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Off-topic => Focus On => Topic aperto da: bender89 - 16 Aprile, 2010, 17:54:08 pm

Titolo: Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 16 Aprile, 2010, 17:54:08 pm
"Formazione del prezzo dell'oro sui mercati delle materie prime: determinanti e correlazioni". Ne deve uscire una cosa di 3-4 pagine. Io non ne capisco un cazzo.
Mi dovete passare tutto il materiale attinente che riuscite a trovare o, in alternativa, consegnarmi il lavoro svolto entro tipo il prossimo fine settimana.

ps. Se torna Martins potete pure andarvene tutti quanti a fanculo. In bocca al lupo. :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 16 Aprile, 2010, 18:04:36 pm
Tipo questo ad esempio.
http://crisi-finanziaria.myblog.it/archive/2009/09/18/quotazione-prezzo-oro-finanziario-borsa-mercato-investimento.html (http://crisi-finanziaria.myblog.it/archive/2009/09/18/quotazione-prezzo-oro-finanziario-borsa-mercato-investimento.html)


Non siate timidi. :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 16 Aprile, 2010, 18:07:58 pm
http://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/oro-parteprima.htm (http://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/oro-parteprima.htm)
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: kurz - 16 Aprile, 2010, 18:25:31 pm
Aspè che mo legge Crippler  :sisi:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: Lovercraft - 16 Aprile, 2010, 18:26:12 pm
calmi, uno alla volta
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: Joker - 16 Aprile, 2010, 18:26:28 pm
Quanto mi dai ?  :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 16 Aprile, 2010, 18:26:49 pm
Aspè che mo legge Crippler  :sisi:

Martins (Marco, giusto?) lo trovo su msn? Passami il contatto ja, non farà  storie.  :brr:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: 814ckp0w3r - 16 Aprile, 2010, 18:50:55 pm
scusate, ho sbagliato topic.
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: Piskyno89 - 16 Aprile, 2010, 18:56:41 pm
scusate, ho sbagliato topic.
:rofl: :rofl:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 16 Aprile, 2010, 19:04:46 pm
:rofl: :rofl:

Rir ncopp a stu cazz. Mettiti al lavoro. :patt:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bart - 16 Aprile, 2010, 19:06:07 pm
io avrei scelto scritto e orale su libro di 500 pagine. non posso aiutarti.
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: Lovercraft - 16 Aprile, 2010, 19:07:50 pm
io avrei scelto scritto e orale su libro di 500 pagine. non posso aiutarti.

gnurant'
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: kurz - 16 Aprile, 2010, 19:10:34 pm
scusate, ho sbagliato topic.
fu così che Ernesto divenne ministro dell'economia cubano :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 16 Aprile, 2010, 19:12:46 pm
io avrei scelto scritto e orale su libro di 500 pagine. non posso aiutarti.


Chi vuol essere milionario? - Altezze di un triangolo (http://www.youtube.com/watch?v=WrWEj8hlGsk&feature=player_embedded#)
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: Joker - 16 Aprile, 2010, 19:20:17 pm
Chi vuol essere milionario? - Altezze di un triangolo ([url]http://www.youtube.com/watch?v=WrWEj8hlGsk&feature=player_embedded#[/url])


Hai sbagliato topic.  :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 16 Aprile, 2010, 19:51:22 pm
Vabbuò. :nuvola:

Nanni Moretti:pubblico di merda (http://www.youtube.com/watch?v=whY3lj7KjWg#)
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: Lovercraft - 16 Aprile, 2010, 20:03:27 pm
http://partenopeo.net/forum/index.php/topic,3292.msg171950.html#new (http://partenopeo.net/forum/index.php/topic,3292.msg171950.html#new)
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 17 Aprile, 2010, 09:36:20 am
Che ti metti a fare crossposting (jelacc  :look:) nel mio topic? Ma tu ea muri'...
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: AyeyeBrazov - 17 Aprile, 2010, 11:02:58 am
Io non sono un economista e non so nemmeno fare economia, menomale che Valeria tene 'e braccelle poliomenitiche sennò sarebbero stati cazzi perchè io quello che tengo quello mi magno e non astipo coccosa manco se mi accirono e schifo troppo a quelli troppo sparagnini  :compagni: :compagni: :compagni: :appizz: :appizz: :croce:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: isab1987 - 17 Aprile, 2010, 12:45:33 pm
 :rofl: :rofl: :rofl: :patt: :patt: :patt:


 :ahsisi: :ahsisi: :ahsisi: :ahsisi:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: guallera - 17 Aprile, 2010, 12:46:39 pm
Io m'aggià  accattata a casa a Itri, sparagnando una cosa di soldi... :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 17 Aprile, 2010, 12:50:07 pm
Io m'aggià  accattata a casa a Itri, sparagnando una cosa di soldi... :look:

Menati con un mutuo a tasso fisso, adesso. :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: guallera - 17 Aprile, 2010, 12:51:38 pm
Menati con un mutuo a tasso fisso, adesso. :look:
Ho pagato in contanti tittò... :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 17 Aprile, 2010, 12:53:08 pm
Ho pagato in contanti tittò... :look:

Rivendila e compra oro, il dollaro si sta deprezzando.  :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: AyeyeBrazov - 17 Aprile, 2010, 12:55:33 pm
Io m'aggià  accattata a casa a Itri, sparagnando una cosa di soldi... :look:
quann ce 'o jamme 'a fà  nu bagn? Ije port 'arrust!  :mangia:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 17 Aprile, 2010, 12:57:02 pm
quann ce 'o jamme 'a fà  nu bagn? Ije port 'arrust!  :mangia:

Ma veramente eh, liberala per un fine settimana forummoso. Vengo pure io.
Dove cazzo sta Itri? :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: AyeyeBrazov - 17 Aprile, 2010, 12:59:04 pm
Ma veramente eh, liberala per un fine settimana forummoso. Vengo pure io.
Dove cazzo sta Itri? :look:
vicino formia e gaeta
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: isab1987 - 17 Aprile, 2010, 13:07:04 pm
vicino formia e gaeta
io adoro sperlonga  :love: :love: :love:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: Martins - 17 Aprile, 2010, 19:12:13 pm
penso di avere il materiale che ti serve, ci ho scritto un paragrafo per una tesista. Tra stasera o domani prima delle partite, posso darti una mano.
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 17 Aprile, 2010, 19:14:27 pm
penso di avere il materiale che ti serve, ci ho scritto un paragrafo per una tesista. Tra stasera o domani prima delle partite, posso darti una mano.

Sto qua. :sbav:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: Martins - 17 Aprile, 2010, 19:26:28 pm
Sto qua. :sbav:

spiegami meglio che ti serve. Sui fondamentali del prezzo ho giò qualcosa, sulla correlazione con Dow Jones anche, a te che tipo di analisi serve? Solo come commodity o anche come funzione monetaria?
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 17 Aprile, 2010, 19:31:48 pm
spiegami meglio che ti serve. Sui fondamentali del prezzo ho giò qualcosa, sulla correlazione con Dow Jones anche, a te che tipo di analisi serve? Solo come commodity o anche come funzione monetaria?

Non ho altre informazioni oltre alla traccia. E' specificato che ci si debba riferire all'oro come materia prima ma se hai qualcosa circa la funzione monetaria lo leggo volentieri, magari ci faccio un paragrafo sull'evoluzione storica della funzione garantista dell'oro e bla bla bla.
Tra fondamentali del prezzo magari mi incentrerei sull'andamento del dollaro. Con la svalutazione attuale presumo che aumenti la domanda di oro come riserva di valore, magari cerco qualche articolo attuale.
Passami tutto quello che ritieni utile, mi leggo tutto.
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: Pochita - 18 Aprile, 2010, 12:46:54 pm
il mio professore di zoologia non vede di buon occhio gli economisti  :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 18 Aprile, 2010, 12:51:13 pm
il mio professore di zoologia non vede di buon occhio gli economisti  :look:

Pure io, appena posso mi specializzo in fenomenologia della banana ammunnata. :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: Pochita - 18 Aprile, 2010, 12:52:46 pm
Pure io, appena posso mi specializzo in fenomenologia della banana ammunnata. :look:
:rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:
fai bene dato che è un fenomeno che ricorre spesso nell'ambito del forum  :nanda: :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 18 Aprile, 2010, 17:25:15 pm
Sedotto e abbandonato. :fuga:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: Martins - 18 Aprile, 2010, 17:31:52 pm
Sedotto e abbandonato. :fuga:

entro stasera ti preparo un bel po' di link
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: Martins - 18 Aprile, 2010, 19:55:49 pm
- Storia dell'oro (se interessa), con breve spiegazione del gold standard e Bretton Woods
http://www.homolaicus.com/storia/oro/bretton_woods.htm

- Fondamentali dell'oro
http://www.zealllc.com/2008/goldfund2.htm

- Approfondimento sulla produzione
http://www.zealllc.com/2009/goldprd.htm

- Gli accordi di vendita delle banche centrali
http://www.zealllc.com/2009/cbga.htm

- Oro e deflazione/inflazione
http://www.goldensextant.com/Gold&Deflation.html

- Tutti i grafici sull'oro
http://www.sharelynx.com/gw/GoldWatcher.php

Appena li ritrovo, posto degli articoli di analisi sul rapporto gold/dow jones, che penso ti possa interessare.
Buona lettura!
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 18 Aprile, 2010, 20:16:34 pm
Ah, grazie mille. Entro il prossimo fine settimana leggo tutto e ti chiedo eventuali delucidazioni. :ok:

Mo' intanto apro un topic per trovare a uno che sape l'inglese. :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bart - 19 Aprile, 2010, 14:43:19 pm
Mo' intanto apro un topic per trovare a uno che sape l'inglese. :look:
:rotfl:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 24 Aprile, 2010, 08:58:52 am
Sì ma praticamente c'è poco niente su come si forma il prezzo dell'oro sul mercato delle materie prime. Trovo pochissimi articoli sull'oro finanziario.
Mi servirebbe qualcosa di dettagliato sugli strumenti attraverso cui si acquista (non so, tipo ETC, certificati di investimento...) e sulle determinanti del prezzo (quotazioni del dollaro, impiego industriale...).  :wall:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 24 Aprile, 2010, 09:03:55 am
Ho trovato qualcosa. :yeeh:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: AyeyeBrazov - 24 Aprile, 2010, 09:57:45 am
Ho trovato qualcosa. :yeeh:
spartimm?
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 24 Aprile, 2010, 12:26:52 pm
Formazione del prezzo dell'oro sui mercati delle materie prime: determinanti e correlazioni.

L'oro, per peculiarità  di caratteristiche fisiche ed estrinseche, ha svolto tanto una funzione puramente monetaria (ravvisata nella zona mediterranea e in pianta stabile addirittura a partire dal VII sec. a.c.) quanto quella generica di equivalente generale per gli scambi commerciali e di mero oggetto di investimento, tanto fisico quanto finanziario.
L'oro cominciò ad essere utilizzato diffusamente come moneta corrente nel 1816 in Inghilterra, paese che istituì il Gold Standard, sistema che prevedeva la perfetta convertibilità  tra moneta cartacea e oro. L'esempio britannico fu seguito successivamente anche da altri paesi quali la Germania nel 1872 e gli USA nel 1900. La coniazione fu liberalizzata e l'oro, sia in forma monetaria che di metallo grezzo, poteva essere importato ed esportato senza limitazioni. Il tasso di cambio tra le monete dei diversi paesi era quindi stabile (in quanto poteva variare solo entro una parità  fissa), il che assicurava l'equilibrio degli scambi internazionali oltre che quello dei cambi. Il sistema era inoltre atto a prevenire l'eccesso di cartamoneta sul mercato legandone indissolubilmente la quantità  ad una risorsa scarsa; la stabilità  dei prezzi era dunque garantita e l'inflazione mantenuta ad un livello bassissimo.
Durante il periodo molto difficile a cavallo tra le due guerre, nel 1944, per iniziativa degli USA e dell'Inghilterra, i rappresentanti di 44 paesi si riunirono a Bretton Woods dove fu creato il Fondo Monetario Internazionale (F.M.I). In tale occasione venne fissato il prezzo del metallo a 35$ per oncia, prezzo a cui gli USA si impegnarono ad acquistarlo da chiunque ed a venderlo solo alle Banche Centrali. Il sistema precedente fondato dagli Inglesi, diventava un'istituzione che poggiava ora su due pilastri: il dollaro e l'oro. Ogni paese partecipante fu obbligato a versare al fondo una quota di oro e di moneta nazionale e a dichiarare la parità  tra la propria valuta e l'oro, direttamente o indirettamente attraverso il tasso di cambio con il dollaro. Nel 1945 i 2/3 delle riserve auree dei paesi capitalisti (circa 30.000 tonnellate) erano concentrati in fondi centralizzati, e di questi ben 18.000 tonnellate erano nelle mani del governo Usa. La concentrazione dell'oro negli Usa, alla fine del 1949, raggiunse il punto di massima: il 70% delle riserve mondiali, cioè circa 22.000 tonnellate.
Il sistema fallì con la crisi del dollaro degli anni sessanta. La crescita del valore delle altre monete indusse gli USA al blocco della parità  fissa, lasciando che la riserva aurea variasse attraverso il libero mercato. Ciò determinò l'inevitabile oscillazione dei prezzi dovuta allo squilibrio tra domanda e offerta, e l'inevitabile corsa agli investimenti in oro da parte degli operatori. Questa fu la prima volta che l'oro assunse il ruolo di bene rifugio a fronte dell'instabilità  del dollaro.
Il 17/03/1968 può essere considerata la data ufficiale della nascita del mercato dell'oro il cui prezzo veniva determinato dall'offerta e dalla domanda. Divenne operativo da quel giorno il cosiddetto doppio mercato: uno per le transazioni valutarie internazionali (con prezzo fissato a 35$ l'oncia) e l'altro per gli scambi tra privati, con prezzo lasciato libero di fluttuare secondo l'andamento delle contrattazioni.
Il sistema aureo entrò in una crisi che culminò il 15/08/71, data in cui l'amministrazione Nixon soppresse la convertibilità  tra dollaro e oro e svalutò due volte il biglietto verde, facendo così crollare uno dei pilastri del sistema di Bretton Woods. Il doppio mercato terminò nel 1976 quando i Paesi aderenti al FMI ufficialmente decisero l'abolizione del prezzo ufficiale.
Nonostante il crollo del sistema e la liberalizzazione del mercato, il metallo giallo continua a rivestire un ruolo fondamentale negli investimenti: offre all'investitore sicurezza e solidità , il suo valore è universale e facilmente realizzabile in qualsiasi momento ed è considerato il bene rifugio per eccellenza per proteggersi dalle svalutazioni e da incertezze economico - politiche. Ad oggi la massa di dollari attualmente circolante esclude la possibilità  di un ritorno a livello internazionale a un sistema valutario di cambi fissi.
L'oro, al pari degli altri metalli preziosi, è quotato al grammo o all'oncia. Quando è in lega con altri metalli la sua purezza è misurata in carati con una scala che fissa a 24 unità  l'oro puro.
Il prezzo dell'oro viene fissato quotidianamente sulla base della domanda e dell'offerta dei vari mercati. Dal 1919 la borsa di Londra stabilisce due volte al giorno il prezzo di riferimento (fixing dell'oro).
Sui mercato finanziari internazionali l'oro è scambiato sia sotto forma di oro fisico sia di oro finanziario. Nel primo caso passano di mano lingotti e barre d'oro con pesi e qualità  standard, mentre il termine “oro finanziario” o “oro cartaceo” si riferisce agli strumenti che i mercati finanziari hanno ideato con riferimento all'oro.
I mercati dell'oro fisico sono cinque: Londra, Zurigo, Hong Kong, Singapore, New York. Quello londinese rappresenta il maggiore per quantità  trattate e prestigio internazionale. Le due determinazioni giornaliere del prezzo costituiscono per gli operatori dei cinque continenti la incontestabile quotazione ufficiale, a prescindere dal luogo in cui avvengono fisicamente le transazioni.

I mercati dell'oro finanziario sono fioriti a partire dal 1970, circa sessanta anni dopo la fondazione del mercato più antico per i lingotti (quello di Hong Kong). Questi hanno raggiunto il massimo sviluppo nella metà  degli anni ottanta, quando l'oro raggiunse un'importanza nelle strategie di asset forse anche maggiore di quella attuale. Il Winnipeg Commodity Exchange nel 1972 creò il primo future in oro e successivamente anche la prima opzione. Malgrado questo primato storico, il mercato più importante per i derivati sul metallo prezioso a livello globale è il Commodity Exchange di New York (Comex), dove si raggiungono scambi ragguardevoli.
Il Sydney Futures Exchange ha iniziato a trattare i futures del Comex dal 1986: in questo modo, data la differenza di fuso orario è possibile negoziare questi prodotti derivati giorno e notte. Altro importante mercato è il Tokyo Commodity Exchange (TOCOM) che ha iniziato la propria attività  nel 1982.
L'oro cartaceo negli ultimi anni ha acquistato una sempre maggiore importanza, superando la tradizionale immagine del metallo giallo di esclusivo bene di rifugio. Dal punto di vista finanziario l'oro è diventato una vera e propria attività  con cui diversificare il portafoglio e, con un minimo di capitale, l'investitore può operare senza aggiunta di costi per spese di deposito ed assicurazione come nel caso dell'oro fisico. Inoltre i derivati sull'oro vengono utilizzati anche dalle aziende manifatturiere per assicurarsi contro la variabilità  dei prezzi delle materie prime.
Tra gli strumenti finanziari ricordiamo: opzioni, futures, gold warrants, gold swaps, fondi d'investimento in oro, operazioni a termine, azioni aurifere, prestiti in oro.
L'opzione è un contratto derivato che attribuisce ad una delle parti (dietro il pagamento di un corrispettivo, detto premio), la facoltà  di esercitare entro una scadenza l'acquisto o la vendita del metallo ad un determinato prezzo. Quindi il compratore di un'opzione ha il diritto ma non l'obbligo di acquistare o di vendere una determinata quantità  di oro ad un prezzo fissato in anticipo ed ad una scadenza prefissata. Per tale diritto di scelta, l'investitore ha un costo rappresentato dal prezzo del premio.
Con le operazioni a termine o forward esiste per l'operatore l'impegno irrevocabile di acquistare o di vendere una certa quantità  d'oro ad una data scadenza ed a un prezzo stabilito al momento della conclusione dell'operazione. In questo caso l'impegno e l'adempimento, cioè la consegna ed il pagamento hanno luogo in date diverse. Questa operazione è interessante per gli investitori ed operatori che non devono disporre subito di controvalore monetario e per produttori di metalliche vendono le estrazioni future.
Il future su oro è un contratto con cui i contraenti si impegnano a consegnare e ricevere una quantità  d'oro ad una scadenza, ad un prezzo predeterminato. Per tutte le operazioni futures è richiesto un deposito iniziale marginale da adeguare all'eventuale oscillazione del prezzo. Il premio del prezzo a termine rispetto a pronti, chiamato contango,  è influenzato dagli interessi e dai costi di immagazzinamento e di assicurazioni. Quindi le caratteristiche dei contratti futures sono; quantità  e scadenze standardizzate, contrattazioni in mercati regolamentati, clearing house come controparte, e i margini di garanzia e valorizzazione giornaliera del contratto. Raramente tali contratti restano aperti fino alla scadenza, spesso le posizioni sono chiuse in anticipo, assumendo una posizione contraria a quella iniziale. Coloro che sono interessati ai futures sono gli speculatori, gli hedgers (soprattutto società  minerarie), cioè coloro che si coprono dal rischio di prezzo.
I gold warrants sono essenzialmente delle opzioni di acquisto di oro, ad un prezzo predeterminato che possono essere collegate ad azioni ed obbligazioni.
Con il gold swap si ha il trasferimento di lingotti ad un rivenditore in cambio di valuta, con un prezzo a termine con il quale l’oro sarà  restituito già  stabilito. Benché l’effetto sia paragonabile ad una vendita a pronti e riacquisto a termine, la differenza è che, le controparti sono le stesse, evitando transazioni sul mercato e quindi senza nessun effetto nei prezzi.
I fondi d’investimento in oro sono specializzati in investimenti collegati all’oro su scala mondiale. Ci si rivolge ai fondi (situati principalmente in Gran Bretagna, Svizzera e U.S.A.) per ridurre il rischio, rispetto ad un investimento su di un solo titolo.
Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad una forte crescita del mercato dei prestiti in oro grazie anche alle banche che hanno iniziato a prestare oro alle miniere. In tale modo compagnie minerarie vendono l’oro ottenuto in prestito per ottenere liquidità  per finanziare la propria società  ed alla scadenza la società  mineraria restituirà  il prestito con l’oro estratto. Le Banche Centrali coprono i  3/4 dell’offerta dei prestiti.
Una forma di investimento in oro è rappresentato dall’acquisto di azioni aurifere. In questo tipo di investimento bisogna valutare la situazione patrimoniale , le caratteristiche finanziarie e tecniche la crescita prevista della società  mineraria, le oscillazioni della valuta estera ed anche possibili mutamenti del regime fiscale del paese. Rispetto all’acquisto diretto di oro, in questo caso l’investitore può sfruttare sia i corsi dell’oro che della Borsa.
E' infine rilevante l'utilizzo di ETF, strumenti di investimento collettivo del risparmio scambiati su mercati regolamentati che mirano a replicare, con uno stretto margine di scostamento, indici finanziari noti e rappresentativi di particolari mercati azionari o obbligazionari. Nel caso dell'oro lo strumento finanziario replica esattamente l'andamento del sottostante, il cui nominale è espresso normalmente in una frazione di oncia (generalmente 1/10).

Il prezzo dell'oro è determinato principalmente dalla domanda e dell'offerta, anche se la presenza di elevati stocks di metallo possono avere un'influenza rilevante. In sostanza l'oro è divenuto sempre più “price sensitive” al comportamento delle Banche Centrali in materia di riserve e ciò costituisce una svolta storica tale che elaborazioni sui prezzi a partire dal 1993 dovranno in un prossimo futuro tener conto di questo fattore, e, in secondo luogo, dello sviluppo della domanda in alcuni popolosi Paesi quali Cina e India.
I fattori che influenzano il dollaro nel breve termine sono:
Tasso di cambio sul dollaro (in particolare del dollaro contro marco e jen)
Inflazione (in particolare aspettative d'inflazione statunitense)
Rendimento su investimenti alternativi
Operazioni a termine
Tassi di interesse

Altri indicatori che mostrano correlazioni interessanti sono il mercato azionario in particolare quello americano), il prezzo del petrolio, il prezzo di altri metalli (l'argento su tutti), e le condizioni generali di stabilità  economica e politica.
Vi sono poi indicatori difficilmente definibili quali le operazioni “ufficiali” delle banche centrali (con influenza crescente), offerta e domanda netta, quantità  di moneta e crescita economica.

Tornando alle determinanti strutturali del prezzo, ovvero la determinazione di domanda e offerta, è bene ricordare che quest'ultima è determinata da voci ben definite e che vedono nella nuova produzione mineraria la quota preminente. A seconda però dei momenti storici e delle fasi di mercato le dinamiche dell'offerta tendono a mutare soprattutto nelle componenti più volatili come, ad esempio, il ritorno al mercato di scraps industriali o oreficeria usata. Tendenzialmente l'offerta di oro è formata per il 65% dalla nuova produzione mineraria, per il 16% da affinazione di scarti recuperi da oreficeria ed altre industrie come quella elettronica e dentale, per il 12% dalle vendite ufficiali da Banche Centrali.
La domanda di oro può essere, a sua volta, per scopi industriali o di investimento. La domanda per fabbricazione è definibile come trasformazione di oro in prodotti finiti o semilavorati, per usi commerciali o industriali. Il settore della gioielleria, ha sempre rappresentato il settore più importante della domanda totale e negli ultimi anni questa ha superato la produzione mineraria mondiale. Il gioiello sta perdendo gradualmente il ruolo di bene rifugio e sta diventando sempre più un segno di prestigio e di status sociale,soprattutto quando si parla di brand e prodotto pubblicizzato. Benché l’appeal per il gioiello di grido, contraddistinto da una “griffe” stia continuando a riscuotere sempre più successo, l’ingresso nel nuovo millennio non è stato così favorevole alla produzione di oreficeria, evidenziando un progressivo calo fino alle attuali 2.500 tonnellate circa prodotte (2.401 nel 2007). Molte le cause di tale calo; tra queste individuiamo sicuramente un cambio di costume e di abitudini dei consumatori soprattutto dei Paesi occidentali, maggiormente attratti da altri beni divenuti ormai di massa, come cellulari o altri oggetti High Tech (plamari, Ipod, fotocamere digitali, etc). Gli anni 2000 sono inoltre stati inoltre caratterizzati da periodi di rallentamento economico che hanno di fatto minato la fiducia dei consumatori di prodotti di oreficeria / gioielleria influenzando le decisioni di acquisto e ridotto i budget di spesa delle famiglie che acquistano gioielli.
Discorso diverso è stato l’approccio degli investitori e risparmiatori per quanto riguarda l’oro. Dopo almeno un decennio di ribassi, a partire dal 2001, è cominciato un nuovo trend rialzista multi annuale sostenuto in buona parte proprio dall’investimento e per protezione dai rischi economico - finanziari (vedi deprezzamento del dollaro) e geopolitici. La domanda di oro da investimento si è articolata su più fronti ovvero sotto forma di monete o lingotti, o connessi a strumenti derivati direttamente od indirettamente al fisico (ETF). L’oro ha infine anche un utilizzo industriale propriamente detto: grazie alla sua resistenza, corrosione ed ossidazione viene usato nell’industria dentistica, la cui produzione è concentrata principalmente in Giappone, Germania ed Inghilterra. Il settore aveva conosciuto un periodo di boom negli anni ’70, seguito da un forte declino per la concorrenza di altri materiali più economici e successivamente negli anni ’90 è stata registrata una ripresa. Inoltre viene usato nel campo aerospaziale e nel settore della fabbricazione delle monete.

Fonti:
Gold Fields Mineral Service
International Monetary Fund


Non dite che è una lota, è un buon collage. :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 03 Maggio, 2010, 14:34:32 pm
Uà , il professore ha rimandato la scadenza al 15 maggio e ha detto che le dobbiamo rifare. Sullo stesso argomento ma di 15 pagine.  :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: Gabbie - 03 Maggio, 2010, 14:38:52 pm
Uà , il professore ha rimandato la scadenza al 15 maggio e ha detto che le dobbiamo rifare. Sullo stesso argomento ma di 15 pagine.  :look:

Interlinea doppia, carattere 15, margini 5-4-4-4 :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 03 Maggio, 2010, 15:12:21 pm
Interlinea doppia, carattere 15, margini 5-4-4-4 :look:

Non mi interessano i dettagli, mi fido di te. :patt: :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 05 Maggio, 2010, 18:32:14 pm
Ho trovato certa roba di Peter Schiff, è attendibile? A me me pare 'e no... :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: pappasouth - 05 Maggio, 2010, 18:44:24 pm
Formazione del prezzo dell'oro sui mercati delle materie prime: determinanti e correlazioni.

L'oro, per peculiarità  di caratteristiche fisiche ed estrinseche, ha svolto tanto una funzione puramente monetaria (ravvisata nella zona mediterranea e in pianta stabile addirittura a partire dal VII sec. a.c.) quanto quella generica di equivalente generale per gli scambi commerciali e di mero oggetto di investimento, tanto fisico quanto finanziario.
L'oro cominciò ad essere utilizzato diffusamente come moneta corrente nel 1816 in Inghilterra, paese che istituì il Gold Standard, sistema che prevedeva la perfetta convertibilità  tra moneta cartacea e oro. L'esempio britannico fu seguito successivamente anche da altri paesi quali la Germania nel 1872 e gli USA nel 1900. La coniazione fu liberalizzata e l'oro, sia in forma monetaria che di metallo grezzo, poteva essere importato ed esportato senza limitazioni. Il tasso di cambio tra le monete dei diversi paesi era quindi stabile (in quanto poteva variare solo entro una parità  fissa), il che assicurava l'equilibrio degli scambi internazionali oltre che quello dei cambi. Il sistema era inoltre atto a prevenire l'eccesso di cartamoneta sul mercato legandone indissolubilmente la quantità  ad una risorsa scarsa; la stabilità  dei prezzi era dunque garantita e l'inflazione mantenuta ad un livello bassissimo.
Durante il periodo molto difficile a cavallo tra le due guerre, nel 1944, per iniziativa degli USA e dell'Inghilterra, i rappresentanti di 44 paesi si riunirono a Bretton Woods dove fu creato il Fondo Monetario Internazionale (F.M.I). In tale occasione venne fissato il prezzo del metallo a 35$ per oncia, prezzo a cui gli USA si impegnarono ad acquistarlo da chiunque ed a venderlo solo alle Banche Centrali. Il sistema precedente fondato dagli Inglesi, diventava un'istituzione che poggiava ora su due pilastri: il dollaro e l'oro. Ogni paese partecipante fu obbligato a versare al fondo una quota di oro e di moneta nazionale e a dichiarare la parità  tra la propria valuta e l'oro, direttamente o indirettamente attraverso il tasso di cambio con il dollaro. Nel 1945 i 2/3 delle riserve auree dei paesi capitalisti (circa 30.000 tonnellate) erano concentrati in fondi centralizzati, e di questi ben 18.000 tonnellate erano nelle mani del governo Usa. La concentrazione dell'oro negli Usa, alla fine del 1949, raggiunse il punto di massima: il 70% delle riserve mondiali, cioè circa 22.000 tonnellate.
Il sistema fallì con la crisi del dollaro degli anni sessanta. La crescita del valore delle altre monete indusse gli USA al blocco della parità  fissa, lasciando che la riserva aurea variasse attraverso il libero mercato. Ciò determinò l'inevitabile oscillazione dei prezzi dovuta allo squilibrio tra domanda e offerta, e l'inevitabile corsa agli investimenti in oro da parte degli operatori. Questa fu la prima volta che l'oro assunse il ruolo di bene rifugio a fronte dell'instabilità  del dollaro.
Il 17/03/1968 può essere considerata la data ufficiale della nascita del mercato dell'oro il cui prezzo veniva determinato dall'offerta e dalla domanda. Divenne operativo da quel giorno il cosiddetto doppio mercato: uno per le transazioni valutarie internazionali (con prezzo fissato a 35$ l'oncia) e l'altro per gli scambi tra privati, con prezzo lasciato libero di fluttuare secondo l'andamento delle contrattazioni.
Il sistema aureo entrò in una crisi che culminò il 15/08/71, data in cui l'amministrazione Nixon soppresse la convertibilità  tra dollaro e oro e svalutò due volte il biglietto verde, facendo così crollare uno dei pilastri del sistema di Bretton Woods. Il doppio mercato terminò nel 1976 quando i Paesi aderenti al FMI ufficialmente decisero l'abolizione del prezzo ufficiale.
Nonostante il crollo del sistema e la liberalizzazione del mercato, il metallo giallo continua a rivestire un ruolo fondamentale negli investimenti: offre all'investitore sicurezza e solidità , il suo valore è universale e facilmente realizzabile in qualsiasi momento ed è considerato il bene rifugio per eccellenza per proteggersi dalle svalutazioni e da incertezze economico - politiche. Ad oggi la massa di dollari attualmente circolante esclude la possibilità  di un ritorno a livello internazionale a un sistema valutario di cambi fissi.
L'oro, al pari degli altri metalli preziosi, è quotato al grammo o all'oncia. Quando è in lega con altri metalli la sua purezza è misurata in carati con una scala che fissa a 24 unità  l'oro puro.
Il prezzo dell'oro viene fissato quotidianamente sulla base della domanda e dell'offerta dei vari mercati. Dal 1919 la borsa di Londra stabilisce due volte al giorno il prezzo di riferimento (fixing dell'oro).
Sui mercato finanziari internazionali l'oro è scambiato sia sotto forma di oro fisico sia di oro finanziario. Nel primo caso passano di mano lingotti e barre d'oro con pesi e qualità  standard, mentre il termine “oro finanziario” o “oro cartaceo” si riferisce agli strumenti che i mercati finanziari hanno ideato con riferimento all'oro.
I mercati dell'oro fisico sono cinque: Londra, Zurigo, Hong Kong, Singapore, New York. Quello londinese rappresenta il maggiore per quantità  trattate e prestigio internazionale. Le due determinazioni giornaliere del prezzo costituiscono per gli operatori dei cinque continenti la incontestabile quotazione ufficiale, a prescindere dal luogo in cui avvengono fisicamente le transazioni.

I mercati dell'oro finanziario sono fioriti a partire dal 1970, circa sessanta anni dopo la fondazione del mercato più antico per i lingotti (quello di Hong Kong). Questi hanno raggiunto il massimo sviluppo nella metà  degli anni ottanta, quando l'oro raggiunse un'importanza nelle strategie di asset forse anche maggiore di quella attuale. Il Winnipeg Commodity Exchange nel 1972 creò il primo future in oro e successivamente anche la prima opzione. Malgrado questo primato storico, il mercato più importante per i derivati sul metallo prezioso a livello globale è il Commodity Exchange di New York (Comex), dove si raggiungono scambi ragguardevoli.
Il Sydney Futures Exchange ha iniziato a trattare i futures del Comex dal 1986: in questo modo, data la differenza di fuso orario è possibile negoziare questi prodotti derivati giorno e notte. Altro importante mercato è il Tokyo Commodity Exchange (TOCOM) che ha iniziato la propria attività  nel 1982.
L'oro cartaceo negli ultimi anni ha acquistato una sempre maggiore importanza, superando la tradizionale immagine del metallo giallo di esclusivo bene di rifugio. Dal punto di vista finanziario l'oro è diventato una vera e propria attività  con cui diversificare il portafoglio e, con un minimo di capitale, l'investitore può operare senza aggiunta di costi per spese di deposito ed assicurazione come nel caso dell'oro fisico. Inoltre i derivati sull'oro vengono utilizzati anche dalle aziende manifatturiere per assicurarsi contro la variabilità  dei prezzi delle materie prime.
Tra gli strumenti finanziari ricordiamo: opzioni, futures, gold warrants, gold swaps, fondi d'investimento in oro, operazioni a termine, azioni aurifere, prestiti in oro.
L'opzione è un contratto derivato che attribuisce ad una delle parti (dietro il pagamento di un corrispettivo, detto premio), la facoltà  di esercitare entro una scadenza l'acquisto o la vendita del metallo ad un determinato prezzo. Quindi il compratore di un'opzione ha il diritto ma non l'obbligo di acquistare o di vendere una determinata quantità  di oro ad un prezzo fissato in anticipo ed ad una scadenza prefissata. Per tale diritto di scelta, l'investitore ha un costo rappresentato dal prezzo del premio.
Con le operazioni a termine o forward esiste per l'operatore l'impegno irrevocabile di acquistare o di vendere una certa quantità  d'oro ad una data scadenza ed a un prezzo stabilito al momento della conclusione dell'operazione. In questo caso l'impegno e l'adempimento, cioè la consegna ed il pagamento hanno luogo in date diverse. Questa operazione è interessante per gli investitori ed operatori che non devono disporre subito di controvalore monetario e per produttori di metalliche vendono le estrazioni future.
Il future su oro è un contratto con cui i contraenti si impegnano a consegnare e ricevere una quantità  d'oro ad una scadenza, ad un prezzo predeterminato. Per tutte le operazioni futures è richiesto un deposito iniziale marginale da adeguare all'eventuale oscillazione del prezzo. Il premio del prezzo a termine rispetto a pronti, chiamato contango,  è influenzato dagli interessi e dai costi di immagazzinamento e di assicurazioni. Quindi le caratteristiche dei contratti futures sono; quantità  e scadenze standardizzate, contrattazioni in mercati regolamentati, clearing house come controparte, e i margini di garanzia e valorizzazione giornaliera del contratto. Raramente tali contratti restano aperti fino alla scadenza, spesso le posizioni sono chiuse in anticipo, assumendo una posizione contraria a quella iniziale. Coloro che sono interessati ai futures sono gli speculatori, gli hedgers (soprattutto società  minerarie), cioè coloro che si coprono dal rischio di prezzo.
I gold warrants sono essenzialmente delle opzioni di acquisto di oro, ad un prezzo predeterminato che possono essere collegate ad azioni ed obbligazioni.
Con il gold swap si ha il trasferimento di lingotti ad un rivenditore in cambio di valuta, con un prezzo a termine con il quale l’oro sarà  restituito già  stabilito. Benché l’effetto sia paragonabile ad una vendita a pronti e riacquisto a termine, la differenza è che, le controparti sono le stesse, evitando transazioni sul mercato e quindi senza nessun effetto nei prezzi.
I fondi d’investimento in oro sono specializzati in investimenti collegati all’oro su scala mondiale. Ci si rivolge ai fondi (situati principalmente in Gran Bretagna, Svizzera e U.S.A.) per ridurre il rischio, rispetto ad un investimento su di un solo titolo.
Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad una forte crescita del mercato dei prestiti in oro grazie anche alle banche che hanno iniziato a prestare oro alle miniere. In tale modo compagnie minerarie vendono l’oro ottenuto in prestito per ottenere liquidità  per finanziare la propria società  ed alla scadenza la società  mineraria restituirà  il prestito con l’oro estratto. Le Banche Centrali coprono i  3/4 dell’offerta dei prestiti.
Una forma di investimento in oro è rappresentato dall’acquisto di azioni aurifere. In questo tipo di investimento bisogna valutare la situazione patrimoniale , le caratteristiche finanziarie e tecniche la crescita prevista della società  mineraria, le oscillazioni della valuta estera ed anche possibili mutamenti del regime fiscale del paese. Rispetto all’acquisto diretto di oro, in questo caso l’investitore può sfruttare sia i corsi dell’oro che della Borsa.
E' infine rilevante l'utilizzo di ETF, strumenti di investimento collettivo del risparmio scambiati su mercati regolamentati che mirano a replicare, con uno stretto margine di scostamento, indici finanziari noti e rappresentativi di particolari mercati azionari o obbligazionari. Nel caso dell'oro lo strumento finanziario replica esattamente l'andamento del sottostante, il cui nominale è espresso normalmente in una frazione di oncia (generalmente 1/10).

Il prezzo dell'oro è determinato principalmente dalla domanda e dell'offerta, anche se la presenza di elevati stocks di metallo possono avere un'influenza rilevante. In sostanza l'oro è divenuto sempre più “price sensitive” al comportamento delle Banche Centrali in materia di riserve e ciò costituisce una svolta storica tale che elaborazioni sui prezzi a partire dal 1993 dovranno in un prossimo futuro tener conto di questo fattore, e, in secondo luogo, dello sviluppo della domanda in alcuni popolosi Paesi quali Cina e India.
I fattori che influenzano il dollaro nel breve termine sono:
Tasso di cambio sul dollaro (in particolare del dollaro contro marco e jen)
Inflazione (in particolare aspettative d'inflazione statunitense)
Rendimento su investimenti alternativi
Operazioni a termine
Tassi di interesse

Altri indicatori che mostrano correlazioni interessanti sono il mercato azionario in particolare quello americano), il prezzo del petrolio, il prezzo di altri metalli (l'argento su tutti), e le condizioni generali di stabilità  economica e politica.
Vi sono poi indicatori difficilmente definibili quali le operazioni “ufficiali” delle banche centrali (con influenza crescente), offerta e domanda netta, quantità  di moneta e crescita economica.

Tornando alle determinanti strutturali del prezzo, ovvero la determinazione di domanda e offerta, è bene ricordare che quest'ultima è determinata da voci ben definite e che vedono nella nuova produzione mineraria la quota preminente. A seconda però dei momenti storici e delle fasi di mercato le dinamiche dell'offerta tendono a mutare soprattutto nelle componenti più volatili come, ad esempio, il ritorno al mercato di scraps industriali o oreficeria usata. Tendenzialmente l'offerta di oro è formata per il 65% dalla nuova produzione mineraria, per il 16% da affinazione di scarti recuperi da oreficeria ed altre industrie come quella elettronica e dentale, per il 12% dalle vendite ufficiali da Banche Centrali.
La domanda di oro può essere, a sua volta, per scopi industriali o di investimento. La domanda per fabbricazione è definibile come trasformazione di oro in prodotti finiti o semilavorati, per usi commerciali o industriali. Il settore della gioielleria, ha sempre rappresentato il settore più importante della domanda totale e negli ultimi anni questa ha superato la produzione mineraria mondiale. Il gioiello sta perdendo gradualmente il ruolo di bene rifugio e sta diventando sempre più un segno di prestigio e di status sociale,soprattutto quando si parla di brand e prodotto pubblicizzato. Benché l’appeal per il gioiello di grido, contraddistinto da una “griffe” stia continuando a riscuotere sempre più successo, l’ingresso nel nuovo millennio non è stato così favorevole alla produzione di oreficeria, evidenziando un progressivo calo fino alle attuali 2.500 tonnellate circa prodotte (2.401 nel 2007). Molte le cause di tale calo; tra queste individuiamo sicuramente un cambio di costume e di abitudini dei consumatori soprattutto dei Paesi occidentali, maggiormente attratti da altri beni divenuti ormai di massa, come cellulari o altri oggetti High Tech (plamari, Ipod, fotocamere digitali, etc). Gli anni 2000 sono inoltre stati inoltre caratterizzati da periodi di rallentamento economico che hanno di fatto minato la fiducia dei consumatori di prodotti di oreficeria / gioielleria influenzando le decisioni di acquisto e ridotto i budget di spesa delle famiglie che acquistano gioielli.
Discorso diverso è stato l’approccio degli investitori e risparmiatori per quanto riguarda l’oro. Dopo almeno un decennio di ribassi, a partire dal 2001, è cominciato un nuovo trend rialzista multi annuale sostenuto in buona parte proprio dall’investimento e per protezione dai rischi economico - finanziari (vedi deprezzamento del dollaro) e geopolitici. La domanda di oro da investimento si è articolata su più fronti ovvero sotto forma di monete o lingotti, o connessi a strumenti derivati direttamente od indirettamente al fisico (ETF). L’oro ha infine anche un utilizzo industriale propriamente detto: grazie alla sua resistenza, corrosione ed ossidazione viene usato nell’industria dentistica, la cui produzione è concentrata principalmente in Giappone, Germania ed Inghilterra. Il settore aveva conosciuto un periodo di boom negli anni ’70, seguito da un forte declino per la concorrenza di altri materiali più economici e successivamente negli anni ’90 è stata registrata una ripresa. Inoltre viene usato nel campo aerospaziale e nel settore della fabbricazione delle monete.

Fonti:
Gold Fields Mineral Service
International Monetary Fund


Non dite che è una lota, è un buon collage. :look:
:nonquoto: :nonquoto: :nonquoto: :nonquoto:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 05 Maggio, 2010, 19:05:26 pm
15 Pagine, 15 pagine!  :fuga:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 06 Maggio, 2010, 18:13:08 pm
5 Pagine alla meta.  :appizz:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: Lovercraft - 06 Maggio, 2010, 18:14:24 pm
5 Pagine alla metà .  :appizz:

quindi hai fatto solo 2.5 pagine ahahahahahah
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 08 Maggio, 2010, 12:42:17 pm
Io l'ho finito...

Formazione del prezzo dell'oro sui mercati delle materie prime: determinanti e correlazioni



1. Evoluzione storica della funzione dell'oro


L'oro, per la pecularità  delle sue caratteristiche fisiche ed estrinseche, ha svolto, storicamente, sia una funzione puramente monetaria sia quella generica di equivalente per gli scambi commerciali e di mero oggetto di investimento, tanto fisico quanto finanziario.
L'oro cominciò ad essere utilizzato come moneta corrente nel 1816 in Inghilterra, paese che istituì il Gold Standard, sistema che prevedeva la perfetta convertibilità  tra moneta cartacea e oro. L'esempio britannico fu seguito successivamente anche da altri paesi, quali la Germania nel 1872 e gli USA nel 1900. La coniazione fu liberalizzata e l'oro, sia in forma monetaria che di metallo grezzo, poteva essere importato ed esportato senza limitazioni. Il tasso di cambio tra le monete dei diversi paesi era stabile - in quanto poteva variare solo entro una parità  fissa - il che assicurava l'equilibrio degli scambi internazionali, oltre che quello dei cambi. Il sistema era inoltre atto a prevenire l'eccesso di cartamoneta sul mercato, legandone indissolubilmente la quantità  ad una risorsa scarsa; la stabilità  dei prezzi era dunque garantita e l'inflazione mantenuta ad un livello bassissimo.
Nel 1944, mentre il secondo conflitto mondiale volgeva al termine, per iniziativa degli USA e dell'Inghilterra, i rappresentanti di 44 paesi si riunirono a Bretton Woods, dove fu creato il Fondo Monetario Internazionale (F.M.I). In tale occasione venne fissato il prezzo del metallo a 35$ per oncia, prezzo a cui gli USA si impegnarono ad acquistarlo da chiunque ed a venderlo solo alle Banche Centrali. Il sistema precedente, fondato dagli Inglesi, diventava un'istituzione che poggiava ora su due pilastri: il dollaro e l'oro. Ogni paese partecipante fu obbligato a versare al fondo una quota di oro e di moneta nazionale e a dichiarare la parità  tra la propria valuta e l'oro, direttamente o indirettamente, attraverso il tasso di cambio con il dollaro. Nel 1945 i 2/3 delle riserve auree dei paesi capitalisti - che ammontavano, in totale, a circa 30.000 tonnellate - erano concentrati in fondi centralizzati e di questi la quasi totalità  era nelle mani del governo degli Stati Uniti (circa 18000 tonnellate). La concentrazione dell'oro negli Usa, alla fine del 1949, raggiunse il punto di massima: il 70% delle riserve mondiali, cioè circa 22.000 tonnellate.
Il sistema fallì con la crisi del dollaro degli anni sessanta. La crescita del valore delle altre monete indusse gli USA al blocco della parità  fissa, lasciando che la riserva aurea variasse attraverso il libero mercato. Ciò determinò l'inevitabile oscillazione dei prezzi dovuta allo squilibrio tra domanda e offerta, e la conseguente corsa agli investimenti in oro da parte degli operatori: per la prima volta il prezioso metallo assunse il ruolo di bene rifugio a fronte dell'instabilità  del dollaro.
Il 17 marzo 1968 segnò ufficialmente la nascita del mercato dell'oro. A partire da quel giorno divenne operativo il cosiddetto doppio mercato: uno per le transazioni valutarie internazionali (con prezzo fissato a 35$ l'oncia) e l'altro per gli scambi tra privati, con prezzo lasciato libero di fluttuare secondo l'andamento delle contrattazioni.
Il 15 agosto 1971 l'amministrazione Nixon soppresse la convertibilità  tra dollaro e oro e svalutò due volte il biglietto verde, facendo così crollare uno dei pilastri del sistema di Bretton Woods. Successivamente, nel 1976, la decisione dei paesi aderenti al FMI di abolire il prezzo ufficiale sancì l'epilogo del doppio mercato.
Nonostante la liberalizzazione del mercato, l'oro ha continuato a rivestire un ruolo fondamentale negli investimenti: il suo valore è universale e facilmente realizzabile in qualsiasi momento ed è considerato il bene rifugio per eccellenza per proteggersi dalle svalutazioni e dalle incertezze economico - politiche. Ad oggi la massa di dollari attualmente circolante esclude la possibilità  di un ritorno, a livello internazionale, a un sistema valutario di cambi fissi.


Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 08 Maggio, 2010, 12:42:56 pm
2. Oro fisico, oro finanziario e rispettivi mercati


L'oro, al pari degli altri metalli preziosi, è quotato al grammo o all'oncia. Quando è in lega con altri metalli la sua purezza è misurata in carati con una scala che fissa a 24 unità  l'oro puro.
Il prezzo dell'oro viene fissato quotidianamente sulla base della domanda e dell'offerta nei vari mercati. Dal 1919 la borsa di Londra stabilisce due volte al giorno il prezzo di riferimento (cosiddetto fixing dell'oro): le due determinazioni giornaliere del prezzo costituiscono per gli operatori dei cinque continenti la incontestabile quotazione ufficiale, a prescindere dal luogo in cui avvengono fisicamente le transazioni.
Sui mercati finanziari internazionali l'oro viene scambiato sia sotto forma di oro fisico che di oro finanziario: nel primo caso oggetto delle transazioni sono lingotti e barre d'oro con pesi e qualità  standard, mentre con le espressioni "oro finanziario" o "oro cartaceo" si indicano gli strumenti che i mercati finanziari hanno ideato con riferimento all'oro.
I mercati dell'oro fisico sono cinque: Londra, Zurigo, Hong Kong, Singapore, New York. Quello londinese è il più importante per quantità  trattate e prestigio internazionale.
A partire dal 1970, circa sessanta anni dopo la fondazione del mercato più antico per i lingotti (quello di Hong Kong), sono fioriti i mercati dell'oro finanziario. Essi hanno raggiunto il massimo sviluppo nella metà  degli anni ottanta, quando l'oro raggiunse un'importanza nelle strategie di asset forse anche maggiore di quella attuale. Il Winnipeg Commodity Exchange nel 1972 creò il primo future in oro e successivamente anche la prima opzione. Malgrado questo primato storico, il mercato più importante per i derivati sul metallo prezioso a livello globale è il Commodity Exchange di New York (Comex), dove si raggiungono scambi ragguardevoli.
Il Sydney Futures Exchange ha iniziato a trattare i futures del Comex dal 1986: in questo modo, data la differenza di fuso orario, è possibile negoziare questi prodotti derivati giorno e notte. Altro importante mercato è il Tokyo Commodity Exchange (TOCOM) che ha iniziato la propria attività  nel 1982.
L'oro cartaceo negli ultimi anni ha acquistato una sempre maggiore importanza, superando la tradizionale immagine del metallo giallo come esclusivo bene di rifugio. Dal punto di vista finanziario l'oro è diventato una vera e propria attività  con cui diversificare il portafoglio e l'investitore può operare anche con un minimo di capitale, senza aggiunta di costi per spese di deposito ed assicurazione, come nel caso dell'oro fisico. Inoltre i derivati sull'oro vengono utilizzati anche dalle aziende manifatturiere per assicurarsi contro la variabilità  dei prezzi delle materie prime.


3. Oro fisico e finanziario: tipologie di strumenti e relative caratteristiche

3.1. Monete e lingotti


Le monete d’oro e i lingotti piccoli offrono agli investitori privati un modo interessante per investire in quantità  relativamente ridotte d’oro. In molte nazioni – inclusa l’Unione Europea – l’oro acquistato per investimento è esente da IVA.


3.1.1. Monete in metallo prezioso

Gli investitori possono scegliere tra un’ampia varietà  di monete d’oro emesse dai governi di tutto il mondo. Queste monete costituiscono una valuta legale nel Paese di emissione per il loro valore nominale più che per il contenuto d’oro. A scopo d’investimento, il valore di mercato delle monete in metallo prezioso è determinato dal valore del loro contenuto in oro puro, più un premio o un rialzo variabile a seconda delle monete e degli operatori. Il premio tende a essere maggiore per i tagli piccoli. Le monete d’oro hanno dimensioni che vanno da 1/20 di oncia a 1.000 grammi, sebbene i pesi più comuni (in once troy di contenuto di oro puro) siano 1/20, 1/10, 1/4, 1/2 e 1 oncia. àˆ importante non confondere le monete in metallo prezioso con le monete commemorative o numismatiche, il cui valore dipende dalla rarità , dal disegno e dalla finitura più che dal contenuto in oro puro. Molti rivenditori vendono entrambi i tipi di monete.

3.1.2. Lingotti

I lingotti possono essere acquistati in una varietà  di pesi e dimensioni che vanno da un grammo a 400 once troy (le dimensioni del lingotto scambiato a livello internazionale secondo la certificazione London Good Delivery). Si definiscono lingotti piccoli quelli con un peso di 1.000g o inferiore. Secondo gli specialisti del settore, esistono 94 produttori e marchi accreditati di lingotti d’oro distribuiti in 26 paesi diversi, che insieme producono oltre 400 tipi di lingotti standard contenenti normalmente il 99,5% minimo di oro puro.


3.2. Oro trattato in Borsa


3.2.1. Titoli garantiti dall’oro

L’oro viene scambiato sotto forma di titoli nelle Borse di Australia, Francia, Hong Kong, Giappone, Messico, Singapore, Sudafrica, Svizzera, Turchia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Per sua natura, si presume che questa forma di investimento in oro cartolarizzato segua quasi perfettamente il prezzo dell’oro. I titoli sono tutti prodotti finanziari regolati, generalmente identificati come “Exchange Traded Commodities” o “Exchange Traded Funds” (Beni/Fondi trattati in Borsa - ETF). Diversamente dai prodotti derivati, i titoli sono garantiti al 100% dall’oro fisico posseduto principalmente in forma ripartita. Questi titoli hanno prodotto un impatto notevole sul mercato dell’oro, rappresentando una media annua del 32% dell’investimento identificabile e il 6,5% della domanda totale nel corso dei cinque anni precedenti il 2008. I consulenti finanziari e altri professionisti degli investimenti possono fornire ulteriori dettagli su questi prodotti.

3.2.2. Future in oro

I contratti a termine standardizzati, o future, in oro sono impegni a fermo ad effettuare o accettare una consegna di una quantità  d’oro definita, avente una determinata purezza, in una data prestabilita a un prezzo concordato. Il margine iniziale – o deposito moneta pagato al broker – è solo una frazione del prezzo dell’oro sottostante il contratto. Ciò significa che gli investitori possono ottenere una proprietà  teorica di un valore d’oro considerevolmente maggiore alla spesa iniziale in contanti. Se questo rapporto reddito/prezzo può essere la chiave per profitti significativi, può anche generare delle perdite altrettanto rilevanti in caso di un andamento sfavorevole del prezzo dell’oro. I prezzi dei future sono determinati dalla percezione del mercato di quelli che dovrebbero essere in un determinato momento i costi di mantenimento, incluso il costo d’interesse per il prestito dell’oro più le spese di assicurazione e di deposito. Il prezzo dei future è solitamente più alto del prezzo a pronti dell’oro. I contratti future vengono scambiati in borse merci regolamentate.

3.2.3. Opzioni in oro

Le opzioni conferiscono a chi le detiene il diritto, ma non l’obbligo, di comprare (opzione “Call”) o vendere (opzione “Put”) una quantità  specifica d’oro a un prezzo prestabilito entro una data concordata. Il costo di una tale opzione dipende dall’attuale prezzo a pronti dell’oro, dal livello del prezzo preconcordato (il “prezzo di esercizio”), dai tassi di interesse, dalla volatilità  prevista del prezzo dell’oro e dal periodo restante fino alla data concordata. Più alto è il prezzo di esercizio, meno costosa sarà  un’opzione call e più costosa sarà  un’opzione put. Come i contratti future, l’acquisto di opzioni in oro può dare a chi le detiene un notevole rapporto reddito/prezzo. Quando non si raggiunge il prezzo di esercizio, è inutile esercitare l’opzione e la perdita del possessore è limitata al premio inizialmente pagato per l’opzione. Come le azioni, sia i future che le opzioni possono essere scambiati attraverso i broker.

3.2.4. Warrant

In passato, i warrant su oro erano principalmente legati alle azioni delle aziende minerarie. Oggi comunemente usati dalle principali banche di investimento, danno al compratore il diritto di acquistare oro a un prezzo specifico in un giorno specifico nel futuro. Per questo diritto, il compratore paga un premio. Come i future, i warrant sono generalmente sottoposti a effetto leva dall’attività  sottostante (in questo caso, l’oro) ma il gearing può anche essere pari a uno.

3..3. Conti in oro

Le bullion bank offrono due tipi di conti in oro: allocated e non allocated.

3.3.1. Conto allocated

Efficace come tenere l’oro in una cassetta di sicurezza, questo conto offre la forma più sicura d’investimento in oro fisico. L’oro viene conservato in un caveau e gestito da un operatore o depositario in metalli preziosi riconosciuto. Lingotti specifici (o, eventualmente, monete), numerati e identificati in base al marchio ufficiale di garanzia, al peso e al titolo, vengono assegnati a ogni singolo investitore, che paga l’ente depositario per il deposito e l’assicurazione. Il titolare di un conto in oro allocated ha il pieno possesso dell’oro presente sul conto, e l’operatore in metalli preziosi o il depositario che possiede la camera di sicurezza in cui l'oro è depositato non può commerciare, dare in locazione o prestare i lingotti se non dietro istruzioni specifiche del possessore.

3.3.2. Conto non allocated

Gli investitori non hanno lingotti specifici a loro assegnati (a meno che non ritirino il proprio oro, operazione solitamente eseguibile entro due giorni lavorativi). Tradizionalmente, un vantaggio dei conti non allocated è l’assenza di spese di deposito e di assicurazione, poiché la banca si riserva il diritto di dare l’oro in prestito d’uso. Ora che il tasso del prestito d’uso dell’oro è negativo in termini reali, alcune banche hanno iniziato a introdurre spese anche sui conti non allocated. Gli investitori sono esposti all’affidabilità  creditizia della banca o dell’operatore commerciale che fornisce il servizio, così come accadrebbe per qualunque altro tipo di conto. Come regola generale, le bullion bank non trattano quantità  inferiori a 1.000 once – i loro clienti sono grossi enti, banche private che agiscono per conto dei propri clienti, banche centrali e operatori del mercato dell’oro che desiderano comprare o prendere in prestito grandi quantità  d’oro.

Altre opportunità  per investitori più piccoli includono:

3.3.3. Conti collettivi in oro

Vi sono delle alternative per gli investitori che desiderano aprire conti in oro con meno di 1.000 once. Per esempio, nei Conti collettivi in oro – dove si ha un interesse definito non segmentato in un conto collettivo in oro – si può investire anche in una sola oncia.

3.3.4. Valute elettroniche

Sono disponibili anche delle “valute” elettroniche – legate ai lingotti d’oro in deposito allocated – che offrono un modo semplice ed efficace in termini di costi per comprare e vendere oro e usarlo come denaro. Si può acquistare qualunque quantità  d’oro, e queste valute permettono di usare l’oro per inviare pagamenti online in tutto il mondo.

3.4. Piani di accumulo in oro

I piani di accumulo in oro (GAP) sono simili ai piani di risparmio convenzionali, in quanto basati sul principio di mettere da parte una somma fissa di denaro ogni mese. Ciò che rende i GAP diversi dai normali piani di risparmio è che la somma fissa viene investita in oro. Una somma fissa di denaro viene prelevata automaticamente ogni mese dal conto bancario di un investitore e usata per comprare oro durante ogni giorno di contrattazione di quel mese. La somma fissa mensile può essere piccola e gli acquisti non sono soggetti al premio normalmente addebitato su piccoli lingotti o monete. Acquistando piccole quantità  d’oro per un lungo periodo di tempo si diminuisce il rischio di investire una grossa somma di denaro nel momento sbagliato. In qualsiasi momento per la durata del contratto (solitamente minimo un anno), o quando il conto viene chiuso, gli investitori possono ottenere il proprio oro sotto forma di lingotti o monete, e talvolta persino sotto forma di gioielli. Se si decide di vendere il proprio oro si può ottenere anche del contante.

3.5. Certificati aurei

I primi certificati aurei sono stati emessi dal Ministero del Tesoro degli Stati Uniti nel periodo compreso fra la guerra civile e il 1933. Espressi in dollari, questi certificati venivano usati come parte del sistema monetario aureo e potevano essere scambiati per un pari valore in oro. Questi certificati aurei del Ministero del Tesoro degli Stati Uniti sono fuori dalla circolazione da molti anni, e sono diventati oggetti da collezione. Sono stati inizialmente sostituiti dai certificati d’argento, e più tardi dalle banconote della Federal Reserve.
Al giorno d’oggi, i certificati aurei offrono agli investitori un metodo per Oggi, i certificati aurei offrono agli investitori un metodo per possedere l’oro senza consegna materiale. Emessi da singole banche, in modo particolare in nazioni come Germania e Svizzera, costituiscono per il detentore un titolo di proprietà  del metallo mentre la banca conserva fisicamente l’oro per conto del cliente. Il cliente risparmia quindi sul deposito e sulla sicurezza personale, e acquista liquidità  in termini di capacità  di vendere quote della proprietà  (se necessario) con una semplice telefonata alla banca depositaria.

3.6. Fondi orientati all’oro

Molti veicoli d’investimento collettivi sono specializzati nell’investimento in azioni di aziende minerarie che estraggono oro. Il termine “veicoli d’investimento collettivi”, come viene usato qui, include i fondi comuni d’investimento a capitale variabile, le società  d’investimento a capitale variabile (OEIC), i fondi comuni d’investimento a capitale chiuso, i fondi comuni a scadenza e strutture simili. Esiste un’ampia gamma di fondi del genere domiciliati in molti Paesi diversi. Questi fondi sono prodotti finanziari regolamentati e, in quanto tali, non è possibile fornire in questa sede dettagli su ogni fondo specifico.
I fondi hanno strutture diverse – alcuni consentono semplicemente di investire nelle azioni di aziende minerarie specializzate nell’oro, altri in aziende minerarie che trattano metalli diversi dall’oro, altri ancora consentono di investire in future e in azioni ordinarie di aziende minerarie e altri parzialmente in azioni ordinarie di aziende minerarie e parzialmente nel metallo sottostante.
Sarebbe fuorviante equiparare l’investimento in azioni ordinarie di un’azienda mineraria specializzata in estrazione aurifera con un investimento diretto in lingotti d’oro, poiché vi sono differenze significative. Il potenziale di rivalutazione di un’azione ordinaria di un’azienda mineraria dipende dalle aspettative del mercato per quanto riguarda il prezzo futuro dell’oro, il costo dell’estrazione, la probabilità  di ulteriori scoperte d’oro e vari altri fattori. Il successo dell’investimento dipende quindi, in una certa misura, dai profitti futuri e dal potenziale di crescita dell’azienda.
La maggior parte delle azioni ordinarie di aziende minerarie specializzate in estrazione aurifera tende a essere più volatile del prezzo dell’oro. Se da una parte esse sono soggette agli stessi fattori di rischio che influenzano i prezzi della maggior parte delle altre azioni ordinarie, dall’altra vi sono rischi aggiuntivi legati all’industria mineraria in generale e nello specifico alle singole aziende minerarie.

3.7. Prodotti strutturati

Il mercato dei prodotti strutturati è dominato dai grandi investitori - o, nel caso dei contratti a termine non standardizzati (forward), dai professionisti del mercato dell’oro – perché l’investimento minimo può essere alto. Di seguito una panoramica su questi prodotti e sul loro funzionamento:

3.7.1. Contratti a termine non standardizzati

Come i future, i forward (o contratti a termine non standardizzati) sono accordi per scambiare l’attività  sottostante - in questo caso, l’oro – a un prezzo concordato in una data futura. Possono quindi essere usati per gestire il rischio o per scopi speculativi. Ma vi sono importanti differenze tra i contratti a termine non standardizzati e le opzioni scambiate nel mercato dell’oro non regolamentato (OTC) da una parte, e i future e le opzioni scambiate in Borsa dall’altra:

un contratto a termine non standardizzato (o un’opzione OTC) viene negoziato direttamente tra le controparti ed è di conseguenza “tagliato su misura”, mentre i future sono accordi standardizzati trattati in una Borsa;

sebbene i contratti a termine non standardizzati offrano una maggiore flessibilità  e siano accordi privati, c’è un grado di rischio della controparte, mentre i contratti a termine standardizzati sono garantiti dalla Borsa in cui vengono negoziati;

dal momento che i contratti a termine standardizzati possono essere venduti a terze parti in qualsiasi momento, prima della loro maturazione, sono più liquidi rispetto ai contratti a termine non standardizzati (i cui obblighi non possono essere trasferiti).

3.7.2. Gold-linked bond e structured note

I gold-linked bond sono disponibili presso i maggiori operatori in metalli preziosi e banche d’investimento. I loro prodotti forniscono agli investitori una combinazione di:

esposizione alle fluttuazioni del prezzo dell’oro;

rendimento;

protezione del capitale

Le structured note tendono ad allocare parte della somma investita all’acquisto di opzioni put/call (a seconda che il prodotto sia studiato per rialzisti o ribassisti). Il saldo viene investito in prodotti tradizionali a reddito fisso, come il mercato monetario, per generare un rendimento. Possono essere strutturate per fornire una protezione del capitale e un grado variabile di partecipazione in una rivalutazione a seconda delle condizioni del mercato e delle preferenze dell’investitore.
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 08 Maggio, 2010, 12:43:39 pm

4. Perché investire in oro?


L'oro ha attratto gli investitori per secoli, proteggendone il patrimonio e fornendo un “rifugio sicuro” in periodi di crisi o di incertezza. Un fascino che resta irresistibile per i moderni investitori, sebbene molte altre ragioni sostengano il diffuso e rinnovato interesse degli investitori per l’oro.
I periodi incerti e di grande volatilità , sono caratterizzati dal tipico “fuga verso la qualità â€: gli investitori cercano di proteggere il proprio capitale investendolo in attività  considerate riserve di valore più sicure. L’oro è tra i pochi asset finanziari che non si basano sulla promessa di pagamento di un emittente, offrendo riparo dal rischio di insolvenza. Esso fornisce un’assicurazione contro le variazioni estreme di valore delle classi di asset tradizionali, che spesso si verificano in periodi incerti.
La maggior parte dei portafogli di investimento contengono principalmente asset finanziari tradizionali, quali titoli e obbligazioni. La diversificazione degli investimenti mira a proteggere il portafoglio dalle fluttuazioni di valore di un singolo asset o gruppo di asset che reagiscono in modo simile. I portafogli che contengono oro sono generalmente più solidi e meno volatili di quelli che non ne contengono.
I cicli di mercato si susseguono, ma - nel lungo periodo - l’oro mantiene il suo potere d’acquisto. Il suo valore, in termini di beni e servizi acquistabili, è rimasto straordinariamente stabile. Al contrario, il potere d’acquisto di molte valute è generalmente diminuito a causa dell’impatto dei prezzi in aumento di beni e servizi. Di conseguenza, l’oro viene spesso acquistato per resistere agli effetti dell'inflazione e delle fluttuazioni valutarie.
L’oro viene spesso usato come efficace riparo contro le fluttuazioni del dollaro statunitense, la principale valuta di scambio a livello mondiale. Se il valore del dollaro aumenta, il prezzo dell’oro in dollari scende, mentre un calo del dollaro rispetto alle altre valute principali produce un aumento nel prezzo dell'oro. Sebbene ciò possa essere vero anche per altri asset, l’oro si è dimostrato tra le soluzioni più efficaci nella protezione dalla debolezza del dollaro.
Nel complesso, l’oro è significativamente meno volatile rispetto alla maggior parte delle altre materie prime e a molti indici azionari. Sotto questo punto di vista, tende a comportarsi più come una valuta. L’inclusione in un portafoglio di asset a bassa volatilità  aiuterà  a ridurre il rischio generale, con un benefico effetto sui rendimenti attesi. I fattori di rischio che possono influenzare il prezzo dell’oro sono di natura abbastanza diversa da quelli che influenzano le altre attività .
Come per qualsiasi asset, il prezzo dell’oro subisce variazioni legate al variare dell’equilibrio fra la domanda e l’offerta. La produzione mineraria è relativamente inelastica a causa del lungo lead time dell’estrazione dell'oro: ciò spiega perché il rialzo del prezzo dell’oro registrato dal 2001 non ha ancora generato un aumento dei livelli di produzione. Nel frattempo, la domanda ha mostrato una crescita sostenuta, dovuta almeno in parte ai crescenti livelli di reddito nei mercati chiave dell’oro. Questa situazione ha creato le basi per le prospettive migliori che il metallo prezioso abbia conosciuto da un quarto di secolo a questa parte.


5. La produzione d'oro


Il processo di produzione d'oro può essere diviso in sei fasi principali: l'individuazione del giacimento; la creazione di un accesso al giacimento; l'asportazione del minerale attraverso estrazione o frantumazione; il trasporto del minerale dal giacimento agli impianti per il trattamento; la lavorazione e la raffinatura. Questo processo di base è applicabile sia alle miniere sotterranee che a quelle in superficie.
Le principali raffinerie d'oro mondiali si trovano vicino alle maggiori miniere o ai più grandi centri di lavorazione dei metalli preziosi. In termini di capacità . La raffineria più grande è la Rand Refinery di Germiston, in Sudafrica. In termini di produzione, la più grande è la raffineria Johnson Matthey di Salt Lake City, negli Stati Uniti.
Invece di acquistare oro e rivernderlo poi sul mercato, il raffinatore riceve solitamente una commissione dal proprietario della miniera.
Una volta raffinati, i lingotti (con una purezza del 99.5% o superiore) vengono venduti ai rivenditori di metalli preziosi che, a loro volta, commerciano con i settori dell'oreficeria, dell'elettronica o degli investimenti. Il ruolo del mercato dei lingotti, come fulcro del ciclo della domanda/offerta – in assenza di grandi contratti bilaterali tra proprietari di miniere e fabbricanti – facilita la libera circolazione del metallo e sostiene il meccanismo del libero mercato.


6. Il prezzo dell'oro: la domanda e l'offerta


Il prezzo dell'oro è determinato principalmente dal meccanismo della domanda e dell'offerta, anche se la presenza di elevati stocks di metallo può avere un'influenza rilevante. Nel corso del tempo l'oro è divenuto sempre più "price sensitive" al comportamento delle Banche Centrali in materia di riserve e ciò costituisce una svolta storica fondamentale: le elaborazioni sui prezzi dovranno, in un prossimo futuro, tener conto di questo fattore, e, in secondo luogo, dello sviluppo della domanda in alcuni popolosi Paesi come la Cina e l'India.
I fattori che influenzano l'oro nel breve termine sono il tasso di cambio sul dollaro (in particolare del dollaro contro marco e jen), l'inflazione (in particolare le aspettative d'inflazione statunitense), il rendimento su investimenti alternativi, le operazioni a termine e i tassi di interesse. Altri indicatori che mostrano correlazioni interessanti sono il mercato azionario (in particolare quello statunitense), il prezzo del petrolio, il prezzo di altri metalli (l'argento su tutti), e le condizioni generali di stabilità  economica e politica. Vi sono poi indicatori difficilmente definibili, quali le operazioni "ufficiali" delle banche centrali (con influenza crescente), l'offerta e la domanda netta, la quantità  di moneta e la crescita economica.

6.1. L'offerta

Tornando alle determinanti strutturali del prezzo, ovvero la domanda e l'offerta, è bene ricordare che quest'ultima è influenzata da fattori ben definiti che vedono nella nuova produzione mineraria la quota preminente. A seconda però dei momenti storici e delle fasi di mercato le dinamiche dell'offerta tendono a mutare soprattutto nelle componenti più volatili, come, ad esempio, il ritorno al mercato di scraps industriali o oreficeria usata. Tendenzialmente l'offerta di oro è formata per il 65% dalla nuova produzione mineraria, per il 16% da affinazione di scarti recuperati da oreficeria ed altre industrie, come quella elettronica e dentale, per il 12% dalle vendite ufficiali da Banche Centrali.
L'offerta fisica di oro è abbastanza stabile se non in leggera discesa. Le miniere producono circa 2500 tonnellate d'oro l'anno, 400-500 tonnellate meno della domanda, con costi di estrazione crescenti per effetto dell'aumentato prezzo del petrolio, e di giacimenti che necessitano di scavi sempre più profondi.
I cinque maggiori Paesi produttori al mondo sono la Cina (288 tonnellate), gli Stati Uniti (234 tonnellate), il Sudafrica (232 tonnellate), l'Australia (225 tonnellate), il Perù (175 tonnellate). In tutta Europa si estraggono poco più di 28 tonnellate l'anno, di cui soltanto pochi chili arrivano dall'Italia.
L'oro viene estratto nelle miniere di ogni continente, fatta eccezione per l'Antartide, dove l'estrazione è proibita. Gli impianti estrattivi sono delle più diverse dimensioni e trattano da piccole quantità  a enormi volumi di materiale: nel mondo sono attive alcune centinaia di miniere d'oro (escludendo le attività  di ridottissima scala, artigianali e spesso "non ufficiali"). Il livello generale della produzione mineraria mondiale è oggi relativamente stabile, con una media di circa 2.485 tonnellate l'anno negli ultimi cinque anni. Le nuove miniere in via di sviluppo subentrano alla produzione già  esistente e non causano un aumento significativo nei dati totali a livello mondiale.
Con una lead time relativamente lungo (le nuove miniere impiegano spesso fino a 10 anni per entrare in attività ), la produzione dell'oro è relativamente inelastica e incapace di reagire rapidamente alla prospettiva di un cambiamento dei prezzi. Gli incentivi promessi da un prolungato rialzo dei prezzi, com'è accaduto per l'oro negli ultimi sette anni, non vengono quindi facilmente o rapidamente tradotti in un aumento della produzione.
Sebbene la produzione mineraria sia relativamente inelastica, l'oro riciclato (scarti di lavorazione) assicura che vi sia una potenziale fonte di materia prima da negoziare facilmente in caso di necessità , e questo aiuta a stabilizzare il prezzo dell'oro. Il valore dell'oro risiede nel fatto che un suo recupero nella maggior parte degli utilizzi è economicamente sostenibile, essendo possibile fonderlo e raffinarlo nuovamente, per poi riutilizzarlo. Tra il 2004 e il 2008, l'oro riciclato ha contribuito con una media del 28% ai flussi annuali dell'offerta.

6.2. La domanda

A crescere è soprattutto la domanda di oro finanziario; i dati del World Gold Conucil indicano, infatti, come la domanda di gioielleria sia scesa del 22% su base annua, a 404,1 tonnellate nel secondo trimestre del 2009. Anche in consumi industriali sono in forte calo (-21%) a 93.1 tonnellate. La richiesta per investimento è invece stimata a 222.4 tonnellate (+46%).
La domanda di oro può avere, come si è visto, scopi industriali o di investimento.
La domanda per fabbricazione è definibile come trasformazione di oro in prodotti finiti o semilavorati. Quello della gioielleria ha sempre rappresentato il settore più importante della domanda totale, tanto da riuscire a superare la produzione mineraria mondiale. Il gioiello ha perso gradualmente il ruolo di bene rifugio per diventare sempre più un segno di prestigio e di status sociale. Tuttavia, benché l'appeal del gioiello di grido, contraddistinto da una "griffe", sia sempre più elevato, l'ingresso nel nuovo millennio non è stato così favorevole al settore dell'oreficeria, che ha evidenziato un progressivo calo. Molte le cause di tale flessione; tra queste individuiamo sicuramente un cambio di costume e di abitudini dei consumatori, soprattutto dei Paesi occidentali, maggiormente attratti da altri beni divenuti ormai di massa, come cellulari o altri oggetti High Tech (palmari, Ipod, fotocamere digitali). Gli anni 2000 sono inoltre stati inoltre caratterizzati da periodi di rallentamento economico che hanno al contempo minato la fiducia e ridotto i budget di spesa dei consumatori di prodotti di oreficeria/gioielleria, influenzando le decisioni di acquisto.
Per quanto riguarda l'utilizzo industriale propriamente detto, l'oro, grazie alla sua resistenza, corrosione ed ossidazione, viene usato, come già  accennato, nell'industria dentistica, la cui produzione è concentrata principalmente in Giappone, Germania ed Inghilterra. Il settore aveva conosciuto un periodo di boom negli anni '70, seguito da un forte declino per la concorrenza di altri materiali più economici e successivamente negli anni '90 è stata registrata una ripresa. Inoltre viene usato nel campo aerospaziale e nel settore della fabbricazione delle monete.
La domanda d'oro è diffusa in tutto il mondo. Nel 2008, l'Asia orientale, il sub-continente indiano e il Medio Oriente hanno espresso il 70% della domanda mondiale. Il 55% della domanda è attribuibile a soli cinque Paesi: India, Italia, Turchia, Stati Uniti e Cina, e ogni mercato è influenzato da diversi fattori socioeconomici e culturali. Rapidi cambiamenti demografici e socioeconomici in molti dei principali Paesi consumatori possono inoltre produrre nuovi modelli di domanda.
Il settore oreficeria incide per oltre due terzi sulla domanda d'oro. In 12 mesi, fino a dicembre 2008, la domanda è stata pari a circa 61 miliardi di dollari, rendendo l'oreficeria una delle maggiori categorie di beni di consumo. In termini di valore al dettaglio, gli Stati Uniti sono il maggiore mercato per l'oreficeria, mentre l'India è il maggiore consumatore in termini di volumi, con circa il 24% della domanda nel 1008. La domanda d'oro indiana è sostenuta da tradizioni religiose e culturali non direttamente legate alle tendenze economiche mondiali.
Occorre notare tutrava che la crisi economica e le conseguenti pressioni recessioniste verificatesi nel 2007 e nel 2008, hanno avuto un impatto fortemente negativo sulla spesa al consumo e questo, a sua volta, ha portato a una riduzione dei volumi nelle vendite del settore dell'orfeiceria, in particolare nei mercati occidentali.
In generale, la domanda di oreficeria è influenzata da un insieme di disponibilità  di denaro e di desiderabilità  da parte dei consumatori, e tende a salire nei periodi di stabilità  dei prezzi o con prezzi in crescita graduale, e diminuisce nei periodi di volatilità  degli stessi. Un prezzo in costante crescita rafforza il valore intrinseco dei gioielli in oro, che è parte integrante della loro desiderabilità . Dopo un periodo di prolungato declino, il consumo di oreficeria nei mercati in via di sviluppo ha registrato negli ultimi anni un'espansione piuttosto rapida, anche se la recente crisi economica può aver rallentato questa crescita. Molti paesi, inclusa la Cina, offrono ancora un considerevole potenziale per la crescita futura della domanda.
Esaminando le determinanti della domanda è interessante verificare l'incidenza della solidità  dei mercati azionari e, conseguenzialmente, delle aspettative circa entità  e durata di contingenze geopolitiche.
Dal punto di vista finanziario, l'approccio degli investitori e risparmiatori nei confronti dell'oro, dopo almeno un decennio di ribassi, ha conosciuto, a partire dal 2001, un nuovo trend rialzista multiannuale, sostenuto in buona parte proprio dall'investimento e finalizzato alla protezione dai rischi economico-finanziari (vedi deprezzamento del dollaro) e geopolitici.
Quando l'oro torna a luccicare è un segno di pesante incertezza sul futuro economico, e molti esperti  vedono la recente crescita della domanda come qualcosa di non puramente passeggero e speculativo. Il legame tra aumento del prezzo e clima generale di incertezza è tanto duraturo nel tempo quanto costante in determinate fasi storiche. Basti pensare a tal proposito all'ascesa incredibile dell'oro durante la presidenza Carter o al tempo dell'invasione russa in Afghanistan.
In conseguenza della funzione di "refugium peccatorum", dopo anni di disinteresse, diversi Stati ed investitori stanno tornando a posizionarsi su questo metallo, riportandone vicino al 5% del portafoglio titoli il peso detenuto. 
Analizzando l'attuale ascesa dei prezzi è dunque difficile trovare solide ragioni "industriali". La domanda di natura non speculativa resta infatti contenuta a causa della recessione economica, per cui, mentre vi sono ora alcune prove della ripresa, questa tuttavia non è abbastanza robusta da sostenere un ritorno alla bolla dei prezzi. Inoltre, il Fondo Monetario Internazionale, come molti Paesi del mondo a caccia di mezzi freschi per sostenere i deficit statali, ha annunciato vendite massicce delle proprie riserve auree. Malgrado ciò, non solo il prezzo dell'oro è rimasto crescente, ma è riuscito negli ultimi mesi a inanellare diversi nuovi record. E' sempre più diffuso il parere che questa ascesa sia dovuta alla crescente domanda d'oro come "investimento" associato a un senso d'ansia per il futuro del dollaro quale moneta di riserva mondiale.
Dal momento che una parte significativa della domanda di investimento viene espressa da mercati non regolamentati, esa non è facilmente misurabile. Non vi è tuttavia alcun dubbio che la domanda identificabile di investimenti in oro sia aumentata considerevolmente negli ultimi anni. Dal 2003, gli investimenti hanno rappresentato la maggiore fonte di crescita della domanda, con un aumento in termini di valore del 412% circa alla fine del 2008. Gli investimenti hanno attratto afflussi netti per circa 32 miliardi di dollari nel 2008.
Esiste un'ampia gamma di ragioni e motivazioni per le quali tutti, dai singoli individui alle grandi aziende, cercano di investire in oro. E, naturalmente, una prospettiva dei prezzi positiva, sostenuta dall'aspettativa che la crescita della domanda del metallo continui a superare l'offerta, fornisce una base solida per gli investimenti. Gli altri elementi chiave che sostengono la domanda di investimenti hanno un aspetto in comune: sono tutti radicati nella capacità  dell'oro di offrire garanzie contro l'incertezza e l'instabilità  e di proteggere dai rischi.
L'investimento in oro può assumere molte forme, e alcuni investitori scelgono di combinarne due o più, per ottenere una maggiore flessibilità . La distinzione tra l'acquisto di oro fisico e l'acquisizione di esposizione ai movimenti del prezzo dell'oro non è sempre chiara, specialmente da quando è possibile investire nei metalli preziosi senza consegna materiale.
La crescita nella domanda di investimenti è stata rispecchiata da sviluppi corrispondenti nelle modalità  di investimento, ed esiste oggi un'ampia varietà  di prodotti che soddisfano sia gli investitori privati che le grandi realtà  economiche e produttive.

6.2.1. Domanda industrale

L'uso industriale e in campo medico e odontoiatrico rappresenta circa l'11% della domanda d'oro (una media annuale di oltre 440 tonnellate dal 1004 al 2008).
L'altra conduttività  termica ed elettrica dell'oro, e la sua notevole resistenza alla corrosione, spiegano perchè oltre la metà  della domanda industriale derivi dall'uso nei componenti elettrici. L'uso dell'oro nelle applicazioni mediche ha una lunga storia e oggi varie applicazioni biomedicali sfrutano la biocompatibilità  del metallo, la sua resistenza alla colonizzazione batterica e alla corrosione, e altre preziose caratteristiche. Recenti ricerche hannosvelato molti usi pratici dell'oro, incluso l'utilizzo come catalizzatore nelle pile a combustione, nei procedimenti chimici e nel controllo dell'inquinamento. Il potenziale uso di nanoparticelle d'oro nell'elettronica avanzata, nei rivestimenti smaltati e nei trattamenti contro il cancro, rappresenta una promettente area di studio per la ricerca scientifica.
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 08 Maggio, 2010, 12:43:57 pm
7. Oro e Banche Centrali


Le banche centrali e le organizzazioni sovranazionali (come il Fondo Monetario Internazionale) detengono attualmente come asset di riserva poco meno di un quinto di tutte le riserve auree di superficie (pari a circa 29.600 tonnellate, distribuite tra 110 enti e organismi). In media, i governi posseggono circa il 10% delle loro riserve ufficiali sotto forma di oro, sebbene la percentuale vari da una nazione all'altra.
Benchè diverse banche centrali abbiano aumentato le proprie riserve auree nell'ultima decade, il settore nel suo complesso è dal 1989 un venditore netto, contribuendo per una media di 447 tonnellate ai flussi annuali dell'offerta nel periodo 2004-2008. Dal 1999 il volume di queste vendite è stato regolato dal "Central Bank Gold Agreement" (Accordo sull'oro fra le banche centrali – CBGA) che stabilizza le vendite dei 15 maggiori detentori di oro al mondo.
Non sorprende che le vendite di oro da parte degli organismi ufficiali si siano ridotte negli ultimi anni. Nel 2008, le vendite nette delle banche centrali sono ammontate ad appena 246 tonnellate.


8. Oro e inflazione


Il valore dell'oro, in termini ddei beni e servizi che questo è in grado di acquistare, è rimasto ampiamente stabile per molti anni. Nel 1900, il prezzo dell'oro era di $20,67 per oncia, equivalente all'incirca ad un prezzo corrente di $503 per oncia. Negli ultimi cinque anni (fino alla fine del mese di dicembre 2008) il prezzo effettivo dell'oro è stato in media di $606. Il prezzo reale dell'oro è quindi riuscito a resistere ad un secolo caratterizzato da grandi cambiamenti e ripetute crisi geopolitiche, mantenendo – e anzi aumentando – il proprio potere d'acquisto. Al contrario, il valore reale di molte valute è generalmente diminuito.
Chi investe in oro può contare su un numero sempre maggiore di studi che sostengono la validità  dell'investimento in oro quale fattore di protezione dei patrimoni contro gli effetti negativi dell'inflazione. I cicli del mercato si succedono, ma approfondite ricerche condotte da numerosi economisti hanno dimostrato che, a lungo termine, sia nel corso di periododi iperinflazionistici che deflazionistici, l'oro ha costantemente mantenuto il suo potere d'acquisto.
Nel breve periodo l'esperienza ha mostrato che l'oro può allontanarsi dal suo prezzo a riparo dall'inflazione di lungo termine, e, durante una fase di deciso recupero può offrire delle opportunità  per rendimenti importanti.


9. Oro e dollaro


L'oro è stato a lungo considerato dagli investitori come una valida protezione contro la svalutazione monetaria, sia internamente (cioè rispetto all'inflazione) sia esternamente (rispetto alle altre valute). In quest'ultimo caso, l'oro è ampiamente considerato come una copertura praticamente efficace contro le fluttuazioni del dollaro statunitense, la principale valuta di scambio mondiale.
Pur ritenuta vera per anni, questa opinione non ha mai ricevuto, fino a tempi relativamente recenti, un supporto statistico formale. Ma nel 2004, esaminando la relazione tra il prezzo dell'oro e il tasso di scambio di varie valute rispetto al dollaro statunitense dal 1971 al giugno 2002, le ricerche hanno offerto prove evidenti dell'efficacia dell'oro come copertura dal dollaro.
E' emersa una correlazione negativa tra il prezzo dell'oro e il dollaro statunitense, e questa relazione è apparsa costante nel tempo e in condizioni di tassi di cambio diverse. Dalla ricerca è emerso inoltre che, nonostante tale periodo (1971-2002) sia stato caratterizzato da una considerevole turbolenza economica, l'oro è rimasto, per tutto questo arco di tempo, una protezione abbastanza efficace contro l'instabilità  e le fluttuazioni nel tasso di cambio da essa causate.
Un altro studio più recente della società  di consulenza metallifera GFMS Ltd, ha esaminato l'intensità  del legame tra 22 tipologie di materie prime e il dollaro statunitense. I risultati hanno chiaramente suggerito che l'oro non è solo una protezione più potente contro il dollaro statunitense rispetto alle altre merci, ma che fornisce anche protezione quando ciò è maggiormente necessario (quando il dollaro sta perdendo valore), con un mancato rialzo relativamente contenuto durante i periodi di rivalutazione del dollaro.


10. Oro e rischio


Gli strumenti finanziari solitamente comportano tre tipi principali di rischio:

rischio in termini di credito: il rischio che un debitore non paghi;

rischio in termini di liquidità : il rischio che l'asset non possa essere venduto perchè non si trova un acquirente;

rischio in termini di mercato: il rischio che il prezzo crolli a causa di un cambiamento nelle condizioni del mercato.

L'oro è unico in quanto non comporta un rischio in termini di credito. L'oro non è soggetto alla responsabilità  di un debitore. Non c'è rischio che il pagamento di un buono o un rimborso non vengano effettuati, come per un'obbligazione, o che un'azienda si ritiri dagli affari, come per un'azione. E, a differenza di una valuta, il valore dell'oro non può essere influenzato dalle politiche economiche o minato dall'inflazione del Paese di emissione. Allo stesso tempo, gli scambi effettuati 24 ore su 24, la diversità  dei compratori – dal settore dell'oreficeria, alle istituzioni finanziarie, ai produttori industriali – e l'ampia gamma di canali di investimento disponibili, fra cui le monete, i lingotti, i gioielli, i future, le opzioni, i fondi comuni di investimento aperti indicizzati, i certificati e i prodotti strutturati, rendono il rischio di liquidità  estremamente basso. Il mercato dell'oro è profondo e liquido: l'oro può essere infatti scambiato con spread più ristretti e più rapidamente rispetto a molti diversificatori concorrenti o persino rispetto ad investimenti nei grandi mercati.
L'oro è senza dubbio soggetto ai rischi di mercato, com'è chiaro dall'esperienza degli anni '80, durante i quali il prezzo dell'oro è bruscamente diminuito. Ma molti dei rischi di ribasso associati al prezzo dell'oro sono nettamente diversi dei rischi legati ad altri asset, un fattore che aumenta l'interesse per l'oro come diversificatore di portafoglio. Per esempio, se una banca centrale dovesse annunciare la propria intenzione di impegnarsi in vendite considerevoli d'oro, come accadde prima dell' Accordo sull'oro fra le Banche Centrali nel 1999, è improbabile che ciò avrebbe un impatto sui rendimenti del capitale, ma ci si potrebbe ragionevolmente attendere un'influenza sul prezzo dell'oro nel breve periodo. Analogamente, i rischi specifici a cui sono esposti obbligazioni e capitali, inclusa la pressione sulla stabilità  di un governo e di un settore aziendale durante una fase economica discendente, non sono condivisi dall'oro.
Un elemento di calcolo del rischio di mercato è la volatilità , che misura la dispersione dei rendimenti per un dato valore/titolo o indice di mercato. Più un'attività  è volatile, maggiore è solitamente il rischio. Il prezzo dell'oro è in genere meno volatile rispetto ai prezzi delle altre materie prime. Ciò è dovuto alla profondità  e alla liquidità  del mercato dell'oro, sostenute dalla disponibilità  di grandi riserve d'oro estratto. Essendo praticamente indistruttibile, quasi tutto l'oro che è stato estratto esiste ancora, in gran parte sotto una forma adatta al mecato. Ciò significa che un improvviso eccesso della domanda d'oro può essere soddisfatto in modo relativamente semplice, sebbene non rapidissimo. E, a differenza di molte altre materie prime come, ad esempio, il petrolio e il platino, la diversità  geografica dell'attuale produzione mineraria, riduce ulteriormente le possibilità  di crisi nelle forniture da parte di un paese specifico o di una particolare regione, evitando così impatti sui prezzi. Di conseguenza, l'oro è in generale leggermente meno volatile rispetto agli indici di mercati azionari primari ad elevato livello di scambi, quali l'FTSE 100 o l'S&P 500.


11. Oro e diversificazione del portafoglio


L'asset allocation è un aspetto importante di ogni strategia di investimento. Bilanciando classi di asset diversamente correlate, gli investitori sperano di massimizzare i rendimenti e minimizzare il rischio.
Tuttavia, anche se molti investitori ritengono che il loro portafoglio sia adeguatamente diversificato, solitamente esso contiene solo tre classi di asset: titoli, obbligazioni e contante.
Per rimediare all'andamento sfavorevole di una particolare asset o classe di asset, molti investitori cercano oggi di ottenere una maggiore diversificazione del proprio portafoglio, inserendo investimenti alternativi come le materie prime.
L'oro ha registrato negli ultimi anni forti rendimenti, ma il suo contributo più importante ad un portafoglio è l'assenza di correlazione con la maggior parte degli altri asset. Questo perchè il prezzo dell'oro non è influenzato dagli stessi fattori che determinano l'andamento degli altri asset.
Le fonti della domanda d'oro – sia geografiche che settoriali – sono molto più diversificate rispetto a quelle di molti altri asset: ciò contribuisce a spiegare l'indipendenza del prezzo dell'oro oltre alla ragione per cui la domanda identificabile sia rimasta salda di fronte a un rialzo che si è protratto per diversi anni. Il valore della domanda d'oro è aumentato del 219% tra il 2001 e il 2008. Inoltre, la maggior parte della spesa in oro è discrezionale. Il 68% della domanda totale identificabile negli ultimi cinque anni proviene dal settore dell'oreficeria, con un ulteriore 20% proveniente da quello degli investimenti e un 12% dalla richiesta nell'ambito del settore industriale. Questo dato è, in sé, insolito per le materie prime, la cui domanda è tipicamente influenzata da spese non discrezionali ed è di conseguenza più esposta ai capricci del ciclo economico. La recente crescita della domanda di investimento, sia a livello istituzionale che retali, con un aumento del 141% nella domanda negli ultimi cinque anni, ha ampliato ulteriormente la base della domanda di oro e ciò potrebbe avere un effetto di controbilanciamento quando le pressioni recessioniste vedono ridurre la domanda di oreficeria da parte dei consumatori.
L'oro offre opportunità  di diversificazione maggiori rispetto a molti asset alternativi. Studi indipendenti hanno mostrato che, mentre gli asset alternativi e i diversificatori tradizionali registrano spesso una crisi durante i periodi di stress o di instabilità  del mercato, anche una piccola riserva d'oro può migliorare in modo significativo la consistenza dell'andamento del portafoglio, sua durante i periodi finanziari stabili che in quelli instabili.
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 08 Maggio, 2010, 12:44:16 pm
 :sbav: :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: pappasouth - 08 Maggio, 2010, 12:51:48 pm
:sbav: :look:

se il professore dovesse mai arrivare su questa pagina direbbe che l'hai copiato da internet :rotfl:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 08 Maggio, 2010, 12:54:35 pm
se il professore dovesse mai arrivare su questa pagina direbbe che l'hai copiato da internet :rotfl:

Spoiler
Io infatti l'ho copiato da internet  :look:, gli basta copiare un pezzetto qualsiasi e cercarlo su google.  :brr: Però quante fonti, ragazzi, e che collage.  :sbav: :look:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: AyeyeBrazov - 08 Maggio, 2010, 12:54:59 pm
Alzati da quella sedia Fiorenzo, non è tua....  :fuga:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: mv80 - 08 Maggio, 2010, 12:59:06 pm
6. Il prezzo dell'oro: la domanda e l'offerta

6.1 L'offerta
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6.2 La domanda


:scratch:
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: bender89 - 08 Maggio, 2010, 13:02:40 pm
6. Il prezzo dell'oro: la domanda e l'offerta

6.1 L'offerta
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6.2 La domanda


:scratch:

Avete saltato il chiasmo al liceo quando avete studiato le figure retoriche...
Titolo: Re:Economisti, a me!
Inserito da: AyeyeBrazov - 08 Maggio, 2010, 13:10:11 pm
Avete saltato il chiasmo al liceo quando avete studiato le figure retoriche...
:sisi: