Comparazione empirica.
I politologi questo fanno,eh.
E non solo...anche i filosofi o i sociologi.
Sempre che abbia ben inteso il tuo pensiero a proposito della mia riposta a Peppe.
Per quanto mi riguarda studiare il marxismo e il neo-marxismo basta e avanza per capire buona parte della realtà odierna.
Comunque mi scuso per l'OT visto che si parlava di Vendola, non vorrei deviare la discussione in modo stucchevole, ancora una volta, su ideologia/economia/prassi/cazziemazzi.
assolutamente. Ma la politologia è un'analisi, no una costruzione di coscienza e visione del mondo. E' pura e semplice analisi. Ti confondi con la morale.
Sui filosofi mi verrebbe da dire che loro costruiscono l'idea stessa d'empirismo e del modo d'interpretarlo, che inutile dirti essere tutto fuorché assoluta.
Io sono dell'opinione che lo stato debba dare all'uomo la possibilità di autodeterminare opinioni e modi di concepire l'accrescimento e la concezione del benessere da solo, ovviamente nel rispetto delle regole e dell'equità sociale, con paradigmi chiari e riconosciuti universalmente.
Qui parla la morale.
Il politologo, prendendo spunto dall'osservazione empirica, direbbe che anche una forma di marxismo inizialmente ortodossa, quale quella cinese, per ovviare ed evitare vicissitudini come quelle sovietiche, ha dovuto creare centri d'armonizzazione dello sviluppo economico, ed entrare in organizzazioni internazionali quali il WTO, partendo dalla consapevolezza che mercato e benessere erano componenti necessarie per non finire in tecnologie e progressi "pompati", obsolescenti ed imponibili solo col terrore (tipo Ceausescu). Anche economisti marxisti come Bruno Iossa ipotizzano l'armonizzazione tra sistemi collettivistici di produzione ed inserimento in un mercato.
Cioè Davide, nun è che Deng Xiaoping nun s'è lett Marx e tu si.