Londra, 1973. George Smiley, agente segreto in pensione, è riconvocato dal sottogretario governativo per scoprire l’identità di una talpa filosovietica che agisce da anni all’interno del ristretto numero degli agenti del Circus.Tomas Alfredson, svedese, tre anni fa arrivò in sala con Lasciami entrare, horror algido e dilatato (praticamente la nemesi dell'handicappato Twilight) che gli era valso ben due trasposizioni hollywoodiane (il registro tipicamente scandinavo dell'opera non la rendeva masticabile oltreoceano senza una ricodifica). Con La Talpa, il regista si cimenta nel cinema spionistico, necessariamente dal respiro più internazionale, senza rinunciare al suo sistema formale: movimenti di macchina lenti, tanti primi piani, tempi lunghi (quasi ipnotici), fotografia scarica. L'omaggio al genere è rigoroso: le due ore e poco più di durata sono impiegate per l'ingarbugliamento e scioglimento della matassa, c'è poco materiale riempitivo. L'unico difetto risiede forse nell'eccessiva complessità dell'intrigo di fondo, c'è il rischio di smarrimento tra Inghilterra, Russia, Ungheria, Turchia ecc. Però che stile, che eleganza.
Speriamo che Alfredson (un film fantascientifico steam-punk in programma) non si faccia stuprare dagli americani, è veramente un bel regista.
Voto: ***1/2