Io mi trovo d'accordo con molta parte di critica trotzkista (non me ne voglia compagno Orefice), perché la pianificazione industriale doveva soltanto transitare per il capitalismo di stato, che invece ha portato i germi patogeni della burocrazia corrotta, dell'immobilismo e dell'inefficienza. Esistono dati econometrici imparziali a conferma dell'ultima delle tre.
Andrebbe ridimensionato anche il boom industriale post-rivoluzione, attribuibile in buona parte al fatto che la Russia zarista era a fasi primitive di sviluppo, e quindi con rendimenti marginali del capitale enormemente più elevati rispetto a quelli di altre grandi economie mondiali di più vecchio sviluppo.
Tra l'altro non ci si è mai proposti di livellare il punto di partenza e dare disco verde all'individualismo e all'impresa privata (come diceva Josif), ma di congelare quello di arrivo (che per me è un rispettabile ideale).
Purtroppo il proposito era già morto con la prima ondata di globalizzazione di inizio secolo, processo che io ritengo inarrestabile, allora come oggi. Processo che in buona parte è stato responsabile dello squilibrio nel livello di industrializzazione tra paesi, dello squilibrio di redditi tra e dentro i paesi. Processo responsabile delle più feroci politiche imperialiste e processo che ha generato nei decenni la mano invisibile della speculazione.
Era impossibile sottrarcisi, così come era impossibile sottrarsi ai sogni di dominio mondiale e agli effetti devastanti della seconda guerra mondiale.
Credo che tutti i morti di cui parlate siano la conferma che il comunismo è stata una parentesi storica non più ripetibile, non più perfezionabile.
Ormai viviamo nell'impero dell'autodistruzione, mettetevi l'anima in pace e smettetela di farci in ogni topic un bucchino con la sputazza parlando dell'Holodomor e delle purghe staliniane.
quoto come sempre Fiorenzo di sto periodo. Come sempre, la causa di tutto ciò è l'egoismo dell'essere umano. Caratteristica che di certo non latitava, ed era presente in molte forme, nei regimi oltre la cortina di ferro.
POST SCRIPTUM
Andate a chiedere ai russi, georgiani, ukraini etc.etc. cosa pensano dei loro paesi, del avvento del capitalismo, delle libertà "conquistata"....conosco questa gente...i loro paesi..so che vi risponderanno...
Ai soviet si sono sostituite le aziende degli oligarchi, al comitato centrale un comitato elettorale. Un'evoluzione mancata non comporta necessariamente la riabilitazione di un regime passato che è crollato sotto il peso di un debito estero insostenibile.
L'URSS negava alle persone la democrazia in cambio dell'assicurazione di un'uguaglianza sostanziale, ma nei fatti quest'uguaglianza era già svanita agli inizi degli anni 60, e si era rivelato in un sistema feudale, dove al posto dei valvassori e valvassini c'erano sindacalisti, dirigenti locali di partito e capi delle fabbriche.
Nel frattempo, l'URSS pur di avere quel guizzo che le permetteva di essere una superpotenza, aveva ceduto la sua anima alla galassia dei servizi segreti interni ed esterni che infondevano fede nell'ideale marxista a suon di terrore e minacce di quotidianità turbate, di revoca di quei diritti che tanto conclamavano nei comizi. E' un dato di fatto, basta conoscere nelle viscere (io l'ho fatto) i regimi di Hoeneker, Ceausescu, Todor Zivkov, e compagnia bella.
Erano regimi fondamentalmente ipocriti, impregnati di quell'ipocrisia che aleggia attorno a tutti quei regimi che delegano una libertà in nome di qualsivoglia ideale, che sia la sicurezza o quella tessera che ti permette di avere il pane tutti i giorni.
D'altro canto, non mi sento di biasimare chi sceglie un'illusione per dare speranza alla propria visione di vita, ed il Comunismo è meglio di tante illusioni. Io ne ho altre, forse migliori, forse peggiori.