Autore Topic: Killer Joe (William Friedkin, 2011)  (Letto 3059 volte)  Share 

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Offline wendell

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Killer Joe (William Friedkin, 2011)
« il: 17 Ottobre, 2012, 14:54:50 pm »


Accortosi che la madre con la quale abita e con cui litiga continuamente gli trafuga delle dosi di cocaina, Chris si reca dal padre Ansel proponendogli di accopparla per intascare il premio della sua assicurazione sulla vita.
Qualcuno ha parlato di rielaborazione dei codici tarantiniani: il citazionismo c'è ma non è diegetico come nelle opere del regista del Tennessee, è confinato allo schermo del televisore di casa; al limite è rinvenibile nel marcato feticismo del villain, il cui parente più prossimo sembra tuttavia il Dennis Hopper di Blue Velvet. La miscela di nichilismo e black-humour rende il film accostabile in maniera ancora più pregnante a Fargo e Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen.
La famiglia Smith, completamente deprivata di valori e gerarchie, è il ribaltamento dell'idillio americano. A fare da guida è lo spirito del dio denaro. Joe si insedia in questa lercia polveriera e ne favorisce la detonazione, come una sorta di demone castigatore più che un antagonista. A poterne rimanere immune è la sola Dottie, pura perché "assente" e quindi impermeabile alla realtà esterna. E' il solo, piccolo, nucleo di positività, l'unico a poter compiere la catarsi, decidendosi a tracimare.
Lo sguardo di Friedkin non conosce pudore, rappresenta l'orrore da vicino ma lo potenzia addirittura quando allarga il campo, contestualizzando la depravazione in un'umanità inerme, compromessa e rassegnata.

Voto: ****


I tagli sono pochi. Tollerabili in una paliata a Hirsch, fastidiosi nella parte centrale del film (si passa da una scena ad un'altra senza che la precedente abbia finito il suo corso, la fluidità del racconto per un attimo barcolla).
Non criticherei troppo il distributore Bolero. Le cesure sono probabilmente dovute all'ottenimento del divieto agli under 14 rispetto a quello per i minori di 18. Almeno hanno portato il film in sala, a differenza di quanto accaduto col buon predecessore Bug.
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.

Offline Genny Fenny

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Re:Killer Joe (William Friedkin, 2011)
« Risposta #1 il: 20 Ottobre, 2012, 09:05:53 am »
Quoto veramente assai, specialmente la prima parte. L'estetica pulp è funzionale al dramma e lo eleva a cifre di realismo ed emotività mai raggiunte dagli esercizi di stile tarantiniani.
Anch'io ieri aggia pensato all'humor grottesco e umbratile di Fargo.
Per me questo è un dio di film.  :sisi:

Primma e rurmi' ho pensato all'ospite come rovesciamento dell'allegoria pasoliniana di Teorema, trasposto in un'era dove i posticci valori borghesi sono ormai dissacrati e l'ambiguità sessuale abusa delle macerie del nucleo familiare tradizionale. Killer Joe appare persino portatore d'ordine e moralità e, qui la differenza maggiore, non genera inquietudini ma elargisce sicurezze, tant'è che tutti recedono dal proprio ruolo garantendogli la dominanza. Interessante a questo proposito è che la rottura finale avvenga durante la più tradizionale "funzione" familiare, la cena, che probabilmente era stato l'unico momento di conformismo (non a caso imposto dall'ospite).
Interessante ancor di più è che il riscatto dalla corruzione origini non da un atto deliberato ma dal seme della pazzia, così a rinunciare all'ultima speranza di una presa di coscienza del degrado e della depravazione. Tutto appare perduto ed irrimediabilmente spuorco.
« Ultima modifica: 20 Ottobre, 2012, 09:33:33 am da bender89 »

Alemao

Re:Killer Joe (William Friedkin, 2011)
« Risposta #2 il: 25 Ottobre, 2012, 13:48:21 pm »
È un bel film sicuramente da vedere, non l'opera migliore di Friedkin. È l'altra faccia dell'America bianca, quella che vive a si arrabatta in roulotte tra miseria umana e povertà. Molto brava e coraggiosa Gina Gershson, il personaggio meglio interpretato e più riuscito assieme a quello di Dottie di un'ottima Juno Temple. Personaggio ben diverso dal killer psicopatico di "Non è un paese per vecchi", Joe paradossalmente è più presente nel film quando è assente ed è esattamente come viene immaginato/temuto dall'allegra famiglia americana. L'unica cosa che mi ha colpito negativamente è l'esclamazione finale di Joe nei confronti della rivelazione della ragazza, scena con cui si chiude il film che lascia spazio più al grottesco che al dramma.

Offline Genny Fenny

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Re:Killer Joe (William Friedkin, 2011)
« Risposta #3 il: 26 Ottobre, 2012, 09:44:20 am »
buon predecessore Bug.

Nzomma nzomma, per me davvero una grande e insoddisfacente cacata. Tant'è che aier essera m'aggia pentuto di non aver visto la partita.  :lookair:

Online Guallera V.2

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Re:Killer Joe (William Friedkin, 2011)
« Risposta #4 il: 26 Ottobre, 2012, 10:19:25 am »
Francamente manco a me è piaciuto Bug. Questo film spero di vederlo oggi...

Online Guallera V.2

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Re:Killer Joe (William Friedkin, 2011)
« Risposta #5 il: 28 Ottobre, 2012, 18:06:00 pm »
Finalmente l'ho visto.
Prendete il Teorema pasoliniano, e portatelo nelle atmosfere degradate e criminali delle opere letterarie di Jim Thompson, il tutto condito da quel cinema pulp sicuramente più vicino a quello dei fratelli Coen che all'estetica fastidiosa e citazionista fine a se stessa di Tarantino, ed aggiungeteci anche un tocco lynchiano, soprattutto nel personaggio principale di Killer Joe e della lolitesca ed ambigua fino alla fine del racconto, Dottie ed ecco che avrete questo film del vecchio leone Friedkin, forse l'unico regista reduce della new Hollywood anni '70, a rimanere sempre coerente con la sua cinematografia, dopo l'imborghesimento e la prostituzione di Scorsese, ed il declinio anche per aver abusato di opere su commissione di Coppola e De Palma.
Come un'entità metafisica, l'oscuro Joe, degno erede del Frank Booth di Dennis Hopper in Velluto Blu, si annida in questa immorale famiglia di redneck e ne demolisce le già deboli fondamenta, risucchiando anima e linfa vitale. Proprio il decadimento fisico del personaggio interpretato da Emile Hirsch è la chiara metafora dello svolgimento della vicenda, non del tutto originale a livello noir (il solito omicidio su commissione che va male, i soliti amorali e poco intelligenti personaggi disperati, la forte ambiguità di fondo..), ma che sta proprio nella regia di Friedkin che a differenza del precedente Bug, non ci fa pesare l'origine teatrale dell'opera, e nelle superbe interpretazioni, la forza del film. Oltre al bel tenebroso McConaughey, che lontano dai pessimi prodotti mainstream hollywoodiani dimostra il suo talento, ai già collaudati Haden Curch ed Hirsch, che nei film anti-hollywoodiani, soprattutto in ruoli ai limiti, già avevano regalato ottime interpretazioni, meritevole di menzione anche l'eroina di tanti b-movies, la sempre bona Gina Gershon, umiliata (la scena del fellatio alla coscia di pollo è decisamente disturbante, e rimarrà indubbiamente nella storia delle scene eccessive..) ma vera anima nera priva di qualunque concessione morale nella vicenda. Film senza alcuna catarsi, pessimista ed amorale, ma sia lodato qualunque entità divina ad avercelo. Violenza (che poi sono per lo più due pestaggi e l'omicidio finale) ai limiti dello splatter.
*** e 1/2 ci sono tutte.
« Ultima modifica: 28 Ottobre, 2012, 18:07:49 pm da kohna80 »

Offline djcarmine

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Re:Killer Joe (William Friedkin, 2011)
« Risposta #6 il: 05 Novembre, 2012, 00:52:01 am »
l'ho appena appena visto. storia che non è esatamente un colpo di fantasia ma che si sviluppa bene, mettendo a nudo perfettamente la povertà di ogni valore di questa mite famigliola, mescolando violenza e grottesco. grande mcConaughuey, nei panni del glaciale e rattusissimo killer dallo "sguardo che fa male". come ho sempre pensato, sprecato in quei ruoli da commediola americana creati per bagnare la mutanda di qualche casalinga. che milfone maledetto la moglie di hansel
ed io mi sentii in quel momento come una prostituta sverginata dai suoi aguzzini

C. Pazzo 
Noi vinciamo in quanto esistiamo. Vinciamo quando siamo in 60.000 per Napoli-Cittadella e quando ci ricordiamo di Esteban Lopez o di Picchio Varricchio. Vinciamo odiando le strisciate e vivendo in funzione di questa maglia. Vinciamo andando con un paio di amici allo stadio e non guardando la partita in casa da soli in un salotto di Reggio Calabria. Vinciamo quando siamo migliaia ad ogni trasferta, vinciamo quando uno juventino nella nostra città viene additato come essere anormale e malato di scabbia

Leif Erikson

R: Killer Joe (William Friedkin, 2011)
« Risposta #7 il: 12 Settembre, 2013, 16:14:59 pm »
Appena finito di vedere, Teorema già è stato citato da voi ovviamente.
Se mi ripiglio stasera butto giù due righe.

Offline Ciùcciuettola

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Re:Killer Joe (William Friedkin, 2011)
« Risposta #8 il: 13 Settembre, 2013, 18:27:36 pm »
Un film forte, crudo. Davvero impressionante.
Si quella volta che feci una loffa dopo aver mangiato pasta e fagioli con la cotica e te la mettesti ad odorare per vedere se riuscivi a trovare il senso della vita.