Partenopeo.net - Forum Calcio Napoli
Off-topic => Multimedia => Cineforum => Topic aperto da: wendell - 18 Giugno, 2011, 13:19:06 pm
-
(http://pellicolerovinate.blogosfere.it/images/The-tree-of-life.jpg)
Una famiglia degli anni ’50 a Waco, un uomo alienato tra i grattacieli di Houston, l’esistenza dell’universo.
L'ho visto quasi un mese fa e più che esprimere un'opinione cerco di recuperare qualche sensazione.
E' un'opera molto ambiziosa, troppo, che si barcamena tra la genesi dell'universo e il tentativo di ridurre all'interno di una sineddoche (un nucleo familiare) il rapporto tra umano e divino, vita e morte ecc.
Si oscilla tra la trascendenza kubrickiana (anche per la colonna sonora mostruosa) e la tragicità bergmaniana, spesso senza capire nu cazz'.
Le sequenze naturali sono di un impatto stupefacente, piacciono perchè oggettivamente belle, senza necessariamente vincolarle ad un contenuto diverso dal "guarda o' patatern' che ha criat'".
Negli squarci di vita dei componenti della famiglia senza nome (universale) si attraversa un ampio spettro di emozioni assolute, dal riso al dolore, tutte coronate da un'aura mistica, religiosa. Lo stesso finale appare come un ricongiungimento col Tutto, dopo un lungo periodo di purificazione dalle sovrastrutture terrene.
Massicc', ma nunn'aggia capito.
Voto: ***1/2
-
Comunque è l'albero, non i tre della vita. :ok:
-
Comunque è l'albero, non i tre della vita. :ok:
ti ringrazio
:look:
-
:maronn:
-
avevi creato un altro topic?
:piscione:
:rotfl: :rotfl: :rotfl:
-
Visto recentemente, ovviamente qualche spunto di altissimo livello c'è, ma nel complesso, direi che per Malick ormai l'età si fa sentire...
-
Visto mesi fa.
Classico film da prendere o lasciare : l'inizio è terrificante, si ha il timore di assistere ad un'altra Inlandempirata di cui non se ne sente il bisogno, ed il culmine si raggiunge quando Malick allunga anche il brodo, con una serie di immagini rubati alla serie dei documentari di Godfrey Reggio, mi riferisco a Naqogoygatsi e soci. Poi pur rimanendo nella sperimentazione cinematografica, pur trattando temi massimali con un approccio fin troppo spirituale, pur volendo contendere a 2001, lo scettro di film più filosofico di ogni tempi, si resta comunque rapiti dall'immagini di questa pellicola, capendo che comunque non si sta guardando una normale opera cinematrografica, ma qualcosa in più e dalla monumentale mole di lavoro che gli attori sono stati costretti a fare. Ciò non toglie che il Malick attuale, sulla stessa lunghezza d'onda era riuscito a fare molto meglio con La sottile linea rossa, e che comunque lo si preferiva con le sue opere negli anni '70. Inutile la presenza di Sean Penn.
-
a me Malick piace tantissimo.
Lo vidi tempo fa, ne fui rapito. ****
-
Invece io faccio un outing degno di Io Confesso, da cinefilo ed amante del cinema detesto cordialmente Malick e quella orrenda puzza di Dio che avverto ogni volta che mi accosto ad una sua pellicola.....l'unico suo film che son riuscito ad apprezzare è la rabbia giovane, e li ho visti tutti almeno un paio di volte perchè tutti mi insultano e mi dicono che non ci capisco un cazzo.
-
l'ho scaricato e masterizzato in dvd un mese fa. è davanti alla tv. ero interdetto. mi avete convinto, lo vedrò.
-
Dopo la cacata stile rapanui del nuovo mondo mi so avvicinato con estrema cautela e devo dire che m’aspettave pure peggio… Trattasi di nzalatone massimalista dove la componente mistica prende il sopravvento con brodaglia cosmica a supportare i poveri gugliuni.
Mo però se chiuresse int a nu convent e nu ce scassass cchiù o cazze.
:look: :look: :look: +
-
Sempre grandissimo Malick. Riesce a trasformare persino Pitt in un attore.