Bangladesh: uccisa a frustate a 14 anni .. ed intanto c è chi in Norvegia vorrebbe rendere legale la Sharia
Uccisa a frustate a 14 anni: così è finita la vita di Hena Begum, ragazzina del Bangladesh, morta per un’emorragia dopo aver ricevuto 200 colpi di frusta.
Era accusata ingiustamente di aver avuto una storia extra-coniugale con un suo cugino sposato, Mahbub Khan, che in realtà l’aveva violentata.
Per questo è stata giudicata da un «tribunale» locale di un villaggio e condannata alla pena – illegale, secondo le leggi dello Stato – della fustigazione, in base alla Shari’a, la legge islamica, per una colpa che non aveva commesso.
Ora però i quattro medici bengalesi che, nell’autopsia della ragazzina, avevano escluso segni di violenza, parlando di suicidio, saranno processati per aver cercato di insabbiare il caso.
In Bangladesh il caso di Hena non è infrequente, soprattutto negli ambienti rurali e poveri. Hena era la più giovane di cinque figli nati da Darbesh Khan, un bracciante, e da sua moglie, Aklima Begum. Mahbub Khan aveva un figlio della stessa età di Hena e frequentava la stessa scuola. Khan s’invaghì della piccola Hena e cominciò a molestarla. Il padre di Hena si lamentò con gli anziani del villaggio per il comportamento del nipote, tre volte più grande della figlia Hena. Gli anziani ammonirono Mahbub Khan e gli ordinarono di pagare 1.000 dollari di multa alla famiglia di Hena, ma su pressione dei parenti, il padre fu costretto a soprassedere. Qualche mese dopo, però, Mahbub Khan l’ha aggredita, imbavagliata, e trascinata dietro i cespugli dove ha abusato di lei. Il giorno successivo, gli anziani del villaggio si incontrarono a casa di Mahbub Khan per discutere il caso. Khan e Hena furono giudicati colpevoli di una relazione illecita e l’Imam pronunciò la “fatwa” e la punizione di 101 frustate per la ragazza e 201 per l’uomo. Mahbub Khan, dopo le prime frustate, riuscì a fuggire, mentre la povera Hena non è riuscita a resistere oltre le 70 frustate.
Ed intanto c è chi in Norvegia vorrebbe rendere legale questo abominio, rendendo legali i tribunali islamici.