Autore Topic: Le idi di Marzo (George Clooney, 2011)  (Letto 1236 volte)  Share 

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Online Guallera V.2

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Le idi di Marzo (George Clooney, 2011)
« il: 31 Dicembre, 2012, 12:46:06 pm »


Stephen Meyers è il giovane guru della comunicazione nella campagna per le primarie presidenziali del Partito Democratico negli Stati Uniti di un molto prossimo futuro. Il candidato che sostiene, sotto la supervisione del più anziano Paul Zara, è il governatore Mike Morris. Morris parte svantaggiato ma ha dalla sua l'appeal di un richiamo ai più profondi valori della Costituzione americana visti sotto una luce contemporanea e accattivante. Stephen avrà modo di scoprire progressivamente che Morris, che pensava fosse sufficientemente coerente con gli ideali professati, ha un lato oscuro.

Dopo l'intermezzo screwball comedy, Clooney torna alla sua vera passione, vale a dire quel cinema politico, forte debitore di quello degli anni '70 dei vari Pakula e Lumet (non a caso questo film, ha diversi punti in comune con il lumetiano Power del 1986), forte di una sceneggiatura robusta e di un cast corale di alto livello, dividendo la pellicola in due parti : la prima è uno spaccato del dietro le quinte di una campagna elettorale, popolato da eminenze grigie, mentre la seconda diventa più da classico thriller, con il buon Clooney che sfodera tutto il suo lato oscuro e poco rassicurante. Film notevole, che denota come si può fare ancora dell'ottimo cinema senza velleità ed amenità regisitiche.

***1/2
« Ultima modifica: 31 Dicembre, 2012, 12:52:21 pm da kohna80 »

Offline Sam Ent

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Re:Le idi di Marzo (George Clooney, 2011)
« Risposta #1 il: 02 Gennaio, 2013, 17:05:30 pm »
Bel film. Ricordo d'averlo visto la sera prima dell'election day.
Frase emblematica quando dice cosa si può fare (cose molto gravi) negli USA mantenendo la fiducia dell'elettorato e cosa non si può fare (cose ben più banali) poichè si rischia di mandare tutto a puttane.
Ryan Gosling è davvero bravo. Ad Evan Rachel Wood andrebbe dedicata un'intera sezione nell'uncensored...
Siete troppo banali. Per non dire gente e sfaccimm.