Il marito di una sciantosa decide di uccidere un libertino che gli insidia la moglie, ma lo trova già morto. Commissario sospetta di lui...Il titolo italiano è fuorviante, abbinato alla sinossi fa apparire il film speculare a quelli di Lang, sulla moralità dell'omicidio e della giustizia. Gli è invece complementare, perché risolve gli interrogativi sollevati dal tedesco senza darsi pena e preferisce concentrarsi sulla torbidità del mondo inscenato: i modi (realisticamente) sbrigativi della polizia di Quai des Orfevres, i rapporti umani retti sul falso (ogni personaggio mente a quello a lui più prossimo), l'impraticabilità dell'amore romantico (la fotografa), il sado-masochismo di quello coniugale. Il finale da "tana libera tutti" è a beneficio di uno dei rapporti in gioco e ne garantisce la sopravvivenza ma non risolve in via definitiva le contraddizioni portate a galla dall'esplosione del dramma. Tipico del pessimismo di Clouzot.
Voto: ****