A me nun me piace proprio perché anche quelle che a parer di molti sono buone cose (Uochi Toki ad esempio) sono limitate dalla stessa estrazione metropolitana e mi appaiono forme di espressione grezza, primordiale.
Restando in tema di Uochi Toki ad esempio, credo che un confronto tra il loro Cuore amore errore e disintegrazione (ottimo album per quel poco che ricordo) e Lungo i bordi dei Massimo Volume (cito così, per una evidente comunanza nell'introspezione stesa in romanzo e raccontata in flusso di coscienza) renda bene quel che il rap perde per via del registro linguistico suburbano, dei suoni disfunzionali, della ridicola autocelebrazione e per la stessa composizione in rima.
Capisco la necessità di esprimersi attraverso "musica di pancia" per manifestare ribellione, però è indubbio che si sia raggiunto lo stesso obiettivo attraverso modelli assai più evoluti. E non mi pare il caso di far passare (come avviene salvo rari casi come gli stessi Uochi Toki, imho) scorciatoie di cristiani di dubbio talento per scelte stilistiche di artisti ispirati.
E vi prego, nun ve pigliate collera se quando ascolto per curiosità gli animali che di tanto in tanto postano Diluvio e il Ragioniere mi prende a ridere potente. 
Vi posso venire incontro solo su un mostro sacro come Gil Scott-Heron, anche perché probabilmente non ne conosco altri.
Sul citazionismo pure avrei qualcosa da dire perché mai come nel rap mi capita spesso di ascoltare col il cuore pregno di pena citazioni chiavate miezz accussì, come rigetti di trapianto.
E pure i Uochi Toki (ci torno perché sono gli unici che mi sono sforzato di conoscere) una volta che hanno chiavato Dostoevskij in mezzo a una elucubrazione elementare, preteziosa e didascalica (ma proprio assai da farti pensare "Aizz nu poco a merda") sui rapporti sociali, non so fino a che punto possano esimere il germe contagioso della risata dal rifiorire sul mio schifato viso. 
Il citato De André pure torna utile per capire come si possa parlare di poppici e merda usando il linguaggio di Gesù Cristo. Di come si possa fare musica di rabbia viscerale e impegno sociale e al contempo finire sui libri di letteratura del liceo.
E per capire la differenza tra la citazione da scuole grosse tra nu cazz e na purchiacca e la rielaborazione poetica (penso all'Antologia di Spoon River, a Grange, Brassens, a gesucristo stesso e alla madonna che vi fa campare).
Boh Fiorè, sono opinioni legittime le tue, però fammi fare qualche distinguo dato che pure a te piace specificare ai fini del confronto.
In Lungo i Bordi c'è un'introspezione diversa da quella di Cuore Amore Disintegrazione. In primo luogo, il primo presenta ricordi scomposti, divisi come un puzzle, ma comunque riconducibili ad una mistica che appare subito chiara, definita di Clementi ed il suo immaginario, nel secondo album invece Napo adotta una specie d'impersonifazione/personificazione di kafkiana memoria inventandosi un personaggio e facendolo interagire con vari personaggi che compongono la sua visione del mondo, in modo fluido, spesso mostrando le contraddizioni del suo stesso schema di pensiero e di percezione del mondo, mettendo peraltro in discussione tutti i lavori precedenti. E' cosa notevolissima secondo me.
Se questa è roba da "aiz a merd", non so. Ma so comunque opinioni. Resta il fatto che il paragone avrebbe retto se mettevi in mezzo un altro album di Emidio Clementi album dove "la comunanza nell'introspezione regge", ossia Stanza 218 del suo progetto El Muniria.
Poi, posso capire (e condividere) il ribrezzo per le spacconate che il Rap spesso propone, ma dire che Gil Scott Henron si salva, ed al contempo negare al Rap una dignità come forma d'espressione suona un attimino come la solita menata di chi overament mette i monoblocchi di cemento sulle cose....
E questo perchè il rap, con il suo esprimersi tramite rime e metrica, nasce dal riscatto dei neri dopo Martin Luther King, ed è una corrente artistica nata da quell'epoca di proclami, slogan, rivendicazioni. La stessa spacconeria nasce dall'azzardo che è figlia della voglia di ottenere diritti, con la provocazione, nasce da Malcom X. La stessa che Gil Scott Henron metteva nei suoi pezzi satirici per dileggiare il potere negli anni 70, in una forma diversa ma nemmeno poi così lontana da un rapper.
E se dici che Malcom X ha meno dignità in quanto pensatore ed intellettuale di un George Brassens, mi sembra una cosa sparata un pò lì, giusto per dirla....
Insomma, è una forma, in un certo senso antitetica a quella francese di un Brassens o di un Gainsbourg, ma che comunque è trasformabile oggettivamente in "cazzatona" solo se si pone a priori il proprio pensiero come oggettivo.
Mò sul discorso su De Andre, non metto in dubbio la qualità autoriale, ma credo che il fatto che sia nelle antologie scolastiche sia più frutto dell'immediatezza della sua poetica, piuttosto che per le effettive qualità. E comunque rimane ridicolo che ci sia lui e non un Ignazio Silone, giusto per parlare di uno che parlava di rabbia sociale in modo poetico, la dice lunga su cosa significhi "finire sui libri"...