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Off-topic => Focus On => Topic aperto da: Vino a Tavola - 28 Luglio, 2011, 20:43:11 pm

Titolo: Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 28 Luglio, 2011, 20:43:11 pm
tutte le volte che mi informo a proposito mi caco sotto. non sono un esperto e non saprei dire la mia... comunque vi posto un articolo che fa rbbrividire. Non mi sembra proprio l'ennesimo scenario complottista, visto che i fatti descritti sono molto circostanziati e possono essere smentiti o confermati da un inchiesta.

http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.com/2011/07/ritratto-della-piu-potente-donna-sul.html (http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.com/2011/07/ritratto-della-piu-potente-donna-sul.html)

Ritratto della più potente donna sul pianeta terra: La Grande Tigre Asiatica

di Sergio Di Cori Modigliani

Ufficialmente si chiama Wendi Deng. Ma non è il suo vero nome.
E’ la donna più potente del pianeta. Può –e tiene- in scacco l’intero continente europeo. Ha messo all’angolo il gigante americano e intende metterlo in ginocchio. Con una telefonata è in grado di mandare in bancarotta la banca centrale europea, nel caso lo volesse.
E stiamo arrivando alla stretta finale.
Perché circa quattro mesi fa, Barack Obama si è stufato, ha mandato Hillary a parlare con la Regina Elisabetta e con il responsabile dell’intelligence britannico e hanno deciso di andarle addosso.
sperando che non sia troppo tardi come ha detto il responsabile del settore comunicazione del MI5 –il servizio segreto di controspionaggio di Sua Maestà britannica- in una intervista comparsa sul blog di Brian Cason, membro attivo di “giornalisti senza frontiere” .
Ma forse è meglio raccontare la storia fin dall’inizio.


Wendi Deng, attualmente coniugata Murdoch, di professione ufficiale “moglie” e basta, è nata l’8 dicembre del 1968 in un piccolo borgo, Shandong, nella regione di Xuzhou, nella  pittoresca valle della regione dello Jiangsu, nella Cina meridionale.
Nasce in una famiglia di alti dirigenti del locale Partito Comunista fedeli a Lin Piao.
Il padre, ingegnere minerario, è direttore regionale dell’apposito “ufficio controllo per la riabilitazione morale dei reietti e responsabile dell’applicazione delle normative della rivoluzione culturale”.  La neonata è la terza figlia.
Seguendo l’applicazione della legge, avrebbe dovuto essere eliminata e uccisa subito perché non era (e tuttora non è) consentito dalla legge avere più di due figli di sesso femminile. Il padre si mette in contatto con le alte gerarchie del partito e ottiene il permesso di non uccidere la figlia offrendola al partito. Gli viene concesso questo privilegio.
E così all’età di sei giorni viene anagrafizzata con il nome di Wen Di (in cinese mandarino vuol dire “illuminazione culturale”). Questo è il suo vero nome.
All’età di sei anni, nel 1972, in seguito a una sua spiccata intelligenza provata in più di una occasione, viene prescelta e inviata a far parte del programma varato nella regione del Szechuan per “l’educazione di pionieri della rivoluzione comunista al fine della esecuzione del piano della guerra finale contro l’imperialismo e l’abbattimento della tigre di carta dai piedi d’argilla” (questa era la dicitura del camping). Wen manifesta una accesa propensione per il comando e viene promossa. A 12 anni la ritroviamo a Pechino dove studia alla Scuola di guerra dimostrando una notevole propensione per la trigonometria e la pianificazione razionale di scenari bellici. Il padre, nel frattempo, confortato dalla nascita di un maschio, ha fatto altri quattro figli, altre tre femmine. Ma avendo fatto nel frattempo carriera nelle fila della burocrazia, non è obbligato a ucciderle.
Nel 1984, all’età di sedici anni, appena diplomata alla scuola di guerra in “strategia applicative di penetrazione nel territorio nemico”, dopo aver superato con il massimo dei voti gli esami di ideologia marxista, di inglese, e di economia, le viene affidata la sua prima missione. Viene inviata nel Guangzhou, come hostess di terra. Il suo lavoro consiste –poiché è a conoscenza dell’inglese- nell’aiutare un ingegnere minerario statunitense, proveniente dal Wisconsin, Jack Cherry, che si è trasferito in Cina insieme alla figlia Joyce e alla loro figlia Caroline per gestire la produzione di alcune cave di marmo in base al primo protocollo d’intesa di cooperazione economica tra Cina e Usa. In realtà è un agente della Cia, stupido quanto inutile.
Tant’è vero che due ore dopo il suo arrivo, l’intelligence cinese lo ha già identificato.
Wen Di diventa la sua segretaria e si confida con la moglie; sostiene di avere un solo grande sogno nell’esistenza: andare a vivere negli Usa dove si respira la vera libertà. Ma essendo una comunista cinese non le è possibile. La coppia di americani, quindi, si ingegna e muove tutte le fila della burocrazia in entrambi i paesi per aiutare la ragazza. Dopo un anno, Jack Cherry viene richiamato in patria. Il governo cinese accorda il permesso di fuoriuscita per Wen Di (sarà suo padre a firmarlo, dato che nel frattempo è diventato responsabile del controspionaggio nella zona del Kuang Tong) e il 24 marzo del 1987 atterra a Los Angeles, a 19 anni con un passaporto che la identifica con il nome di Wendi Deng, di professione “ragazza alla pari” presso la famiglia Cherry che si è commossa dinanzi al dramma patriottico della giovane.
Si iscrive a una università locale, ma sei mesi dopo viene cacciata via di casa perché la signora Cherry la trova dentro al bugigattolo delle scope mentre fa del sesso con suo marito.
Dal 1988 al 1989 Wen Di, ormai divenuta Wendi Deng, lavora come escort in una società che gestisce il servizio limousine a Hollywood, la "driving 4 the stars": fa l’autista di vip locali.
Sei mesi dopo viene scovata da Jack Cherry che le comunica di aver divorziato.
Si sposano dopo tre giorni e vanno a vivere a Washington dove Jack Cherry finisce dietro una scrivania nel quartiere generale della Cia, a Langley, in Virginia e Wendi Deng diventa una splendida anfitriona, apprezzata dalla comunità residente, per le feste e le sontuose cene organizzate per la comunità di funzionari che lavorano al Pentagono. Nel 1991 diventa l’amante di Cliff Ruperts, addetto militare del Pentagono, dislocato all’ufficio cifra e divorzia da Jack Cherry. Grazie alla presentazione di Ruperts entra dopo tre mesi all’università di Yale, facoltà di Legge, il Gotha dell’America che conta.
Ruperts la raggiunge ma muore in un incidente stradale.
Dopo sei mesi abbandona l’università, si iscrive a una organizzazione cristiano-fondamentalista ultraconservatrice anti-abortista a Springfield, Massachussets –Christians for Universal Peace- ed entra come collaboratrice esterna nella rivista Star, un quotidiano di gossip politico il cui dichiarato obiettivo politico consiste nell’attaccare i democratici liberali. Nel 1995 arriva a visitarla Li Hong, sua compagna per dieci anni nel corso di pioniere della rivoluzione comunista. Le comunica che suo padre è molto malato. Riesce a ottenere il permesso di andare a visitare suo padre a Hong Kong e per l’occasione accelerano la sua pratica. Diventa cittadina americana con regolare passaporto e nel 1996 vola in Cina dove rimane per nove mesi ed entra come redattrice locale dell’edizione cinese di Star: il trampolino di lancio di Murdoch in Asia. Suo padre, intanto, è diventato responsabile del settore pianificazione economica con la specifica della sezione “investimenti strategici in Europa”. Nell’ottobre di quell’anno, conosce a una cena Rupert Murdoch che aveva allora 61 anni. I due si innamorano. Si conoscono, si piacciono, ma lui è sposato. Poco dopo Murdoch lascia Ann, la seconda moglie.
Wendi viene promossa a responsabile della catena di giornali Star nel New England e ritorna negli Usa.
Nel frattempo, Rupert Murdoch finisce nel più grande guaio della sua esistenza in Cina.
Dopo aver investito una cifra colossale per immettere in orbita due satelliti privati delle telecomunicazioni al fine di lanciare nel pianeta la prima grande rete globale planetaria mediatica completamente privata e autonoma, si ritrova con i suoi due satelliti esplosi: sono stati abbattuti da missili balistici cinesi. I cinesi, infatti, dichiarano che quei due satelliti servivano per operazioni di spionaggio e sorvolavano il territorio cinese senza alcuna autorizzazione. Allora, ci fu chi diede Murdoch per spacciato. E invece, “quell’incidente” diventa il suo gigantesco trampolino di lancio: ritorna negli Usa e annuncia di sposare Wendi Deng con la quale va a vivere a New York.
Lui ha 63 anni, lei 24.
Wendi diventa la signora Murdoch.
E sparisce dalla vita sociale. Dichiara di disprezzare la vita mondana e di volersi dedicare “soltanto ed esclusivamente alle gioie del matrimonio e ad assistere mio marito nelle sue attività lavorative”. Nel 2000 e 2002 nascono due figlie, Grace e Chloe, alle quali, come regalo di nascita, il generoso padre versa la cifra di 100 milioni di euro in azioni dello Star e affida a loro il 34% delle azioni di tutte le sue attività editoriali, immobiliari e finanziarie attraverso un contratto che viene redatto all’interno dell’ambasciata cinese a Washington.
Nel 2008 Wendi Murdoch ha fondato la Big Feet Productions, casa cinematografica di cui è amministratore delegato, ed è anche cofondatrice e investitrice nell’Artsy, start-up digitale per il mercato dell’arte.
Ha prodotto il primo film Il ventaglio segreto, in uscita la prossima settimana in Italia, con le star cinesi Gianna Jun e Bing Bing Li e l’hollywoodiano Hugh Jackman.  Ha rilasciato soltanto una intervista in Europa, comparsa sul settimanale Panorama dieci anni fa, nel corso della quale dichiarò di “essere sempre stata e di essere ancora una maoista convinta con il fine dichiarato di far trionfare la rivoluzione culturale cinese nel mondo occidentale decadente”. Nel marzo del 2010, suo padre annuncia a Stoccolma di aver acquistato la celebre industria automobilistica Volvo assumendone il controllo come amministratore delegato. Entra in possesso di una quota del 59% dell’intero capitale che due mesi dopo passa alle due adorate nipotine, con delega al controllo nelle mani della loro madre, Wendi Deng.
La signora Murdoch, insieme al marito, alle due figlie, al padre, allo zio, a due sorelle, a tre cugini e a due cognate possiede il 62% delle quote dell’impero Murdoch pari a un valore di 58 miliardi di euro, è proprietaria della Volvo, ha una quota del 12% in Christian Dior, il 12% della Chase Manhattan Bank, il 13% della Mitsubishi Bank of Japan ai quali va aggiunta la quota di bot europei per un valore di 80 miliardi di euro e bot del tesoro americano pari a 120 miliardi di dollari; complessivamente è accreditata dagli analisti finanziari in una fortuna personale valutata intorno alla cifra di 600 miliardi di euro.
Nel solo 2010, l’impero editoriale Murdoch ha investito nel territorio statunitense mediatico la cifra di 750 milioni di dollari per combattere Obama e spingere gli Usa ad abbattere le tasse delle multinazionali e a cancellare la riforma sanitaria. 1.670 organizzazioni di estrema destra americana vengono finanziate dal gruppo londinese Star per cercare di far destituire Obama.
Il presidente Usa, sei mesi fa, le ha dichiarato guerra. Così ha fatto il governo inglese.
Questa è l’origine dello scandalo delle intercettazioni in Gran Bretagna che ha portato alla chiusura del più antico e prestigioso quotidiano inglese, News of the World.
E’ una guerra frontale sul campo finanziario mediatico planetario tra la Cina e gli Usa.
Non è certo casuale che, proprio nel mezzo della sua angosciosa e angosciante trattativa con la destra repubblicana per non andare in bancarotta, Obama ha trovato il tempo per trascorrere un intero pomeriggio con il Dalai Lama facendosi fotografare insieme da tutti. “Riteniamo quel colloquio uno schiaffo sgradito al popolo della Cina” ha dichiarato il primo ministro cinese.
“Riteniamo una tragedia per tutto il pianeta se nel mese di agosto 2011 finiamo dentro una crisi finanziaria mondiale dalla quale l’occidente non si riprenderà, forse, mai più” gli ha risposto il segretario di stato Hillary Clinton.

Noi non possiamo che guardare, da testimoni esterni, sperando che sopra le nostre teste, da qualche parte del pianeta, non prendano decisioni tali per cui finiremo in un gigantesco disastro collettivo. Nel frattempo, ho pensato che potesse essere interessante, nonché utile, avere delle notizie e delle informazioni su quella che in Gran Bretagna, Usa e Sudamerica viene definita “La Grande Tigre Asiatica”.
Perchè bisogna allargare lo spettro delle informazioni e ragionare in termini macro-economici, se si vuol sapere, e quindi comprendere, che cosa sta accadendo dietro le quinte, e come -e soprattutto chi e perchè- spinge a manetta verso un "caos organizzato mondiale" perchè ha già pronta la ricetta per "un nuovo ordine mondiale".
E' il caso di svegliarsi e cominciare a dare un'occhiata per cercare di vedere -fintantochè ci sarà concesso e sarà possibile- dove sia dislocato il quartiere generale del nuovo ordine mondiale e quale sia la sua strategia, la sua finalità, la sua tattica.
Così va il mondo, oggi.


Vi ho evidenziato i passi fino all'incontro con murdoch, da lì in poi lascio fare a voi
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Genny Fenny - 28 Luglio, 2011, 21:27:20 pm
S'ha magnat tutt cose iss...

Spoiler
(http://www.nonmidire.it/wp-galleryo/ronaldo-decisamente-ingrassato/ronaldo-ingrassato.jpg)
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 28 Luglio, 2011, 21:33:46 pm
S'ha magnat tutt cose iss...

Spoiler
([url]http://www.nonmidire.it/wp-galleryo/ronaldo-decisamente-ingrassato/ronaldo-ingrassato.jpg[/url])
:asd:

l'articolo comunque parla di lei (http://1.bp.blogspot.com/-roNCS0PFDVI/Ti6pdDOqFUI/AAAAAAAAANo/DVdIPr-u6Es/s1600/wendy+deng.jpg)  :look:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 02 Agosto, 2011, 00:40:53 am
Adesso basta.
Basta chiacchiere leziose, superflui ghirigori dialettici, proposte irresponsabili e manipolatorie da parte dei soliti fustigatori del debito pubblico e del deficit di bilancio, concetti citati senza analisi approfondite e recitando sempre la mezza messa, senza informare correttamente l’opinione pubblica, che di queste materie capisce poco e si affida soprattutto alla devozione nei riguardi di presunti esperti che, o tali non sono, oppure sono stati comprati e corrotti per diffondere sciocchezze e menzogne.
Basta pensieri stolti o in malafede: in molti ci fanno, ma altri sono dei veri e propri minchioni, convinti della bontà delle loro ricette contro la crisi economica che si è innestata in Europa e altrove a partire dal 2008 e che, a dispetto dei loro suggerimenti, va di male in peggio.
Basta con i cantori delle soluzioni lacrime e sangue, del dovere di imporre nuove tasse, delle manovre e manovrine finanziarie straordinarie salva-crisi, della necessità di ulteriori privatizzazioni (in Italia, dopo l’esito disastroso delle prime, negli anni ’90,  chiunque si azzarderà davvero a tentare di concretizzarne altre, prima lo prenderemo a pernacchie e poi lo smaschereremo in termini pesanti davanti al pubblico europeo ed italiano, narrandone amicizie, complicità e cointeressenze con i beneficiari delle svendite mascherate che tenterà di attuare).
Come molti sanno, non c’è che una VIA che davvero tutelerà i cittadini europei tutti nella loro maggioranza (siano essi greci e italiani, oppure irlandesi, portoghesi, spagnoli, francesi, tedeschi, etc.) e che potrà garantire il rilancio e lo sviluppo delle economie comunitarie, alla faccia delle scorribande speculative che rischiano di creare danni sociali inenarrabili, anche senza volerlo.
Il problema non solo gli speculatori e la grande finanza: costoro fanno il loro mestiere, che è ricavare plusvalenze dai propri investimenti, anche radicalmente speculativi, e contemporaneamente assicurare liquidità per una serie di settori in grado di promettere redditività.
Il problema è la governance politico-economica dell’Unione Europea, che finora ha latitato, atteso, cincischiato, un po’ perché è composta da incompetenti manipolabili, un po’ perché è manipolata da competenti furbi e rapaci.
Ora basta.
Altrimenti, giorno dopo giorno, mese dopo mese, tutti coloro che credono nell’Europa dei popoli, delle comunità e dei cittadini liberi e forti, faranno un nuovo 14 LUGLIO 1789 contro l’Ancien Régime degli oligarchi tecnocrati che, per privato interesse, stanno affossando il prestigio dell’unificazione europea, destrutturando la classe media, devastando i ceti più deboli, impoverendo la collettività, defraudando le risorse comuni, annullando lo stato sociale.
Adesso basta.
Basta con i raggiri alla pubblica opinione dei gruppimassonici e para-massonici reazionari ed egoisti, basta con l’elitarismo delle destre massoniche e para-massoniche.
L’abbiamo già spiegato in

In omaggio ai Valori del 14 luglio, riflettiamo su Destra e Sinistra Massonica: uno scontro secolare tra elitarismo e democrazia, autoritarismo e libertà, gerarchia e uguaglianza, paternalismo e fratellanza

e in

Ancora a proposito di "destra" e "sinistra" massonica: il caso del massone neonazista, razzista, tradizionalista e integralista cristiano Anders Behring Breivik, autore di stragi in Norvegia per conto di chi? Attenzione preventiva anche all'Italia (terra di stragismi vari irrisolti, ricordando che prevenire è meglio che curare) dove non mancano i neonazisti/neofascisti alla corte dell'illegittimo Gran Maestro del G.O.I. Gustavo Raffi,

quando parliamo di destre massoniche elitarie, bisogna chiarire che esse, in Italia, così come in Europa e nel resto del Mondo, annoverano tra le proprie fila personaggi politici o uomini delle istituzioni che, magari, militano o sono riconducibili anche a partiti del centro-sinistra profano.
Per converso, anche tra esponenti illuminati dei partiti profani del centro-destra vi sono persone che si possono ascrivere alla “sinistra” massonica, costitutivamente democratica, liberale e socialista libertaria.
Ne siamo coscienti: sulla testa e sulle vite di milioni di persone ignare, molti potenti e loro portavoce o clientes giocano una partita sporca, fatta di dissimulazioni della propria vera natura: illiberale, oligarchica ed elitaria, nonostante tutta la parvenza democratica rassicurante, che li porta persino ad indossare i panni ingannevoli delle sinistre più riformatrici e progressiste.

Perché sosteniamo che la rapida creazione di Euro-Bond (titoli di stato europei unificati) è già una buona metà della soluzione contro la crisi speculativa che aggredisce l’Europa?
Perché ovviamente, presa questa misura, cesserà l’opportunità per la speculazione di aggredire i buoni del tesoro di singoli paesi, che non esisteranno più.
Che non devono esistere più: qualunque ipotesi di coesistenza fra Bond nazionali e Bond europei è una solenne stupidaggine, che avrebbe effetti benefici solo transitori, per poi riattivare rapidamente la sciagurata crisi attuale.
Ma la soluzione completa per l’Europa è che la valuta euro, piuttosto che essere “moneta di nessuno”, emessa da una Banca Centrale Europea (tramite le Banche Centrali nazionali) che non ne ha la titolarità sovrana (e come potrebbe, mica è uno Stato democratico legittimato dal popolo…) così come non ce l’hanno gli Stati nazionali, divenga invece MONETA SOVRANA dell’ Unione Europea.
Vogliamo scommettere che, se l’EURO diventa valuta a sovranità europea e se l’Unione Europea assume un proprio unificato DEBITO PUBBLICO SOVRANO (riassorbendo e annullando quelli dei singoli paesi) e una propria unificata capacità di emettere buoni del tesoro europei, in quattro e quattr’otto ci saranno tutte le risorse necessarie per il rilancio e lo sviluppo economico di tutte le nazioni dell’UE in crisi adesso e di quelle che lo sarebbero in futuro?
Stiamo parlando di rilancio della produzione, delle esportazioni, dei consumi, della base imponibile e dunque del PIL di tutti e di ciascun paese europeo.
Le stesse spinte inflazionistiche, conseguenti alla necessità di immettere subito nel “sistema” nuova liquidità, saranno contenute da un saggia politica di tassazione, in grado di temperare la circolazione di moneta e di graduare a secondo delle necessità deficit di bilancio e debito pubblico europeo centralizzato.
Per far questo, però, bisognerà resistere sia alle sirene euroscettiche di sempre degli anti-europeisti (che, però, con queste misure avrebbero molte meno motivazioni per continuare ad essere tali: stiamo parlando di un’Europa dei popoli e non più dei banchieri stolti e/o rapaci), sia al conservatorismo pachidermico dei tecnocrati, che hanno sbagliato tutto nel passato (non concependo euro-bond e una valuta euro a sovranità europea) e sbagliano molto nel presente, o perché in mala fede e in combutta con gruppi speculativi, o perché imbecilli in perfetta buona fede, ammaliati dai dogmi monetaristi e deflazionisti della Chicago School of Economics.
Di deflazione dogmatica, di tagli al welfare, di riduzione del deficit annuale e del debito complessivo, SENZA CRESCITA E SVILUPPO, gli stati muoiono e il POPOLO SI INCAZZA, APRE GLI OCCHI e inizia a prendere i FORCONI da infilare dove non batte il sole, come nel glorioso 14 LUGLIO 1789.
Cari devoti acritici di Milton Friedman e compari (fra i quali vanno ricordati e annoverati anche i Chicago Boys cileni, compagni di merende di Augusto Pinochet e del suo regime dispotico e criminale), con questo tardo neo-liberismo d’accatto (che è altra cosa dalla libera circolazione delle merci e dei capitali che NOI APPROVIAMO) stolto, intransigente e pervasivo che è divenuto catechismo ufficiale e mal compreso di diversi politici profanissimi di economia, loro ispirato da subdoli e astuti contro-iniziati, non si va più da nessuna parte.
Soprattutto, non si risolve la crisi innescata nel 2008, né in Europa, né negli USA o altrove.

E a proposito degli States, preliminarmente invitiamo alla lettura di:

 “La crisi del debito in America? Dio la vuole…” by Massimo Cavallini per IL FATTO QUOTIDIANO del 28 luglio 2011

cosi come di

“Jumbo coin: una pazzia americana. E’ l’arma nascosta di Barack Obama per evitare la bancarotta” by Sergio Di Cori Modigliani per LIBERO PENSIERO: la casa degli italiani esuli in patria, del 28 luglio 2011

Dopo di che, parliamo forte e chiaro dall’Italia, tanto altri si occuperanno di tradurre in idioma americano (e in altre lingue) la questione, come sempre accade all’interno di networks fraterni.
Intanto-e questo vale sia per la governance politico-economica europea che statunitense- si intraprenda una vigorosa opera mediatica volta al ridimensionamento dell’immagine e della credibilità delle cosiddette “Agenzie di Rating”: Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings non sono degli ORACOLI disinteressati e ieratici che trascendono le umane miserie e indicano la PURA VERITA’…
I detentori delle quote azionarie delle suddette agenzie sono soggetti che operano alla grande, guarda caso, proprio su quei mercati obbligazionari di cui le stesse agenzie determinano-con i propri giudizi, spesso molto discutibili- l’andamento complessivo.
In sostanza, se la cantano e se la suonano, producendo a proprio uso e consumo delle profezie auto-realizzantesi, proprio in quanto un giudizio negativo su questa o quella impresa, su questo o quel titolo obbligazionario, determina effettivamente un andamento negativo (artificioso) dell’impresa o del titolo, consentendo ai padroni di Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings e altri minori, di scommettere e lucrare sui default da essi stessi provocati o aggravati.

Questione (fasulla) del default USA: Barack Obama proceda così, ancora più a muso duro, contro quegli irresponsabili, moderati o estremisti che, nell’ambito del Partito Repubblicano, invece di badare al bene comune della nazione e dell’economia mondiale, vorrebbero strumentalizzare la cosiddetta crisi del debito statunitense per meschini vantaggi elettorali di piccolo cabotaggio.
Che costoro (marmaglia del Tea Party & sodali) vengano offerti alla pubblica esecrazione per la loro condotta irresponsabile, anti-americana e incosciente rispetto al benessere della comunità internazionale.
Ma la crisi, come dicevamo, è solo “cosiddetta, presunta”.
Al pari di quanto osservato a proposito delle soluzioni per la crisi speculativa nell’eurozona, il problema è facilmente risolvibile, se solo lo si voglia risolvere.
Il modello è e deve essere quello dell’unico Presidente USA che sia stato eletto per quattro volte consecutive (1932-1936-1940-1944) alla Casa Bianca, sbaragliando facilmente i suoi avversari.
Come mai?
Massone e saturo di autentici ideali libero-muratori sin nel midollo, lungimirante, energico, risoluto, circondato da collaboratori super-competenti, fu l’inventore del NEW DEAL, che salvò l’economia statunitense dalla Grande Depressione successiva al 1929 e rimise in sesto (prima della Seconda Guerra Mondiale) quella planetaria.
Superfluo aggiungere che fu anche il principale protagonista-insieme al Massone Winston Churchill- della difesa del mondo civile, liberale e democratico dalla barbarie nazi-fascista.
Della geniale e complessa semplicità del NEW DEAL si parlerà meglio in altra sede: qui basterà osservare che gli USA sono sovrani della propria moneta, il dollaro, e quindi, per quanto cantino le sirene (interessate e in malafede) repubblicane o di certi ambienti macro-speculativi, un innalzamento del tetto del debito statunitense o anche un giudizio negativo delle screditate e ulteriormente screditabili  agenzie di rating non produrrà nessun danno, né lieve, né pesante.
Il DEBITO PUBBLICO USA, i titoli obbligazionari del tesoro statunitense, sono solidi come roccia e garantiti sia dall’importanza egemonica, strategica e politico-economica degli States nel Mondo, sia dalla qualità e dalla quantità dei suoi acquirenti (colosso cinese in prima fila), che hanno un vitale interesse a mantenerne inalterati valore e affidabilità.
Il debt ceiling (tetto del debito) può essere tranquillamente elevato per quast’anno dal Congresso senza aggravi di spesa, come tutti gli esperti sanno e come icasticamente spiegato in  “La crisi del debito in America? Dio la vuole…” by Massimo Cavallini per IL FATTO QUOTIDIANO del 28 luglio 2011.
Noi aggiungiamo che, anche eventuali, futuri, aggravi di spesa del debito pubblico sovrano, americano ed europeo (se l’Unione Europea si dà una svegliata e rende l’euro moneta sovrana…),funzionali allo sviluppo dell’ economia,  alla crescita del PIL, alla riduzione sensibile della piaga della disoccupazione, sarebbero facilmente temperati e compensati sul breve-medio termine da aumenti delle entrate dello Stato, grazie all’innalzamento della base imponibile generale soggetta a tassazione.
Abbiamo detto la nostra.
E torneremo a dirla, a diffida dei furbi e a beneficio dei duri di cervice.
Adesso spetta ai Massoni autenticamente democratici e LIBERAL, da una parte all’altra dell’Atlantico, prendere in mano la situazione e sconfiggere le lobbies massoniche e para-massoniche elitarie, oligarchiche, conservatrici e reazionarie, che vorrebbero mettere in ginocchio gli stati democratici e le loro popolazioni, per poi comprarsi a quattro soldi proprietà e gestione di beni e servizi pubblici, lucrando impunemente e ferocemente sulla testa di centinaia di milioni di individui.
Dall’Italia all’Europa e agli Stati Uniti, NOI NON CI STIAMO.
PROVATE AD ABBATTERCI…

 

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (e tutti i MASSONI EURO-AMERICANI LIBERI, FORTI E DI BUONI COSTUMI).
Titolo: Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: kurz - 02 Agosto, 2011, 01:39:50 am
Ma che cazz e articoli vai citando Diè
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 02 Agosto, 2011, 08:12:03 am
Più che altro sono lunghi apposta :rofl: , ma in realtà non dicono un cazzo.  :maronn:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 02 Agosto, 2011, 09:28:01 am
da quando siamo spariti alle politiche del 2008 affronto una crisi politico-esistenziale. L'ascolto di queste campane rappresenta una tappa importante del mio percorso personale  :look:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: FistingTopo - 05 Agosto, 2011, 21:41:48 pm
Ragà non preoccupatevi .... VA TUTTO BENE  :gianni:




Cit .  :cribbio:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 07 Agosto, 2011, 16:18:12 pm
di Alexander Stille http://stille.blogautore.repubblica.it/2011/08/06/ (http://stille.blogautore.repubblica.it/2011/08/06/)


È stata una settimana drammatica sia negli USA sia in Italia. L’accordo (oppure il “cessate il fuoco”) tra Obama e i Repubblicani sul debito nazionale ha fatto scattare il più grande crollo della borsa in due anni mentre in Italia l’economia si scioglie per via del non-governo Berlusconi.

Non ho scritto questa settimana anche perché sono stato in una specie di lutto per il modo in cui è finita la contesa tra Obama e i Repubblicani sul tetto del debito. Mi è sembrata l’ennesima resa di Obama nei confronto dei Repubblicani. Hanno usato una specie di “terrorismo legislativo”, adoperando un’arma mai usata in passato. Il tetto del debito è stato alzato 66 volte negli ultimi decenni da presidenti repubblicani come da quelli democratici in modo bi-partisan e automatico. Qui è stato usato come una specie di pistola per prendere in ostaggio l’economia nazionale – fate quello che diciamo noi o mandiamo in rovina il credito nazionale! E Obama, tutto sommato, ha ceduto. Aveva, anche lui, la possibilità di usare un’arma nuova e ancora più potente: alzando il tetto del debito da solo invocando una clausola della nostra costituzione che dice che il credito degli USA è inviolabile. Avrebbe creato un putiferio e una sfida costituzionale tra i rami del governo ma avrebbe salvato il credito del paese e avrebbe dimostrato grinta. Scrivo con vero dolore, essendo stato un suo elettore entusiasta, che Obama mi ha molto deluso. Ogni volta che viene contestato, il suo istinto è di cercare il compromesso, di offrire subito una via di mezzo. I Repubblicani l’hanno capito benissimo e prendono posizioni sempre estreme sapendo che Obama offrirà subito 50 percento di quello che vogliono per poi scendere sempre di più in cerca di un’intesa. E infatti il piano appena varato contiene almeno l’80 percento di quello che volevano i Repubblicani. Nel caso del debito nazionale, mentre moltissimi economisti sostengono che l’economia americana ha bisogno di spese governative per stimolare la crescita e alzare il livello di occupazione, e poi di affrontare il problema del debito in un secondo momento quando l’economia è più forte. Il nuovo piano fa l’esatto contrario:  taglia moltissime spese governative soprattutto per i ceti medi bassi – pensioni, sussidi per i disoccupati, spese mediche per gli anziani – senza un dollaro di nuove tasse per i ricchi, l’unica categoria che ha beneficiato durante il periodo di egemonia repubblicana. Se i repubblicani fossero un pochettino seri nel voler affrontare il problema del debito avrebbero eliminato almeno alcuni sgravi fiscali assurdi – come la misura che permette alle corporation di dedurre l’acquisto di aeroplani privati dalle loro tasse oppure quella che permette i capi dei Hedge Funds di pagare solo 15 percento del loro reddito, meno delle loro segretarie. La mancanza di serietà del piano non ha convinto, evidentemente i mercati – che hanno perso circa dieci percento nell’ultimo mese. E ora Standard & Poors ha declassificato i buoni di Tesoro americani per via della disfunzione del nostro governo.

L’unico aspetto positivo: la gravità della crisi ha creato un senso di necessità di una qualche azione da parte del governo per evitare una seconda recessione. E quindi la possibilità di un nuovo piano di stimolo. I Repubblicani, nel breve termine, hanno vinto la battaglia del debito ma ne escono con qualche contusione: il 72 percento degli americani disapprova il loro approccio, mentre “solo” 47 percento disapprova come si è mosso Obama. Quindi, la brutta reazione dei mercati ha rimesso Obama in gioco.

Fa davvero ridere, invece, la risposta di Berlusconi al crollo della borsa a Milano. Spinge il pubblico a comprare azioni Mediaset – come se fosse un venditore di titoli e non il primo ministro di tutto il paese – e dice, senza ridere mentre crolla la borsa – a tutto il mondo che: “L´affidabilità internazionale di cui gode l´Italia è data dal fatto che a capo del governo c´è un tycoon”. Ormai il distacco di Berlusconi dalla realtà – il suo chiudersi dentro il suo sogno narcisista – è completo. Il resto del mondo – sia nei paesi con governi conservatori sia quelli con governi di sinistra – guarda Berlusconi con un misto di orrore, stupefazione e voglia di ridere. Crolla tutto intorno a lui, e lui ripete sempre di essere il salvatore della patria.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: noel - 07 Agosto, 2011, 17:46:13 pm
fullofluttamma come sta? rassicuratemi,non vorrei avesse fatto qualche gesto inconsulto.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Artem Dzyuba - 08 Agosto, 2011, 15:25:20 pm
fullofluttamma come sta? rassicuratemi,non vorrei avesse fatto qualche gesto inconsulto.
:rofl: :rofl: :rofl: :rofl:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 08 Agosto, 2011, 21:36:58 pm
comunque sta fine di mondo mi fa cacare sotto molto più del vice cavani   :imp:


Ma che cazz e articoli vai citando Diè

l'hai letto il secondo che ho postato? seriamente che ne pensi? a me sembra molto convincente, chi scrive sono veri massoni e qualunque sia l'opinione che se ne può avere, non si può dire che siano gente sprovveduta.
 se ti interessa gli articoli citati nell'articolo sono linkati qui http://www.grandeoriente-democratico.com/Alcune_risposte_serie_per_la_crisi_dell_euro_zona.html (http://www.grandeoriente-democratico.com/Alcune_risposte_serie_per_la_crisi_dell_euro_zona.html)
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 09 Agosto, 2011, 21:42:31 pm
enzo, ne è uscito un altro

La Grande Truffa ai danni dei cittadini italiani (e di quelli europei e statunitensi): una crisi economica artificiosa che serve a rendere i molti schiavi dei pochissimi e a completare una becera “privatizzazione del Mondo”, con la connivenza di destre e sinistre europee e statunitensi, parimenti manipolate, infiltrate e corrotte dai dogmi del pensiero unico sedicente neoliberista. Serve una “Consapevolezza  democratica e liberal-socialista” che distingua con chiarezza (in Italia come altrove) che vuol dire “Sinistra” e che vuol dire “Destra” nel XXI° secolo, smascherando le politiche economiche sedicenti neoliberiste, responsabili di alcune catastrofi economico-sociali  negli anni ’90 e della crisi in corso dal 2008-2009 ad oggi. Noi (D.R.P.) siamo filo-statunintensi (ma per l’America di F.D. Roosevelt, non per quella di Ronald Reagan ed epigoni), siamo europeisti (per un’ Europa Unita politicamente ed economicamente, non per questo aborto di UE), siamo a favore del capitalismo e della libera economia di mercato, in pacifica dialettica complementare con gli interventi statali, ma i neoliberisti  puntano all’ espropriazione elitaria ed oligarchica (illiberale e anti-democratica) di  materie prime, risorse e ricchezze a danno di popoli e individui, di famiglie e comunità. L’unica vera risposta alla crisi è un NEW DEAL rooseveltiano (in Europa e USA), l’EURO moneta sovrana dell’Unione Europea e la creazione degli EUROBOND. Altro che la pietosa conferenza stampa di Berlusconi, Tremonti e Letta del 5 agosto 2011, eterodiretta dalla BCE, e altro che i loro proponimenti con cui tartasseranno gli italiani senza dare sviluppo, crescita e lotta alla disoccupazione, con la complicità di alcuni (non tutti) esponenti del centro-sinistra nostrano, appecoronato ai dogmi della destra massonica internazionale che opprime Europa e Stati Uniti. Obama: svegliati e reagisci!!! (Comincia con mettere Paul Krugman al Dipartimento del Tesoro e Joseph Stiglitz alla Banca Mondiale). Oppure avanti un altro, meno succube delle Agenzie di Rating, della parte peggiore di Wall Street (esiste anche una finanza illuminata e lungimirante), dei repubblicani oltranzisti e dei dogmi del Washington Consensus, applicati da trent’anni dal Fondo Monetario Internazionale e dal WTO ai Paesi del Terzo Mondo e poi alla crisi russa, est-asiatica e argentina (con risultati DISASTROSI per la maggioranza della popolazione) e che ora BCE e FMI vorrebbero imporre all’Italia e a chissà chi altro, dopo averla imposta a Irlanda, Portogallo e Grecia. Negli USA: Timothy Geithner cambi politica (faccia il vero liberal e dimentichi gli insegnamenti del suo mentore, quel tragico incapace di Larry Summers, fra i responsabili dell’irresponsabile deregulation che ha causato la crisi dal 2008-2009 ad oggi) oppure go home! In Italia: Mario Monti? Un altro corresponsabile dell’applicazione delle ricette monetariste-deflazionistiche, delle privatizzazioni/liberalizzazioni a vantaggio di amici di amici, delle drastiche misure di riduzione di debito e deficit che aumenteranno a dismisura la disoccupazione, diminuiranno i consumi e aumenteranno la DEPRESSIONE. Il debito pubblico e il deficit si riducono con lo sviluppo, l’aumento del PIL e della base imponibile. In Europa, anche con l’emissione di EUROBOND, utili per finanziare la ricrescita, per eliminare la speculazione sulle obbligazioni nazionali (che sarebbero sostituite da buoni del tesoro europei unificati) e per pagare meno interessi sul debito pubblico complessivo di tutti i paesi europei. Mario Monti o si faccia perdonare attraverso un impegno serio nel Gruppo Spinelli e l’abbandono di prospettive neo-liberiste, oppure si taccia e abbandoni la scena pubblica, insieme ai suoi compari tecnocrati  rapaci e/o inetti che non sanno come far funzionare la UE. E smetta di fare il maramaldo con quel governo Berlusconi con cui flirtava fino a qualche tempo fa. ITALIANI, RIBELLATEVI! Oppure preparatevi alla peggiore crisi economica dalla Seconda Guerra Mondiale in poi: con i predoni della finanza e dell’industria (che tengono a libro paga burocrati e politicanti europei) pronti ad acquisire beni e servizi dello Stato a quattro soldi e la classe media e medio-bassa che finirà nella miseria e nella disperazione.  Parola d’ordine per Il Nuovo Centro-Sinistra italiano ed europeo (se ci sarà mai): EUROBOND e ancora EUROBOND, EURO moneta sovrana, UE più unita e forte, NEW DEAL rooseveltiano, il resto è FUFFA. Consiglio finale agli strateghi multinazionali ed euro-atlantici di questa macelleria sociale: attenzione, a tirare troppo la corda si finisce come Carlo I Stuart e Luigi XVI di Borbone…

questo è solo il titolo  :look: l'articolo è qui è non è molto più lungo  :look: :look: http://www.democraziaradicalpopolare.it/La_Grande_Truffa_ai_danni_dei_cittadini_italiani_e_di_quelli_europei_e_statunitensi.html (http://www.democraziaradicalpopolare.it/La_Grande_Truffa_ai_danni_dei_cittadini_italiani_e_di_quelli_europei_e_statunitensi.html)
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 06 Settembre, 2011, 12:47:41 pm
Alla guida di 189 economisti tedeschi (su 200) il prof. Wilhelm Noelling è andato all'attacco della Banca Centrale European e delle banche private che stanno strozzando l'economia del Vecchio Continente

“Ma insomma c’è la crisi oppure c’ la recessione? C’è la recessione o c’è la depressione? Quando finirà? Ne arriverà poi un’altra a breve termine? E se sì, quando arriverà? Era possibile evitarla?” ma soprattutto “Come mai nessuno l’ha vista arrivare? E quali medicine stanno preparando? Chi decide? Eurobond sì o Eurobond no? In Germania che cosa sta accadendo? Che cosa, in verità, dicono e fanno i tedeschi?”.
Queste, in sintesi, sono le domande che vanno per la maggiore tra gli italiani in questo 29 agosto 2011, quantomeno tra le persone sensate e in buona fede che vogliono –quantomeno- comprendere quale sia il teatro degli eventi, quali siano le posizioni e chi sostiene una parte o l’altra.  Per capire e quindi sapere come regolarsi in merito.
Prima di passare a fare il punto della situazione, è il caso di parlare di un piccolo giallo (vera e propria leggenda metropolitana tra gli economisti europei) che si è risolto trasformando la leggenda metropolitana in un fatto storico davvero interessante. Oggi, diventa di una squisita attualità, e davvero addolora la constatazione del fatto che nessuno in Italia ne abbia ancora fatto menzione. In un Europa normale e non totalmente asservita al circuito privato delle banche ci sarebbe stato cibo sufficiente per alimentare forum, discussioni e dibattiti per l’intero mese di agosto. E invece nulla. CENSURA COMPLETA: Ma il giallo è risolto. Sono stati anche trovati gli assassini (la vittima sarebbe l’euro economy) tra cui tre italiani. La “leggenda metropolitana” viene dunque confermata. Anzi. Qualcosa di più di una conferma. Tant’è vero che dalle ore 15 del 5 luglio 2011 (termine di scadenza il 5 settembre) il più alto organo giuridico della Repubblica di Germania, l’Alta Corte Costituzionale, è riunita in seduta permanente per dirimere una spinosa controversia giuridica portata avanti da quella che le destre tecnocrati anti-democratiche europee amano definire “la banda dei cinque”.
Ma chi sarebbero i membri della banda dei cinque? Ecco i nomi, tanto per fare presto:
Wilhelm Hankel, Wilhelm Noelling, Karl Albrecht Schachtschneider, Joachim Starbatty e Dieter Spethmann. Questi cinque “banditi” (così chiamati dai tecnocrati) sono cinque emeriti professori di economia applicata. Il capo della banda è Wilhelm Noelling, già consulente del Ministro delle Finanze tedesco nel 1996, il quale, verso la fine del 1998 presenta un approfondito studio economico –circa 500 pagine-  rigoroso quanto può essere il prodotto intellettuale di uno scienziato tedesco, spiegando le ragioni per cui il varo dell’euro si risolverà “in una inevitabile catastrofe finanziaria per le nazioni economicamente più fragili, non più tardi di dieci anni dall’inizio dell’emissione della nuova moneta, in testa Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna con immediato contagio dell’Italia e di lì a breve della Francia. Intorno al 2015, l’intero continente europeo sarà un pallido ricordo”. Lo studio –essendo l’autore solida persona rispettabilissima- viene letto, analizzato e dibattuto in Germania, ma prima di inviarlo a tutte le altre cancellerie europee per condividere con loro l’opinione della “banda dei cinque” viene chiesto al relatore una pragmatica aggiunta in grado di rispondere ad una domanda la cui risposta non è facile:
“Considerando tali rischi, secondo lei, visto che sostiene di aver compreso il meccanismo di funzionamento dei mercati finanziari planetari, quale sarebbe l’alternativa?”.
E Willhelm Noelling risponde.
Pensa, ne parla con gli altri quattro banditi, e alla fine presentano la risposta, che è la seguente:
“Esistono soltanto due possibilità reali:
Punto A). Varo, insieme alla moneta unica, di eurobond unificanti; il che, tradotto, in termini monetari, vuol dire che il tesoro tedesco inevitabilmente finirà per doversi fare carico di eventuali cadute della gestione delle risorse finanziarie e produttive interne di nazioni strutturalmente fragili come l’Irlanda e la Grecia, se le cose si dovessero mettere male per queste nazioni. Tanto per fare un esempio; però, nel caso si dovesse scegliere questo punto, ci sarebbero enormi aspetti positivi: il vantaggio consisterebbe in una apertura del mercato europeo che diventa “automaticamente” interno per tutti, il che non può che avvantaggiare la più flessibile e dinamica economia europea, per l’appunto quella tedesca, che si troverebbe nella invidiabile situazione di esportare all’estero (cioè Italia, Francia e Spagna pari a circa 190 milioni di consumatori quotidiani con reddito) considerandolo economicamente come consumo interno, perché garantito dai bond europei, in tal modo rialzando complessivamente tutti gli indici economici strutturali che situerebbe l’Europa come un’unica macchina economica che finalmente diventa locomotiva. A quel punto, se in fondo al treno ci sono vagoni lenti, non sarà problema alcuno trascinarseli appresso, perché l’eurobond funzionerà proprio come un Marklin (celeberrimi trenini elettrici da modellismo, ndr.) correndo sul binario tutti attaccati. Comporterà inizialmente un peso finanziario per Germania e Francia e Italia, ciascuna di queste nazioni in quota parte, ma alla lunga si avvantaggeranno tutti.
Punto B). L’eurobond è una utopia e non è finanziariamente sostenibile per motivi strutturali oggettivi, di cui il più elementare e ovvio è relativo a un fattore “di mentalità culturale” che non può essere sottovalutato: in Germania l’88% dei cittadini paga al millesimo le tasse, in Grecia lo fa soltanto il 39%. Quindi, la Germania non può farsi carico di un problema di arretramento giuridico-mentale di un popolo altro, come fare a spiegare ai tedeschi “voi dovete pagare le tasse perché così sosteniamo i greci consentendo loro di non pagarle ed evaderle?”. Sarebbe un’incongruenza, un obbrobrio giuridico e una ingiustizia sociale. Da cui il varo di due eurobond. DUE. Classificati economicamente in due sezioni:
Sezione A. SPE EUROBOND (l’acronimo sta per Strategic Political Eurobond) cui partecipano unificate le banche centrali tedesche, francesi, olandesi, finlandesi, le quattro economie più virtuose laddove è giusto accorpare economie piccole con quelle grosse per chiarire ai mercati che la selezione non  riguarda né la vastità del territorio, né la potenza della produttività, né la propria politica nazionale, bensì: la struttura virtuosa finanziaria nazionale dei singoli stati.
Sezione B. SPEA EUROBOND (l’acronimo sta per Strategic Political European Approach Eurobond) cui aderiscono, tutti insieme, gli altri stati, dall’Italia all’Irlanda, dalla Grecia alla Spagna, i quali hanno la possibilità di chiedere ogni 18 mesi di finire in serie A (proprio come nella Bundesliga di calcio) dopo previo controllo della BCE che emette i bond di serie A e controlla che in quelle nazioni siano diminuite le spese degli enti statali, le spese delle amministrazioni locali, che sia aumentata visibilmente e “tangibilmente” il gettito di tributi pagato da chi prima evadeva le tasse, e che quelle nazioni abbiano parametri economici, giuridici, sociali in linea con i requisiti europei. Chi è virtuoso viene premiato, chi è vizioso viene penalizzato. Invece di punirli (o assisterli alimentando il vizio) si concede loro la prospettiva eccitante di diventare virtuosi, prendendo atto della realtà autentica della mentalità produttivo-economica dei singoli stati. Sostengo caldamente e fortemente l’applicazione del Punto B: sarà la salvezza dell’Europa”.
Fine del rapporto.
“Quest’uomo è un pazzo pericoloso”.
La frase, del 1998, è –da lì ha origine il giallo- ascritta a Romano Prodi, allora presidente del consiglio e personaggio molto ascoltato in Europa. Al quale si aggiunsero anche Mario Draghi e Giulio Tremonti, che trovarono immediatamente orecchie compiacenti a Parigi, Atene, Madrid, Dublino, Lisboa. Sembra ci siano state addirittura delle zuffe, con diplomatici mediterranei offesi perché sostenevano che tale idea fosse una variante di un modello razzista che spingeva a deprimere le nazioni economicamente più deboli.
Non se ne fece niente.
Il Prof. Wilhelm Noelling venne invitato a scomparire dalla circolazione insieme agli altri quattro.
Vennero cancellati.
Ma I tedeschi, è cosa nota, sono tenaci, buoni combattenti, e quando ritengono di avere ragione davvero estremamente cocciuti.
Il 10 maggio 2011, la banda dei cinque “prevedendo la vigilia di una potenziale catastrofe finanziaria nei paesi aderenti all’euro che si verificherà non oltre il 15 agosto” presenta una formale denuncia agli organi giuridici competenti contro la presidenza del consiglio europeo, contro la Banca di Germania, contro la banca centrale europea e contro l’idea del varo di un fondo di sostentamento per l’emergenza. La denuncia, formalmente impeccabile –neanche a dirlo- viene accolta dalla Alta Corte Costituzionale della Germania in data 5 luglio. Siamo in attesa di apposita risposta.
Questo giallo (la presupposta pazzia pericolosa della banda dei cinque) è considerata da tutti gli analisti finanziari più attendibili la VERA RAGIONE della flessione drammatica della borsa di Francoforte negli ultimi quaranta giorni, da molti (coloro che non volevano dar credito a tale denuncia) considerata inspiegabile e irrazionale.
La banda dei cinque ha presentato un’inchiesta impeccabile realizzata tra i primi 200 economisti tedeschi con le firme notarili di 189 economisti (pari al 92%) contrari al salvataggio di Grecia, Portogallo, Irlanda; favorevoli all’immediata emissione di eurobond, sostenendo che la scelta della banca centrale europea “aveva violato l’inderogabile principio giuridico della magistratura tedesca che sta imponendo con un atto illegittimo e anti-costituzionale ai cittadini tedeschi contribuenti fiscali la sottrazione di una parte del gettito per andare a coprire un debito le cui garanzie di insolvenza si trovano nelle mani di istituti finanziari di credito privati: come a dire che i cittadini tedeschi non sono informati che le loro tasse servono a pagare i debiti di banche private”. Agli atti (davvero divertente) la risposta dell’audit governativo “se le cose stanno come voi sostenete, dove sono i cittadini che protestano contro le misure di salvataggio nelle strade di Brema o Berlino? Dove sono? Mi mostri questi cittadini, li voglio vedere. Non avete neppure una pagina su facebook”.
Ma i giudici tedeschi hanno convocato nel mese di giugno 456 membri del governo, della banca centrale europea e della unione europea (di nazionalità tedesca) e 34 amministratori delegati di istituti bancari privati. In data 2 luglio 2011, il presidente della Corte, Andreas Vosskuhle, ha dichiarato a Der Spiegel “ho trovato troppo ottimismo artificiale nelle parole del cancelliere Angela Merkel e nelle parole dell’esimio presidente Jean Claude Trichet , nel maggio del 2010 le stese persone –fisicamente le stesse con le stesse identiche mansioni- mi avevano dato ampie garanzie sulla risoluzione finanziaria dei problemi interni di Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda e Italia. Non si è verificata nessuna delle ipotesi a me presentate come dati certi. Perché, oggi dovrei credere a loro? Sono molto scettico sia sul nostro cancelliere che sulla operatività della Banca Centrale Europea”.
E così, in data 5 luglio, la Corte tedesca accoglie la denuncia e avvia un procedimento d’inchiesta chiedendo 60 giorni di tempo, “anche per vedere nel frattempo l’andamento dell’economia finanziaria in Europa”. (a fine maggio, sia la Merkel che Sarkozy che la BCE dichiaravano che “la crisi è risolta, abbiamo salvato la Grecia, l’Europa è forte e unita”).
Il Prof. Schachtschneider (membro della banda dei cinque) ha dichiarato in data 12 luglio “Si tratta di un golpe contro l’istituzionalità europea condotto da banche private con l’appoggio dei governi di Francia e Germania. Hanno inventato “una emergenza” al di sopra della legge, della costituzione e delle leggi europee”.
A questo si è aggiunto il 18 luglio il prof. Murswieck “nessun tribunale può accettare in Europa il concetto di emergenza “inventato” dai signori Sarkozy e Merkel per salvaguardare interessi di banche private, ponendo quindi, in Germania, la grave questione di attentato contro la lealtà degli organi costituzionali. Non esiste nessuna emergenza; c’è una recessione economica europea determinata dalla finanza privata che intende espropriare la ricchezza dei cittadini, dei popoli, delle nazioni”.
In data 4 agosto, Noelling ha dichiarato “E’ necessario fermare la politica UE IMMEDIATAMENTE per proteggere i cittadini europei dalla rovina e dalla definitiva espoliazione dei ceti medi produttivi da parte di banche private. La Corte Costituzionale tedesca è l’ultima istituzione in cui la popolazione tedesca ha fiducia. Chiediamo formalmente ai giudici di essere consapevoli della propria responsabilità verso la costituzione democratica dello stato tedesco, verso lo stato, verso tutti i cittadini europei, prima di tutto quelli tedeschi”.
La sentenza è attesa entro il 6 settembre 2011.

Ecco ciò che sta accadendo in Germania.
Ecco ciò di cui si dibatte in Germania tutti i giorni.
Pensavo fosse interessante per i lettori italiani essere informati su questa vicenda.
Dopotutto si tratta di soldi nostri.
Dal Reno, al Tevere al Guadalquivir. La moneta è la stessa.
E questo ci consente di comprendere meglio ciò che sta accadendo. Capire, quindi, che le chiacchiere bolse da autentici scimuniti offerte dall’attuale classe dirigente politica italiana –maggioranza e opposizione in questo caso appaiati- non chiariscono un bel nulla.
Che passi la manovra del governo. Che vengano accettati due, tre, 157 emendamenti è del tutto irrilevante.
Tanto –è bene che la gente lo sappia- entro metà novembre bisognerà varare un’altra manovra e poi un’altra ad aprile del 2012.
Basterebbe un dato sull’Italia per capire l’attuale situazione: soltanto il 17% della popolazione attiva lavorativamente dichiara di guadagnare più di 75.000 euro all’anno. Il che –se fosse vero- ci situerebbe ai livelli del Gabon e del Paraguay.
In Germania vogliono fermamente e fortemente (gli economisti) uno scossone -e su questo hanno ragione al 100%- per rompere questo meccanismo perverso: nazioni ladre come Grecia, Portogallo e Italia, che vogliono avere continui sussidi e aiuti da nazioni dove tutti pagano le tasse. Questi aiuti sono varati nel nome della solidarietà, ma è un falso. Questi aiuti vengono dati da banche private che elargiscono prestiti ai governi centrali che garantiscono con bond nazionali. Ecco perché seguitano a emetterli facendo aste. Risultato: le nazioni viziate, come l’Italia, seguitano a godere di regali immeritati e l’evasione fiscale prosegue promossa dalla banca centrale europea. Le banche private sono contente perché in tal modo aumenta il loro credito e, poco a poco, finiscono per acquistare i governi centrali avendo in mano le lettere di credito. Una volta che avranno in mano, definitivamente, tutti i governi, potranno con enorme tranquillità far varare le leggi che vorranno, decidere quali governi eleggere, facendo finta con gli elettori delle singole nazioni che esiste una competizione. A seconda del vento, le banche sceglieranno di sostenere Berlusconi o Bersani, Di Pietro o Tremonti, ecc.,ecc. Per noi cittadini, sarà uguale.
Varare degli eurobond, immediatamente, addirittura eurobond di serie A e di serie B, oppure forti eurobond centrali con lento e soffice default delle nazioni che non sono in grado di sostenerne il peso, vuol dire sottrarre alle banche private un immediato guadagno e una potenzialità di profitto gigantesca.
Non a caso, contrari all’emissione di eurobond, sono soltanto Sarkozy, Merkel, la destra statunitense, e su 145 presidenti di banche private europee, il 100% del loro management.
Non potete certo aspettarvi che vengano a raccontarvi questa storia i media italiani la cui proprietà è sostenuta da Mediobanca, Unicredit, Mps, Telecom, Intesa San Paolo, Mediolanum, Mediaset, ecc.,ecc.  Secondo 189 autorevoli economisti tedeschi sarebbero proprio loro gli unici ad avvantaggiarsi dell’attuale crisi economica.
Non a caso l’hanno provocata.
Chi sa leggere il tedesco può andare a spulciare in rete e trovare tutte le tesi, le teorie e le idee del Prof. Wilhelm Noelling, un moderato illuminato, alla guida di una nutrita pattuglia di libere menti pensanti al di là delle Alpi.
Dotati tutti di impeccabile competenza tecnica.
L’hanno definito un pazzo pericoloso.
Ma la Alta Corte Costituzionale della Germania non è una struttura incline ad accogliere le proteste degli psicolabili.
Staremo a vedere.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 06 Settembre, 2011, 12:51:16 pm
Si chiama Christina Romer, è una economista importante. E' la punta di diamante della pattuglia di post keynesiani che sta al fronte per fermare i tecnocrati e i bancari del neo-liberismo selvaggio e criminale.


E il punto è molto semplice: siamo in guerra.
Esattamente come era in Spagna nel 1936 e lo slogan no pasaràn (non ce le faranno) era allo stesso tempo un monito per tutta l’Europa che tradotto suonava pressappoco così: “se il generale Franco vince in Spagna, l’Europa finirà in vacca e in una mostruosa guerra che la distruggerà” (evento puntualmente verificatosi di lì a quattro anni).
Esattamente com’era nel 1789 in Francia dove lo slogan libertè egalitè fraternità equivaleva a dire “se l’aristocrazia riprende e impone la propria logica di privilegi di casta contro l’idea di democrazia popolare, l’Europa si fermerà, si spegnerà e non progredirà”.
Oggi, 24 agosto 2011, non c’è nessuna possibilità matematica di sapere se siamo alla vigilia di una gigantesca rivoluzione planetaria, progressista e progressiva, come fu senz’alcun dubbio quella francese, oppure siamo alla vigilia di una immane catastrofe che produrrà soltanto fame, distruzione, e una estensione di povertà in Occidente quale non si verificava da almeno 500 anni. Lo sapremo soltanto dopo.
Nel frattempo, però, è bene schierarsi con convinzione e fare la propria puntata.
E’ ciò che stanno facendo, con dichiarata e aperta consapevolezza, diversi (per nostra fortuna sempre di più) economisti statunitensi, francesi, sudamericani, di grande livello, dotati di enorme competenza tecnica, di svariati successi alle spalle, ma soprattutto consapevoli che si è in guerra.
Questa signora la cui immagine vedete in bacheca e che potrebbe far pensare a una simpatica massaia delle pianure dell’Arkansas, Christina Romer, nata il 25 dicembre del 1957, è una eccellente economista, con tre  successi eccezionali (e un tragico fallimento) alle spalle, la quale, durante un talk show televisivo americano sul network ABC, circa una settimana fa, sapendo di avere una platea di telespettatori di circa 50 milioni di persone (ha battuto infatti ogni record di odiens televisivo) ha dichiarato “Siamo in guerra. E’ una guerra aperta, dichiarata, frontale. E’ la guerra dei neo-liberisti selvaggi planetari, sostenuti dalla destra più retriva in rappresentanza del capitale bancario privato che sta affondando i loro micidiali colpi nel tentativo di espoliare definitivamente la classe media, vera spina dorsale dell’economia statunitense, e baluardo storico nella produzione di ricchezza collettiva, per costruire un medioevo dittatoriale che ci fa dire con tranquillità che il comunismo sovietico di Breznev era, in paragone, un simpatico esperimento sociale divertente. Lo scenario della battaglia in corso era, per lo più, l’Europa: adesso si è esteso anche qui da noi. O la gente lo capisce e si rimbocca le maniche, o non lo capisce. Se non lo capisce vuol dire che è in malafede oppure è masochista. Oppure nessuno li informa. E’ il vantaggio –magari ancora per poco- di una grande democrazia liberale come quella che abbiamo fondato e difeso e salvaguardato in Usa nei secoli: c’è ancora spazio per dire, spiegare, informare. E’ ciò che noi economisti stiamo tentando di fare, disperatamente, prima che la guerra si concluda con una sconfitta planetaria delle persone per bene che lavorano”.
In seguito a questa presentazione così chiara e precisa, l’indice di ascolto è schizzato verso l’alto e si è aperto un furioso dibattito, com’era prevedibile è stata immediatamente attaccata dai neo-liberisti del tea party che l’hanno accusata di parlare come una comunista assoldata (non si sa da chi). Essendo Christina Romer, ordinario di Economia Politica e Pianificazione Economica delle Nazioni all’Università di Berkeley, essendo stata, inoltre, consulente personale del presidente Obama dal 2007 al 2009 gestendo e risolvendo la crisi economica di allora, (nonché autrice di un programma politico, datato gennaio 2009, dove si prevedeva al millesimo l’attuale crisi finanziaria e del lavoro, in cui presentava analisi e medicine) ha immediatamente avuto anche il supporto di un numero molto alto di sofisticate menti pensanti, di quelle che contano, perché si tratta di famosi multi-miliardari mega ricchi statunitensi, vissuti e cresciuti nell’anti-comunismo militante..
“Oggi” ha risposto la Romer “sostenere, come io faccio, di essere l’orgogliosa interprete e modesta, modestissima, erede del pensiero di Keynes, rivisitato e applicato alle necessità del capitalismo globale, viene identificato dai pirati criminali al comando delle grandi banche private, veri e propri bastardi, che sono accecati dall’avidità di casta e dall’accidia faziosa anti-democratica, come una dichiarazione di appartenenza a una guerriglia  comunista. E’ esattamente l’opposto: sto cercando di dare un contributo al salvataggio del capitalismo, e ritengo di avere il diritto/dovere di spiegare agli americani con molta chiarezza come stanno le cose, denunciando le falsificazioni operate dai media costantemente, perché siamo in guerra e guerra sia. Questa non è una crisi economica. I termini recessione, contrazione, addirittura “depressione economica” la cui sola evocazione ci riempie di sgomento, non sono utili né bastevoli per spiegare come stanno le cose. Se si afferma e vince il disegno del gruppo di tecnocrati sorretti politicamente dall’estrema destra planetaria in funzione anti-democratica non ci sarà più sviluppo. In realtà, la destra ha volutamente radicalizzato lo scontro perché intende prendere il potere politico a livello planetario. Siamo in una guerra tra capitale e lavoro. Il che è una follia. Perderanno entrambi. Il capitalismo funziona solo e soltanto quando produce lavoro e quindi ricchezza collettiva e consumo di massa e investimenti strategici”.
L’intervista, che in teoria doveva essere un normale e sonnolento dibattito sulla crisi economica attuale, si è trasformata ben presto –in seguito al tam tam di centinaia di migliaia di bloggers- in un gigantesco forum al quale hanno partecipato decine di milioni di persone, con la novità del fatto che vengono usate categorie inedite e valenti economisti –sorretti da pluridecorati capitalisti multi-miliardari- sono scesi in campo ad appoggiare le ipotesi di questo gruppo di economisti democratici (ma da noi non esistono?) che sostengono ESATTAMENTE LA TESI OPPOSTA portata avanti dalla BCE, dall’intera truppa mediatica italiana e dai governi di Francia, Germania e GB, le uniche tre nazioni che contano nel vecchio continente.
“Spingere le nazioni europee a immettere il concetto di pareggio di bilancio all’interno del propria costituzione come vogliono fare –così almeno sembra- in Spagna, Italia e Irlanda è un vero golpe e i cittadini devono essere informati. E’ un loro diritto. Così come è bene spiegare che la contrazione del debito pubblico provocherà stagnazione, mentre l’estensione del debito sovrano per stimolare l’economia farebbe di nuovo circolare moneta che dovrebbe servire a produrre le due uniche realtà di cui l’economia reale ha bisogno oggi: lavoro e merci.-Le banche private tengono in pugno i governi ricattandoli perché hanno come obiettivo quello di de-industrrializzare il pianeta spostando gli indici economici dai settori manifatturieri a quelli finanziari, il che vuol dire sostituire le merci con la carta straccia, il che vuol dire sostituire il lavoro con la rendita: una castatrofe per l’economia. Ma lo è anche per la psicologia. In tal modo si spingono individui e popoli a diffondere l’idea che la ricchezza non la si costruisce attraverso l’uso, l’applicazione e l’esercizio del lavoro, bensi’ attraverso l’uso furbo e abile di quotidiane transazioni finanziarie legate a oscillazioni. E’ un abbassamento anche di prospettiva intellettuale. Si spingono individui e nazioni a rinunciare alle strategie di mercato per cercare, invece, come vere e proprie cavallette i campi dove lanciarsi per capitalizzare subito finanza immediata da re-investire subito in qualche altra piazza finanziaria mondiale. Per non parlare del fatto che, quando passano le cavallette dei finanzieri neo-liberisti selvaggi, molto spesso –per non dire quasi sempre- lasciano intere nazioni a secco”.
I due grandi successi e veri e propri fiori all’occhiello di Christina Romer sono quelli ottenuti nel 2004 e nel 2007. Parlano le cifre. Nel 2004, infatti,  venne chiamata –come consulente- da una sindacalista argentina, allora all’opposizione, Christina Kirchner (attualmente presidente) per affrontare il problema economico dell’Argentina, crollata sotto il peso dell’attacco dei pirati finanziari e con un debito internazionale impossibile da pagare. La Romer studiò la situazione e fornì le proprie medicine. Le cedettero. Le applicarono. I Kirchner vinsero le elezioni e andarono al potere, applicando una mistura –tinta di colore sudamericano per essere adeguata al territorio locale- di socialismo marxiano nella dimensione politica e di post-keynesismo nella dimensione economica. I punti erano quattro: 1). Rinegoziazione del proprio debito (era il 2004) con il FMI, valutato allora in una cifra di circa 27 miliardi di euro, dalla quale vennero depennati tutti gli interessi composti delle banche creditrici che –negli ultimi dieci anni- avevano investito nel mercato finanziario argentino “inventando” una bolla speculativa fatta di carta straccia, tra cui l’Italia in prima fila. La restituzione di tale debito, ridotto a 14 miliardi di euro, sarebbe avvenuto in cinque anni. A ogni scadenza rispettata, sarebbe stato consentito un aumento del debito pubblico a condizione che la cifra fosse stata investita in infrastrutture interne, opere pubbliche, grandi opere, il cui fine dichiarato fosse quello di produrre lavoro e occupazione. 2). Sgravi fiscali per chiunque assumesse più di dieci lavoratori disoccupati. Le nuove aliquote incassate dallo stato dovevano finire nel 50% conto cassa per pagare il debito, il restante 25% per pagare i servizi pubblici e il 25% in un investimento finanziario in bpt di nazioni come Usa, Giappone e Europa –garantiti dalla Banca Mondale- il cui reddito sarebbe finito come fondo riserva nazionale. 3). Tassa sui grandi patrimoni finanziari e tassa sulle rendite finanziare con l’optional di scelta: chi non voleva produrre merci e/o lavoro pagava un’aliquota superiore dell’80%. Chi, invece, “inventava” imprese che producevano “merci reali” (di qualunque genere, compresi i servizi e il terziario, purchè venissero esclusi tutti gli strumenti cartacei di matrice finanziaria): 4). Abolizione della moneta “austral” (legata al dollaro) –manovra imposta dal ministro del tesoro di Bush- e ritorno all’originario “peso” al cambio di 2 a 1; tragico all’inizio perché comportava la presa d’atto del decurtamento al 50% del potere d’acquisto della moneta, ma che avrebbe funzionato a lungo termine.
Risultato: in cinque anni l’Argentina è passata da una disoccupazione del 56% al 12%.
Il debito con la Banca Mondiale da 27 miliardi di euro a zero.
Per sei anni di seguito il pil annuo è aumentato al ritmo del 12% e negli ultimi due anni è sceso al 9.
Il debito pubblico è aumentato del 63% ma la ricchezza interna produttiva è aumentata del 72%.
Risultato suppletivo: nel 2008 non c’è stato nessun impatto per la crisi finanziaria. Non avevano neppure un dollaro investiti in derivati, hedge funds e altri strumenti finanziari. Avevano investito i soldi dello stato nella produzione di merci.
Secondo risultato della Romer nel 2007 quando era consulente strategico della campagna elettorale di Obama. In Ecuador, nazione allo stremo, con un debito di 3,2 miliardi di dollari, il 70% della popolazione alla fame, una disoccupazione all’ 88%. Si fa assumere dal neo-presidente Rafael Correa e propone l’applicazione dello stesso modulo argentino con una variante in più, data la situazione locale. La Repubblica del Ecuador è il più grande produttore naturale al mondo di banane –le celeberrime chiquitas-  solo che il 94% della produzione era nelle mani di quattro aziende, due statunitensi e due europee: la Del Monte e la United Fruit Company (Usa) la Nestlè e la Danone (europee).
Assunta come consulente del governo per la pianificazione economica, fa convocare una riunione con le quattro aziende ma all’incontro ci va lei, con delega. Carta bianca. Li ricatta: o si fanno latori presso la banca mondiale per far decurtare il debito, dopodiché si fanno garanti presso la banca mondiale depositando cash la cifra dovuta, sulla base del calcolo al millesimo dei profitti in percentuale che avranno sulle banane raccolte fino al 2015, oppure le quattro aziende vengono nazionalizzate e perdono tutto. Sei giorni di trattativa. Le aziende hanno accettato pagando con quote e hanno “accorpato” nel cartello una quinta azienda, per la prima volta nella storia dell’Ecuador, la ABN (Asociacion Bananeros Nacionales) un gruppo di 456 nuove aziende produttrici di banane che vantano un 20% delle quote di cartello, le cui azioni sono possedute al 50% dal ministero dell’economia e il 50% dai produttori locali (per lo più giovani strappati alla delinquenza e allo spaccio di cocaina e trasformati in contadini produttori).
Risultato: in quattro anni, la popolazione sulla soglia della povertà è stata ridotta dell’ 82%.
La disoccupazione è stata abbattuta dall’88% all’11%.
Hanno pagato tutti i loro debiti.
Per costruire infrastrutture inesistenti, cioè ospedali, scuole e strade, lo stato ha aumentato il proprio debito pubblico del 136%. In compenso la ricchezza del paese è decuplicata.
Ha inoltre risolto anche un problema alla California, non più in grado di assorbire emigrazione per via della crisi.
L’emigrazione da parte degli ecuadoriani in Usa dal 52% del 2006 è scesa allo 0% del 2010. Trovano lavoro, salario e casa nella loro terra.
Christina Romer ha spiegato e raccontato tutto ciò alla televisione americana.
“Risolvere il problema dell’America Latina è facile, sono economie piccole. Ma con gli Usa e l’Europa?” hanno contestato in molti.
Tre giorni dopo l’associazione “figli di Cristoforo Colombo”, un gruppo di imprenditori emigrati in California, tutti di origine italiana, l’hanno sollecitata a dire la sua sull’Italia, nel corso di un dibattito svoltosi nel campus della facoltà di economia dell’università di Berkeley.
Ecco le sue medicine. Anzi: la medicina. Ne ha proposta, in pratica, fondamentalmente una e soltanto una.
“Lo stato italiano, invece di piagnucolare abbindolando i propri cittadini sul debito pubblico, presentandolo come un cancro, lo aumenta e va controcorrente.. L’Italia ha un debito pubblico che si aggira intorno ai 1.950 miliardi di euro. Portarlo a 2.050 non comporta nessun aggravio SOLO E SOLTANTO SE consente il rilancio alla grande dell’economia in termini di sviluppo. L’Italia può permetterselo. Lo stato lancia un gigantesco piano di rilancio a favore delle istituzioni bancarie, le quali si faranno latori –essendo tutti inter-connessi- presso la bce. I soldi vengono dati a due condizioni: a) le banche disinvestono dalla finanza e danno mutui agevolati alle imprese che producono merci a firma made in Italy. b) possono avere accesso ai mutui agevolati soltanto le aziende che assumono almeno 10 disoccupati in età tra i 18 e i 35 anni. Quelle aziende si vedono decurtati gli oneri fiscali del 50% se assumono e per il solo fatto di assumere. C) le banche e le aziende che non intendono investire nella creazione di lavoro e nella produzione delle merci perché preferiscono investire nella finanza internazionale –sempre a rischio di attacco speculativo- vengono tassate del 50%. Così, si alzano le tasse e si abbassano le tasse allo stesso tempo. Tutte le banche italiane che hanno usufruito dell’aiuto dello stato nel 2008 (circa 45 miliardi di euro per salvarsi dalla crisi) poiché hanno investito quei soldi in finanza di carta e non in produzioni di merci, devono essere tassate subito nella serie “profitti legati a transizioni finanziarie”. Nel solo 2011 le banche italiane hanno perso in borsa la media del 40% del loro valore. Ma nessuno ricorda che nel 2009 hanno avuto profitti, in alcuni casi, del 150%, e nel 2010 del 60%. Che cosa facciamo? Contiamo i soldi quando le cose vanno male e non li contiamo quando vanno bene? Invece di pensare al pareggio di bilancio pensate a dare dei soldi a Sergio Marchionne, se il suo piano comporta assunzione di personale, allargamento di mercati internazionali e creazione di ricchezza collettiva per la nazione, allora vuol dire che va bene. Come mai qui tutti lo stimano, lo rispettano e lo amano e da voi tutti lo odiano?
La medicina è una e una sola: l’unica che può salvare l’economia di una nazione come l’Italia, troppo debole dinanzi al ricatto delle banche private francesi e tedesche: disinvestire dalla finanza per produrre merci: così facendo ci si sottrae alla speculazione, si crea lavoro, si produce ricchezza. Le banche vanno sotto il controllo di un mega ufficio del lavoro supra partes che controlla l’efficacia del sistema e lo fa applicare.”.
E’ l’esperienza dell’errore, tragico, compiuto nel gennaio del 2009, consulente economica del neo-presidente Obama, che la fa parlare così. “Allora, Obama, diede –dietro mio consiglio- ben 1400 miliardi di dollari in aiuto delle banche. Pensavamo che umiliati dall’esplosione della bolla finanziaria corressero ad assumere persone e creare merci. E invece si sono presi i soldi e li hanno reinvestiti in un’altra bolla finanziaria. Una vera tragedia. Per questo mi dimisi, allora. Oggi, 20 agosto 2011, lo posso dire. Siamo stati truffati. Cedemmo al ricatto delle banche private: o ci date i soldi o mandiamo a picco le borse mondiali. Abbiamo dato loro i soldi. Stanno mandando a picco le borse mondiali perché hanno reinvestito i soldi su se stessi e non nella società. Una vera tragedia. Questo è l’attuale scenario di guerra”
Questo è ciò che si dice e ciò su cui si dibatte al di là dell’Oceano Atlantico.
Anche quando si parla di noi e della nostra economia.
Mi sembrava utile ascoltare e divulgare la voce e il pensiero di una bella mente pensante, dotata di competenza tecnica specifica.
Spero lo abbiate gradito.
Auguro a tutti una bella zaffata di aria fresca.
Non dimenticate di bere sempre tanta acqua fresca.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 06 Settembre, 2011, 13:13:33 pm
fullofluttamma come sta? rassicuratemi,non vorrei avesse fatto qualche gesto inconsulto.

Sono qui, ma perché dovrei commentare ste cose???  :look:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 06 Settembre, 2011, 14:01:34 pm
Come mai in Italia non c'è nessun economista che spiega come stanno le cose?

Guardando tutti i telegiornali italiani, leggendo tutte le testate italiane, ascoltando tutti gli interventi proposti in questi giorni e settimane da Capalbio a Cortina, da Rimini a Savona, se ne ricava una notizia che definire agghiacciante è dir poco: “Nella Repubblica Italiana non esiste neppure un economista”. Per nostra fortuna (in questo caso) non è vero. Per nostra sfortuna (medesimo caso) è ciò che vogliono che voi tutti pensiate.
Ce ne sono eccome, di libere menti pensanti in giro per l’Italia, con la specifica e adeguata competenza in campo economico, sia a destra che a sinistra.. Alcuni in cattedra –meritata meritatissima- in almeno quindici città italiane, altri all’interno di fondazioni, centri studi, fondazioni scientifiche. Ma nessuno –ripeto a scanso di equivoci: NESSUNO nel senso di NONE NINGUNO- viene mai interpellato, interrogato sull’attuale situazione, chiamato a un talk show, a un dibattito.
Vi propongono, a voi che potete avere accesso alle informazioni soltanto affidandovi alla generosa professionalità dei media, l’opinione di Calderoli, di Enrico Letta, di Fausto Bertinotti, di Bondi, di Italo Bocchino, ecc.,ecc, come se una qualsivoglia delle loro argomentazioni e/o idee (nel caso ce ne siano) possa essere minimamente pertinente, valida o sostenibile, nello spiegare ai cittadini italiani – mi riferisco qui ai contribuenti fiscali nonché dotati di equipaggiamento cerebrale e avidi di notizie vere dal fronte dell’economia- che cosa sta accadendo davvero e quale futuro ci attende a brevissimo, breve e medio termine.
Il motivo è fin troppo chiaro e davvero triste. In Italia non esiste più la liberta di pensiero, da molto, troppo tempo, ormai.. Qualsivoglia intellettuale o studioso che voglia avere accesso al mercato del libero scambio delle idee (colonna portante di ogni democrazia) deve pagare il pizzo alla ‘ndrangheta piduista, a quella piddista, leghista, vaticanista, udicista, futurista, pidiellina, iddivvina, sorretta e garantita oggi dai colonnelli pluridecorati post-fascisti, post-comunisti- post-democristiani (come se l’aggiunta della parola “post” cambiasse qualcosa) ecc, ecc., e mi scuso per quelli che qui non ho nominato. Tradotto nella più volgare delle sintesi possibili. “Vuoi lavorare? Vuoi pubblicare? Vuoi la cattedra? Vuoi essere invitato a un convegno? Allora sostieni questo partito e la linea economica del segretaro e noi valorizzeremo la tua persona professionale. Altrimenti arrangiati”. Qualcuno –secondo una recente accurata indagine sarebbero arrivati al 75% della produzione intellettuale italiana- un mattino si sveglia e dice “basta, io il pizzo a Bersani non lo pago più; oppure a Berlusconi, a Casini, ecc.,ecc”. Capisce –nel senso che se ne rende conto sulla propria pelle- di non avere nessuna opportunità di esprimere il proprio punto di vista. Da cui tre scelte: depressione grave, abbandono dell’esercizio intellettuale, oppure la più seguita (per loro frotuna e nostra grave perdita): se ne vanno. Prendono il loro bel curriculum vitae, fanno due o tre telefonate, bollano il passaporto e se ne vanno  all’estero dove SPLENDIDA NOTIZIA PER I PATRIOTI ORGOGLIOSI gli economisti italiani vengono sempre accolti e accettati con euforia e rispetto: sono colti, efficienti, intelligenti. Mai visto uno parlare da Mentana, da Gad Lerner, Bruno Vespa, Florio Floris, ecc.,ecc., neppure per un minuto. E’ una categoria professionale che i media hanno deliberatamente cancellato. Giustamente (dal loro punto di vista) poiché sono pericolosissimi, ma per davvero. Ci si troverebbe dinanzi alla sorpresa di un cruioso accordo di massima trasversale tra marxisti di sinistra e keynesiani conservatori modoerati, tutti d’accordo nello spiegare agli italiani che “il problema vero non consiste nel discutere inutilmente se questa manovra sia efficace, vincente o depressiva: è semplicemente inutile, il che è ben altro dire, non serve a nulla. Tanto, tra due mesi bisognerà vararne una con un onere finanziario due volte maggiore perché, nel frattempo, il quadro macro-economico saraà peggiorato”. Frase, questa, che non può essere sottoscritta da nessuno tra quelli sponsorizzati e quelli che non hanno mercato non hanno coraggio di dirlo per non peggiorare la loro già disgraziata situazione. Siamo, infatti, come ai tempi del fascismo, direi forse peggio: siamo come ai tempi della burocrazia sovietica stalinista. Così come sotto il fascismo si identificavano le voci critiche sotto la dizione “disfattismo”, in Urss e nei paesi satelliti le voci discordi venivano identificate come “mestatori al soldo della Cia”. I più fortunati venivano eliminati dal mercato solo professionalmente. I più riottosi anche fisicamente.

Tutto ciò per consigliarvi di andare a leggere, se vi interessa, -per chi legge in inglese dato che c’è un rifiuto politico a tradurlo in italiano- i siti della organizzazione “New deal 2.0” oppure il sito di “New Economic Perspectives”, le sintesi delle riunioni dell’International Brain Trustes, le argomentazioni dell’emerito professore Randall Wray (stimatissimo in Italia in ambito accademico dove è venuto due volte: un anno alla sapienza di Roma e due anni all’università di Bologna); le fulminanti analisi di Marshall Auerback, il dibattito attuale su Pyms, nonchè le opinioni lungimiranti e molto sensate di Loretta Napoleoni, toscana vera, che un mattino si è svegliata e ha detto “il pizzo non lo pago più” se n’è andata via e vive a Londra dove svolge –stimatissima- la sua professione di economista che in Italia non potrebbe svolgere. Per chi legge il francese consiglio di andare a spulciare ciò che dice Nourielle Roubini e un interessante rivista “Carrè Rouge” originariamente tenuta da marxisti che hanno adesso accorpato anche dei post-keynesiani con i quali discutono, argomentano, elaborano insieme. C’è anche  Serge Latouche che ha un’affascinante  teoria sulla “necessità della  decrescita” e poi, per chi legge lo spagnolo Ruben Dario Almonaced oppure Jesus Avila Bejaorno. Per non parlare del terzetto radicale progressista (due nobel su tre) composto da Stiglitz, Klugman, Reich.
La lista sarebbe lunga, il che è confortante. Vuol  dire che c’è gente in giro per il mondo che pensa per noi.
Scrivono editoriali sui più importanti quotidiani dei loro paesi. Parlano in televisione, sono ospiti fissi di talk show, di liti, discussioni, confronti e dibattiti. Nel resto del mondo si chiede l’opinione agli economisti, e i giornalisti intervistano gli economisti ai quali chiedono che spieghino alla gente come stanno le cose, che cosa bisognerebbe fare, quando, come e perché e –soprattutto- quanto costerebbe e a chi.
Da noi lo si chiede –novità di questo fine agosto- con trombe e trombette a Romano Prodi. Poveretto, se ne stava tranquillo rinchiuso nell’armadio della sua sonnacchiosa senescenza ed è stato costretto a farsi riesumare per regalarci delle frasi senza senso e delle perle di banalità che sembrano scritte da Enzo Greggio per Striscia la notizia.
Se volete saperne di più e non leggete in altre lingue, allora scrivete alla Rai, a Mediaset, ai quotidiani on line e chiedete, pretendete, esigete, di conoscere e sapere l’opinione degli economisti italiani. Controllate le loro credenziali, la loro attività.
E lasciate perdere il resto. Non date loro retta.
Non hanno la benchè minima idea nè di che cosa stanno dicendo nè di che cosa stanno facendo. Non conoscono neppure la materia.
Buona domenica: bevete tanta acqua fresca
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 06 Settembre, 2011, 14:26:07 pm
La stampa planetaria e i mercati ci hanno bocciato. Proposta d'oro della Camusso: nessuno ne vuole neppure sentir parlare



Chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere. Da bar, da bordello, da stadio, come preferite.
Se si trattasse di calcio o di gossip spicciolo, la cosa potrebbe senz’altro lasciarci indifferente. Magari finisce che si riesce anche a strappare una risata.
Il fatto è che riguarda, invece, la nostra economia, i nostri salari, il futuro nostro e dei nostri figli.
Il problema drammatico (lo era già da diversi anni) consiste nel fatto che le chiacchiere sull’economia vengono sciorinate dal governo e dalla cosiddetta opposizione, purtroppo non si tratta né di Crozza né di Benigni.  Ma negli ultimi dieci giorni il teatro della comunicazione sta assumendo delle inattese novità davvero tragiche.
Siamo finiti in uno scenario paragonabile soltanto alla vita quotidiana, a metà degli anni’80, a Mosca, a Budapest, a Praga, a Sofia.
Sto parlando qui –prima di venire ai dati nudi e crudi- del totale asservimento dei media italioti che insistono nel presentare degli accattoni mentali come se fossero persone attendibili, che riferiscono la “tragedia irreparabile di Arcore” (sarebbe, a detta dell’intero pianeta, l’esito del summit tra Bossi e Berlusconi) come “la nuova correzione proposta dalla maggioranza” (il nostro rivoluzionario Mentana) “una manovra iniqua che scontenta tutti e penalizza i soliti noti” (l’agguerrita Unità) “vittoria democratica di Berlusconi” (Il Giornale) “Finalmente una spallata pragmatica” (Il Tempo) e in aggiunta un tiepido “Il pasticcio di Arcore non aiuta la ripresa” (Il sole 24 ore). A suggello aggiungiamo il titolo di Repubblica: “Equa e sostenibile dichiara Berlusconi: sono soddisfatto. Ma non dice che mancano all’appello 4 miliardi”.
Nessun cenno –neppure un cenno- da parte dei giornalisti che lavorano in televisione (parlo qui di rai news 24, tg1 tg2 tg3 mediaset 4 canale 5 skynews24) sulle reazioni dei mercati e soprattutto su come il pianeta sta reagendo in questi giorni. Esattamente come avveniva a Mosca nel 1986.
Ecco, tanto per fare un esempio, che cosa scrive il più moderato e conservatore quotidiano tedesco del centro-destra (il corrispondente teutonico de Il Tempo o Libero) Die Welt: in data 1 settembre 2011: “il governo italiano dovrebbe ritenersi davvero fortunato che la banca centrale europea stia comprando i suoi bond grazie al forte intervento della banca tedesca, una strategia senza la quale gli interessi sarebbero già saliti sopra il 6%. Peccato però che a seguito di queste buffonate di riforme promosse da Berlusconi gli interessi siano probabilmente destinati a salire e l’Italia precipiterà. E’ chiaro che queste buffonate finiranno per danneggiare l’intera Eurolandia e prima o poi sarà necessario fermare questo processo”
Il quotidiano progressista di centro-sinistra Süddeutsche Zeitung (il corrispondente tedesco di la Repubblica) titola a caratteri cubitali “In Italia la casa è in fiamme e nessuno sta portando l’estintore: gli italiani non sono neppure informati su ciò che sta accadendo nel loro paese”.
Per non parlare della stampa britannica, inglese, sudamericana, australiana, cinese. Per ciò che riguarda gli Usa, valga per tutti l’editoriale del Washington Post, il più autorevole quotidiano statunitense: “L’arresto dell’imprenditore Tarantini è solo l’ultimo degli scandali che hanno accompagnato il premier italiano. Roma avrebbe bisogno di prendersi una vacanza dalla politica”  e più sotto, come avvertimento ai mercati, agli analisti finanziari, a coloro che dovrebbero acquistare bpt italiani e investire nel nostro paese: “L’Europa potrebbe finire per pagare a caro prezzo il teatrino politico italiano”.

Basterebbe guardare le cifre del rapporto spread bpt bund tedeschi in Europa negli ultimi dodici mesi per comprendere ciò che sta avvenendo:

Nel gennaio del 2010, lo spread italiano era assestato intorno a 71.
Nell’agosto del 2010 era arrivato a 184 dato che tutte le energie del governo –e dell’opposizione- erano concentrate sullo stabilire chi avesse firmato il rogito di un certo appartamento di 60 metri quadri a Montecarlo. Sembrava, allora, un evento fondamentale per le sorti dell’economia italiana.
Il 2 settembre 2010 era assestato a 167.
E veniamo al 2011 aggiungendoci anche i dati delle altre nazioni europee più fragili.

28 gennaio 2011:
Francia: 70
Italia: 162
Spagna: 277
Portogallo: 430
Irlanda: 629
Grecia: 943
A marzo, manovre economiche in tutta Europa con dichiarazioni congiunte a maggio della BCE che dichiarava risolto il problema europeo:
Ecco i dati del 26 giugno 2011:
Francia: 84
Italia: 210
Spagna: 280
Portogallo: 660
Irlanda: 939
Grecia: 1244.
Questo dopo dichiarazioni ufficiali di enorme soddisfazione in cui ci si congratulava per aver abbassato lo spread, che stava invece aumentando a rotta di collo.
A questo punto, siamo a metà luglio, grandi interventi delle banche centrali europee, tre summit tra Sarkozy e la Merkel, entusiastiche dichiarazioni da parte di tutti “abbiamo risolto il problema siamo sulla buona strada dimostrando che l’Europa monetaria è forte”.
Ecco i dati del 26 agosto 2011:
Francia: 90
Italia:  287
Spagna: 280
Portogallo: 894
Irlanda: 1350
Grecia: 1624
Gli ultimi cinque giorni di agosto accade ciò che tutti sapete e il risultato è che lo spread tra i bpt italiani e quelli tedeschi dal pessimo 287 del 26 agosto sale a 313 del 2 settembre. Senza dimenticare che soltanto negli ultimi 40 giorni la Germania e la Francia hanno fatto acquistare alla BCE 45 miliardi di euro complessivi di bpt italiani, altrimenti l’Italia sarebbe stata già declassata e l’indice sarebbe schizzato intorno ai 500 punti.
Oggi ci dicono che tutto è a posto.
Il che trasforma la scienza dell’economia in un passatempo per idioti.
Vuol dire che le cifre non hanno alcun valore oggettivo.
Pessime notizie, quindi. Avvalorate dalla stampa che mugugna, commenta, finge di opporsi (quando si oppone) in una deriva ideologizzata che fa scoprire –l’Italia non finisce mai di sorprendere- degli eventi che lasciano davvero di stucco.
In teoria dovrei darvi adesso una splendida notizia. (in un paese normale).
Macchè.
Per dei motivi che –devo ammettere- francamente ignoro ed esulano dalla mia comprensione razionale della situazione attuale, il testo che adesso io vi propongo non viene reso pubblico in questi giorni.
Mi riferisco a un progetto, vera e propria proposta pragmatica, efficace, immediata ed efficiente, realizzata dall’ufficio studi della CGIL che in data 26 marzo 2011, Susanna Camusso aveva fatto stilare come bandiera della fiera opposizione dei lavoratori tartassati.
Questo studio è sparito. Non nel senso che lo abbiano insabbiato. No no. Peggio. Molto peggio. Lì sta, a disposizione di tutti. Il fatto è che NESSUNO gli ha dato credito, non è stato dibattuto, non è stato confrontato, non se n’è parlato, non è stato sottoposto all’attenzione dei miei connazionali in nessuno dei consueti talk show televisivi primaverili dove, a gara, Bruno Vespa, Gad Lerner, Michele Santoro, Florio Floris, e tutti gli altri al seguito, hanno invitato per mesi degli autentici cialtroni incompetenti che parlavano delle lunghezza delle cosce di Ruby e se fosse giusto o meno andare a letto con giovanette disponibili.  L’aspetto che considero –lo ripeto- INCOMPRENSIBILE consiste nel fatto che neppure Susanna Camusso ne abbia fatte delle fotocopie e diffuso in giro per il paese.
Un mistero. O meglio, sembra che l’abbia fatto.
Ma viste le tiepide reazioni, ha lasciato perdere.
Quindi, la Camusso o è matta, o è masochista, oppure c’è sotto qualcosa che noi non sappiamo, che non ci dicono. Lo riporto affinchè i lavoratori e gli elettori italiani lo leggano.
Sottoposto ad attenzione di esperti finanziari molto competenti è stato trovato e definito lucido, competente, positivamente sanatorio. Eccolo:
“Tassazione straordinaria dell’1% che colpisce soltanto il 5% della popolazione italiana, composto esclusivamente da famiglie la cui ricchezza complessiva supera gli 800.000 euro l’anno. Questa manovra genera e produce un gettito immediato di 18 miliardi di euro. Questa tassa colpirebbe solo il 5% più ricco e ricchissimo della popolazione italiana e non toccherebbe nessun altro ceto e reddito. Sarebbero infatti soggette a tale imposta tutte le famiglie la cui ricchezza complessiva, mobiliare e immobiliare, superi gli 800mila euro l'anno al netto dei mutui e delle altre passività finanziarie. Contemporaneamente ne sarebbero esclusi tutti coloro che, pur essendo proprietari di una o più abitazioni, nonché depositi in conto corrente, titoli di Stato o altre obbligazioni, non raggiungano il limite indicato. Lo studio del nostro sindacato ha elaborato delle simulazioni virtuali calcolando nel dettaglio gli impatti della nuova tassa che proponiamo. Ecco in breve gli esempi di come l’imposta sulle grandi ricchezze dovrebbe funzionare, tenendo presente che è basata sui valori contenuti nelle rilevazioni sui bilanci delle famiglie della Banca d’Italia:


1) Una famiglia di lavoratori dipendenti che - a prescindere dal reddito imponibile ai fini Irpef - è proprietaria di una casa dove abita con un valore di 130.000 euro e detiene 10.000 euro quasi tutti in depositi bancari, con solo un 10% in titoli di stato, obbligazioni e fondi comuni di investimento, per un totale di 140.000 euro di ricchezza netta non sarebbe soggetta all'imposta sulle grandi ricchezze e non pagherebbe niente di più. Tali soggetti vengono esclusi.
2) Una famiglia di pensionati che - a prescindere dal reddito imponibile ai fini Irpef - è proprietaria di una casa dove abita con un valore di 500mila euro e detiene 250.000 euro in depositi bancari, titoli di stato e obbligazioni, per un totale di 550.000 euro di ricchezza netta non sarebbe soggetta all'imposta sulle grandi ricchezze e non pagherebbe niente di più. Tali soggetti verrebbero eesclui.
3) Una famiglia di lavoratori dipendenti che - a prescindere dal reddito imponibile ai fini irpef - è proprietaria di una casa dove abita con un valore di 450.000 euro, un'altra casa con un valore di 250.000 euro ma che paga un mutuo su questa di 20 anni (per un montante di 150.000) e detiene anche 100.000 euro in depositi bancari, titoli di stato, obbligazioni, azioni, partecipazioni, per un totale di 650.000 euro di ricchezza netta non sarebbe soggetta all'imposta sulle grandi ricchezze e non pagherebbe niente di più. Tali soggetti verrebbero esclusi.
4) Una famiglia di imprenditori e liberi professionisti che - a prescindere dal reddito imponibile ai fini Irpef - è proprietaria di una casa dove abita con un valore di 500.000 euro, un'altra casa con un valore di 300.000 euro e detiene 100.000 euro in depositi bancari, titoli di stato e obbligazioni, azioni e fondi comuni di investimento, per un totale di 900.000 euro di ricchezza netta, pagherebbe: Igr = 900.000 X 1,0% - 8.000
euro (detrazione fissa data dalla soglia) = 1.000 euro.

Lo studio conclude: "Come appare evidente  e incontrovertibile,  a subire un aumento del prelievo fiscale non sarebbe il 95% delle famiglie italiane ma solo i ricchissimi e gli ultraricchi, ossia appunto solo un 5% delle famiglie italiane".
Sembra che lo stesso Bersani abbia spiegato alla furibonda Camusso che tale studio non poteva essere proposto perché andava a ledere grossi interessi patrimoniali. Tutti i partiti della maggioranza, compresi anche la CISl e la UIL, compresa anche la UDC, Rutelli e Futuro e Libertà, hanno fatto sapere ad aprile del 2011 alla Camusso, che tale studio era meglio lasciarlo nel cassetto perché mai e poi mai lo avrebbero sostenuto politicamente. “E’ proprio il 5% che produce di più e va stimolato non tassato” le hanno risposto.
Tutti d’accordo, maggioranza e opposizione.
La proposta è stata abortita.
Domanda: perché la Camusso non parla oggi di questa proposta?
Perché il PD non la fa sua?
Perché il Terzo Polo non la fa sua?
E Tremonti che cosa dice?
E la BCE?
Come mai non lo conoscono –nonostante sia ufficiale e sia stato diffuso per due giorni alla fine di aprile-  neppure gli iscritti alla CGIL che il 6 settembre aderiranno allo sciopero generale?
C’è qualcuno tra i miei lettori che può spiegarmi che cosa sta accadendo?
Grazie per l’attenzione
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 06 Settembre, 2011, 14:29:20 pm
gli ultimi articoli sono tratti da http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.com/ (http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.com/)
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 09 Settembre, 2011, 12:24:12 pm
e obama ci riprova a spendere 500 miliardi di $ per aumentare le buste paga dei lavoratori e incentivi per far partire l'economia. vediamo se stvolta caccia le palle e va fino in fondo oppure si mette a 90 di fronte alle resistenze dei repubblicani.

l'obiettivo della destra usa è quella di cinesizzare (lavorare il doppio e guadagnare un terzo)  il paese. identico è l'obiettivo in europa della BCE, di cui merkel e sarkò sono più o meno consapevoli burattini.
vediamo come andrà a finire. se finisce male saranno cazzi molto più mari per tutti
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: domyssj - 09 Settembre, 2011, 12:37:44 pm
e obama ci riprova a spendere 500 miliardi di $ per aumentare le buste paga dei lavoratori e incentivi per far partire l'economia. vediamo se stvolta caccia le palle e va fino in fondo oppure si mette a 90 di fronte alle resistenze dei repubblicani.

l'obiettivo della destra usa è quella di cinesizzare (lavorare il doppio e guadagnare un terzo)  il paese. identico è l'obiettivo in europa della BCE, di cui merkel e sarkò sono più o meno consapevoli burattini.
vediamo come andrà a finire. se finisce male saranno cazzi molto più mari per tutti
io capisco davvero pochissimo, ma qualche previsione concreta di quello che potrebbe accadere non si può leggere?

Qualcosa di non troppo tecnico. Giusto per farsi un idea se mettere i soldi nel materasso o no.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 09 Settembre, 2011, 12:46:02 pm
io capisco davvero pochissimo, ma qualche previsione concreta di quello che potrebbe accadere non si può leggere?

Qualcosa di non troppo tecnico. Giusto per farsi un idea se mettere i soldi nel materasso o no.
aè, ci vorrebbe la palla di vetro.
quello che ho capito è che la posta in gioco non sono solo i nostri soldi (che potrebbero venirci a prendere tra 1-2 mesi, dato che le manovre di questi giorni si possono tranquillamente bruciare con una giornata di speculazioni), quanto la natura stessa del rapporto capitale- lavoro.
il LORO obiettivo è quello di farci tornare nel 1800, non so se mi spiego
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 09 Settembre, 2011, 15:49:38 pm
Obama non può fare il guerrigliero solitario dato che i Repubblicani hanno la maggioranza alla House, quindi deve fare i conti con loro per forza. E questa cosa dei 500 miliardi non passerà dato che in USA a livello di decisioni politiche ci stanno battendo in merito a inconsistenza e assulta empasse. Ai Repubblicani l'idea solo di spendere 500 miliardi di soldi pubblici senza un taglio al costo dello stato fa ribrezzo. Inoltre manca il leader, Obama ha fallito e credo non verrà più eletto dagli americani.

Ma il vero spettacolo pietoso lo offre l'Europa, terra di nessuno con 27 Stati dove i capi di governo probabilmente non arriveranno a fine anno per dichiarata incapacità di affrontare il momento. Ed intanto arrivano queste notizie...agghiaccianti da far tremare i polsi.

La Banca centrale europea si spacca sul tema scottante degli acquisti di titoli di Stato: Juergen Stark, membro tedesco del comitato esecutivo dell'istituto, intende annunciare le sue dimissioni dopo la chiusura dei mercati oggi. Lo scrive l'agenzia Reuters citando alcune fonti secondo le quali il motivo delle dimissioni sarebbe un conflitto sugli acquisti dei titoli di Stato dei Paesi in difficoltà.

Ieri il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, aveva rifiutato commenti alla domanda se l'istituto avesse intenzione di sostenere i paesi in difficoltà, Italia e Spagna in prima fila, con ulteriori acquisti di loro bond.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 09 Settembre, 2011, 15:54:44 pm
Obama non può fare il guerrigliero solitario dato che i Repubblicani hanno la maggioranza alla House, quindi deve fare i conti con loro per forza. E questa cosa dei 500 miliardi non passerà dato che in USA a livello di decisioni politiche ci stanno battendo in merito a inconsistenza e assulta empasse. Ai Repubblicani l'idea solo di spendere 500 miliardi di soldi pubblici senza un taglio al costo dello stato fa ribrezzo. Inoltre manca il leader, Obama ha fallito e credo non verrà più eletto dagli americani.

Ma il vero spettacolo pietoso lo offre l'Europa, terra di nessuno con 27 Stati dove i capi di governo probabilmente non arriveranno a fine anno per dichiarata incapacità di affrontare il momento. Ed intanto arrivano queste notizie...agghiaccianti da far tremare i polsi.

La Banca centrale europea si spacca sul tema scottante degli acquisti di titoli di Stato: Juergen Stark, membro tedesco del comitato esecutivo dell'istituto, intende annunciare le sue dimissioni dopo la chiusura dei mercati oggi. Lo scrive l'agenzia Reuters citando alcune fonti secondo le quali il motivo delle dimissioni sarebbe un conflitto sugli acquisti dei titoli di Stato dei Paesi in difficoltà.

Ieri il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, aveva rifiutato commenti alla domanda se l'istituto avesse intenzione di sostenere i paesi in difficoltà, Italia e Spagna in prima fila, con ulteriori acquisti di loro bond.


sti repubblicani sono dei criminali terroristi. obama li smerdi in mondovisione dimostrando che sono nemici dell'america, poi voglio vedere
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 09 Settembre, 2011, 15:55:28 pm
I crucchi si preparano ad uscire dall'Euro secondo me. Fanno bene perché il solo mettersi al tavolo con portoghesi, italiani e greci cioé gente che la serietà non sa manco cosa sia ti prova la mente e lo spirito. Ma quello che non sanno è che l'Euro è un patto di sangue. Sarà la loro fottutissima tomba, la terza in 100 anni.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 09 Settembre, 2011, 15:57:42 pm
sti repubblicani sono dei criminali terroristi. obama li smerdi in mondovisione dimostrando che sono nemici dell'america, poi voglio vedere

Aspetta le elezioni dell'anno prossimo ci sarà da ridere. :patt: Ma io credo che il nuovo presidente sarà un Repubblicano, data la totale inconsistenza dell'idealista hawaiiano. Speriamo solo sia uno con le palle sotto.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 09 Settembre, 2011, 16:02:22 pm
Le dimissioni di questo signore fanno crollare i mercati a piombo in questi istanti. Sto crucco è proprio un irresponsabile. Cmq per chi tenta di leggere gli indici sta situazione significa solo che l'Europa sta proprio sul Titanic e che il meltdown è dietro l'angolo.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 09 Settembre, 2011, 16:12:06 pm
I crucchi si preparano ad uscire dall'Euro secondo me. Fanno bene perché il solo mettersi al tavolo con portoghesi, italiani e greci cioé gente che la serietà non sa manco cosa sia ti prova la mente e lo spirito. Ma quello che non sanno è che l'Euro è un patto di sangue. Sarà la loro fottutissima tomba, la terza in 100 anni.
i greci ce l'hanno da 2 anni un governo serio, eppure la medicina della BCE li ha aiutati solamente a NON uscire dalla situazione disperata in cui si trovava.
gli eurobond converrebbero anche ai crucchi, a patto che l'euro diventi moneta sovrana (cosa che oggi non è) e che l'europa si dia una governance POLITICA e non meramente finanziaria com'è oggi.
ovviamente dovrebbero sparire tutti i titoli di stato nazionali
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 09 Settembre, 2011, 16:17:52 pm
Non credo proprio che i greci abbiano un governo serio. Se continui ad avere un deficit pauroso, debito pubblico in aumento e pil in caduta libera dopo i guai che hai passato, vuol dire che chi ti governa non sta facendo bene il suo lavoro, nonostante i miliardi di aiuti che tutta l'Europa ha mollato. Roba da rifare la Grecia da capo con un po' di sale in zucca.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 09 Settembre, 2011, 16:35:29 pm
Non credo proprio che i greci abbiano un governo serio. Se continui ad avere un deficit pauroso, debito pubblico in aumento e pil in caduta libera dopo i guai che hai passato, vuol dire che chi ti governa non sta facendo bene il suo lavoro, nonostante i miliardi di aiuti che tutta l'Europa ha mollato. Roba da rifare la Grecia da capo con un po' di sale in zucca.
NO, vuol dire che è la ricetta di tagli è sbagliata.

il risanamento del debito è una cosa da fare in tempo di vacche grasse. con le vacche magre bisogna spendere, investire ecc. hai presente roosvelt? il new deal? politiche keynesiane?

ciò che impone la BCE e i repubblicani in america sono il loro esatto opposto. per questo dico che sono criminali e vanno fermati. e poi la gente, compresi politici inetti e ignoranti fanno pure sì come tanti pecoroni a dire bisogna ridurre il deficit
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: kurz - 09 Settembre, 2011, 16:37:23 pm
ma si prostiamoci alla bce, inseriamo il pareggio di bilancio nella costituzione.

Na cosa immonda, l'unica cosa ragionevole da fare rimane quella di uscire dall'eurozona, del tutto, parlo anche dal mercato europeo.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Genny Fenny - 09 Settembre, 2011, 16:40:29 pm
ma si prostiamoci alla bce, inseriamo il pareggio di bilancio nella costituzione.

Na cosa immonda, l'unica cosa ragionevole da fare rimane quella di uscire dall'eurozona, del tutto, parlo anche dal mercato europeo.

Maronna santa, ma tu stai degenerando.  :brr:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: kurz - 09 Settembre, 2011, 16:41:39 pm
Maronna santa, ma tu stai degenerando.  :brr:
:boh:

Seriamente poi dite che io mi incazzo, puoi pure non essere d'accordo con me ma ci sono economisti che lo dicono, io non è che mo mi metto a raccontare le favole, l'uscita dall'euro non serve a un cazzo se non affossarti ancora di più se non chiudi il libero mercato sull UE, fermando così quasi del tutto le speculazioni.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 09 Settembre, 2011, 16:52:05 pm
NO, vuol dire che è la ricetta di tagli è sbagliata.

il risanamento del debito è una cosa da fare in tempo di vacche grasse. con le vacche magre bisogna spendere, investire ecc. hai presente roosvelt? il new deal? politiche keynesiane?

ciò che impone la BCE e i repubblicani in america sono il loro esatto opposto. per questo dico che sono criminali e vanno fermati. e poi la gente, compresi politici inetti e ignoranti fanno pure sì come tanti pecoroni a dire bisogna ridurre il deficit

Ti do due numeri. Debito pubblico Italiano 1.903.780.435.126 Miliardi di Euro in questo istante, in rapida salita.

Tasso di interesse che paga la Grecia per i suoi titoli di Stato a due anni : 54%

Con questi numeri l'unico New Deal che puoi fare è quello per ristrutturarti la tazza del cesso di casa.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 09 Settembre, 2011, 16:55:16 pm
:boh:

Seriamente poi dite che io mi incazzo, puoi pure non essere d'accordo con me ma ci sono economisti che lo dicono, io non è che mo mi metto a raccontare le favole, l'uscita dall'euro non serve a un cazzo se non affossarti ancora di più se non chiudi il libero mercato sull UE, fermando così quasi del tutto le speculazioni.

L'Euro invece è una santa cosa che ti permette di misurarti le palle. E' una moneta forte e quindi devi essere sempre competitivo sui mercati, evolverti in continuazione ed investire in ricerca e sviluppo. Cosa che in Europa solo i crucchi fanno, mentre qui e altrove si va a puttane nelle ville di proprietà. Troppo facile vendere la roba svalutando la tua moneta e rimanendo intatto il sistema marcio che c'è dietro a un paese. Questa monete impone a chi la adotta di diventare uno stato moderno, modello Germania. E' stata una occasione perduta dal nostro paese, spero che la grande paura ci faccia seriamente cambiare direzione.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 09 Settembre, 2011, 16:55:52 pm
Ti do due numeri. Debito pubblico Italiano 1.903.780.435.126 Miliardi di Euro in questo istante, in rapida salita.

Tasso di interesse che paga la Grecia per i suoi titoli di Stato a due anni : 54%

Con questi numeri l'unico New Deal che puoi fare è quello per ristrutturarti la tazza del cesso di casa.
allora arrenditi, legati un cappio al collo e impiccati. oppure promuovi una governance politica dell'europa, l'EURO moneta sovrana e gli eurobond.

se preferisci seguire i dettami dei tecnocrati della BCE fai molto prima con la prima opzione che ti ho dato, e soffriresti anche di meno
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 09 Settembre, 2011, 17:03:41 pm
allora arrenditi, legati un cappio al collo e impiccati. oppure promuovi una governance politica dell'europa, l'EURO moneta sovrana e gli eurobond.

se preferisci seguire i dettami dei tecnocrati della BCE fai molto prima con la prima opzione che ti ho dato, e soffriresti anche di meno

Ma guarda che i tecnocrati della BCE ti hanno detto che devi tagliare le spese di un TOT. E ti hanno pure suggerito come fare. Ora se hai un governo che di tagliare i costi della politica non ci pensa neanche, di ridurre gli sprechi nella sanità manc pa cap, di ridurre enti, di smetterla di strozzare la libera impresa non se ne fotte un cazzo; ma l'unica cosa che sa fare è aumentare le tasse, aumentare le tasse e tagliare servizi a chi o bbuo? :boh:

Qua la questione è semplice, di soldi in cassa non ce ne sono più, ricorrere al debito diventa sempre più difficile e sopratutto RISCHIOSO, l'unica soluzione sono apportare tagli ai rami secchi e ridurre la presenza regolatrice dello Stato. Bisogna essere realisti, altre vie non ce ne sono.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 09 Settembre, 2011, 17:12:49 pm
Uagliù per me ha ragione full-of-lutamma ( :brr:).

Di fare passi indietro non è cosa. Al momento bisogna affrontare la situazione cercando di risanare, però è pur vero che c'è bisogno di creare  alternative perchè puoi aumentare oggi le tasse, domani, dopodomani, ma prima o poi non potrai più. E' questo il punto: siamo governati da gente che non si pone responsabilità. Non fa manovre: aumenta solo tasse e riduce le pensioni. La prospettiva di vita/lavoro per i nostri governanti è bassissima e l'idea è quella di fottere ora che ce n'è la possibilità. Nessuno e dico nessuno ha la volontà di dire: uagliù, facimm chest. Spendiamo 10 miliardi di euro per la ricerca. Almeno li spendiamo in qualcosa, facimm verè ca facimm coccos. No, meglio un uovo oggi che una gallina domani. Bene  :pariamm:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 09 Settembre, 2011, 17:26:51 pm
Ma guarda che i tecnocrati della BCE ti hanno detto che devi tagliare le spese di un TOT. E ti hanno pure suggerito come fare. Ora se hai un governo che di tagliare i costi della politica non ci pensa neanche, di ridurre gli sprechi nella sanità manc pa cap, di ridurre enti, di smetterla di strozzare la libera impresa non se ne fotte un cazzo; ma l'unica cosa che sa fare è aumentare le tasse, aumentare le tasse e tagliare servizi a chi o bbuo? :boh:

Qua la questione è semplice, di soldi in cassa non ce ne sono più, ricorrere al debito diventa sempre più difficile e sopratutto RISCHIOSO, l'unica soluzione sono apportare tagli ai rami secchi e ridurre la presenza regolatrice dello Stato. Bisogna essere realisti, altre vie non ce ne sono.
hai le idee confuse, ammischi cose giuste a castronerie. ho evidenziato le prime (intanto sono cose che la BCE NON ci ha chiesto)...

quelli che tu chiami costi e sprechi, siamo tutti concordi (credo) col dire che sino originati dalla corruzione. appalti che si gonfiano a dismisura, opere inutili, cricche, p3 e p4. quindi come prima cosa una lotta senza quartiere alla corruzione.

quando dici che la libera impresa è strozzata hai ragione, ma al contrario di ciò che pensi non è lo stato a strozzarla ma la stessa corruzione di cui sopra. abbiamo imprenditori/manager con decine di fallimenti alle spalle con yacht, incarichi, retribuzioni da capogiro... e piccoli imprenditori onesti che si suicidano. L'Italia è la terra dei mille monopoli, tutti mantenuti a tutela degli amici e degli amici degli amici, a discapito del vero libero mercato. altro che rami secchi. sono rami dai pomi d'oro, ma che solo lo 0,01% della popolazione può raccogliere.
Va al contrario AUMENTATA la presenza regolatrice dello stato, che deve prediligere quegli investimenti che creino servizi per i cittadini e soprattutto che creino valore ECONOMICO e non FINANZIARIO. Detassare chi assume e far piangere chi investe in fondi, ad esempio. la deregulation (nei contratti di lavoro ad esempio) non ha affatto portato un aumento dell'occupazione, e così in tutti gli altri campi. deregulation oggi significa lasciare liberi gli squali che infestano l'economia mondiale di depredare. significa svendita di beni e servizi pubblici, significa cinesizzazione dei rapporti di lavoro.

30 anni di dogmi neoliberisti ci hanno portati a tutto questo. continuare ad affidarsi a questi dogmi significa rinunciare a tutto.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 09 Settembre, 2011, 17:29:30 pm
Uagliù per me ha ragione full-of-lutamma ( :brr:).

Di fare passi indietro non è cosa. Al momento bisogna affrontare la situazione cercando di risanare, però è pur vero che c'è bisogno di creare  alternative perchè puoi aumentare oggi le tasse, domani, dopodomani, ma prima o poi non potrai più. E' questo il punto: siamo governati da gente che non si pone responsabilità. Non fa manovre: aumenta solo tasse e riduce le pensioni. La prospettiva di vita/lavoro per i nostri governanti è bassissima e l'idea è quella di fottere ora che ce n'è la possibilità. Nessuno e dico nessuno ha la volontà di dire: uagliù, facimm chest. Spendiamo 10 miliardi di euro per la ricerca. Almeno li spendiamo in qualcosa, facimm verè ca facimm coccos. No, meglio un uovo oggi che una gallina domani. Bene  :pariamm:
quello è il passo determinante. se non lo si fa, non è possibile risanare. per questo imporre il pareggio di bilancio a stati in difficoltà significa condannarli per sempre: gli togli ogni possibilità di finanziare il risanamento
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 09 Settembre, 2011, 17:39:58 pm
uagliù, detto in parole povere: per risanare non puoi solamente togliere risorse lì dove vengono sprecate, altrimenti negli anni il problema si ripresenterà ancora e ancora. quindi devi anche investire: far girare l'economia, aumentare i consumi ecc. in questo modo aumenti la base imponibile e ti finanzi il risanamento a medio e lungo termine. nel momento in cui imponi il pareggio di bilancio impedisci, di fatto, la possibilità di investimenti. e ricadi nel primo caso in cui perdi tutto, diventi schiavo.

e verimm si na vota tant full_of_ ammette di pensare stronzate.

gli piace cedere al ricatto di marchionne
gli piace cedere al ricatto dei diritti TV
gli piace cedere al ricatto della BCE

ma foss nu poc ricchion? o è uno di loro?  :look:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: rafel - 09 Settembre, 2011, 18:07:38 pm
Tabula rasa
Prima o poi succer......
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 09 Settembre, 2011, 18:28:07 pm
uagliù, detto in parole povere: per risanare non puoi solamente togliere risorse lì dove vengono sprecate, altrimenti negli anni il problema si ripresenterà ancora e ancora. quindi devi anche investire: far girare l'economia, aumentare i consumi ecc. in questo modo aumenti la base imponibile e ti finanzi il risanamento a medio e lungo termine. nel momento in cui imponi il pareggio di bilancio impedisci, di fatto, la possibilità di investimenti. e ricadi nel primo caso in cui perdi tutto, diventi schiavo.

e verimm si na vota tant full_of_ ammette di pensare stronzate.

gli piace cedere al ricatto di marchionne
gli piace cedere al ricatto dei diritti TV
gli piace cedere al ricatto della BCE

ma foss nu poc ricchion? o è uno di loro?  :look:

Uagliò tu me rutt pop o cazz, nu sacc manc chi sfaccimm si e ti permetti di girarti in questo modo. Alla fine nu saje nu cazz e parli tanto per parlare. Anzi parli senza manco capire chell un t sta ricenn. Oltre a essere presuntuoso si pur strunz.   :sisi:


Investire senza n eur. Magari mettiamo in circolo sta cap e chiumm che ti ritrovi sulle spalle.
Che palle parlare con persone piene di se che non si sforzano manco di capirti prima di attaccarti. Che noia.

Hai solo un messaggio per far si che continui in questa conversazione che francamente ha raggiunto il solito livello di merda tipico di questo forum quando parlo io. Dai il meglio di te, ce la puoi fare.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: cavallopazzo - 09 Settembre, 2011, 18:33:29 pm
facciamo la guerra ai paesi esterni nostri creditori, una marcia al potere verso l'europa..
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 09 Settembre, 2011, 18:47:25 pm
il solito livello di merda tipico di questo forum quando parlo io.
diciamo che il tuo pwrsonaggio si presta  :rotfl: :rotfl:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: rafel - 09 Settembre, 2011, 18:56:34 pm
Tabula rasa
Prima o poi succer......


Lo sapevo io che prima o poi succedeva
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 09 Settembre, 2011, 18:59:08 pm
diciamo che il tuo pwrsonaggio si presta  :rotfl: :rotfl:

Hai sprecato la tua occasione. Ciao.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: rafel - 09 Settembre, 2011, 19:01:45 pm
Ragazzi io vorrei contribuire al post, pero francamente Saltatempo ha postato dei trattati. Io non e' che non ho capito un cazzo ma un certo punto gli occhi si sono apparpagnati e la mente ha detto va buo fatt nu gir in uncesored che ti mantieni arzillo .....


Alla fine quale' il problema? pero detto piu a paesano spiegatelo senza l'ausilio di paroloni etc etc che ce fa mal a cap
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 09 Settembre, 2011, 19:01:53 pm
Comunque la presunzione credo accompagnata a una profonda ignoranza di alcuni elementi della nostra società è francamente inquietante. Non siete in grado di portare avanti un discorso su toni civili. Ma vi rendete conto e quant stat acciss, ma proprio a livello di personalità e comunicazione con l'altro. Vuje sul 'ngopp a internet putit sta.

Ovviamente non è riferito a tutti. Addio.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 09 Settembre, 2011, 19:08:35 pm
Ragazzi io vorrei contribuire al post, pero francamente Saltatempo ha postato dei trattati. Io non e' che non ho capito un cazzo ma un certo punto gli occhi si sono apparpagnati e la mente ha detto va buo fatt nu gir in uncesored che ti mantieni arzillo .....


Alla fine quale' il problema? pero detto piu a paesano spiegatelo senza l'ausilio di paroloni etc etc che ce fa mal a cap

Sono finiti i soldi.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: cavallopazzo - 09 Settembre, 2011, 19:32:06 pm
eh vabbuò statt buon!
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: wendell - 09 Settembre, 2011, 19:45:17 pm
Comunque la presunzione credo accompagnata a una profonda ignoranza di alcuni elementi della nostra società è francamente inquietante. Non siete in grado di portare avanti un discorso su toni civili. Ma vi rendete conto e quant stat acciss, ma proprio a livello di personalità e comunicazione con l'altro. Vuje sul 'ngopp a internet putit sta.

Ovviamente non è riferito a tutti. Addio.
Sono 5 mesi che saluti questo forum di merda e manc' te liev' a nanz' e palle. Non capisco perchè sprechi tempo qua sopra, potresti ambire a discussioni con gente di ben altra risma :ahsisi:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 09 Settembre, 2011, 19:50:10 pm
Saluto sempre con addio.

Con voi mi diverto, mi tirate su di morale perchè dovrei andarmene?
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: wendell - 09 Settembre, 2011, 20:05:01 pm
Con voi mi diverto, mi tirate su di morale perchè dovrei andarmene?
Dici che è nu forum 'e merda :boh: Se ti diverte la merda allora sei un coprofago. Ti devo presentare South :sisi: :look:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: rafel - 09 Settembre, 2011, 20:58:33 pm
Sono finiti i soldi.

A vazz sa tirat e zizz

niente di nuovo sotto il sole
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: moleman - 09 Settembre, 2011, 23:14:36 pm
Investire senza n eur. Magari mettiamo in circolo sta cap e chiumm che ti ritrovi sulle spalle.

 :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:

secondo te, invece, come si investe? portandosi le banconote da 5€ appresso???? :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:

Comunque la presunzione credo accompagnata a una profonda ignoranza di alcuni elementi della nostra società è francamente inquietante.

bravo.
quindi miett't ngopp a cocch libr e economia, prima di scrivere qualcosa riguardo quest' argomento :ok:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 09 Settembre, 2011, 23:29:25 pm
:rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:

secondo te, invece, come si investe? portandosi le banconote da 5€ appresso???? :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:

bravo.
quindi miett't ngopp a cocch libr e economia, prima di scrivere qualcosa riguardo quest' argomento :ok:

Sinceramente non ho capito il tuo intervento. I flussi monetari sono fermi, i tassi dei prestiti interbancari hanno riniziato a salire, i mercati sono quanto mai illiquidi e le BC sembra che abbiano capito che immettere liquidità nel sistema brucia solo denaro. Quindi di che diavolo parli? :boh:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 09 Settembre, 2011, 23:32:16 pm
Faccio lo stesso discorso che feci tempo fa sulle questioni allenatore/giocatore/pallone: se fossimo giocatori di pallone forse potremmo giudicare, ma finchè ciascuno di noi in vita sua s'è limitato (e non per proprio volere!) a giocare da Palladoro ... evitiamo di scannarci ca nun serv a nu cazz.  :asd:

quello è il passo determinante. se non lo si fa, non è possibile risanare. per questo imporre il pareggio di bilancio a stati in difficoltà significa condannarli per sempre: gli togli ogni possibilità di finanziare il risanamento

Per me ignorantissimo in materia il pareggio in bilancio è una soluzione a breve termine: "uagliù ce servn e sord... dobbiamo far vedere che li teniamo" - è questo il senso, se ho capito bene. Puoi confondere le idee per poco tempo, ma poi corruzione, mancanza di idee, ... ti si ritoceranno contro. E' questo per me il problema più grosso: mancanza di responsabilità. Nessuno al governo ha le palle di dire: per 10 anni (per dire) dobbiamo fare questo sacrificio, ma poi i nostri figli ne trarranno beneficio. No, ognuno va al governo pensando di rimanere il tempo necessario per ottenere pensioni e optional. Vuoi fare le cose come si deve? Vuoi realmente fare il pareggio in bilancio? Togliamo la corruzione da mezzo  :asd: Ma può un presidente del consiglio predicare bene e razzolare bene quando ha perso una causa per corruzione di 700 milioni di euro? Sono tutti collusi, dal primo all'ultimo: oggi serve un favore a me, me lo fai, domani serve a te, te lo faccio. Berlusconi, Prodi, ... la macchina del fango (ieri o l'altroieri al TG 1: anche in Inghilterra c'è il nepotismo -> non siamo gli unici -> inutile che critichiate, tanto merda siete e merda sarete, dateci i vostri voti e stateve zitt) ... Questi meriterebbero proprio di essere fucilati dal primo all'ultimo, altro che democrazia.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 09 Settembre, 2011, 23:52:57 pm
Silvio oggi ha detto che ha fatto un miracolo. Inizio a credere che seriamente abbia problemi mentali. Poverino a 80 perdere un po' di lucidità è pure normale però.  :D
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: pappasouth - 10 Settembre, 2011, 00:22:03 am
Dici che è nu forum 'e merda :boh: Se ti diverte la merda allora sei un coprofago. Ti devo presentare South :sisi: :look:

mi sono imbattuto in questa discussione facendo ego searching sul forum :look:

a me comunque la barzelletta di Sacconi mi ha fatto pariare, chiudendo sempre un occhio sul fatto che deve gettare il sangue prima di subito!
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 10 Settembre, 2011, 12:25:08 pm
Comunque in merito alla questione pareggio del bilancio...si tratta di avere bene presente cosa sarà il futuro. Gli Stati americani possono contrarre debito non oltre una certa soglia oltre la quale si mettono in moto delle leggi federali volte a ridurre e rientrare. Ora si l'Europa è vecchia, ha millemila anni di storia ecc.ecc. però credo sia giunto il momento di lasciare i nazionalismi da parte ed affidare alcune questioni ad un ente sovra-nazionale...ovviamente a rappresentanza democratica. La questione è che già esiste ma è pieno di polvere. La Storia ci chiede di unirci ancor di più, di formare un corpo ancora più stretto e comunicante per non finire nell'oblio. Illuso è che pensa che la sfida nei confronti di 3 miliardi di persone in Asia si vinca facendoci i fatti del nostro orticello. Manna dal cielo sarebbe una Unione Europea veramente unita, con una politica estera comune, fiscalità comune e sistema giudiziario su alcune faccende comune. Magari ai crucchi che sono quelli che rompono le palle con il loro uber alles gli costruiamo la nuova Capitale federale in mezzo a una di quelle foreste che hanno loro e per farli contenti la chiamiamo Beckembauer.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 10 Settembre, 2011, 13:02:14 pm
uagliù, detto in parole povere: per risanare non puoi solamente togliere risorse lì dove vengono sprecate, altrimenti negli anni il problema si ripresenterà ancora e ancora. quindi devi anche investire: far girare l'economia, aumentare i consumi ecc. in questo modo aumenti la base imponibile e ti finanzi il risanamento a medio e lungo termine. nel momento in cui imponi il pareggio di bilancio impedisci, di fatto, la possibilità di investimenti. e ricadi nel primo caso in cui perdi tutto, diventi schiavo.

e verimm si na vota tant full_of_ ammette di pensare stronzate.

gli piace cedere al ricatto di marchionne
gli piace cedere al ricatto dei diritti TV
gli piace cedere al ricatto della BCE

ma foss nu poc ricchion? o è uno di loro?  :look:


Il punto è che in italia servono 40 miliardi di euro. Ed in brevissimo tempo.

Il punto è che ci stanno dei caimani che stanno cercando di portare i BTP a tassi enormi giocando sulla domanda a fronte di un offerta di titoli che sembra essere costante.

Per risolverla bisogna comprimere l'offerta, e quindi: pareggio di bilancio e patrimoniale. Non è questione ideologica (che io non condivido) ma necessità.

Il pareggio di bilancio come idea di finanza neutrale è n'ata cos. Ca stamm chè pezz ncul.

Il punto è che se si continua a far operare certa gente in regime fortemente speculativo, si finisce in questioni come questa.

Che vuoi risanare con politiche che nel tempo minore possibile hanno effetto dopo 3 o 4 anni?
Oltre al fatto che con l'aria che tira, chi si mette a fare investimenti a redditività incerta? Sempre se c'è ancora redditività in qualche settore di investimento eh...
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 10 Settembre, 2011, 13:10:40 pm

Il punto è che in italia servono 40 miliardi di euro. Ed in brevissimo tempo.

Il punto è che ci stanno dei caimani che stanno cercando di portare i BTP a tassi enormi giocando sulla domanda a fronte di un offerta di titoli che sembra essere costante.

Per risolverla bisogna comprimere l'offerta, e quindi: pareggio di bilancio e patrimoniale. Non è questione ideologica (che io non condivido) ma necessità.

Il pareggio di bilancio come idea di finanza neutrale è n'ata cos. Ca stamm chè pezz ncul.

Il punto è che se si continua a far operare certa gente in regime fortemente speculativo, si finisce in questioni come questa.

Che vuoi risanare con politiche che nel tempo minore possibile hanno effetto dopo 3 o 4 anni?
Oltre al fatto che con l'aria che tira, chi si mette a fare investimenti a redditività incerta? Sempre se c'è ancora redditività in qualche settore di investimento eh...

Tutto giusto. Anche se preferirei fare tagli invece di una patrimoniale che da mazzate alla cecata a tutti. L'unico appunto che mi sento di fare è che purtroppo la cifra di 40 miliardi ogni giorno che passa aumenta sempre più riducendo gli spazi di manovra :(
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 10 Settembre, 2011, 13:12:09 pm
Comunque in merito alla questione pareggio del bilancio...si tratta di avere bene presente cosa sarà il futuro. Gli Stati americani possono contrarre debito non oltre una certa soglia oltre la quale si mettono in moto delle leggi federali volte a ridurre e rientrare. Ora si l'Europa è vecchia, ha millemila anni di storia ecc.ecc. però credo sia giunto il momento di lasciare i nazionalismi da parte ed affidare alcune questioni ad un ente sovra-nazionale...ovviamente a rappresentanza democratica. La questione è che già esiste ma è pieno di polvere. La Storia ci chiede di unirci ancor di più, di formare un corpo ancora più stretto e comunicante per non finire nell'oblio. Illuso è che pensa che la sfida nei confronti di 3 miliardi di persone in Asia si vinca facendoci i fatti del nostro orticello. Manna dal cielo sarebbe una Unione Europea veramente unita, con una politica estera comune, fiscalità comune e sistema giudiziario su alcune faccende comune. Magari ai crucchi che sono quelli che rompono le palle con il loro uber alles gli costruiamo la nuova Capitale federale in mezzo a una di quelle foreste che hanno loro e per farli contenti la chiamiamo Beckembauer.

Si, ma non hai individuato i problemi.

Quale impostazione dai ad un'eventuale BCE? Tedesca o Francese?

Chi stabilisce i debiti, con quale ripartizione, con quali criteri? Con quali tasse si pagano gli interessi? Un paese come il Belgio cosa dirà? Cioè esistono investitori che hanno appena sottoscritto BTP trentennali, che gli dici?

In linea di massima sono d'accordo. Ma fattivamente?

Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 10 Settembre, 2011, 13:13:01 pm
Tutto giusto. Anche se preferirei fare tagli invece di una patrimoniale che da mazzate alla cecata a tutti. L'unico appunto che mi sento di fare è che purtroppo la cifra di 40 miliardi ogni giorno che passa aumenta sempre più riducendo gli spazi di manovra :(

Comunque la questione speculazione c'entra ma non credo al 100%. Nonostante il divieto di vendite allo scoperto qua si continua a scendere a botte di 5%, sono proprio gli investitori che se ne stanno andando. Ed ovviamente arrivano gli sciacalli, ma solo perché trovano terreno fertile, imho. Che brutta fine stiamo facendo.  :fuga:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 10 Settembre, 2011, 13:17:55 pm
Tutto giusto. Anche se preferirei fare tagli invece di una patrimoniale che da mazzate alla cecata a tutti. L'unico appunto che mi sento di fare è che purtroppo la cifra di 40 miliardi ogni giorno che passa aumenta sempre più riducendo gli spazi di manovra :(


Tagli a cosa? Vuoi aumentare finanziarizzazione e margini imprenditoriali di rischio, fasce di mercato, in una situazione in cui è impossibile chiedere somme a prestito?
Oltre a deprimere ancora di più il consumo aggregato. Lo fece la Thatcher dopo i '70, che ha risolto?


In questioni come questa esistono due mezzi di finanziamento straodrinari della spesa pubblica: debito pubblico o patrimoniale. Di lì non ci si muove. Lo diceva già Ricardo 130 anni fa.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 10 Settembre, 2011, 13:48:35 pm

Tagli a cosa? Vuoi aumentare finanziarizzazione e margini imprenditoriali di rischio, fasce di mercato, in una situazione in cui è impossibile chiedere somme a prestito?
Oltre a deprimere ancora di più il consumo aggregato. Lo fece la Thatcher dopo i '70, che ha risolto?


In questioni come questa esistono due mezzi di finanziamento straodrinari della spesa pubblica: debito pubblico o patrimoniale. Di lì non ci si muove. Lo diceva già Ricardo 130 anni fa.

Tagliare gli sprechi che sono tanti. Io non voglio assolutamente toccare pensioni degli anziani e stipendi pubblici, ma evitare che la politica e la macchina statale ci costi 50 mil di euro l'anno più altri soldi non rintracciabili mi sembra il minimo da fare in questo periodo. Io voglio semplicemente tagliare sprechi e privilegi, e magari in mezzo mettiamoci pure in vendita qualche bene dello Stato. L'Eurpa questo ci aveva chiesto in parole povere, ma sti politici hanno fatto orecchie da mercante.

Sul tuo precedente post condivido con te questi dubbi di natura "tecnica". Parlando per parlare, la BCE farebbe capo ad un organismo "federale" che nulla ha che vedere con i singoli stati, quindi la possibilità di favorire l'uno o l'altro risulterebbe proprio impossibile per funzioni e compiti. Sulla questione BTP è vero. E' un grosso scoglio. Ma si può ritrattare....chi ha BTP ha trent'anni e si ritrova o con un default o con il ritorno alla lira che farà?

I debiti. Sulla questione io appoggio l'idea tedesca che è molto semplice. Loro ci danno una mano, si accollano anche i nostri debiti ma a decidere del destino economico nostro poi non saremo più noi, dato che non ne siamo stati in grado. Alla fin fine le garanzie sacrosante che chiedono non siamo in grado di garantirle, quindi ben venga una organizzazione sovranazionale, quanto più democratica possibile a far uscire il sangue dai denti a chi se ne è fregato di essere rigoroso. Però si deve fare, e non bisogna lamentarsi. Si parla di uscire dall'Euro, ma quando ci assumeremo come popolo le nostre responsabilità??? Mo è colpa dell'euro se in Italia evadono tutti, c'è una corruzione da sud america e la gente che votiamo ci prende solo in giro??? Torna la Lira e magicamente tutto si aggiusta?
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 10 Settembre, 2011, 14:13:06 pm
Tagliare gli sprechi che sono tanti. Io non voglio assolutamente toccare pensioni degli anziani e stipendi pubblici, ma evitare che la politica e la macchina statale ci costi 50 mil di euro l'anno più altri soldi non rintracciabili mi sembra il minimo da fare in questo periodo. Io voglio semplicemente tagliare sprechi e privilegi, e magari in mezzo mettiamoci pure in vendita qualche bene dello Stato. L'Eurpa questo ci aveva chiesto in parole povere, ma sti politici hanno fatto orecchie da mercante.

Sul tuo precedente post condivido con te questi dubbi di natura "tecnica". Parlando per parlare, la BCE farebbe capo ad un organismo "federale" che nulla ha che vedere con i singoli stati, quindi la possibilità di favorire l'uno o l'altro risulterebbe proprio impossibile per funzioni e compiti. Sulla questione BTP è vero. E' un grosso scoglio. Ma si può ritrattare....chi ha BTP ha trent'anni e si ritrova o con un default o con il ritorno alla lira che farà?

I debiti. Sulla questione io appoggio l'idea tedesca che è molto semplice. Loro ci danno una mano, si accollano anche i nostri debiti ma a decidere del destino economico nostro poi non saremo più noi, dato che non ne siamo stati in grado. Alla fin fine le garanzie sacrosante che chiedono non siamo in grado di garantirle, quindi ben venga una organizzazione sovranazionale, quanto più democratica possibile a far uscire il sangue dai denti a chi se ne è fregato di essere rigoroso. Però si deve fare, e non bisogna lamentarsi. Si parla di uscire dall'Euro, ma quando ci assumeremo come popolo le nostre responsabilità??? Mo è colpa dell'euro se in Italia evadono tutti, c'è una corruzione da sud america e la gente che votiamo ci prende solo in giro??? Torna la Lira e magicamente tutto si aggiusta?

Permettimi, ma non puoi recuperare 40-50 miliardi di euro in pochi mesi tagliando gli sprechi. Se vuoi intervenire sulla spesa pubblica,
PER FORZA devi eliminare o sistema sanitario nazionale o sistema previdenziale, almeno per come lo conosciamo oggi. Come sta facendo, fallendo, la Grecia.

Rilancio sui tecnicismi: per far fronte a disavanzo, in caso di "debito federale" uno stato come dovrebbe finanziare la spesa pubblica? Con quali modalità? Chi è preposto a concedere cosa? Coin quali velocità?


Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: kurz - 10 Settembre, 2011, 14:16:11 pm
Uno “standard retributivo” per tenere unita l’Europa


La crisi europea non è finita: la divergenza tra i costi del lavoro per unità prodotta sta alimentando squilibri potenzialmente letali per l’Unione monetaria. Occorre uno “standard retributivo” per ridurre lo sbilanciamento tra paesi in surplus e paesi in deficit commerciale. L’interesse generale all’unità europea coincide con gli interessi dei lavoratori, siano essi tedeschi, italiani o greci.

Sembrano lontani i tempi in cui Olivier Blanchard e Francesco Giavazzi (2002) consideravano l’ampliamento degli squilibri commerciali tra paesi europei un sintomo virtuoso della maggiore integrazione finanziaria della zona euro. Da qualche anno la loro tesi appare superata, e va invece diffondendosi tra gli studiosi una chiave di lettura molto meno rassicurante degli sbilanciamenti nel commercio intra-europeo. Stando a questa interpretazione alternativa la crisi dell’unità europea non può banalmente derivare da finanze pubbliche fuori controllo ma sembra piuttosto essere associata a un problema di indebitamento complessivo, sia pubblico che privato, e in particolare a uno squilibrio nei rapporti di debito e credito tra i paesi membri dell’Unione. Più precisamente si ritiene che la crisi sia alimentata da una profonda asimmetria tra economie forti ed economie deboli dell’area, che determina surplus crescenti soprattutto per la Germania a fronte di deficit commerciali sistematici per i paesi “periferici” dell’Unione. Numerosi analisti iniziano in questo senso a temere che lo squilibrio tra paesi in surplus e paesi in deficit con l’estero possa rivelarsi un grave fattore di instabilità e una potenziale minaccia per la tenuta futura dell’Unione monetaria.[1] Persino il Consiglio e la Commissione europea, solitamente riluttanti sul tema, hanno iniziato a riconoscere che uno squilibrio eccessivo nei commerci intra-europei accresce l’instabilità e il rischio di nuove crisi.

Ma quali sono le cause degli squilibri commerciali interni alla zona euro? Per quale motivo la Germania continua ad accumulare surplus mentre Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna tendono sistematicamente al deficit nei conti con l’estero? Limitarsi ad affermare che i paesi “periferici” spendono troppo mentre la Germania spende troppo poco è tautologico. Più interessante ci sembra la tesi secondo cui gli attuali scompensi commerciali sarebbero almeno in parte da imputare ad una divergenza tra i costi del lavoro per unità prodotta dei vari paesi dell’Unione. E’ questa una interpretazione di cui si discute da tempo e che raccoglie il parere favorevole di svariati esperti. Di recente tuttavia Charles Wyplosz (2011) ha respinto con risolutezza questa spiegazione. L’economista del Graduate Institute di Ginevra riconosce che dal 1999 ad oggi in Germania i salari sono cresciuti pochissimo rispetto alla produttività, per cui il costo unitario del lavoro si è ridotto e la competitività è aumentata rispetto agli altri paesi. Egli però aggiunge che il cambiamento relativo dei costi unitari non ha quasi mai superato i dieci punti percentuali. Data la bassa elasticità delle bilance commerciali ai costi unitari, Wyplosz arriva a concludere che le variazioni di questi ultimi sono state troppo modeste per rientrare tra le determinanti principali degli squilibri intra-europei.

Wyplosz è uno dei massimi esperti in tema di unione monetaria. Le sue conclusioni dovrebbero quindi almeno in parte rassicurarci sulla tenuta futura della zona euro. In realtà esse non appaiono convincenti, per almeno due motivi. In primo luogo, se il problema consiste nel verificare la robustezza della zona euro di fronte alla eventualità di nuovi attacchi speculativi, allora si deve tener presente che gli operatori sui mercati finanziari elaborano le loro strategie anche alla luce degli andamenti attesi delle principali variabili economiche. In quest’ottica si dovrebbe quindi tener conto non solo degli squilibri commerciali già registrati ma anche dei fattori che possono concorrere ad accentuarli ulteriormente in futuro. Il grafico seguente offre in tal senso alcune indicazioni:

 
(http://www.economiaepolitica.it/wp-content/uploads/graf-brancaccio.JPG)
 

dati OECD
 

La figura mostra l’andamento effettivo dei costi monetari del lavoro per unità di prodotto dal 1999 al 2007, mentre per gli anni successivi descrive la loro proiezione lineare. Dal grafico si evince che se le linee di tendenza che hanno caratterizzato il primo decennio di vita della zona euro venissero confermate anche in futuro, la divaricazione tra i costi assumerebbe ben presto dimensioni eccezionali. In particolare, il costo unitario del lavoro in Germania diminuirebbe in termini assoluti a fronte di incrementi estremamente accentuati in Irlanda, Spagna, Italia, Grecia e Portogallo. In pochi anni la forbice tra i costi sarebbe dunque tale da generare divari di competitività senza precedenti. Essa potrebbe quindi condurre a quella che Krugman (1995) ha definito una “mezzogiornificazione” delle periferie europee, vale a dire desertificazioni produttive e migrazioni di massa dalle aree più deboli dell’Unione. Vi è chi reputa questa eventualità una conseguenza logica del processo di centralizzazione dei capitali europei in atto da tempo, e della connessa tendenza alla “egemonizzazione tedesca” dell’Europa. Se così fosse si tratterebbe di un processo altamente rischioso, che potrebbe a un certo punto pregiudicare la sopravvivenza stessa dell’attuale Unione monetaria.

Il secondo limite dell’analisi di Wyplosz verte sul fatto che egli esamina le divergenze tra i costi unitari guardando soltanto ai loro effetti sui prezzi relativi e quindi sulla competitività dei paesi della zona euro. Egli cioè trascura il fatto che i mutamenti nei costi monetari unitari possono avere implicazioni anche sui margini di profitto e quindi sulla distribuzione del reddito. Per esempio, se in Germania il costo monetario del lavoro per unità prodotta si riduce può accadere che le imprese tedesche decidano di ridurre i prezzi ma può anche darsi che scelgano di aumentare i margini. Ora, eventuali aumenti del margine di profitto modificano la distribuzione del reddito: la quota salari si riduce e la quota profitti aumenta. Di conseguenza, poiché la propensione al consumo sui salari è in genere molto più alta della propensione al consumo sui profitti,[2] lo spostamento distributivo a favore di questi ultimi provocherà in Germania un calo della domanda e delle importazioni e quindi un ulteriore aumento del surplus commerciale tedesco. Oltre al consueto effetto che passa per i prezzi e per la competitività esiste dunque un secondo effetto squilibrante che passa per la distribuzione e la domanda. Wyplosz e in generale gli economisti mainstream tendono a trascurare questo fenomeno aggiuntivo, eppure esso può risultare più potente di quello tradizionale.

Se dunque la causa degli squilibri intra-europei può essere almeno in parte rintracciata nella divaricazione tra i costi del lavoro per unità prodotta, si pone il problema di individuare un criterio per contrastare questa tendenza. Ma quale meccanismo potrebbe concretamente arrestare l’ampliamento della forbice tra i costi? Nelle trattative in corso sulla riforma del Patto di stabilità, alcune forze in seno al Consiglio europeo insistono affinché si affermi ancora una volta l’idea che il mercato, lasciato a sé stesso, sarebbe in grado di correggere spontaneamente gli squilibri. Nei documenti preparatori della riforma si trovano infatti varie esortazioni, rivolte ai paesi in deficit con l’estero, ad accrescere ulteriormente la flessibilità del mercato del lavoro e ad abolire gli ultimi scampoli di indicizzazione dei salari. In sostanza, si vorrebbe che il Consiglio sollecitasse i paesi tendenti al deficit commerciale ad abolire i residui lacci normativi e contrattuali che disciplinano i rapporti di lavoro e li esortasse per questa via a lanciarsi all’inseguimento della Germania nella corsa al ribasso dei costi. In effetti questa ennesima istigazione al dumping e alla deflazione salariale non costituisce una novità. Si tratta di una politica già ampiamente sperimentata in passato. A conti fatti, essa non sembra aver minimamente contribuito ad attenuare gli squilibri e questa volta potrebbe anche far piombare l’Europa in una nuova recessione.

Un’alternativa alla linea di indirizzo descritta tuttavia esiste. Potremmo definirla “standard salariale” o “standard retributivo europeo”. Lo “standard” opererebbe su due pilastri: 1) Tutti i paesi membri dell’Unione dovrebbero esser tenuti a garantire una crescita delle retribuzioni reali almeno uguale alla crescita della produttività del lavoro (la definizione di “retribuzioni reali” può essere estesa fino a includere beni e servizi collettivi garantiti dallo stato sociale); l’obiettivo è di interrompere la caduta ormai trentennale della quota salari in Europa[3] e di eliminare la tendenza recessiva che da essa consegue, vista la maggior propensione al consumo dei salari rispetto ai profitti;[4] 2) Al di sopra della crescita minima, lo “standard” legherebbe la crescita delle retribuzioni reali agli andamenti delle bilance commerciali, allo scopo di favorire il riequilibrio tra paesi in surplus e paesi in deficit con l’estero; in particolare, i paesi caratterizzati da surplus commerciale sistematico dovrebbero essere indotti ad accelerare la crescita delle retribuzioni rispetto alla crescita della produttività al fine di contribuire all’assorbimento degli avanzi con l’estero. In sostanza, il primo pilastro dello “standard” opera in chiave di redistribuzione sociale, il secondo pilastro agisce sul riequilibrio commerciale, ma entrambi sono orientati al rilancio complessivo della domanda e del reddito europei.[5] Infine, la cogenza: i paesi nei quali gli andamenti del rapporto tra retribuzioni reali e produttività fossero divergenti rispetto allo “standard” dovrebbero essere sottoposti a sanzioni analoghe a quelle previste dai Trattati europei nel caso di deficit pubblici “eccessivi”.

Da un punto di vista concettuale la proposta di “standard retributivo” segue la fondamentale lezione di Keynes secondo cui la crisi può essere scongiurata solo se il peso del riequilibrio commerciale viene spostato dalle spalle dei paesi debitori a quelle dei paesi creditori, attraverso una espansione della domanda da parte di questi ultimi anziché una contrazione da parte dei primi. La proposta dovrebbe inoltre esser concepita come tassello di un piano più generale, che miri finalmente all’attivazione di un motore “interno” dello sviluppo economico e sociale europeo. Infine, un aspetto politicamente interessante dello “standard” è che esso rivela che l’interesse generale alla unità europea coincide con gli interessi dei lavoratori, siano essi tedeschi, italiani o greci.[6] Lo “standard” riesce in tal senso a generare una potenziale convergenza di interessi tra lavoratori appartenenti a paesi diversi, nonostante la divergenza tra i rispettivi costi unitari del lavoro. Per questo motivo potremmo definirlo un esempio concreto e non retorico di internazionalismo del lavoro.[7]

Naturalmente resta tutta da verificare la possibilità che a breve si riescano a smuovere le istituzioni dell’Unione nella direzione suggerita dallo “standard”. Un buon avvio potrebbe consistere in una ipotesi alternativa di riforma del Patto di Stabilità da parte dei partiti socialisti e delle sinistre europee. Si potrebbero inoltre rimodulare le iniziative sul salario minimo già avviate in seno al Parlamento europeo, al fine di renderle conformi alla logica generale dello “standard retributivo”. Ad ogni modo, quel che più conta, per il momento, è diffondere la consapevolezza che l’unità europea è minacciata anche da forze centrifughe che stanno ampliando a livelli potenzialmente insostenibili la forbice tra i costi unitari del lavoro. La pretesa di contrastare queste forze affidandosi alle consuete ricette liberiste potrebbe generare effetti contrari alle attese e danni irreparabili.[8]

 

 

Riferimenti bibliografici
Alesina, A., Perotti, R. (2010), Ricette sbagliate: più spesa in Germania,18 giugno.
Banca d’Italia (2010), I bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2008, Supplemento al bollettino statistico, n. 8, 10 febbraio.
Blanchard, O., Giavazzi F. (2002), Current Account Deficits in the Euro Area: the End of the Feldstein-Horioka Puzzle?, Brookings Papers on Economic Activity, n. 2.
Brancaccio, E. (2008), Deficit commerciale, crisi di bilancio e politica deflazionista, Studi Economici, n. 96.
Giavazzi, F., Spaventa L. (2010), The European Commission’s proposals: Empty and useless,  14 October.
Brancaccio, E. (2010), L’afflato europeista alla prova dei dati, in Brancaccio E., La crisi del pensiero unico, 2° ed., Franco Angeli, Milano.
Graziani, A. (2002), The Euro: an Italian Perspective, International Review of Applied Economics, 16, 1.
Hein E., Vogel L. (2008), Distribution and growth reconsidered: empirical results for six OECD countries, Cambridge Journal of Economics, 32.
Krugman, P. (1995), Geografia e commercio internazionale, Garzanti (ed. orig. Geography and Trade 1991).
Stockhammer E., Onaran O., Ederer S. (2009), Functional income distribution and aggregate demand in the Euro area, Cambridge Journal of Economics, 33.
Wyplosz, C. (2011), Happy 2011?, 5 January.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: cavallopazzo - 10 Settembre, 2011, 14:31:05 pm
Uno “standard retributivo” per tenere unita l’Europa


La crisi europea non è finita: la divergenza tra i costi del lavoro per unità prodotta sta alimentando squilibri potenzialmente letali per l’Unione monetaria. Occorre uno “standard retributivo” per ridurre lo sbilanciamento tra paesi in surplus e paesi in deficit commerciale. L’interesse generale all’unità europea coincide con gli interessi dei lavoratori, siano essi tedeschi, italiani o greci.

Sembrano lontani i tempi in cui Olivier Blanchard e Francesco Giavazzi (2002) consideravano l’ampliamento degli squilibri commerciali tra paesi europei un sintomo virtuoso della maggiore integrazione finanziaria della zona euro. Da qualche anno la loro tesi appare superata, e va invece diffondendosi tra gli studiosi una chiave di lettura molto meno rassicurante degli sbilanciamenti nel commercio intra-europeo. Stando a questa interpretazione alternativa la crisi dell’unità europea non può banalmente derivare da finanze pubbliche fuori controllo ma sembra piuttosto essere associata a un problema di indebitamento complessivo, sia pubblico che privato, e in particolare a uno squilibrio nei rapporti di debito e credito tra i paesi membri dell’Unione. Più precisamente si ritiene che la crisi sia alimentata da una profonda asimmetria tra economie forti ed economie deboli dell’area, che determina surplus crescenti soprattutto per la Germania a fronte di deficit commerciali sistematici per i paesi “periferici” dell’Unione. Numerosi analisti iniziano in questo senso a temere che lo squilibrio tra paesi in surplus e paesi in deficit con l’estero possa rivelarsi un grave fattore di instabilità e una potenziale minaccia per la tenuta futura dell’Unione monetaria.[1] Persino il Consiglio e la Commissione europea, solitamente riluttanti sul tema, hanno iniziato a riconoscere che uno squilibrio eccessivo nei commerci intra-europei accresce l’instabilità e il rischio di nuove crisi.

Ma quali sono le cause degli squilibri commerciali interni alla zona euro? Per quale motivo la Germania continua ad accumulare surplus mentre Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna tendono sistematicamente al deficit nei conti con l’estero? Limitarsi ad affermare che i paesi “periferici” spendono troppo mentre la Germania spende troppo poco è tautologico. Più interessante ci sembra la tesi secondo cui gli attuali scompensi commerciali sarebbero almeno in parte da imputare ad una divergenza tra i costi del lavoro per unità prodotta dei vari paesi dell’Unione. E’ questa una interpretazione di cui si discute da tempo e che raccoglie il parere favorevole di svariati esperti. Di recente tuttavia Charles Wyplosz (2011) ha respinto con risolutezza questa spiegazione. L’economista del Graduate Institute di Ginevra riconosce che dal 1999 ad oggi in Germania i salari sono cresciuti pochissimo rispetto alla produttività, per cui il costo unitario del lavoro si è ridotto e la competitività è aumentata rispetto agli altri paesi. Egli però aggiunge che il cambiamento relativo dei costi unitari non ha quasi mai superato i dieci punti percentuali. Data la bassa elasticità delle bilance commerciali ai costi unitari, Wyplosz arriva a concludere che le variazioni di questi ultimi sono state troppo modeste per rientrare tra le determinanti principali degli squilibri intra-europei.

Wyplosz è uno dei massimi esperti in tema di unione monetaria. Le sue conclusioni dovrebbero quindi almeno in parte rassicurarci sulla tenuta futura della zona euro. In realtà esse non appaiono convincenti, per almeno due motivi. In primo luogo, se il problema consiste nel verificare la robustezza della zona euro di fronte alla eventualità di nuovi attacchi speculativi, allora si deve tener presente che gli operatori sui mercati finanziari elaborano le loro strategie anche alla luce degli andamenti attesi delle principali variabili economiche. In quest’ottica si dovrebbe quindi tener conto non solo degli squilibri commerciali già registrati ma anche dei fattori che possono concorrere ad accentuarli ulteriormente in futuro. Il grafico seguente offre in tal senso alcune indicazioni:

 
([url]http://www.economiaepolitica.it/wp-content/uploads/graf-brancaccio.JPG[/url])
 

dati OECD
 

La figura mostra l’andamento effettivo dei costi monetari del lavoro per unità di prodotto dal 1999 al 2007, mentre per gli anni successivi descrive la loro proiezione lineare. Dal grafico si evince che se le linee di tendenza che hanno caratterizzato il primo decennio di vita della zona euro venissero confermate anche in futuro, la divaricazione tra i costi assumerebbe ben presto dimensioni eccezionali. In particolare, il costo unitario del lavoro in Germania diminuirebbe in termini assoluti a fronte di incrementi estremamente accentuati in Irlanda, Spagna, Italia, Grecia e Portogallo. In pochi anni la forbice tra i costi sarebbe dunque tale da generare divari di competitività senza precedenti. Essa potrebbe quindi condurre a quella che Krugman (1995) ha definito una “mezzogiornificazione” delle periferie europee, vale a dire desertificazioni produttive e migrazioni di massa dalle aree più deboli dell’Unione. Vi è chi reputa questa eventualità una conseguenza logica del processo di centralizzazione dei capitali europei in atto da tempo, e della connessa tendenza alla “egemonizzazione tedesca” dell’Europa. Se così fosse si tratterebbe di un processo altamente rischioso, che potrebbe a un certo punto pregiudicare la sopravvivenza stessa dell’attuale Unione monetaria.

Il secondo limite dell’analisi di Wyplosz verte sul fatto che egli esamina le divergenze tra i costi unitari guardando soltanto ai loro effetti sui prezzi relativi e quindi sulla competitività dei paesi della zona euro. Egli cioè trascura il fatto che i mutamenti nei costi monetari unitari possono avere implicazioni anche sui margini di profitto e quindi sulla distribuzione del reddito. Per esempio, se in Germania il costo monetario del lavoro per unità prodotta si riduce può accadere che le imprese tedesche decidano di ridurre i prezzi ma può anche darsi che scelgano di aumentare i margini. Ora, eventuali aumenti del margine di profitto modificano la distribuzione del reddito: la quota salari si riduce e la quota profitti aumenta. Di conseguenza, poiché la propensione al consumo sui salari è in genere molto più alta della propensione al consumo sui profitti,[2] lo spostamento distributivo a favore di questi ultimi provocherà in Germania un calo della domanda e delle importazioni e quindi un ulteriore aumento del surplus commerciale tedesco. Oltre al consueto effetto che passa per i prezzi e per la competitività esiste dunque un secondo effetto squilibrante che passa per la distribuzione e la domanda. Wyplosz e in generale gli economisti mainstream tendono a trascurare questo fenomeno aggiuntivo, eppure esso può risultare più potente di quello tradizionale.

Se dunque la causa degli squilibri intra-europei può essere almeno in parte rintracciata nella divaricazione tra i costi del lavoro per unità prodotta, si pone il problema di individuare un criterio per contrastare questa tendenza. Ma quale meccanismo potrebbe concretamente arrestare l’ampliamento della forbice tra i costi? Nelle trattative in corso sulla riforma del Patto di stabilità, alcune forze in seno al Consiglio europeo insistono affinché si affermi ancora una volta l’idea che il mercato, lasciato a sé stesso, sarebbe in grado di correggere spontaneamente gli squilibri. Nei documenti preparatori della riforma si trovano infatti varie esortazioni, rivolte ai paesi in deficit con l’estero, ad accrescere ulteriormente la flessibilità del mercato del lavoro e ad abolire gli ultimi scampoli di indicizzazione dei salari. In sostanza, si vorrebbe che il Consiglio sollecitasse i paesi tendenti al deficit commerciale ad abolire i residui lacci normativi e contrattuali che disciplinano i rapporti di lavoro e li esortasse per questa via a lanciarsi all’inseguimento della Germania nella corsa al ribasso dei costi. In effetti questa ennesima istigazione al dumping e alla deflazione salariale non costituisce una novità. Si tratta di una politica già ampiamente sperimentata in passato. A conti fatti, essa non sembra aver minimamente contribuito ad attenuare gli squilibri e questa volta potrebbe anche far piombare l’Europa in una nuova recessione.

Un’alternativa alla linea di indirizzo descritta tuttavia esiste. Potremmo definirla “standard salariale” o “standard retributivo europeo”. Lo “standard” opererebbe su due pilastri: 1) Tutti i paesi membri dell’Unione dovrebbero esser tenuti a garantire una crescita delle retribuzioni reali almeno uguale alla crescita della produttività del lavoro (la definizione di “retribuzioni reali” può essere estesa fino a includere beni e servizi collettivi garantiti dallo stato sociale); l’obiettivo è di interrompere la caduta ormai trentennale della quota salari in Europa[3] e di eliminare la tendenza recessiva che da essa consegue, vista la maggior propensione al consumo dei salari rispetto ai profitti;[4] 2) Al di sopra della crescita minima, lo “standard” legherebbe la crescita delle retribuzioni reali agli andamenti delle bilance commerciali, allo scopo di favorire il riequilibrio tra paesi in surplus e paesi in deficit con l’estero; in particolare, i paesi caratterizzati da surplus commerciale sistematico dovrebbero essere indotti ad accelerare la crescita delle retribuzioni rispetto alla crescita della produttività al fine di contribuire all’assorbimento degli avanzi con l’estero. In sostanza, il primo pilastro dello “standard” opera in chiave di redistribuzione sociale, il secondo pilastro agisce sul riequilibrio commerciale, ma entrambi sono orientati al rilancio complessivo della domanda e del reddito europei.[5] Infine, la cogenza: i paesi nei quali gli andamenti del rapporto tra retribuzioni reali e produttività fossero divergenti rispetto allo “standard” dovrebbero essere sottoposti a sanzioni analoghe a quelle previste dai Trattati europei nel caso di deficit pubblici “eccessivi”.

Da un punto di vista concettuale la proposta di “standard retributivo” segue la fondamentale lezione di Keynes secondo cui la crisi può essere scongiurata solo se il peso del riequilibrio commerciale viene spostato dalle spalle dei paesi debitori a quelle dei paesi creditori, attraverso una espansione della domanda da parte di questi ultimi anziché una contrazione da parte dei primi. La proposta dovrebbe inoltre esser concepita come tassello di un piano più generale, che miri finalmente all’attivazione di un motore “interno” dello sviluppo economico e sociale europeo. Infine, un aspetto politicamente interessante dello “standard” è che esso rivela che l’interesse generale alla unità europea coincide con gli interessi dei lavoratori, siano essi tedeschi, italiani o greci.[6] Lo “standard” riesce in tal senso a generare una potenziale convergenza di interessi tra lavoratori appartenenti a paesi diversi, nonostante la divergenza tra i rispettivi costi unitari del lavoro. Per questo motivo potremmo definirlo un esempio concreto e non retorico di internazionalismo del lavoro.[7]

Naturalmente resta tutta da verificare la possibilità che a breve si riescano a smuovere le istituzioni dell’Unione nella direzione suggerita dallo “standard”. Un buon avvio potrebbe consistere in una ipotesi alternativa di riforma del Patto di Stabilità da parte dei partiti socialisti e delle sinistre europee. Si potrebbero inoltre rimodulare le iniziative sul salario minimo già avviate in seno al Parlamento europeo, al fine di renderle conformi alla logica generale dello “standard retributivo”. Ad ogni modo, quel che più conta, per il momento, è diffondere la consapevolezza che l’unità europea è minacciata anche da forze centrifughe che stanno ampliando a livelli potenzialmente insostenibili la forbice tra i costi unitari del lavoro. La pretesa di contrastare queste forze affidandosi alle consuete ricette liberiste potrebbe generare effetti contrari alle attese e danni irreparabili.[8]

 

 

Riferimenti bibliografici
Alesina, A., Perotti, R. (2010), Ricette sbagliate: più spesa in Germania,18 giugno.
Banca d’Italia (2010), I bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2008, Supplemento al bollettino statistico, n. 8, 10 febbraio.
Blanchard, O., Giavazzi F. (2002), Current Account Deficits in the Euro Area: the End of the Feldstein-Horioka Puzzle?, Brookings Papers on Economic Activity, n. 2.
Brancaccio, E. (2008), Deficit commerciale, crisi di bilancio e politica deflazionista, Studi Economici, n. 96.
Giavazzi, F., Spaventa L. (2010), The European Commission’s proposals: Empty and useless,  14 October.
Brancaccio, E. (2010), L’afflato europeista alla prova dei dati, in Brancaccio E., La crisi del pensiero unico, 2° ed., Franco Angeli, Milano.
Graziani, A. (2002), The Euro: an Italian Perspective, International Review of Applied Economics, 16, 1.
Hein E., Vogel L. (2008), Distribution and growth reconsidered: empirical results for six OECD countries, Cambridge Journal of Economics, 32.
Krugman, P. (1995), Geografia e commercio internazionale, Garzanti (ed. orig. Geography and Trade 1991).
Stockhammer E., Onaran O., Ederer S. (2009), Functional income distribution and aggregate demand in the Euro area, Cambridge Journal of Economics, 33.
Wyplosz, C. (2011), Happy 2011?, 5 January.
SI POTREBBE ANCHE FARE, a patto che ci sia una quota europea di spese per servizi che ogni cittadino paga per poter circolare
nella comunità europeo, a patto che ci sia la limitazione alla commercializzazione di prodotti solo a marchio europeo e prodotti in europa, e che
l' inidicizzazione dell'adeguamento salariale sia proporzionato ai livelli di tassazione nei paesi in modo da avere uno spread da spendere in consumi ed investimenti.
Poi ci vorrebbero tutele finanziarie per le imprese di almeno 5 anni per le imprese e per gli investitori, inoltre creare un consorzio europeo per tutti i prodotti
sviluppati e creati in europa, in modo da differenziare il tutto con il marciume made in china. Farei anche un limite contributivo che a differenza di questo attuale venga calcolato a seconda del reddito
e della classe di lavoro. insomma servono aiuti e regole chiare! pensare di tagliare ancora è inutile....depennare circo 800 tra deputati senatori e marciume vario una speranza.
instaurare patrimoniale sugli alti redditi una fonte.... Cambiare la nostra mentalità il futura.... un unica moneta l'euro ma tante e troppe differenze tra paese e paese.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 10 Settembre, 2011, 15:38:46 pm
Permettimi, ma non puoi recuperare 40-50 miliardi di euro in pochi mesi tagliando gli sprechi. Se vuoi intervenire sulla spesa pubblica,
PER FORZA devi eliminare o sistema sanitario nazionale o sistema previdenziale, almeno per come lo conosciamo oggi. Come sta facendo, fallendo, la Grecia.

Rilancio sui tecnicismi: per far fronte a disavanzo, in caso di "debito federale" uno stato come dovrebbe finanziare la spesa pubblica? Con quali modalità? Chi è preposto a concedere cosa? Coin quali velocità?

Non li recuperi, ma metti mano per forza di cose a riforme serie che servono come il pane a questo paese. Magari nell'immediato calmi anche i mercati ponendo un freno al "corpo della preda" che sembrava morto ma in realtà da segni di vita. La questione della patrimoniale, anche se ideologicamente non la condivido, si potrebbe anche attuare. Il mio personale dubbio è che dopo la patrimoniale tutto continui come prima. Ristrutturiamo la facciata nell'immediato e sono d'accordo. Ma sappiamo tutti che sono le fondamenta che urgono di un intervento, e pochi hanno il coraggio/interesse di metterci mano.  Toccare il welfare state credo sarebbe pure cosa buona e giusta. Non intendo lasciare milioni di persone senza copertura sanitaria, ma smetterla ad esempio di finanziare strutture private son i soldi pubblici...rendere tutto più meritevole. Chi paga ha diritto, chi no si appenda. Un evasore che dichiara 7.000 euro l'anno non deve aver accesso a strutture pubbliche in alcun modo. E' l'operaio che paga tutte le tasse che deve essere trattato come un Re quando entra in un ospedale. E qui andiamo pure alla lotta alla evasione. La questione è che i problemi sono talmente tanti e collegati tra loro che se uno si mette a fare l'elenco non la finiamo più. La colpa è dei politici, che non solo hanno governato male, ma hanno anche fallito nell'educare un popolo, assecondandone le più aberranti inclinazioni al disprezzo della cosa pubblica per garantirsi l'impunità a vita. Io almeno così la vedo e sinceramente non vedo all'orizzonte manco un filo di luce. Dicono che la notte è più buia prima dell'alba. Lo spero con tutto il cuore, anche se ci credo poco.

La seconda parte del tuo post francamente non la capisco. Se si diventa un corpo solo si attuano i meccanismi che esistono ad esempio in USA, dove l'unico autorizzato a contrarre debito è l'ente federale e non il singolo stato. Bisogna a mio modo di vedere ragionare quanto più è possibile come corpo unico, con fiscalità comuni, sistemi sanitari e pensionistici quanto più simili dalla Svezia alla Grecia.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 10 Settembre, 2011, 15:52:44 pm
L'articolo è interessantissimo. ma vorrei aggiungere qualcosa. I costi del lavoro variano da paese a paese per cause specifiche di quei paesi. Qui il costo del lavoro aumenta perché le tasse sono alte e le nostre aziende non sono competitive, principalmente. La Germania è il terzo esportatore mondiale, anzi il secondo dietro gli USA e a differenza delle Cina esportano merci ad alto tasso tecnologico e con un background di ricerca e sviluppo dietro che ha pochi pari al mondo. La sfida del nuovo secolo corre su questi binari, sempre più competenze e maggiori implementazioni. Se rimani al palo sei fregato, nel 2011 ci metti nulla a diventare periferia del mondo. Questa è un'altra grande sfida che il nostro paese deve affrontare. Basta piangere perché il cinese fa le magliette a 1 euro. Dobbiamo tirarci su per fare le magliette di 10 euro, di altissima qualità e che abbiano un loro segmento di mercato ben definito. Apple spende metà dei suoi utili in R&R, ma ha iniziato 10 anni fa ed ha spezzato i reni a tutti i suoi competitors. Bisogna ragionare così anche a livello imprenditoriale ormai. Offrire di più e meglio al cliente.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 10 Settembre, 2011, 15:53:57 pm
EDIT
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Moebius - 10 Settembre, 2011, 15:54:38 pm
vedo che ormai è un dialogo tra te e te
 :look:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 10 Settembre, 2011, 17:07:43 pm
Inoltre sarebbe bene che mafiosi e cammorristi iniziassero ad investire in maniera legale come fanno in America. La Mafia ha tirato su intere città lì. Hanno miliardi e miliardi e devono iniziare a spenderli.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 10 Settembre, 2011, 17:21:01 pm
Comunque per me i discorsi di full-of-lutamma non sembrano inconsistenti, anzi.  :sisi:

Dell'articolo di Enzo... mamma mà.. solamente la bibliografia è una palla da leggere  :brr:  :rotfl:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: cavallopazzo - 10 Settembre, 2011, 17:54:19 pm
Inoltre sarebbe bene che mafiosi e cammorristi iniziassero ad investire in maniera legale come fanno in America. La Mafia ha tirato su intere città lì. Hanno miliardi e miliardi e devono iniziare a spenderli.
quello lo stanno facendo... e lo fanno da anni. gli manca proprio di investire nelle finanza pura. però a noi preferiscono papparsi fondi europei che mettere in circolo proprio i loro... diciamo che hanno un pò di mente chiusa agli affari infatti
sono entrati soltanto nei settori agroalimentari con annessa ristorazione e nel cemento movimento terra ed altre attività connesse. diciamo che investono sul sicuro.
la mafia per salvare il paese :maronn:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 10 Settembre, 2011, 21:56:16 pm
Non li recuperi, ma metti mano per forza di cose a riforme serie che servono come il pane a questo paese. Magari nell'immediato calmi anche i mercati ponendo un freno al "corpo della preda" che sembrava morto ma in realtà da segni di vita. La questione della patrimoniale, anche se ideologicamente non la condivido, si potrebbe anche attuare. Il mio personale dubbio è che dopo la patrimoniale tutto continui come prima. Ristrutturiamo la facciata nell'immediato e sono d'accordo. Ma sappiamo tutti che sono le fondamenta che urgono di un intervento, e pochi hanno il coraggio/interesse di metterci mano.  Toccare il welfare state credo sarebbe pure cosa buona e giusta. Non intendo lasciare milioni di persone senza copertura sanitaria, ma smetterla ad esempio di finanziare strutture private son i soldi pubblici...rendere tutto più meritevole. Chi paga ha diritto, chi no si appenda. Un evasore che dichiara 7.000 euro l'anno non deve aver accesso a strutture pubbliche in alcun modo. E' l'operaio che paga tutte le tasse che deve essere trattato come un Re quando entra in un ospedale. E qui andiamo pure alla lotta alla evasione. La questione è che i problemi sono talmente tanti e collegati tra loro che se uno si mette a fare l'elenco non la finiamo più. La colpa è dei politici, che non solo hanno governato male, ma hanno anche fallito nell'educare un popolo, assecondandone le più aberranti inclinazioni al disprezzo della cosa pubblica per garantirsi l'impunità a vita. Io almeno così la vedo e sinceramente non vedo all'orizzonte manco un filo di luce. Dicono che la notte è più buia prima dell'alba. Lo spero con tutto il cuore, anche se ci credo poco.

La seconda parte del tuo post francamente non la capisco. Se si diventa un corpo solo si attuano i meccanismi che esistono ad esempio in USA, dove l'unico autorizzato a contrarre debito è l'ente federale e non il singolo stato. Bisogna a mio modo di vedere ragionare quanto più è possibile come corpo unico, con fiscalità comuni, sistemi sanitari e pensionistici quanto più simili dalla Svezia alla Grecia.

Un piccolo particolare: in Usa non esiste welfare e grazie al cazzo che può sussistere a lungo un sistema federale di quel tipo.
Ripeto la domanda: come fai a finanziare disavanzo di una nazione? Come fai a far investire nelle infrastrutture, negli investimenti produttivi un paese che non può emettere bond? E soprattutto: chi decide quale nazione può investire a debito e chi no? E' utopico capisci?

Inoltre, vuoi intervenire sui "privilegi" e sul welfare per dare un segnale agli agenti economici e non credi che ci sia bisogno piuttosto del ridimensionamento del potere arbitrario e sanzionatorio della BCE, che può agire senza chiedere permesso a nessuno, e senza che nessuno in pratica abbia formalizzato i suoi parametri (tax d'interesse, inflazione, disavanzo/pil)

Forse non l'hai capito, ma tutto parte da lì.

Comunque si è capito che sei neoclassico e che credi alla stronzata dell "accumulazione di capitale". Beato te.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 11 Settembre, 2011, 01:53:15 am
Comunque per me i discorsi di full-of-lutamma non sembrano inconsistenti, anzi.  :sisi:



Ti ringrazio.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 11 Settembre, 2011, 02:01:14 am
Un piccolo particolare: in Usa non esiste welfare e grazie al cazzo che può sussistere a lungo un sistema federale di quel tipo.
Ripeto la domanda: come fai a finanziare disavanzo di una nazione? Come fai a far investire nelle infrastrutture, negli investimenti produttivi un paese che non può emettere bond? E soprattutto: chi decide quale nazione può investire a debito e chi no? E' utopico capisci?

Inoltre, vuoi intervenire sui "privilegi" e sul welfare per dare un segnale agli agenti economici e non credi che ci sia bisogno piuttosto del ridimensionamento del potere arbitrario e sanzionatorio della BCE, che può agire senza chiedere permesso a nessuno, e senza che nessuno in pratica abbia formalizzato i suoi parametri (tax d'interesse, inflazione, disavanzo/pil)

Forse non l'hai capito, ma tutto parte da lì.

Comunque si è capito che sei neoclassico e che credi alla stronzata dell "accumulazione di capitale". Beato te.

Non è utopistico a me sembra una cosa molto semplice invece. Nessun governo nazionale può contrarre debito, spende quello che ha e se ha bisogno di qualcosa extra chiede al governo federale. Le grandi opere le fa l'Europa, se bisogna rifare l'A1 la rifarà l'Europa dato che l'A1 non si fermerà a Milano ma arriverà fino a Berlino, es. Guarda che con l'Europa Unita ma unita si potrebbe anche mettere in campo un grande New Deal a livello Continetale, che ovviamente interessi le aree più sottosviluppate principalmente. Roosvelt il ND lo fece nella provincia americana non a Fifth Avenue.

La BCE è ottima così com'è, la politica monetario deve gestirla un ente indipendente, lo Stato fa troppi danni.

Comuque si, sono un liberista convinto.

Mi scuso se non ho espresso i concetti in modo chiaro, però sono pure le 2 di notte.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: kolor - 11 Settembre, 2011, 12:53:20 pm
a proposito di crisi....ma chill c'ha scassat...arò sta?...in vacanza?
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 12 Settembre, 2011, 23:34:37 pm
Vi volevo dire un'ultima cosa. Sembra, ripeto sembra che il fondo d'investimento Cinese sia pronto a salvare il culo all'Italia.

Silvio che viene salvato dai Comunisti.  :rotfl:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: kowalski - 13 Settembre, 2011, 00:12:30 am
Vi volevo dire un'ultima cosa. Sembra, ripeto sembra che il fondo d'investimento Cinese sia pronto a salvare il culo all'Italia.

Silvio che viene salvato dai Comunisti.  :rotfl:
Magari ci faranno fare i lavori che manco più gli schiavuttielli della Foxconn vogliono fare.  :boh:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Full-of-lutamma - 13 Settembre, 2011, 00:18:36 am
Già me la immagino la Cammusso con la mutanda bagnata per l'arrivo dei compagni ma che al primo sciopero si risveglia in qualche prigione del Xiu Yang o cose del genere.

"Io essele cinese, dale te soldi quindi tu lavolale 20 ore al giolno e tu non rompere cazzo."  :asd:

Comunque notizia che se verificata nei prossimi giorni fa svoltare la Storia di questo paese.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 01 Febbraio, 2012, 12:14:11 pm
http://www.grandeoriente-democratico.com/Flash_di_GOD_del_31_gennaio_2012.html (http://www.grandeoriente-democratico.com/Flash_di_GOD_del_31_gennaio_2012.html) :

A breve torneremo ad occuparci congiuntamente e in modo più approfondito dei Fratelli Massoni Mario Monti e Mario Draghi, spiegando anche perché, sul palcoscenico politico-economico attuale, italiano ed europeo, la loro identità massonica non sia un mero fatto di gossip o dietrologia morbosa, ma investa al contrario le strategie (palesi e meno palesi) che stanno guidando epocali trasformazioni sociali dell’intero Occidente, a partire dal Vecchio Continente.

Intanto, come semplicissimo e inquietante viatico agli imminenti approfondimenti, sottoponiamo all’analisi critica dei nostri lettori, il pezzo, apparso su DAGOSPIA (ma facente riferimento a dichiarazioni riprese anche altrove, sebbene significativamente poco commentate dai media italioti e non solo italioti…):

“È CONSENTITO, SOTTO IL PROFILO DELLA LOGICA E DELL’ANALISI ECONOMICA, CHE IL PRESIDENTE DELLA BCE MARIO DRAGHI ARRIVI AD ATTRIBUIRE AI FAMIGERATI SPREAD UNA FUNZIONE QUASI SALVIFICA CON UN’AFFERMAZIONE DI QUESTO GENERE: “IL PIÙ POTENTE DEI MOTORI CHE HANNO SPINTO I GOVERNI DELL’EUROZONA A FARE LE RIFORME”?”, pezzo redazionale del 30 gennaio 2012 by DAGOSPIA  (http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-consentito-sotto-il-profilo-della-logica-e-dellanalisi-economica-che-il-presidente-della-34912.htm)(clicca sopra per leggere).

E ci si soffermi sui seguenti passaggi:

“…A questi attributi Dagospia può aggiungere "sorridente" perché il Draghi di Davos e di Francoforte ha sorpreso i presenti con un'aria e un'analisi ben diverse da quelle usate a Strasburgo non più tardi del 16 gennaio quando parlando davanti al Parlamento europeo, aveva detto: "non c'è un minuto da perdere, la crisi è peggiorata ed è very grave". Poi si era lanciato contro le agenzie di rating, gli untori che con i loro verdetti hanno rotto i coglioni agli stati sovrani e alle imprese di mezzo mondo […]
C'è però un passaggio del suo intervento che ha fatto sobbalzare i banchieri e i Premi Nobel seduti in platea perché a un certo punto ha detto testualmente che se l'aria in Europa è cambiata il merito principale è degli spread, "il più potente dei motori che hanno spinto i governi dell'Eurozona a fare le riforme". Ora c'è da chiedersi se è consentito, sotto il profilo della logica e dell'analisi economica, che il Presidente della Banca centrale europea arrivi a formulare un'affermazione di questo genere con il risultato di attribuire ai famigerati spread una funzione quasi salvifica.”

Vergogna per queste parole ciniche e spregiudicate, Fratello Draghi, ma GRAZIE per quello che costituisce un inequivocabile AUTOGOAL, indicativo e de-mistificatore di quali reali idee, trame, strategie e finalità stiano guidando le attuali politiche economico-finanziarie neoliberiste, tragiche e devastanti imperanti nel Vecchio Continente.
Per gli Oligarchi sovra-nazionali di cui Draghi, Merkel, Van Rompuy, Monti e diversi altri personaggi sono efficaci portavoce ed esecutori, la speculazione sugli SPREAD fra i titoli di Stato dei vari debiti sovrani e la stessa drammatizzazione dell’aumento degli SPREAD, lungi dall’essere una disgrazia da governare e cui porre rimedio, ha costituito una FAVOLOSA OCCASIONE per imporre DISPOTICAMENTE e TECNOCRATICAMENTE determinate trasformazioni politico-economiche alle società europee, “laboratorio sperimentale” italiano in testa.

Sarà nostra cura, in quanto Massoni appartenenti ad un network sovra-nazionale di Fratelli autenticamente iniziati, liberali, libertari e democratici, mostrare all’opinione pubblica le agghiaccianti implicazioni dell’apparente gaffe istituzionale e mediatica del Fratello Massone Contro-Iniziato Mario Draghi in quel di DAVOS (Svizzera), al World Economic Forum di pochi giorni fa.

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 04 Febbraio, 2012, 21:34:59 pm
http://www.srlfacile.org/ (http://www.srlfacile.org/)
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Dorix - 04 Febbraio, 2012, 21:41:56 pm
[url]http://www.srlfacile.org/[/url] ([url]http://www.srlfacile.org/[/url])


Ma quindi nun era vera la stronzata che mi disse la mia prof di economia aziendale sul fatto che da ora le SRL adesso si possono fare con 1€?  :look:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 04 Febbraio, 2012, 21:42:59 pm
Ma quindi nun era vera la stronzata che mi disse la mia prof di economia aziendale sul fatto che le SRL adesso si possono fare con 1€?  :look:

in italia no, figurati.

negli uk ci sono siti con i quali tu (semplice studente, ad esempio)  ti puoi aprire l'srl tranquillamente  :asd:
cioè, sembra proprio che ti stai registrando su un normalissimo sito ... e invece no, ti stai aprendo un attimo un attimo un'azienda.

Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 05 Febbraio, 2012, 02:24:38 am
in italia no, figurati.

negli uk ci sono siti con i quali tu (semplice studente, ad esempio)  ti puoi aprire l'srl tranquillamente  :asd:
cioè, sembra proprio che ti stai registrando su un normalissimo sito ... e invece no, ti stai aprendo un attimo un attimo un'azienda.

ti immagini cosa comporterebbe ciò nel paese con la più alta evasione fiscale d'europa? Diventerebbe il festival delle società di copertura....

E poi, i ragazzi volenterosi che non hanno soldi per il capitale sociale minimo possono sempre aprirsi una società a nome collettivo, non hai obbligo di capitale sociale minimo, solo che rischi col tuo culo, questo è il punto.

Mica è necessario fare i chiattilli con la Società a Responsabilità Limitata....
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Giuseppe Corvino - 05 Febbraio, 2012, 13:31:36 pm
l'evasione (o meglio la propensione all'evasione) è universale. In italia in uk, in danimarca etc. Esiste infatti un paper chiamato "unwilling or unable to cheat?" che lo dimostra.

La ssrl sarà utile soprattutto per quelle venture legate al settore dei servizi (non credo che in italia molti farebbero credito ad un capitale sociale di un euro).
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 05 Febbraio, 2012, 13:38:29 pm
l'evasione (o meglio la propensione all'evasione) è universale. In italia in uk, in danimarca etc. Esiste infatti un paper chiamato "unwilling or unable to cheat?" che lo dimostra.

La ssrl sarà utile soprattutto per quelle venture legate al settore dei servizi (non credo che in italia molti farebbero credito ad un capitale sociale di un euro).

si, ma se l'italia ha un rapporto tassazione/Pil a livelli scandinavi, senza avere le aliquote della scandinavia, ci sarà un perchè no? Sarà pur speciale ed accentuata questa propensione non trovi?


Poi mi speghi perchè c'è bisogno afforza di una ssrl e non può bastare un potenziamento o deroghe giovanili (per il profilo della responsabilità patrimoniale illimitata e solidale) per la snc?
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 05 Febbraio, 2012, 21:40:38 pm
ti immagini cosa comporterebbe ciò nel paese con la più alta evasione fiscale d'europa? Diventerebbe il festival delle società di copertura....

E poi, i ragazzi volenterosi che non hanno soldi per il capitale sociale minimo possono sempre aprirsi una società a nome collettivo, non hai obbligo di capitale sociale minimo, solo che rischi col tuo culo, questo è il punto.

Mica è necessario fare i chiattilli con la Società a Responsabilità Limitata....

1) già accade
2) perchè dovrei rischiare con il mio culo se la mia azienda non "va più bene"?
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 06 Febbraio, 2012, 00:45:00 am
1) già accade
2) perchè dovrei rischiare con il mio culo se la mia azienda non "va più bene"?

1) chi dice il contrario, dico solo che i costi si ridurrebbero all'inverosimile, per le conclusioni pensaci tu. So opinioni. E non mi dite che c'è il limite d'età, perchè un tossico di 22 anni da pagare 1000 euro al mese lo trovano in 2 secondi ste merde.

2) perchè devi sottoporre un'attività d'impresa al rischio: ti becchi i benefici, ti becchi i rischi. Si chiama capitalismo, do you know? Significa che se devi aprire un'attività lo devi fare con criterio e ponderazione, oltre che a gestirla con senno. Perchè vaglielo a spiegare a quello che ti affitta i server, ti affitta l'ufficio, ti concede la rete ADSL professionale, ti fornisce i software professionali che "non vuoi rischiare col tuo culo" se non li paghi....
Ora, o apri una SNC e ti esponi personalmente, oppure c'è una SPA col capitale sociale minimo da almeno 120 mila euro, o la SRL a 10mila. Queste sono le regole del gioco.

Pò se vulimm a pazziell sella SSRL, che è stata fatta per fare fessi e contenti mercati ed UE, facimml pure. Intanto per me, allo stato delle cose, è un operazione che facilita solo i Briatore ed i Ricucci.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 06 Febbraio, 2012, 11:45:39 am
1) chi dice il contrario, dico solo che i costi si ridurrebbero all'inverosimile, per le conclusioni pensaci tu. So opinioni. E non mi dite che c'è il limite d'età, perchè un tossico di 22 anni da pagare 1000 euro al mese lo trovano in 2 secondi ste merde.

2) perchè devi sottoporre un'attività d'impresa al rischio: ti becchi i benefici, ti becchi i rischi. Si chiama capitalismo, do you know? Significa che se devi aprire un'attività lo devi fare con criterio e ponderazione, oltre che a gestirla con senno. Perchè vaglielo a spiegare a quello che ti affitta i server, ti affitta l'ufficio, ti concede la rete ADSL professionale, ti fornisce i software professionali che "non vuoi rischiare col tuo culo" se non li paghi....
Ora, o apri una SNC e ti esponi personalmente, oppure c'è una SPA col capitale sociale minimo da almeno 120 mila euro, o la SRL a 10mila. Queste sono le regole del gioco.

Pò se vulimm a pazziell sella SSRL, che è stata fatta per fare fessi e contenti mercati ed UE, facimml pure. Intanto per me, allo stato delle cose, è un operazione che facilita solo i Briatore ed i Ricucci.

1) Continuo a non capire il discorso. Allora mettiamo una tassa di 1 milione di euro su chi apre un'azienda, così preveniamo gli imbroglioni.

2) Non sono molto ferrato in materia, lo ammetto, ma a me pare strano che ti diano qualcosa senza nulla in cambio. Inoltre trovo ancora più strano che, laddove ti diano dei soldi (e quindi fai i debiti), tu possa dichiarare bancarotta ogni volta che vuoi senza avere responsabilità. Sennò a questo punto pure io ora mi apro una SRL con 10mila euro e faccio debiti per 200 mila, poi dichiaro fallimento e voilà.  :boh:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 06 Febbraio, 2012, 13:16:18 pm
1) Continuo a non capire il discorso. Allora mettiamo una tassa di 1 milione di euro su chi apre un'azienda, così preveniamo gli imbroglioni.

2) Non sono molto ferrato in materia, lo ammetto, ma a me pare strano che ti diano qualcosa senza nulla in cambio. Inoltre trovo ancora più strano che, laddove ti diano dei soldi (e quindi fai i debiti), tu possa dichiarare bancarotta ogni volta che vuoi senza avere responsabilità. Sennò a questo punto pure io ora mi apro una SRL con 10mila euro e faccio debiti per 200 mila, poi dichiaro fallimento e voilà.  :boh:

1) te lo semplifico: il limite del capitale sociale a 70mila euro è un forte limite per la piccola evasione societaria, perchè il costo dell'operazione c'è a piazzare una società di copertura come tutela in caso di bancarotta....
Nel caso della SSRL questo limite verrebbe anche meno. Il discorso della tassa è assurdo, non contesto la SSRL in sè, io contesto solo il suo eventuale inserimento in una realtà come l'Italia. Poi che ci possano essere degli effetti positivi è innegabile. Ma a che prezzo in Italia?

2) vabbè se tu dichiarassi 10mila euro e facessi 100 mila euro di debiti finisci in insolvenza e voilà, rischi la bancarotta. E'un reato penale. Ti rovini la vita, cazz staj ricenn?
Inoltre io non faccio un discorso di "dare soldi", io faccio un discorso di forniture, che in un'attività d'impresa è fondamentale. E' una tipologia di società con la quale almeno io non andrei mai a contrattare, il rischio di non beccare soldi per via di quattro chiachielli che giocano a fare Steve Jobs è altissimo.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Starfred - 06 Febbraio, 2012, 13:41:48 pm

2) vabbè se tu dichiarassi 10mila euro e facessi 100 mila euro di debiti finisci in insolvenza e voilà, rischi la bancarotta. E'un reato penale. Ti rovini la vita, cazz staj ricenn?


Insomma :asd:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 06 Febbraio, 2012, 14:22:15 pm
Insomma :asd:

alfrè c'è molto qualunquismo sul fallimento. E'una cosa che ad un povero cristo rovina la vita, lass sta...
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 06 Febbraio, 2012, 14:46:16 pm
1) te lo semplifico: il limite del capitale sociale a 70mila euro è un forte limite per la piccola evasione societaria, perchè il costo dell'operazione c'è a piazzare una società di copertura come tutela in caso di bancarotta....
Nel caso della SSRL questo limite verrebbe anche meno. Il discorso della tassa è assurdo, non contesto la SSRL in sè, io contesto solo il suo eventuale inserimento in una realtà come l'Italia. Poi che ci possano essere degli effetti positivi è innegabile. Ma a che prezzo in Italia?

2) vabbè se tu dichiarassi 10mila euro e facessi 100 mila euro di debiti finisci in insolvenza e voilà, rischi la bancarotta. E'un reato penale. Ti rovini la vita, cazz staj ricenn?
Inoltre io non faccio un discorso di "dare soldi", io faccio un discorso di forniture, che in un'attività d'impresa è fondamentale. E' una tipologia di società con la quale almeno io non andrei mai a contrattare, il rischio di non beccare soldi per via di quattro chiachielli che giocano a fare Steve Jobs è altissimo.

Appunto, che te ne fotte?

Comunque è incredibile. Nel Regno Unito e negli USA queste vengono chiamate startup che portano quintali di miliardi di dollari e tu invece lo vedi come un aiuto per gli evasori. Mah.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 06 Febbraio, 2012, 14:54:00 pm
Appunto, che te ne fotte?

Comunque è incredibile. Nel Regno Unito e negli USA queste vengono chiamate startup che portano quintali di miliardi di dollari e tu invece lo vedi come un aiuto per gli evasori. Mah.

In Regno Unito e soprattutto negli USA se evadi le tasse si prendono pure le mutande, e rischi seriamente la galera. Grazie al cazzo che certe cose se le possono permettere...
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 06 Febbraio, 2012, 14:59:38 pm
In Regno Unito e soprattutto negli USA se evadi le tasse si prendono pure le mutande, e rischi seriamente la galera. Grazie al cazzo che certe cose se le possono permettere...

Scusa allora tu non fai una legge perchè ci stanno gli evasori?  :look:

L'evasione fiscale va combattuta a prescindere. Non può ostacolare l'evoluzione di un paese.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 06 Febbraio, 2012, 15:10:53 pm
Scusa allora tu non fai una legge perchè ci stanno gli evasori?  :look:


se facilitasse le procedure di evasione, ci penserei bene, ecco.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 06 Febbraio, 2012, 15:14:12 pm
se faciliterebbe le procedure di evasione, ci penserei bene, ecco.

guardi solo un lato della medaglia.
l'altro è che si offrono più opportunità (se la legge viene fatta bene, non che appena fai A ti ritrovi con centinaia di migliaia di euro di tasse addosso  :asd: ) ai giovani (la estenderei a tutti, naturalmente).
E' improponibile ciò che c'è adesso in un paese liberista occidentale  :boh:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 06 Febbraio, 2012, 15:25:19 pm
guardi solo un lato della medaglia.
l'altro è che si offrono più opportunità (se la legge viene fatta bene, non che appena fai A ti ritrovi con centinaia di migliaia di euro di tasse addosso  :asd: ) ai giovani (la estenderei a tutti, naturalmente).
E' improponibile ciò che c'è adesso in un paese liberista occidentale  :boh:

L'Italia è tutto fuorchè uno stato liberista occidentale. :look:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 06 Febbraio, 2012, 15:26:33 pm
L'Italia è tutto fuorchè uno stato liberista occidentale. :look:

Eh, è questo il punto. Se mai si comincia mai lo si diventa.  :asd:
Cioè, quando guardiamo gli USA o UK pensiamo "beati loro che possono fare questo questo e quest'altro", mò provano a fare una legge "simile" e subito "no no, qua ci stanno gli evasori". Decidetevi.  :asd:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 06 Febbraio, 2012, 15:33:43 pm
Eh, è questo il punto. Se mai si comincia mai lo si diventa.  :asd:
Cioè, quando guardiamo gli USA o UK pensiamo "beati loro che possono fare questo questo e quest'altro", mò provano a fare una legge "simile" e subito "no no, qua ci stanno gli evasori". Decidetevi.  :asd:

parliamo di modi di concepire lo stato completamente diversi, non ti sto qui a spiegare....
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: acquaLOTA - 06 Febbraio, 2012, 16:06:57 pm
a crisi economica se fa sentì, c'è stato un rincaro sulla pucchiacca a livelli mai visti. persino quella strappona che batte sulla doganella se fatt pavà con i ticket della mensa...
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 06 Febbraio, 2012, 16:24:10 pm
a crisi economica se fa sentì, c'è stto un rincaro sulla pucchiacca a livelli mai visti. persino quella strappona che batte sulla doganella se fatt pavà con i ticket della mensa...

 :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 06 Febbraio, 2012, 16:28:39 pm
parliamo di modi di concepire lo stato completamente diversi, non ti sto qui a spiegare....

Non so, io vedo che ragazzi negli USA (che tutti tanto odiamo) con una casa di 40-45 mq, praticamente una camera e un cesso per cacare di tanto in tanto, hanno aperto piccolissime aziende (startup) che hanno arricchito governo e lavoratori stessi. (credimi non sto parlando di google, facebook e simili, ma se vuoi ti faccio un bell'elenco di tutte le startup che conosco che finora hanno campato molto meglio di chi ha una media impresa).

Francamente non so che altro modo abbia lo stato per aiutarti ancora di più  :boh: (ok, meno tasse, su quello siamo tutti d'accordo  :asd: ). Per l'evasione? beh... ma quello è un problema della finanza troppo corrotta, perchè trovo inconcepibile che non sappiano che ad esempio i cinesi a roma non pagano 1 euro di tasse (non è un caso che i soldi li conservano in casa). Lo so io che abito in campania, non lo sanno loro?  :asd:

Non vedo perchè per aprire un'azienda di software si debbano avere 10 mila euro di capitale (d'obbligo). Lo trovo davvero innaturale. Non è un caso che siamo indietro sull'informatica in italia. Non abbiamo ancora capito che l'informatica è digitale e che basta un computer per "fare" un'azienda.  :asd: Non serve il cemento, le vitarelle, i camion. Non serve nulla di tutto questo. Bastano un computer e 4 chitebbivi che lavorano per te.
Titolo: R: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Starfred - 06 Febbraio, 2012, 17:37:20 pm
alfrè c'è molto qualunquismo sul fallimento. E'una cosa che ad un povero cristo rovina la vita, lass sta...

Ma infatti il mio non era qualunquismo, ci sono decine di modi per evitare i guai...
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 06 Febbraio, 2012, 17:51:27 pm
Non so, io vedo che ragazzi negli USA (che tutti tanto odiamo) con una casa di 40-45 mq, praticamente una camera e un cesso per cacare di tanto in tanto, hanno aperto piccolissime aziende (startup) che hanno arricchito governo e lavoratori stessi. (credimi non sto parlando di google, facebook e simili, ma se vuoi ti faccio un bell'elenco di tutte le startup che conosco che finora hanno campato molto meglio di chi ha una media impresa).

Francamente non so che altro modo abbia lo stato per aiutarti ancora di più  :boh: (ok, meno tasse, su quello siamo tutti d'accordo  :asd: ). Per l'evasione? beh... ma quello è un problema della finanza troppo corrotta, perchè trovo inconcepibile che non sappiano che ad esempio i cinesi a roma non pagano 1 euro di tasse (non è un caso che i soldi li conservano in casa). Lo so io che abito in campania, non lo sanno loro?  :asd:

Non vedo perchè per aprire un'azienda di software si debbano avere 10 mila euro di capitale (d'obbligo). Lo trovo davvero innaturale. Non è un caso che siamo indietro sull'informatica in italia. Non abbiamo ancora capito che l'informatica è digitale e che basta un computer per "fare" un'azienda.  :asd: Non serve il cemento, le vitarelle, i camion. Non serve nulla di tutto questo. Bastano un computer e 4 chitebbivi che lavorano per te.

A me lo stato aiuterebbe fornendomi un sussidio di disoccupazione, e magari facendo funzionare il mercato del lavoro in maniera più efficiente. Magari ottimizzando le agenzie di collocamento.

Detto questo, io ti sto dicendo che esistono le SNC che non richiedono capitale sociale obbligatorio, solo indicare quanto mette chi, ed hai pure la possibilità di partecipare agli eventuali utili prestando solo forza lavoro.
Perchè gli Steve Jobs de noantri non aprono aziende tramite società nome collettivo?

Io non ti sto dicendo che sono contro le startup eh, ti dico che può anche produrre benefici e tanti, ti sto solo dicendo dove sono tutti questi fenomeni che aspettano solo la SSRL per mostrare a tutto il mondo il loro talento....


Io vedo solo un paese di evasori piccoli di merda che avranno uno strumento in più per poter evadere.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: cavallopazzo - 06 Febbraio, 2012, 18:45:57 pm
marco t lagg già ritt.... 1 euro di capitale ok!

ma per adesso senza fare un cazzo
1) 1500 costituzione società
2) apetrtura partita iva
3) inps ed inail che comunque mensilmente vanno pagate... guadagni o non guadagni....

solo nel primo anno si parla di un indebitamento vicino ai 5000 euro.... senza calcolare gli sfaccima di soldi che ci vogliono per aprire un attività.

la soluzione ci sarebbe pure e sarebbe ottima per noi giovani, io personalmente ad oggi sono 5 attività che ho visto crescere e formarsi con il metodo che dico io.... solo che qui stiamo su un forum di cazzari ed essendo una cosa seria e che riguarda la mia professione se volete qualche info mi trovate va pm!
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 06 Febbraio, 2012, 20:03:55 pm
marco t lagg già ritt.... 1 euro di capitale ok!

ma per adesso senza fare un cazzo
1) 1500 costituzione società
2) apetrtura partita iva
3) inps ed inail che comunque mensilmente vanno pagate... guadagni o non guadagni....

solo nel primo anno si parla di un indebitamento vicino ai 5000 euro.... senza calcolare gli sfaccima di soldi che ci vogliono per aprire un attività.

la soluzione ci sarebbe pure e sarebbe ottima per noi giovani, io personalmente ad oggi sono 5 attività che ho visto crescere e formarsi con il metodo che dico io.... solo che qui stiamo su un forum di cazzari ed essendo una cosa seria e che riguarda la mia professione se volete qualche info mi trovate va pm!

e qui parla chi ha esperienza diretta, quindi massimo rispetto. Sti notai del cazzo :sisi:

Il guaio è pure che queste spese non vengono rateizzate, ed è questo (più che il capitale sociale) ad essere il vero freno a chi vò arapì una SRL, non certo i 10mila euro (na machin).

Io poi credo che molti informatici debbano entrare in una certa mentalità, essere indirizzati post-laurea, messi in rete con altri atenei ecc ecc...
Cioè fare le comparazioni sui diritti ok, ma spesso il discorso diventa più complesso. Ed è per questo che ti dico che pure con una SNC puoi fare certe cose.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: cavallopazzo - 06 Febbraio, 2012, 20:44:36 pm
oggi puoi aprire una ditta individuale o soscietà semplice e se sei sotto i 30.000 euro annui puoi pagare il 5% forfettariamente sulle tasse.... però le spese sempre ci sono. dice bene nickwire.... ossia quello di associare alla teoria Universitaria la pratica con conseguente indirizzo verso il mondo del lavoro...invece... :certo:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 06 Febbraio, 2012, 21:21:22 pm
oggi puoi aprire una ditta individuale o soscietà semplice e se sei sotto i 30.000 euro annui puoi pagare il 5% forfettariamente sulle tasse.... però le spese sempre ci sono. dice bene nickwire.... ossia quello di associare alla teoria Universitaria la pratica con conseguente indirizzo verso il mondo del lavoro...invece... :certo:

e quello va pure bene. Però intendevo un'altra cosa: io credo che per qualunque ragazzo laureato in informatica ci sia una velleità a fare una cosa in proprio, magari stesso con gli amici che si è conosciuto in facoltà, perchè a sti ragazzi (oltre che stimolarli con la pratica tramite stage) non viene fatto un orientamento spiegando le varie tipologie di società che nel caso s'ponn arapì, le garanzie che possono avere, le responsabilità cui vanno incontro, le varie opzioni praticabili a seconda del portafoglio, i rischi che possono correre ecc ecc.?

Per dire, io prima di studiare commerciale a stient sapevo le sigle e vagamente conoscevo Società per azioni e Società a responsabilità limitata e faccio Scienze Politiche, figurarsi un ragazzo che fa Informatica e che magari ha passato la vita vicino a C++ da quando teneva 15 anni....

Quindi credo che il problema, oltre che il gap con USA e UK, risieda soprattutto in questo, oltre che nella mentalità conservativa delle nostre banche (anche se non è detto).


Dire "facciamo le startup abbiamo risolto il problema" è quantomeno limitante.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: cavallopazzo - 06 Febbraio, 2012, 21:27:45 pm
e quello va pure bene. Però intendevo un'altra cosa: io credo che per qualunque ragazzo laureato in informatica ci sia una velleità a fare una cosa in proprio, magari stesso con gli amici che si è conosciuto in facoltà, perchè a sti ragazzi (oltre che stimolarli con la pratica tramite stage) non viene fatto un orientamento spiegando le varie tipologie di società che nel caso s'ponn arapì, le garanzie che possono avere, le responsabilità cui vanno incontro, le varie opzioni praticabili a seconda del portafoglio, i rischi che possono correre ecc ecc.?

Per dire, io prima di studiare commerciale a stient sapevo le sigle e vagamente conoscevo Società per azioni e Società a responsabilità limitata e faccio Scienze Politiche, figurarsi un ragazzo che fa Informatica e che magari ha passato la vita vicino a C++ da quando teneva 15 anni....

Quindi credo che il problema, oltre che il gap con USA e UK, risieda soprattutto in questo, oltre che nella mentalità conservativa delle nostre banche (anche se non è detto).


Dire "facciamo le startup abbiamo risolto il problema" è quantomeno limitante.
si vabbuò ma se gli insegnavano certe cose... io che cazz c stong a fà?  comunque io un ottimo metodo di start up lo tengo... e si tratta di parecchi soldi... ma ne parlo solo via pm solo se interessati
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 06 Febbraio, 2012, 21:30:25 pm
si vabbuò ma se gli insegnavano certe cose... io che cazz c stong a fà?

 :asd:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 06 Febbraio, 2012, 21:52:24 pm
si vabbuò ma se gli insegnavano certe cose... io che cazz c stong a fà?  comunque io un ottimo metodo di start up lo tengo... e si tratta di parecchi soldi... ma ne parlo solo via pm solo se interessati

tu servi per questo!

non per un inizio  :doh: qua invece boh... veramente non ne capiamo un cacchio di società o simili ... ciò di cui parla giovanni è giusto.  :sisi:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 09 Febbraio, 2012, 12:44:04 pm
dedicategli sti 15 minuti, si parla di cose reali e non del complotto plutogiudaico massonico

Mario Monti al Grande Appuntamento con Barack Obama. Una riflessione sullo scontro in atto tra le forze reazionarie e progressiste.

di Sergio Di Cori Modigliani

E così siamo arrivati al Grande Appuntamento, che fondamentalmente è La Grande Sfida. Minimizzata, nascosta fin dove è possibile, presentata ai cittadini, da parte della truppa mediatica nazionale, come un normale passaggio diplomatico, la visita del ragionier robotico Mario Monti al presidente Usa Barack Obama giunge -con inquietante precisione matematica e un rispetto totale dei dispositivi ordinati dalla oligarchia sovranazionale- nell’esatto momento indicato dal programma di definitiva espoliazione delle risorse d’Europa, sia umane che materiali.
Ci sarà senz’altro (c’è proprio da scommetterci) chi scriverà o spiegherà alla tivvù che il nostro pimpante ragioniere va a Washington con il cappello in mano per chiedere all’America di darci una mano, per ricevere il semaforo verde di apprezzamento, per chiedere aiuto per le nostre imprese, per rabbonire le agenzie di rating, ecc.
Tutto ciò è astutamente falso.
Con l’inguaribile pervicacia di chi conosce a menadito i propri polli e sa come manipolarli mentre se li cuoce nella padella dell’austerità da strozzini, la Repubblica Italiana sta vivendo –direi, forse, in assoluto- il livello più basso di consapevolezza collettiva mai raggiunto nel campo politico. Il governo va in brodo di giuggiole nel presentare l’Italia, ancora una volta, come una nazione traballante, appena appena accettata tra quelli che contano, malata di complesso di inferiorità, titubante e modesta, riottosa eppur disciplinata, che si sta rimboccando le maniche affrontando sacrifici per promuovere il proprio sviluppo futuro. Da cui la visita in America per farsi accettare dai Grandi.
Non è vero niente.
La verità è che Mario Monti va in Usa a ricattare Barack Obama. Sfacciatamente.
E gli americani l’hanno capito alla perfezione.
Lo fa da una posizione di enorme forza, in rappresentanza di quel gruppo di oligarchi massoni della destra tecnocratica sovra-nazionale liberista che ha chiuso con lui un patto di ferro, eleggendolo come proprio ambasciatore per andare a confrontarsi pubblicamente contro il loro più feroce nemico: un preoccupatissimo quanto traballante Obama, in rappresentanza –da tre mesi ormai in maniera smascherata- dell’ala sinistra massonica, democratica e liberale quanto anti-liberista. Quella che in Usa sta combattendo una battaglia epocale per consentire di riaffermare i principii di Thomas Jefferson.
Con i popoli, cioè noi, a guardare in attesa degli esiti di questa battaglia che sarà senz’altro molto importante nel quadro strategico della Guerra Invisibile. Certamente nessuno ci dirà nulla. Gli incontri saranno ufficiali, retorici e piatti. Abbracci e complimenti reciproci, dichiarazione enfatiche comuni di enorme alleanza, perché questa è la prassi diplomatica del palinsesto tra incontri tra capi di governo quando si è in pace (si fa per dire). Ma è chiaro anche a un bambino come stanno le cose. Basterebbe pensare al terzo dei sette incontri in programma, -ufficialmente un incontro “amichevole” tra alleati- quello in cui intorno a un tavolo allestito nella grande sala delle conferenze del prestigioso club “Figli di Cristoforo Colombo” in omaggio alla Repubblica Italiana, siederanno da una parte Mario Monti, Terzi, Catricalà, Corrado Passera e qualche loro consulente e dall’altra parte del tavolo, come già annunciato, Leon Panetta, Ben Bernanke, Paul Krugman, Joseph Stieglitz e Jo Biden in rappresentanza personale di Obama..
Due interpretazioni del mondo completamente diverse.
Noi italiani, purtroppo, rappresentiamo la parte più reazionaria, retriva, e culturalmente pre-moderna (nel senso di precedente alla rivoluzione francese) una estrema destra tecnocratica, magnificamente offerta in doppiopetto alla Giorgio Armani, a garanzia di quell’incontro perverso tra gli interessi dell’opus dei e quelli della finanza destabilizzante.
Basterebbe guardare l’andamento dello spread e della borsa valori di Milano per comprendere ciò che sta accadendo sopra le nostre teste e ciò che è accaduto nell’ultimo mese, il tutto finalizzato proprio a quest’incontro decisivo.
Negli ultimi trenta giorni, l’Istat, la Confcommercio, la CGIL-CISL-UIL, l’ufficio del lavoro della Banca d’Italia, l’ufficio studi della Consob, lo studio del Politecnico di Torino, la Confindustria, l’Abi, hanno fornito dati comuni: massimo livello di disoccupazione negli ultimi dieci anni, massimo livello di disoccupazione giovanile negli ultimi 25 anni, crollo del consumo interno, contrazione dell’espansione di mercato, crollo della produttività, arretramento del comparto industriale, record di evasione fiscale, massima forbice raggiunta tra inflazione e salari, aumento della povertà, diminuzione dell’erogazione di mutui e record negativo nella richiesta di mutui nel settore immobiliari, ma soprattutto la più alta diminuzione di crediti agevolati da parte delle banche alle imprese, abbattimento degli ammortizzatori sociali, fuga di capitali in Svizzera, downgrading negativo dei rating nazionali e una previsione relativa al nostro pil interno in caduta del 2% che indicano una collocazione dell’economia nazionale tra la piena recessione e l’anticamera dell’esplosione depressiva. A questa bisogna aggiungere l’idea –abilmente fornita dalla totalità della truppa mediatica- di un cambiamento di rotta politica, magnificata dall’uscita di scena definitiva del sultano di Arcore, esemplificata dal suo tono modesto e arrendevole nell’intervista rilasciata al Financial Times tre giorni fa.
Sufficiente (questo triste quadro della situazione reale nel nostro paese) per far salire il nostro spread alle stelle e provocare, inevitabilmente, una forte contrazione in borsa con i titoli più solidi in lenta ma costante discesa.
E invece, lo spread si abbassa. La borsa valori raggiunge il più forte rialzo mensile da quattro anni a questa parte, le dieci aziende più decotte in tutto il listino segnalano un aumento tra il 10 e il 25%, le banche, già dichiarate ad alto rischio di insolvibilità, volano. Con i titoli di tutte le aziende del gruppo Mediaset e Fininvest che guidano il rialzo finendo per garantire a Berlusconi & famiglia il recupero –con notevoli interessi aggiunti- di tutto ciò che aveva perso tra agosto e dicembre 2011.
Se uno spettatore esterno, di formazione razionale, venisse chiamato a dare una interpretazione direbbe che le cose sono due: o sono falsi tutti i dati riguardo alla reale situazione dell’economia italiana, oppure sono falsi (perché gonfiati) i dati della borsa.
Basterebbe questa semplice constatazione per comprendere il totale scollamento tra la realtà del mercato dei capitali e la realtà delle industrie e aziende che producono ricchezza materiale (cioè che producono merci che noi consumiamo); oltre che il totale scollamento tra la realtà politica (diventata tutta, ma proprio tutta, puramente virtuale) e la situazione “reale” del paese.
Quando il 9 gennaio 2012 Mario Monti era andato a Londra, la truppa mediatica aveva eseguito gli ordini dei consulenti della comunicazione montiana sostenendo che “il premier va a Londra con il cappello in mano” (la cosiddetta opposizione) oppure che “Monti va a Londra per garantire il nuovo corso italiano” (la cosiddetta maggioranza trasversale).
E invece, a Londra, Mario Monti ha saldato la costituzione di un quadrumvirato reazionario il cui fine immediato consiste nel far tutto ciò che è possibile per far vincere le elezioni al diàfano Sarkozy, per sostenere il massacratore sociale Cameron, per garantire alla Merkel che si seguiranno pedissequamente gli ordini di Berlino per aiutarla nella sua rielezione, con un totale appoggio dell’Italia che conta. Il prezzo da pagare in patria per avere il semaforo verde è uno squisito nonché sostanzioso salvacondotto per il sultano di Arcore, il quale, con la sua consueta abilità, usa (giustamente, dal suo punto di vista) il passaporto per uscire alla chetichella dalla porta principale e rientrare in assoluto silenzio dalla finestra del retro, approfittando della corruttela massificata in àmbito politico, da lui portata alla sua massima espressione capillare sistemica. Avendo la possibilità di scegliere, Monti sceglie di chiudere l’accordo con i suoi fratelli massoni appartenenti alla sezione  tecnocrati reazionari e oligarchi in salsa scozzese e si pone “ufficialmente” come il garante e ambasciatore degli interessi reazionari politici il cui fine consiste nel condurre fino in fondo una battaglia politica vincente di abbattimento di tutte le conquiste psico-sociali ottenute negli ultimi 250 anni in Europa. Offre il contro-valore delle 2.500 tonnellate d’oro che rappresentano la nostra estrema riserva strategica nazionale (pari a 122 miliardi di euro)  e un corridoio preferenziale, garantito e confermato da tutta la classe politica italiana con benedizione del trono di S. Pietro, che consente alle multinazionali britanniche di gestire l’intero comparto delle dismissioni e vendita del patrimonio pubblico nazionale. In cambio ottiene il permanente acquisto di bpt per abbattere lo spread portandolo fino a 200 e far credere che le sue manovre economiche sono salvifiche (dimostrando così che l’economia non sarebbe una scienza bensì un passatempo per dilettanti) nonché  il costante acquisto di azioni in borsa che non valgono assolutamente nulla, per consentire al management di tale aziende (composto da personale assunto sulla base di competenze nella gerarchia partitica e privi di alcuna competenza professionale nel settore marketing operativo capitalista) e quindi garantire ai politici italiani che controllano la borsa di lucrare a man bassa con la carta straccia rinforzando i propri forzieri e le proprie casseforti. Le azioni personali di Mario Monti, quindi, salgono alle stelle e lui diventa l’ambasciatore della parte peggiore dell’Europa. Il Maestro Venerabile della loggia italiana massonica Grande Oriente Democratico –che in Italia rappresenta la più fiera opposizione all’attacco frontale della massoneria reazionaria tecnocratica europea di cui costantemente ne denunciano l’operatività perniciosa e avvelenante- Gioele Magaldi, usando la sua terminologia libero-muratoria lo definerebbe “un contro-iniziato all’assalto che non ha scelto la Luce”. Più laicamente, io lo definirei un reazionario conservatore a garanzia dello status quo per impedire la necessaria rivoluzione democratica in Italia. Un gioco da bambini.
Il popolo italiano, narcotizzato a dovere, osserva senza poter fare nulla, essendosi trovato senza alcuna rappresentanza politica adeguata (la vicenda Lusi/Margherita docet!).
Ma c’è un ma.
Piuttosto sostanzioso.
Che ci insegna, per l’ennesima volta, quanto sciocca e inutile sia ogni generalizzazione e stereotipo. Perché esiste sempre il potere personale. E c’è sempre qualcuno, (la Storia ce l’insegna) che a un certo punto si alza e dice: no, a me non sta bene. Così come c’è chi dice: sì.
Nel paniere festaiolo e fantasioso di questa banda di bricconi manigoldi criminali c’è una mela di colore diverso: l’America.
Perché la vera battaglia si combatte lì. Perché è tutt’ora la più solida potenza militare, economica, industriale e culturale del pianeta. Perché all’attuale presidente Usa, quest’accordo europeo non è piaciuto affatto. Perché lui –e chi gli sta accanto e dietro- la pensano diversamente. Odiano Sarkozy (che appoggia Mitt Romney), detestano David Cameron (che ha già annunciato il suo appoggio a Romney) sostengono i verdi tedeschi in funzione anti-Merkel, hanno volutamente fatto intendere di star fornendo tutto l’appoggio logistico necessario a Hollande in Francia, e hanno un’idea dell’economia e della politica completamente diversa. Rappresentano un’altra ala della massoneria.
Gli americani (intendo dire l’attuale governo) considerano il pareggio di bilancio “una bufala reazionaria” (Barack Obama il 23 dicembre 2011 su ABC), si sono innamorati di nuovo di Joseph Maynard Keynes e sfacciatamente hanno dichiarato che intendono far di tutto per andare in contro-tendenza aumentando il loro gigantesco disavanzo pur di affrontare il problema della disoccupazione, creando posti lavoro con investimenti welfare, infrastrutture, rilancio della ripresa a carico dello stato, aumento del 35% delle tasse alle sette grandi aziende petrolifere, patrimoniale secca su tutti i profitti netti superiori al milione di dollari con un’aliquota che dal 18% passa al 32% e abbattimento delle tasse per tutti i redditi medio-bassi, incentivazione fiscale alle imprese che “inventano” lavoro attraverso una campagna di sostegno statale nei confronti di chi assume almeno dieci disoccupati alla volta, e investimenti nel campo dell’istruzione, sanità e ricerca scientifica con un aumento vertiginoso delle tasse per tutte le aziende che investono in finanza virtuale e abbattimento delle aliquote per tutte le aziende che producono merci reali, soprattutto “beni di largo consumo” per riattivare il circuito virtuoso dell’allargamento del consumo interno. E’ il piano del “new deal for the future” che il comitato elettorale di Obama sta preparando per la campagna elettorale di primavera. Nel 2008 vinse le elezioni con lo slogan “Yes we can”. Quest’anno hanno scelto (e ne vedete l’immagine in bacheca) “Men at work” che in inglese ha un doppio significato: vuol dire “lavori in corso” ma anche “uomini al lavoro”. La battaglia intendono portarla sul lavoro, nel senso di “creazione da parte dello Stato di lavoro per far espandere l’economia”. Il nemico più forte del governo americano, in questo momento, è proprio Mario Monti, a nome di Cameron, Sarkozy, Merkel.
Sono due visioni del mondo incompatibili.
Ma l’America, che in Europa ha investito molto, subisce il ricatto di chi, invece, vuole imporre in Usa l’idea del contro-iniziato Monti.
All’esterrefatta intervistatrice di PBS (il corrispondente statunitense della Rai), Mario Monti, ieri ha detto: Obama può aiutare tutti con una gestione solida dell’economia nazionale. Al tempo stesso l’Europa può aiutare gli Usa, evitando l’esplosione di tensioni nel mondo economico al di fuori dell’eurozona”. 
Non è piaciuto agli americani. Si sono davvero arrabbiati. Perché non sono abituati a farsi bacchettare sulle dita da un professore della Bocconi che attraversa l’oceano per andare a spiegare loro come organizzare una “solida gestione dell’economia nazionale” dato che Obama combatte l’idea del pareggio di bilancio, vuole aumentare la spesa pubblica, vuole varare la patrimoniale sui super ricchi e Mario Monti sostiene il contrario. Si è arrabbiata la sinistra ma si è arrabbiata anche la destra moderata finanziaria che annusa puzza di bruciato come se Monti mandasse loro a dire che “se l’Europa vuole manda in default in piena campagna elettorale americana Grecia, Portogallo, Irlanda e già che ci stiamo anche la Spagna, e dato che voi vi siete beccati qualcosa come almeno 800 miliardi di euro di bpt di tutte queste nazioni, ve ne accollate il costo”.
I bloggers indipendenti americani lo hanno soprannominato “Mario three hands” (trad.. colui che fa il gioco delle tre carte) e hanno cominciato a tambur battente a spiegare sui loro siti ciò che io ho sintetizzato in questo post. Con toni ben più vigorosi e aggressivi.
C’è chi addirittura parla di noi come di un paese che da un bordello delirante è passato a un fascismo di mattanza. Gli unici due ad accogliere Mario Monti come un vero amico, sono Mitt Romney e Rick Santorum i due candidati repubblicani contro Obama. Perché loro sono per il pareggio di bilancio e per l’abbattimento del welfare. Non a caso sono finanziati entrambi da Goldman Sachs che si è fatto i conti e ha calcolato che se dovesse rivincere Obama dovrebbe pagare circa 256 miliardi di euro di tasse a nome dei loro clienti. E usano Mario Monti, a nome del quadrumvirato europeo, contro Obama.
Hillary Clinton ha incontrato Papandreu e gli ha offerto una rischiosissima quanto succosa carta da giocare contro la BCE e contro la Merkel: un piano Marshall di circa 100 miliardi di dollari cash a disposizione per rilanciare l’economia ellenica nel caso scelgano il default a marzo con licenziamento del tecnocrate Papademos attualmente in carica (e sostenuto anche finanziariamente dalla più retriva destra statunitense). Una bella botta per la BCE. Questo è il motivo per cui ancora non si sono messi d’accordo.
Non viene accolto come amico, dunque, Mario Monti, in America, domani. Tutt’altro.
Viene ospitato con la consapevolezza che viene a ricattarli, che lavora per i repubblicani fingendo di essere un libertario. Mai era accaduto che un governo italiano venisse identificato come rappresentante degli interessi più retrivi e reazionari. Perché gli americani sono pragmatici e sempre ottimisti. A metà ottobre quando Berlusconi si dimise, accolsero con entusiasmo Mario Monti. Consideravano il sultano di Arcore come una specie di clown sporcaccione delirante e demodè. E quindi hanno accolto con entusiasmo Monti e l’hanno sostenuto, intervistato, appoggiato. Sono rimasti delusi. “Sta affondando l’Italia” ha detto questa mattina alla radio a New York il Nobel per l’economia Paul Krugman. I giochetti sullo spread e sulla borsa valori di Milano non se li è bevuti nessuno a Washington. “He was the right man in the right place: he made the wrong choices, he is pushing Europe into the dark zone”. Così, impietosamente, è stato identificato da Krugman il ragionier Mario Monti, un uomo banale (come lui stesso si è auto-definito confessandosi a Lilly Gruber alla tivvù) che avendo la possibilità storica, una volta tanto, di far conquistare alla nostra bella Italia un posto al sole nel nome dei principii di democrazia liberale, ha fatto la stessa identica scelta suicida che fece a suo tempo Benito Mussolini, nel 1936 quando si alleò con Adolf Hitler per sedersi al tavolo con i cosiddetti Grandi. Mutatis mutandis, Mario Monti –e chi lo appoggia- ha compiuto lo stesso identico errore. Sulla pelle silente del popolo italiano.
Al di là degli abbracci amichevoli di prammatica, non sono in grado di sapere quale sarà l’esito dell’incontro. Chissà, forse di là dall’oceano, Obama riuscirà a convincerlo a farsi sedurre all’idea di un new deal rooseveltiano in salsa mediterranea. Oppure vincerà il quadrumvirato europeo.
Nessuno ci dirà nulla.
Lo capiremo da noi.
Se da martedì della prossima settimana, quando sarà ritornato a casa, i toni “politici” di Monti saranno rimasti gli stessi e lo spread, guarda caso, ricomincerà a salire, allora vorrà dire che nella Guerra Invisibile si apre il fronte finanziario europeo anti-americano.
Personalmente non la considero affatto una buona prospettiva né per l’Italia né per gli italiani avere il governo americano attualmente in carica come nemico.
Spero e mi auguro, a nome di tutti, che in questa importantissima visita, il nostro ragionier banale si becchi una bella lezione di democrazia, di libertà sociale e di realpolitik.
Ci tenevo a condividere con i miei lettori la mia personale riflessione su questa visita ufficiale in America da tutti considerata in Italia con un profilo molto basso, minimizzandone gli echi, i significati.
Ma soprattutto il Senso ultimo dell’attuale duello tra le forze reazionarie e il risveglio dei popoli che vogliono combattere per il diritto al proprio sacrosanto caposaldo di salvaguardia degli inalienabili principii di eguaglianza sociale, libertà e progresso umano.
Soprattutto umano.
Perché sono in gioco le vite vere di veri esseri umani.
Altrimenti non sarebbe una Guerra. Anche se Invisibile
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: pappasouth - 09 Febbraio, 2012, 12:46:44 pm
ma chi cazz so legge stu papiello?
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: noel - 09 Febbraio, 2012, 12:57:15 pm
ma chi cazz so legge stu papiello?
Un gran bel guazzabuglio di argomenti per progressisti veltroniani,o tutt'al più per riformisti bertinottiani.

Si ammazzassero pure i figli di thomas jefferson e i nuovi mostri massonici rappresentati da mario monti nel loro scontro epico per il dominio del globo, sarebbe cosa assai gradita.
Ma dubito che avvenga,sono le facce criminali della stessa medaglia...il paladino del bene (tal barack obama) è seriamente intenzionato ad intervenire in Siria,nonostante il veto di Cina e Russia.
Preoccupatevi di questo,semmai.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Lovercraft - 09 Febbraio, 2012, 13:02:52 pm
Io l'ho letto e, nella mia ignoranza, l'ho trovato pure interessante
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 09 Febbraio, 2012, 13:47:17 pm
Sono arrivato qui:

Lo fa da una posizione di enorme forza, in rappresentanza di quel gruppo di oligarchi massoni della destra tecnocratica sovra-nazionale liberista che ha chiuso con lui un patto di ferro, eleggendolo come proprio ambasciatore per andare a confrontarsi pubblicamente contro il loro più feroce nemico: un preoccupatissimo quanto traballante Obama, in rappresentanza –da tre mesi ormai in maniera smascherata- dell’ala sinistra massonica, democratica e liberale quanto anti-liberista. Quella che in Usa sta combattendo una battaglia epocale per consentire di riaffermare i principii di Thomas Jefferson.

Onestamente? Lo trovo paradossale. Prima s'è detto che Obama s'è "venduto" ("era partito  bene, ma poi ...", tra l'altro Diego tu stesso lo dicesti, lo ricordo bene) ai repubblicani, eccetera eccetera, ora si dice che si è messo sfacciatamente dalla parte del popolo.
Obama ha perso le elezioni: è per questo che se n'è uscito con la minchiata "più tasse per tutti".
Negli USA la popolazione è ricca, chiunque guadagna più di 1 mln di dollari l'anno, il che significa che non gli resta altro che "associarsi" al solito buon vecchio calderone di voti: i nullatenenti e il popolino.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: 'O Capetiello Nnammurato - 09 Febbraio, 2012, 13:57:48 pm
Il problema di voi esseri umani è che pensate al mondo come una scala di colori ben definita dove il blu è blu, il rosso è il rosso e così via. Se parti con queste certezze troverai sempre qualcosa che non torna, ogni tanto converrebbe essere daltonici e smetterla di vivere con i patemi.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 09 Febbraio, 2012, 14:32:58 pm
Sono arrivato qui:

Lo fa da una posizione di enorme forza, in rappresentanza di quel gruppo di oligarchi massoni della destra tecnocratica sovra-nazionale liberista che ha chiuso con lui un patto di ferro, eleggendolo come proprio ambasciatore per andare a confrontarsi pubblicamente contro il loro più feroce nemico: un preoccupatissimo quanto traballante Obama, in rappresentanza –da tre mesi ormai in maniera smascherata- dell’ala sinistra massonica, democratica e liberale quanto anti-liberista. Quella che in Usa sta combattendo una battaglia epocale per consentire di riaffermare i principii di Thomas Jefferson.

Onestamente? Lo trovo paradossale. Prima s'è detto che Obama s'è "venduto" ("era partito  bene, ma poi ...", tra l'altro Diego tu stesso lo dicesti, lo ricordo bene) ai repubblicani, eccetera eccetera, ora si dice che si è messo sfacciatamente dalla parte del popolo.
Obama ha perso le elezioni: è per questo che se n'è uscito con la minchiata "più tasse per tutti".
Negli USA la popolazione è ricca, chiunque guadagna più di 1 mln di dollari l'anno, il che significa che non gli resta altro che "associarsi" al solito buon vecchio calderone di voti: i nullatenenti e il popolino.
non dissi che si era venduto ai repubblicani, dissi che giocoforza si dovette mettere a pecora a causa dei numeri al congresso.

per noel... non è assolutamente vero che sono argomenti buoni per veltroniani. la famosa 'terza via' fu una strizzata d'occhio continua al neoliberismo che qui è osteggiato come il male assoluto (giustamente). se poi non sono buoni i riformismi (e sarei d'accordo, per l'inadeguatezza della sinistra europea tutta)lo è ancor di meno il rivoluzionarismo, dato che in nessuna parte del mondo esiste uno straccio di partito buono ad assumersi l'onere di educare e guidare una rivoluzione.
non sono manco d'accordo sul discorso delle due facce della stessa medaglia... l'ala sinistra della massoneria, quella democratica e liberale, si battè contro l'ala reazionaria ai tempi della rivoluzione francese e di Napoleone, di quella americana, e nella seconda guerra mondiale dove molti massoni oligarchi e destrorsi (anche e soprattutto di paesi 'alleati') appoggiarono senza remore hitler e mussolini.
Infine, se permetti, il rischio che mamma e papà dovranno affrontare la vecchiaia da indigenti, e di dover lavorare 12h al giorno per 600€ andando in pensione a 70 anni, mi preoccupa di più della siria (dove già da mesi il regime macella qui e lì) :look:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: pappasouth - 09 Febbraio, 2012, 16:47:16 pm
Il problema di voi esseri umani è che pensate al mondo come una scala di colori ben definita dove il blu è blu, il rosso è il rosso e così via. Se parti con queste certezze troverai sempre qualcosa che non torna, ogni tanto converrebbe essere daltonici e smetterla di vivere con i patemi.

firmato Fabio Volo :look:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 09 Febbraio, 2012, 16:55:49 pm
firmato Fabio Volo :look:
:brà:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: grohl - 09 Febbraio, 2012, 17:59:00 pm
firmato Fabio Volo :look:
:rotfl: :rotfl:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: cavallopazzo - 09 Febbraio, 2012, 18:03:32 pm
firmato Fabio Volo :look:
:brà: :brà: :brà: :brà: :brà:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: kurz - 09 Febbraio, 2012, 18:06:49 pm
Il problema di voi esseri umani è che pensate al mondo come una scala di colori ben definita dove il blu è blu, il rosso è il rosso e così via. Se parti con queste certezze troverai sempre qualcosa che non torna, ogni tanto converrebbe essere daltonici e smetterla di vivere con i patemi.
giustamente, tu si o'cazz.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: kurz - 09 Febbraio, 2012, 18:07:55 pm
Quando avrò voglia mi leggerò il papiello di Diego, che ha fatto na brutta fine appresso ai massoni :look:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Artem Dzyuba - 09 Febbraio, 2012, 18:13:05 pm
Il problema di voi esseri umani è che pensate al mondo come una scala di colori ben definita dove il blu è blu, il rosso è il rosso e così via. Se parti con queste certezze troverai sempre qualcosa che non torna, ogni tanto converrebbe essere daltonici e smetterla di vivere con i patemi.
:rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :rofl:. L'importante è non pendere dalle bocche di economisti e politici vari,visto che la crisi è una balla colossale,essendo controllata a piacimento dalle lobby.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: kurz - 09 Febbraio, 2012, 18:15:26 pm
:rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :rofl: :rofl:. L'importante è non pendere dalle bocche di economisti e politici vari,visto che la crisi è una balla colossale,essendo controllata a piacimento dalle lobby.
io quando penso a te penso al marrò.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Artem Dzyuba - 09 Febbraio, 2012, 18:16:30 pm
io quando penso a te penso al marrò.
Perchè :look:?
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: cavallopazzo - 09 Febbraio, 2012, 18:17:42 pm
Perchè :look:?
perchè è il colore della merda!
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Artem Dzyuba - 09 Febbraio, 2012, 18:20:38 pm
perchè è il colore della merda!
Marò Cavà,o ver? Nun o sapev :asd:!Politicamente avrà un altro significato :asd:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: kurz - 09 Febbraio, 2012, 18:20:55 pm
Perchè :look:?
Perché io sono un umano e tu sei una merda :look:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Artem Dzyuba - 09 Febbraio, 2012, 18:22:05 pm
Perché io sono un umano e tu sei una merda :look:
Allora è vero che oggi sei un Bender :asd:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Genny Fenny - 09 Febbraio, 2012, 18:24:30 pm
Perché io sono un umano e tu sei una merda :look:

Stima.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Artem Dzyuba - 09 Febbraio, 2012, 18:27:37 pm
La cosa bella è che Kurzettone m'ha fatto ngrippà :rotfl:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Jena Plissken - 11 Febbraio, 2012, 05:59:18 am
http://it.finance.yahoo.com/foto/grecia-le-immagini-di-un-paese-in-agonia-1328805863-slideshow/crisi-finanziaria-in-grecia-reuters--photo-1328805792.html (http://it.finance.yahoo.com/foto/grecia-le-immagini-di-un-paese-in-agonia-1328805863-slideshow/crisi-finanziaria-in-grecia-reuters--photo-1328805792.html)

Vittime Di Una Tragedia Greca (grazie a FMI, BCE ed UE). (http://www.youtube.com/watch?v=an7A_Cpz3fo#)

Mammamia in che situazione disastrata sono i greci....speriamo di non finire come loro (anche se ci siamo vicini), altrimenti o dovremo emigrare (dove?) o dovremo mangiare le foglie con cui ci puliremo il culo dopo cagato (sempre se si riuscirà a cagare qualcosa)..che situazione triste e deprimente..l'essere umano è proprio una merda.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: AyeyeBrazov - 11 Febbraio, 2012, 11:52:17 am
Gli unici papielli su questo argomento degni di nota sono e resteranno soltanto quelli di Marcolino Martins.
A pranzo o a cena impugando il vostro calice di vino rosso alzatelo  e brindate alla sua memoria perchè è stato citato nella sezione in cui PADRONEGGIAVA   :alla: :alla:
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: kolor - 11 Febbraio, 2012, 11:59:32 am
Mario "3 cards" Monti....come dice Gerald Celente
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: mk89 - 13 Febbraio, 2012, 17:15:39 pm
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10150557622183912&set=a.101777153911.91013.101748583911&type=1&theater (https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10150557622183912&set=a.101777153911.91013.101748583911&type=1&theater)


Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 20 Marzo, 2012, 17:30:17 pm
Napolitano continua a richiedere austerità... il porco.

fesso chi ancora non ha capito che l'austerità equivale, per quest'epoca, alle teorie della razza della follia nazifascista
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Jena Plissken - 29 Maggio, 2012, 09:50:12 am
La 12enne che attacca le banche: video boom

Il sistema bancario spiegato da una dodicenne non è mai stato così attraente. Soprattutto in tempi di crisi. E così il video di Victoria Grant, bambina canadese che attacca il governo e gli istituti di credito, diventa un vero e proprio “tormentone” su YouTube. Tanto da raggiungere, secondo Forbes, le 200mila condivisioni, ed essere ripreso da tutti i blogger americani per arrivare al Financial Times e all’Huffington Post.

Victoria si pone una serie di domande, a proposito delle banche e della crisi. Quesiti normali, per i normali consumatori e cittadini. Meno, forse, per una ragazzina della sua età: «Vi siete mai chiesti perché il governo impone ai canadesi così tante tasse? Vi siete mai chiesti perché i banchieri delle più grosse banche canadesi siano sempre più ricchi e noi no? Vi siete mai chiesti perché il nostro debito nazionale supera gli 800 miliardi di dollari e perché noi spendiamo 160 milioni di dollari ogni giorno a banchieri privati per soli interessi sul debito nazionale?».

Victoria, da brava scolaretta, ha trovato però anche delle risposte. Secondo lei, il problema centrale è che il governo canadese prende denaro a prestito dal sistema privato delle banche, pagando un tasso di interesse. «Così ci derubano due volte» attacca la bambina dall'aspetto angelico nel video proiettato anche a un incontro del Public Banking Institute di Filadelfia. «Ci derubano come cittadini perché ci prestano soldi con alti tassi di interesse. E poi come contribuenti, perché i soldi che il governo usa per ripagare i prestiti sono anche quelli nostri». Una ricostruzione condivisibile? Forse troppo semplice. Ma per una bimba di 12 anni basta e avanza.

http://it.notizie.yahoo.com/la-12enne-che-attacca-le-banche--video-boom.html?nc (http://it.notizie.yahoo.com/la-12enne-che-attacca-le-banche--video-boom.html?nc)
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Jena Plissken - 05 Giugno, 2012, 09:45:02 am
La crisi fa chiudere un marchio storico

Una delle catene più importanti del mondo chiuderà i battenti, lasciando a casa migliaia di disoccupati

Schlecker chiuderà

La più grande catena di drugstore della Germania, Schlecker, è stata messa in liquidazione e interromperà a breve le vendite. Lo ha annunciato ieri il curatore fallimentare dell'azienda, Arndt Geiwitz, che ha detto che non è stato trovato alcun nuovo compratore o investitore disposto a salvare la società secondo i parametri fissati da Geiwitz. Dunque in Germania chiuderanno gli ultimi 2.800 punti vendita Schlecker ancora in attività e i 13.200 lavoratori ancora impiegati perderanno il lavoro. Il sindacato VER.DI ha duramente criticato questa decisione, che tuttavia non dovrebbe interessare le consociate IhrPlatz e Schlecker XL, che continueranno la propria attività.

Da quando, il 23 gennaio scorso, Schlecker aveva dichiarato lo stato di insolvenza per mancanza di liquidità, erano stati approvati numerosi tagli per salvare l'azienda, che hanno incluso il licenziamento di circa 16.500 lavoratori e la chiusura di circa 4.500 punti vendita. Nonostante questo, Schlecker non ce l'ha fatta, anche perché nessuno degli imprenditori e delle cordate che hanno provato a rilevarla hanno voluto offrire più di 150 milioni di euro, una cifra troppo bassa considerata troppo bassa, visti che i debiti della società, secondo alcune stime, sfiorerebbero il miliardo di euro.

Prima della crisi, in Germania i dipendenti di Schlecker erano circa 30mila, mentre erano 17mila quelli negli altri tremila negozi Schlecker nel resto d’Europa, tra cui Germania, Austria, Repubblica Ceca, Lussemburgo, Ungheria, Polonia, Francia, Spagna e Italia. Solo nel 2010 Schlecker ha visto scendere le entrate di 650 milioni di euro rispetto all’anno precedente.

La famiglia Schlecker, che ha fondato la catena nel 1975, ha ricevuto spesso critiche dalla stampa tedesca perché accusata di fornire ai suoi lavoratori condizioni di lavoro al limite del sostenibile, contratti precari, paghe basse e pressioni psicologiche molto forti.

La crisi di Schlecker si deve alla scarsa capacità dell’azienda di reggere il confronto con la concorrenza di nuovi negozi, soprattutto in termini di prezzi. Nei mesi scorsi si era parlato molto in Germania della possibilità di salvare la catena con un intervento specifico del governo tedesco, che però ha negato il suo contributo soprattutto per l'opposizione del partito dei liberali (FDP), al governo con la CDU (cristianodemocratici) della cancelliera Angela Merkel. Anche un tentativo di salvataggio mediante il gruppo bancario KFW (Kreditanstalt für Wiederaufbau), l’istituto di finanziamento pubblico tedesco controllato dallo Stato, non è andato a buon fine.

http://it.finance.yahoo.com/notizie/schlecker-chiuder-080005481--finance.html?nc (http://it.finance.yahoo.com/notizie/schlecker-chiuder-080005481--finance.html?nc)
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 18 Giugno, 2012, 12:14:37 pm
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2012/06/pessime-notizie-dai-mercati-le.html (http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2012/06/pessime-notizie-dai-mercati-le.html)

Pessime notizie dai mercati. Le presentano come buone notizie. Come l'informazione falsifica la realtà.



di Sergio Di Cori Modigliani


Notizie dal mondo reale:

“Ieri, purtroppo, la borsa valori di Milano ha chiuso con un largo margine di indici al positivo, il volume degli scambi è stato alto e si sono rivisti gli acquirenti in borsa. A guidare l’indice i titoli bancari in netta ascesa, a dimostrazione dell’attacco speculativo al rialzo –questo sì davvero tragico- che sta diffondendosi in tutta la penisola. Anche oggi, venerdì 15 giugno, le banche sono al rialzo, ahimè, riuscendo a centrare un vigoroso rimbalzo, con le banche che schizzano verso l’alto dopo la dichiarazione davvero pessimistica e piena di minacce rilasciata dal governatore della BCE Mario Draghi: “abbiamo dato liquidità al sistema e abbiamo garantito piena liquidità alle banche italiane”. Campari, Tod’s, Luxottica, Fiat, Fiat Industrial in negativo mentre volano Mps, Intesa, Unicredit, Bper, Bpm. Tutto il comparto bancario guida la ripresa del mercato, a dimostrazione che l’attuale crisi economica è davvero al di là dell’essere risolta, anzi; gli alti indici positivi segnalano il peggioramento e il deterioramento dell’attuale situazione”.

Così, in un mondo dove esiste il Senso e il Significato viene rispettato, dovrebbero essere date le notizie degli ultimi due giorni. Con questo sapore surreale, visto che viviamo nella Surrealtà, avrebbero dovuto informare il pubblico. E invece, avviene il contrario.

E’ una prova tangibile della modalità usata, per creare confusione e presentare un falso ideologico capovolgendone i significati. Banche decotte sull’orlo del fallimento, che utilizzano i loro profitti e i soldi dei correntisti per alimentare la corruzione e la speculazione che sta strozzando la nazione, vengono aiutate con crediti immediati a tasso dell’1%. Poiché i soldi versati devono servire a coprire le perdite e non a creare investimenti e quindi produrre lavoro, le banche, inevitabilmente, si comportano in due modi:

A). Aumentano l’offerta per gonzi, ovvero arrivano al punto di offrire anche il 6% di interessi (cioè il doppio dell’inflazione) a chi dà loro danaro contante. Quei soldi verranno usati per investire nella speculazione finanziaria e quindi allargare la bolla ed estendere la crisi che impoverisce il correntista che dà loro i soldi. Si finanziano gli strozzini: il trionfo del surrealismo economico.
B). I soldi ottenuti costano alle banche l’1% d’interesse. Una parte vengono messe a disposizione da parte delle banche per le imprese a un tasso variabile tra il 7 e il 12%, altissimo per qualunque azienda che preferisce quindi astenersi e si ritira dal mercato, abbassando la produttività, aumentando la disoccupazione, inevitabilmente facendo alzare il differenziale di spread..

In tal modo, così facendo, si crea una strozzatura del mercato affondando il sistema.

L’Abi (Associazione Bancaria Italiana) ha rivelato (e svelato) che nel primo quadrimestre del 2012 i crediti alle imprese sono diminuiti del 56%, ma hanno specificato –intendendo così giustificarsi- che tale situazione non è determinata dal fatto che le banche non danno crediti, bensì che c’è stato il crollo della richiesta di mutui sia da parte delle persone fisiche che da parte delle aziende. Il sole24ore, nell’appoggiare il dato dell’Abi, titolava in un articolo “sono gli italiani che hanno mollato” spiegando questo fenomeno, con un articolo il cui sottile senso subliminare consiste nel colpevolizzare il singolo italiano, addirittura accusato di non star dando un contributo alla ripresa perché si rifiuta di sottoporre se stesso e la propria azienda a un chiaro meccanismo di strozzinaggio. Se l’alternativa, per molte aziende, deve essere quella di scegliere tra licenziare per risparmiare e quindi diminuire i propri debiti oppure allargarsi assumendo manodopera e lavorando unicamente per pagare gli interessi bancari aumentando la propria esposizione, mi sembra chiaro –e anche giusto- che l’azienda preferisca ritrarsi dal mercato. In tal modo, il mercato si contrae, aumenta la disoccupazione, il credito si restringe.

Ma le banche aumentano i profitti.

A me sembra davvero una pessima notizia per tutti, imprenditori e lavoratori.

Comincio a covare delle curiose fantasie: mi piacerebbe vedere Landini, Marchionne, Camusso, Squinzi, Del Vecchio e Bonanni, firmare un documento comune e tutti e sei insieme (davvero una bella pattuglia in grado di mettere vera paura al potere) pretendere ed esigere di essere ricevuti immediatamente dal ragionier vanesio e madame Fornero per piantargli una controversia nel LORO interesse, e quindi anche nel nostro. Dopotutto loro lavorano, producono, e rappresentano chi produce e chi lavora.
Basterebbe mettere d’accordo sei persone.
Senza neppure dover scomodare i partiti che possono tranquillamente seguitare ad azzuffarsi tra di loro sul come e quando rubacchiare le briciole della torta statale.

Questa sì che sarebbe l’inizio della rivoluzione democratica in Italia.

Vedremmo i tecnici in ginocchio a chiedere pietà, piangendo lacrime vere vere.

E magicamente, lo spread si abbasserebbe.

Si chiama “l’uovo di Colombo”.

L’ha inventato l’uomo che ha scoperto l’America.

Il nostro governo si muove in un mondo precedente al 1492: pensano ancora che il globo terrestre, in realtà, sia quadrato e che al di là dello stretto di Gibilterra si precipiti nel vuoto.

Loro lo chiamano "il baratro".

Forse, invece del baratro c'è un nuovo continente da scoprire.

E intanto, sul divide et impera vincono gli strozzini.
E ci rimettono sia le persone fisiche che le aziende.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Vino a Tavola - 13 Luglio, 2012, 13:37:15 pm
consiglio gli ultimi  post di sergio di Sergio Di Cori Modigliani   :maronn:

dalle bastonate di monti a squinzi per aver osato criticare il governo, agli innumerevoli atti infami e dannosi contenuti nella spending review, alle cose ancora più schifose fatte nelle ultime ore a spagna e romania... ormai  il progetto tecnocratico di regressione socioeconomica e democratica è in fase avanzatissima :sbonk:

Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: Alemao - 13 Luglio, 2012, 13:53:20 pm
È bastato che si ricandidasse Berlusconi alla guida del Paese ed ecco la reazione entusiasta della comunità internazionale. Un po' come quando noi annunciammo Cribari.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: rafel - 13 Luglio, 2012, 14:02:24 pm
È bastato che si ricandidasse Berlusconi alla guida del Paese ed ecco la reazione entusiasta della comunità internazionale. Un po' come quando noi annunciammo Cribari.

Non ti preoccupa tanto mo annunciamo gamberini
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: metaversus - 24 Luglio, 2012, 13:12:14 pm
siamo al delirio più totale sui mercati..le braccia armate dei poteri finanziari americani, le agenzie di rating, attaccano ora anche la Germania. E' malacqua veramente
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: nickwire - 24 Luglio, 2012, 23:26:03 pm
Il tutto perchè qualche centinaia di stronzi devono spendere ventimila dollari al giorno in coca, puttane e feste a Manhattan.
Titolo: Re:Crisi economica mondiale [topic generale]
Inserito da: cavallopazzo - 25 Luglio, 2012, 16:22:58 pm
Il tutto perchè qualche centinaia di stronzi devono spendere ventimila dollari al giorno in coca, puttane e feste a Manhattan.
:look: