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Off-topic => Focus On => Topic aperto da: Boston George - 21 Settembre, 2010, 09:38:53 am
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NAPOLI (20 settembre) - Un uomo è stato ucciso a colpi di pistola in un agguato avvenuto poco prima delle 21 nel centro di Napoli, a piazza Francese, alle spalle del teatro Mercadante e a pochi metri da piazza del Municipio. Si tratta di un pregiudicato di 58 anni, Francesco Terracciano, il fratello del boss dei Quartieri Spagnoli, Salvatore Terracciano.
Vani i soccorsi e il trasporto al vicino ospedale Loreto Mare. Sull'episodio indaga la polizia.
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NAPOLI (20 settembre) - Scoppia la rissa per uno sguardo di troppo: un 17enne viene arrestato per tentato omicidio ed un 21enne ha perso un occhio. àˆ accaduto a Pozzuoli. In tre finiscono in manette grazie ad un'azione combinata dei carabinieri di Pozzuoli, Bacoli e Licola: oltre al diciassettenne, due giovani 24enni, Gennaro Di Guida, residente a Napoli, ed Alessandro Torriere, residente ad Acerra. La rissa è scoppiata all'interno di uno stabilimento balneare 'Il Capri' della 'movida' flegrea in via Sibilla.
Nella lite, coinvolti altri due giovani, tra cui un pregiudicato di 21 anni ed un altro minore di 17 anni, denunciati a piede libero. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, l'intero gruppo di giovani stava ballando quando il pregiudicato, spalleggiato da due amici, ha affrontato i due minori, colpevoli secondo lui di aver importunato una conoscente.
Dalle parole si è passati ai fatti e si è innescata una violenta rissa tra i giovani nel corso della quale il 17enne arrestato ha estratto un coltello dalla tasca ed ha ferito Alessandro Torriere ed un 27enne di Mugnano intervenuto per sedare la lite. Il pregiudicato, nella colluttazione, ha subito gravi danni all'occhio tanto da perderne la funzionalità . Per gli altri cinque feriti, prognosi che variano dai cinque ai dieci giorni per politraumi e ferite agli arti superiori.
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NAPOLI (20 settembre) - Gli agenti della squadra mobile della questura di Napoli hanno notificato in ospedale un provvedimento di fermo per omicidio aggravato a carico di Aniello Canzanella, di 55 anni. Il provvedimento è stato emesso dal pm Henry John Woodcock. L'uomo, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, ieri - dopo l'ennesima lite - ha accoltellato ed ucciso la sua convivente Emma Murante, di 45 anni. Successivamente Canzanella avrebbe tentato il suicidio: ora è ricoverato in grave condizioni all'ospedale «San Giovanni Bosco».
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SARNO (20 settembre) - Pirata della strada investe scooter e fugge: 18enne muore sul colpo. Vittima del drammatico incidente un ragazzo di San Valentino Torio, Gioacchino Di Prisco, residente in via Cesina Pugliano e studente all'Itis di Sarno. L'amico che era alla guida del motociclo SH 150, Carlo Ruggiero, 18 anni, ha riportato per fortuna lievi ferite giudicate guaribili in sette giorni. L'investitore è un cinquantenne residente a Sarno in via Fontanelle, Aniello Annunziata. L'uomo, per depistare le indagini, ha simulato il furto della propria auto, una Bmw 320, ma è stato scoperto ed arrestato dagli agenti del commissariato di polizia per i reati di omicidio colposo consumato e tentato, omissione di soccorso, calunnia e false attestazioni a pubblico ufficiale. Il magistrato di turno ha disposto nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari.
La tragedia è avvenuta nella tarda serata di sabato in via San Valentino, nei pressi del mercato ortofrutticolo. Erano le 23.00 circa quando, secondo una prima ricostruzione effettuata dalla squadra volante e dalla polizia scientifica del commissariato di Sarno, la Bmw, che proveniva a velocità sostenuta da Sarno, avrebbe travolto lo scooter con a bordo i due giovani che transitava in senso inverso. In conseguenza del tragico impatto, il passeggero del motociclo, Gioacchino Di Prisco, che pare non indossasse il casco, è deceduto all'istante mentre il conducente, Carlo Ruggiero, è rimasto lievemente ferito. L'autista della Bmw, dopo il forte impatto, è fuggito via, omettendo di soccorrere i due centauri.
Subito allertato il 118 che ha raggiunto in pochi minuti il luogo dell'incidente, insieme a una volante del commissariato e a due pattuglie dei carabinieri di San Valentino Torio e di Sarno. Gioacchino Di Prisco è stato sbalzato a diversi metri dal terribile scontro, mentre l'amico è stato ricoverato all'ospedale «Martiri del Villa Malta» e giudicato guaribile in sette giorni. I due giovani, entrambi di San Valentino Torio, erano diretti a Sarno, mentre la Bmw proveniva in senso contrario.
Le indagini lampo del commissariato, coordinate dal vicequestore aggiunto Arturo Iannuzzi, hanno permesso subito di risalire all'identità dell'autista pirata che si è tradito da solo quando, poco dopo la tragedia, si è presentato all'ufficio denunce del commissariato per denunciare il furto della propria autovettura. Nel frattempo, dai rilievi e dagli accertamenti tecnici, gli agenti avevano già raccolto tracce ed elementi sufficienti ad incastrare il finto denunciante della Bmw, che è caduto più volte in contraddizione, fino a confessare, cosa che ha consentito ai poliziotti di rinvenire l'auto in una carrozzeria di Pagani, dove il proprietario l'aveva portata per far cancellare le tracce dell'incidente mortale.
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e mettila una notizia buona
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Il provvedimento è stato emesso dal pm Henry John Woodcock.
Cazzodilegno :sbav:
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4 morti Ammazzati...solo ieri. :nono:
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e mettila una notizia buona
la prima notizia è ottima direi.
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la prima notizia è ottima direi.
Non per me, sembra che le cose si stiano facendo movimentate sui quartieri.
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Non per me, sembra che le cose si stiano facendo movimentate sui quartieri.
ma perchè non ti proponi per un posto al sole nella criminalità organizzata del tuo quartiere?? ti vedo a fare la checca del boss! :rotfl:
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ma perchè non ti proponi per un posto al sole nella criminalità organizzata del tuo quartiere?? ti vedo a fare la checca del boss! :rotfl:
mi farebbero fuori in 2 secondi :maronn:
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mi farebbero fuori in 2 secondi :maronn:
te le darebbero sul culetto
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:asd:
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ma perchè non ti proponi per un posto al sole nella criminalità organizzata del tuo quartiere?? ti vedo a fare la checca del boss! :rotfl:
non è il mio tipo. :look:
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non è il mio tipo. :look:
a te serve na femmine che t'appoj n'cap chiachiell :patt: :patt:
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NAPOLI (21 settembre) - Un bambino è stato investito da un' auto nella zona pedonalizzata di Via Toledo, a pochi metri dal Banco di Napoli. L' incidente è avvenuto poco prima delle 14.30. Il bambino è sceso dal marciapiede per scansare il lenzuolo steso a terra da un ambulante che vendeva borse contraffatte ed è stato investito da una «Lancia Y» di colore verde, che transitava nonostante il divieto di circolazione.
Il conducente è sceso ed ha soccorso il bambino. Poco dopo è sopraggiunta la madre ed il piccolo è stato trasportato in ospedale dallo stesso investitore. Nel luogo dell' incidente, a pochi metri dal Banco di Napoli, erano in sosta, nonostante il divieto, con le ruote sul marciapiede due furgoni. Proprio per evitare uno dei due il conducente della «Lancia Y» ha sterzato, impattando contro il bambino che, a propria volta, si era spostato dal marciapiede occupato dagli abusivi.
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APOLI (21 settembre) - Una donna di 42 anni, Roberta Rigillo residente a Posillipo, è morta in un incidente stradale avvenuto questa mattina in via delle Repubbliche Marinare. La donna - secondo la ricostruzione della polizia municipale - viaggiava a bordo di una «Vespa» che ha urtato contro un Tir che trasportava benzina, perdendo il controllo dello scooter.
L'impatto è stato violento e la donna che - secondo i primi elementi raccolti dalla polizia municipale indossava il casco - è morta prima dell'arrivo dell'ambulanza del 118. Sul luogo dell'incidente è intervenuta la sezione infortunistica della polizia municipale per la ricostruzione della dinamica.
La donna, che abitava in via Posillipo, probabilmente indossava il casco protettivo, che è stato recuperato dalla polizia municipale e presenta una lesione. Secondo i rilievi della polizia la «Vespa» condotta dalla donna avrebbe urtato violentemente contro la parte posteriore del Tir. Roberta Rigillo ha battuto con violenza la testa contro il selciato. L' incidente è avvenuto poco dopo le 8.
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CASERTA (21 settembre) - La Squadra Mobile di Caserta ha eseguito questa mattina undici ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della DDA partenopea, nei confronti di altrettanti affiliati alla fazione dei Casalesi, capeggiata da Francesco Bidognetti, detto “Cicciotto 'e mezzanotte†ma per alcuni mesi - dall'aprile del 2008 al gennaio del 2009 - saldamente in mano al capo dell'ala stragista dell'organizzazione, Giuseppe Setola. Gli indagati, tra cui lo stesso Setola, sono accusati, tra l'altro, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo camorristico, estorsioni aggravate e continuate, porto e detenzione di armi e munizioni. Setola e gli altri destinatari dei provvedimenti restrittivi sono ritenuti responsabili, in particolare, di estorsioni a centinaia di titolari di bar e caffetterie dell'agro aversano ed anche del litorale domiziano, costretti, tra l'altro, ad acquistare una miscela di caffè, il 'Caffè Nobis', giudicata di pessima qualità , ad un normale prezzo di mercato. L'acquisto del prodotto era imposto a titolari di bar ed anche di salumerie da emissari del gruppo stragista. Le indagini sulle estorsioni a titolari di bar ma anche di salumerie e supermercati, furono avviate nell'ottobre di due anni fa, dopo il ritrovamento in un covo di Setola a Trentola Ducenta, di un notevole quantitativo di caffè 'Nobis', di fatture e di altra documentazione relativa alla commercializzazione del prodotto, il cui marchio ha preso il nome dal titolare di un bar di Trentola Ducenta, Giuseppe Nobis, uno dei destinatari delle ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite questa mattina dalla squadra Mobile di Caserta.
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NAPOLI (21 settembre) - «Istituzioni e cittadini non si lasceranno intimidire da questi atti vandalici con cui la criminalità organizzata vuole distruggere la speranza di riscatto della città di Napoli ed andremo avanti nella lotta all'illegalità e alla violenza». Lo affermano il consigliere regionale del Pd Corrado Gabriele e l'assessore comunale alla Cultura del Comune di Napoli, Nicola Oddati dopo il raid di questa notte a Porta Capuana. Secondo quanto rendono noto, infatti, uno dei pannelli anti camorra installati dal Comune la settimana scorsa in occasione del primo «Festival del pensiero emergente» è stato sfasciato durante la notte. In particolare, ad essere cancellata è stata la parola 'camorra nello slogan «Con la crisi la camorra cresce e la speranza muore» scritta sulla maxi foto che copriva una delle torri aragonesi. A segnalare l'atto vandalico a Gabriele ed Oddati è stato il consigliere della quarta municipalità , Armando Simeone.
«Il Comune di Napoli deve intervenire con celerità per installare un nuovo pannello anticamorra al posto di quello sfasciato, per lanciare un messaggio chiaro: 'non ci fate paurà ». àˆ quanto sostengono in una nota i consiglieri regionali dell'Italia dei Valori. «Ogni piccola azione di contrasto va necessariamente messa in atto per ricordare a tutti i cittadini che lo Stato non è immobile. Speriamo che si tratti di un episodio isolato messo in atto da qualche giovane incapace di rendersi conto della gravità del suo gesto. Ma, a prescindere dagli autori e dalle motivazioni dolose che si nascondono dietro questo intollerabile atto vandalico, l'amministrazione locale deve intervenire con forza», conclude la nota.
(http://www.ilmattino.it/MsgrNews/HIGH/20100921_clipps89.jpg)
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AGROPOLI (21 settembre) - Scritte offensive, due in tutto, nei confronti di Alessandro Romani, il parà ucciso venerdì scorso in Afghanistan sono comparse lungo i muri delle vie adiacenti il lungomare San Marco, ad Agropoli, nel Salernitano. “10, 100, 1000 Alessandro Romani†e “Più soldati morti, bastardi assassiniâ€, recitano le scritte, entrambe accompagnate dalla A cerchiata degli anarchici. «Un episodio deplorevole», ha commentato il sindaco Franco Alfieri, che ha subito ordinato la rimozione delle scritte.
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quante belle notizie... :maronn:
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giornalista pezzo di merda.
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NAPOLI (22 settembre) - Questa notte i carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno arrestato 37 persone ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato al fine di ottenere pensioni di invalidità per inesistenti handicap.
Nel corso di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica partenopea i militari dell’Arma hanno scoperto l’esistenza di altri falsi invalidi che percepivano indebitamente le pensioni di invalidità .
Manette anche per un funzionario dell’Ufficio Invalidi Civili di una municipalità di Napoli che dal 2007 realizzava falsi decreti di liquidazione di pensione. A tutt'oggi le indagini hanno portato all’arresto di 121 persone.
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AVELLINO (21 settembre) - Arrestati a Montoro Inferiore subito dopo aver compiuto un attentato nei confronti delle titolari di un negozio di profumi e prodotti per l'estetica. I tre, due pregiudicati di Avellino di 64 e 26 anni, L.A. e C.G. e una studentessa di 17 anni , hanno lanciato una bottiglia molotov contro la saracinesca del negozio durante la chiusura pomeridiana.
A dare l'allarme sono state le titolari, due sorelle di 44 e 33 anni, e alcuni passanti. I carabinieri della locale stazione, allertati dalla Centrale Operativa del Comando provinciale, hanno intercettato l'auto con a bordo i tre attentatori e dopo un inseguimento per le strade della cittadina della valle dell'Irno li hanno costretti alla resa.
All'interno dell'auto, una Mercedes, è stata trovata una tanica con alcuni litri di benzina e altro materiale utilizzato per confezionare l'ordigno. I due uomini sono stati quindi condotti nel carcere avellinese di Bellizzi mentre la ragazza è stata accompagnata nel carcere minorile di Nisida (Napoli).
Sono in corso indagini da parte dei carabinieri della locale stazione e del Nucleo Operativo della Compagnia di Baiano per risalire ai moventi del gesto: non sono escluse la pista estorsiva e quella di carattere privato.
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NAPOLI (22 settembre) - Otto agenti, tutti in servizio nella squadra di Polizia giudiziaria del commissariato di Secondigliano a Napoli, sono stati arrestati dagli agenti della Squadra Mobile della Questura. Nei loro confronti l'accusa di traffico di droga. Le ordinanze di custodia cautelare emesse per questa inchiesta sono in totale 16.
Le accuse. Secondo quanto si è appreso in Questura, i fatti che hanno portato all'arresto degli otto poliziotti sono recenti. Determinante l'apporto alle indagini fornito, si fa sapere, dal dirigente dello stesso commissariato, il vice questore Giuseppe Pastore. Le accuse nei confronti degli otto agenti arrestati, secondo quanto è stato specificato, sono falso, peculato e cessione di stupefacenti. L'operazione è stata condotta dalla sezione Narcotici della Squadra Mobile della Questura di Napoli.
Verbali manipolati. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Squadra mobile della Questura di Napoli e coordinate dalla settima sezione della Procura in almeno tre episodi la squadra di polizia giudiziaria si sarebbe appropriata di circa 15 mila euro e di circa mezzo chilo di droga. Alcuni degli agenti intrattenevano rapporti con informatori che li avvertivano sulle operazioni da compiere e venivano poi ricompensati con parte del denaro e della droga di cui i poliziotti si impadronivano. Gli arrestati venivano indotti a firmare verbali di sequestro manipolati.
Intercettazioni falsificate. Venivano falsificate anche le trascrizioni di intercettazioni ambientali, dalle quali venivano espunte le parti compromettenti. Le indagini si sono giovate anche delle ammissioni di alcuni degli arrestati. Secondo la Procura gli episodi accertati nei confronti degli otto poliziotti sono «solo una minima parte» di «condotte reiterate» e di «sistematici metodi di esercizio abusivo delle funzioni pubbliche».
Doppia indagine. L'indagine - divisa in due filoni collegati tra loro - ha portato ad altri nove arresti nell' ambito di un traffico di droga che riforniva i Comuni di Villaricca e Frattamaggiore, nell' entroterra a Nord di Napoli. Tra gli arrestati vi sono diversi pregiudicati e tre donne, una delle quali ha ottenuto gli arresti domiciliari.
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SOLOFRA (22 settembre) - Incinta al settimo mese, si accascia in casa vittima di un malore. La figlia 17enne telefona al 118. La madre raggiunge l’ospedale in coma. Muore mentre dà alla vita il bimbo. Così si è consumata la drammatica vicenda di Antonietta Petrone, 36 anni, madre di tre figlie.
Era stata dimessa venerdì scorso dall’ospedale Landolfi, dove si era sottoposta ad accertamenti per dolori addominali. Uno stato ricondotto alla gravidanza a rischio. I medici le avevano raccomandato di osservare un assoluto riposo, per evitare ogni possibile conseguenza. Ha lasciato una famiglia nel dolore più cupo e una città sgomenta, donando con un ultimo atto d’amore la vita al suo bimbo.
Un evento reso possibile dalla tempestività con cui sono intervenuti i medici del nosocomio, praticando un parto cesareo. Il piccolo, nato prematuro, è ora nel reparto di terapia intensiva neonatale presso l’ospedale di Nocera Inferiore. Le sue condizioni vengono ritenute serie. Sull’accaduto è scattata l’inchiesta della Procura della Repubblica di Avellino, che con i carabinieri di Solofra, coordinati dal maresciallo capo Friscuolo, ha acquisito le cartelle cliniche intestate alla donna.
I familiari della 36enne, in evidente stato di prostrazione per l’accaduto, hanno chiesto che sia fatta chiarezza sull’accaduto. Nelle prossime ore sarà disposta l’autopsia, che consentirà di accertare le ragioni del decesso. La prima ipotesi, formulata sulla base dei sintomi, riconduce ad un ictus o un aneurisma. La giovane donna, già madre di tre figlie, si trovava nella sua abitazione, in località Pastena, un quartiere dell’immediata periferia, quando alle 7 ha accusato un improvviso dolore alla testa.
La figlia, accorsa dalla camera accanto, ha chiesto l’intervento del 118. Poi la corsa disperata, del marito e delle figlie, presso il presidio ospedaliero. Al pronto soccorso la signora Antonietta giunge in condizioni drammatiche. Si cerca di rianimarla. Viene chiesto l’intervento dello staff medico della divisione di ginecologia ed ostetricia, col primario Nicola Tesorio. Il cuore del bimbo batte. Viste le condizioni disperate della donna si procede all’istante al taglio cesareo. Per la madre solofrana purtroppo non c’è nulla da fare. Solo per pochi attimi madre e figlio incrociano le loro esistenze.
Mentre il piccolo viene alla luce, la mamma esala l’ultimo respito. Dolore e gioia. Sul reparto cala un clima surreale. Ora c’è l’inchiesta. Oltre al sequestro degli atti clinici, i carabinieri hanno ascoltato i medici intervenuti. La salma è stata messa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. L’incarico per l’autopsia sarà valutato dal sostituto Taddeo. S’ipotizza un evento cerebrale, alla base del grave fatto, considerata la rapida evoluzione dell’accaduto.
Secondo l’anestesista e lo staff medico intervenuto, la donna è giunta al pronto soccorso in condizioni compromesse. «L’inferma - evidenzia Rita Capone, direttrice sanitaria - in pronto soccorso evidenziava una midriasi avanzata. Aveva già perso conoscenza, come verificato da un anestesista». Sul tragico episodio la struttura sanitaria ed i medici del presidio ospedaliero «Landolfi» hanno espresso cordoglio alla famiglia, per la perdita della congiunta.
Si sono uniti al dolore dei familiari il sindaco Antonio Guarino, che si è recato di persona presso la sede ospedaliera, e l’intera comunità locale. L’accaduto ha suscitato profonda emozione. Al momento, in attesa delle decisioni sull’autopsia, non è stato possibile decidere la data in cui si terranno i funerali della sfortunata madre.
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NAPOLI (22 settembre) - Un operaio, dipendente di una ditta di costruzioni e ristrutturazioni di Crispano, è morto a Grumo Nevano, nel Napoletano, dopo essere caduto da una impalcatura alta circa quattro metri.
L'uomo, Angelo Ciaramella, di 53 anni, residente a Cardito stava effettuando dei lavori di ristrutturazione al sottotetto di un'abitazione in via Simoncelli quando è scivolato cadendo nel vuoto. L'operaio, che non indossava il casco protettivo, ha battuto violentemente la testa ed è morto sul colpo. Secondo quanto accertato dai carabinieri della locale stazione, l'impalcatura era stata realizzata in violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
Dopo i primi accertamenti, i militari dell'Arma hanno sequestrato l'area e le attrezzature sul luogo dell'incidente. Il corpo dell'operaio è stato trasportato nell'Istituto di medicina legale del Secondo Policlinico di Napoli.
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SALERNO (22 settembre) - Sarà l'autopsia, disposta dalla procura della repubblica di Salerno, a stabilire le cause del decesso di Roberto Collina, salernitano di 40 anni, con precedenti per reati contro il patrimonio, morto ieri sera, intorno alle 23,15 dopo essere stato bloccato da due poliziotti. Secondo quanto reso noto dalla questura di Salerno, Collina aveva assunto comportamenti aggressivi e molesti nei confronti di alcuni passanti nel centro storico, generando paura tra la gente che si era raccolta in piazza Largo Campo in occasione della festa di San Matteo, patrono della città . L' uomo avrebbe lanciato qualche bottiglia vuota verso alcuni esercizi pubblici. La scena sarebbe stata vista da un poliziotto della Questura di Napoli fuori servizio, che si trovava a Salerno assieme ai suoi familiari.
L' agente, anch' egli preso di mira dal 40enne, dopo essersi qualificato, avrebbe cercato di dissuaderlo, provocando però una violenta reazione. L' agente, assieme ad un altro collega intervenuto è riuscito a immobilizzare Collina che però ha perso conoscenza e si è accasciato al suolo. Quando sul posto è giunto un medico del servizio 118, Roberto Collina era già morto. Sul posto è intervenuto il capo della squadra mobile della questura di Salerno, vice questore Carmine Soriente per le prime indagini. Il magistrato inquirente ha disposto l'autopsia.
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NAPOLI (20 settembre) - Un uomo è stato ucciso a colpi di pistola in un agguato avvenuto poco prima delle 21 nel centro di Napoli, a piazza Francese, alle spalle del teatro Mercadante e a pochi metri da piazza del Municipio. Si tratta di un pregiudicato di 58 anni, Francesco Terracciano, il fratello del boss dei Quartieri Spagnoli, Salvatore Terracciano.
Vani i soccorsi e il trasporto al vicino ospedale Loreto Mare. Sull'episodio indaga la polizia.
APOLI (22 settembre) - Un personaggio esasperato dai debiti, un probabile litigio, la decisione di farsi giustizia privata: la scelta di colpire a morte il proprio aguzzino. àˆ una delle piste battute in queste ore, nel corso delle indagini sull’omicidio di Francesco Terracciano , pregiudicato dei Quartieri spagnoli ammazzato due notti fa in pieno centro, a pochi passi da piazza Municipio.
C’è una pista obbligatoria, sul taccuino degli inquirenti: l’usura prima di tutto, specialità di famiglia che finisce al centro delle indagini, in uno scenario in cui non è possibile escludere l’ipotesi di un regolamento di conti tra clan dei Quartieri. Quattro colpi di pistola, alla testa e al torace, lunedì poco dopo le otto di sera. A sparare un killer isolato, probabilmente non un professionista, anche se non estraneo al retroterra malavitoso di rua Catalana.
Chi ha premuto il grilletto ha lasciato troppe tracce e adesso ha le ore contate. Si parte da un dato di fatto: il killer non ha completato l’opera, non ha ucciso sul colpo il suo obiettivo. Ora la sua imprecisione potrebbe essergli fatale. Un particolare su tutti: Terracciano è morto dopo una corsa in ospedale, qualche minuto dopo il ricovero al Loreto Mare, dove potrebbe aver fornito qualche indizio agli investigatori che indagano su movente e responsabilità dell’ultimo delitto messo a segno in città .
Solo ipotesi investigative al momento - indaga la Mobile del primo dirigente Vittorio Pisani - fascicolo coordinato dal capo della Dda di Napoli Sandro Pennasilico e dal pm Sergio Amato. Eppure, qualcosa più di un indizio nelle mani degli inquirenti dovrebbe esserci. C’è un probabile antefatto dell’agguato, il «prequel» dell’esecuzione messa a segno in un vicolo di piazzetta Francese, alle spalle del teatro Mercadante: poco prima dell’agguato, Francesco Terracciano aveva intrecciato un violento litigio con una persona, un interlocutore con cui si è sbracciato in modo plateale per una manciata di minuti in una zona che fino alle otto di sera è ancora abbastanza trafficata.
Probabile a questo punto un nesso di causa ed effetto tra la lite e il delitto. Questione di soldi, una pretesa di troppo, la rabbia che sfocia in omicidio. Questioni private, sullo sfondo di uno scenario criminale che si fa sempre più complesso. Fatto sta che Francesco Terracciano non aveva mai smesso di praticare la principale attività familiare, non aveva mai abbandonato il ruolo di contabile a tassi usurari. Prestava soldi, si muoveva su un territorio a lui ben conosciuto: commercianti in difficoltà , piccoli artigiani, cittadini che sbarcano a stento il lunario.
Ma anche iniziative imprenditoriali messe in moto da Terracciano, in ambienti tornati di recente sotto il controllo di una holding di famiglie capitanate dai Mariano. Scenario d’insieme, ricostruzioni obbligatorie, usura business criminale da anni gestito in regime di monopolio dalla famiglia Terracciano. Usura, dunque, denaro sporco, vero e proprio motore dell’economia familiare, tanto che domani mattina Francesco Terracciano era atteso come imputato in aula dinanzi ai giudici di una sezione di corte d’appello. In primo grado era stato condannato a per un caso di «usura semplice».
Difeso dal penalista Giuseppe De Gregorio, era stato assolto invece dalle accuse di riciclaggio e false intestazioni di beni, per le quali la Procura aveva fatto appello. Un processo che, almeno in questo caso si estingue con la morte dell’imputato, mentre l’attenzione resta concentrata sul «libro mastro» di famiglia, sugli affari di Francesco Terracciano, sul numero di «soci» o clienti finiti nella trama della famiglia Terracciano.
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NAPOLI (22 settembre) - Quattro cittadini stranieri, due cinesi e due marocchini sono stati arrestati dalla polizia a Napoli con l'accusa di rissa aggravata. I quattro, di età compresa tra 40 e 46 anni , sono stati bloccati dalle forze dell'ordine mentre in via Gianturco, davanti a un centro commerciale di vendita all'ingrosso, si stavano colpendo con bastoni, aste e mazze da baseball procurandosi lesioni giudicate dai sanitari guaribili tra i 5 e i 15 giorni. I quattro immigrati saranno giudicati con il rito per direttissima.