuno s'offenda. A volte m'auguro davvero che lo scarico del cesso dell'Europa unita si azioni definitivamente su questo paese di merda, così che qualcuno di voi possa patire la fame e la vera vergogna.