Lido Vieri?
a Sorrento c'è
(https://fbcdn-photos-b-a.akamaihd.net/hphotos-ak-xpa1/t1.0-0/q71/s320x320/1069166_10151743634552023_1374618195_n.jpg) così tanto per :look:
giornalismofixed :asd:d'altri tempi...
Ieri Maurizio Crosetti a Speciale Calciomercato su Sky ha sbagliato tutti i congiuntivi possibili e immaginabili, roba da Lapo strafatto. Pare sia un giornalista sportivo accreditato.
Fosse solo parlare e scrivere correttamente. Quella sarebbe già una ri-conquista gigantesca.
Scrivere con grazia e argutezza richiede una buona attitudine, esperienza e molto studio.
Gli sforzi di mettere in buona prosa argomenti di minor richiamo sono scomparsi del tutto.
Fosse anche il mettersi in macchina per andare a trovare il fratello di Schillaci e fare il pezzo sulla fine di merda che ha fatto.
Proprio in questi giorni mi sono incapato sul fatto che ormai le prime pagine dei giornali sportivi hanno perso tutti i connotati autoriali.
Di più, è praticamente scumparso tutto quello che stava nel taglio medio e basso, non solo l'articolo di fondo.
Ormai campeggia un titolo scritto a caratteri cubitali (palese strunzata di mercato da sedia a sdraio) a corredo di una gigantografia.
:sisi:
e questo per precisa responsabilità e volontà dell'utenza. O quantomeno, per motivazioni di carattere commerciale i giornali sportivi hanno deciso che il loro target di mercato ideale sono quelli che perndono dalle labbra di Di Marzio e Pedullà
I gusti del consumatore sono sempre indotti.
E' ingenuo pensare che le strategie commerciali siano trainate da richieste spontanee del pubblico.
La deriva del giornalismo sportivo è solo una delle tante facce dell'inebetimento prodotto dalla società dello spettacolo e dal feticismo della materia.
Già l'abbiamo affrontato altre volte questo discorso.Il mercato dei prodotti culturali (sembra un paradosso ma anche il giornalettismo sportivo è un prodotto culturale) è l'unico dove la domanda è plasmata dall'offerta.
Infatti alla fine stavo per scrivere "Mo viene Enzo a dire che 'a colpa è a nosta". :cazzimm:
I gusti del consumatore sono sempre indotti.
E' ingenuo pensare che le strategie commerciali siano trainate da richieste spontanee del pubblico.
La deriva del giornalismo sportivo è solo una delle tante facce dell'inebetimento prodotto dalla società dello spettacolo e dal feticismo della materia.
Già l'abbiamo affrontato altre volte questo discorso.Sono d accordo,in effetti negli anni l utente è stato"guidato" a certe scelte,ormai diventate standard. Dietro tutto questo c è una tale desertificazione culturale,sportiva(in questo caso),ed ovviamente qualitativa dal punto di vista realizzativo e degli uomini che nel novantanove per cento dei casi si finisce con la considerazione che le cose sono così e tali resteranno,perché la qualità è finita e nessuno o quasi la cerca,molto spesso accontentandosi di surrogati.
Infatti alla fine stavo per scrivere "Mo viene Enzo a dire che 'a colpa è a nosta". :cazzimm:
I gusti del consumatore sono sempre indotti.
E' ingenuo pensare che le strategie commerciali siano trainate da richieste spontanee del pubblico.
La deriva del giornalismo sportivo è solo una delle tante facce dell'inebetimento prodotto dalla società dello spettacolo e dal feticismo della materia.
Provate pure a credervi assolti, siete lo stesso coinvolti :o
I gusti saranno pure indotti, ma poi devono anche trovare il terreno fertile su cui maturare. A conti fatti il pubblico è contento di quest'inversione culturale maturata nell'ultimo decennio, in primis grazie alle pay tv e ai sitarelli web, con l'estate calciomercatocentrica e la totale sconnessione del calcio vissuto da quello placidamente guardato. Molto più che per esempio con l'invasione in tv dei reality, dove una certa parte di platea attua comunque un rifiuto all'induzione stessa.
Provate pure a credervi assolti, siete lo stesso coinvolti :o
I gusti saranno pure indotti, ma poi devono anche trovare il terreno fertile su cui maturare. A conti fatti il pubblico è contento di quest'inversione culturale maturata nell'ultimo decennio, in primis grazie alle pay tv e ai sitarelli web, con l'estate calciomercatocentrica e la totale sconnessione del calcio vissuto da quello placidamente guardato. Molto più che per esempio con l'invasione in tv dei reality, dove una certa parte di platea attua comunque un rifiuto all'induzione stessa.
Provate pure a credervi assolti, siete lo stesso coinvolti :ochi te lo dice che non avviene lo stesso nella platea calcistica? conosco molti tifosi di calcio a cui interessano solo i 90' e non la settimana di blablabla annessa.
I gusti saranno pure indotti, ma poi devono anche trovare il terreno fertile su cui maturare. A conti fatti il pubblico è contento di quest'inversione culturale maturata nell'ultimo decennio, in primis grazie alle pay tv e ai sitarelli web, con l'estate calciomercatocentrica e la totale sconnessione del calcio vissuto da quello placidamente guardato. Molto più che per esempio con l'invasione in tv dei reality, dove una certa parte di platea attua comunque un rifiuto all'induzione stessa.