La timida seconda moglie di Maxim de Winter, facoltoso gentiluomo della Cornovaglia, è ossessionata nella dimora di Manderley dall'immagine della prima moglie defunta. Per metà film si assiste sostanzialmente alla messa in scena di una specie di romanzo gotico inglese: villa immensa, immersa nella nebbia, dall'aspetto sinistro, personaggi ostili, misteri irrisolti, amori controversi e, soprattutto, una donna pura minacciata. Il risultato non è esaltante: tono eccessivamente melodrammatico, storia banale. Si ricorda solo la cameriera Denvers, che come uno spettro appare e scompare dalla scena (il regista non ne inquadra mai i piedi e non ne mostra gli spostamenti, per disumanizzarla). Poi subentra il vero Hitchcock, facendo slittare il genere dal drammatico al thriller, mescolando suspense e mistero, ribaltando l'intreccio. Il cambio di marcia (e genere) è un particolare riscontrabile soprattutto nella prima parte della produzione del regista.
Voto: ***1/2