In lui ho distinto l'atto, l'immediato, dall'azione, anche la più pregevole. L'intenzione, anche la cosiddetta prima intenzione, dall'esecuzione del gesto atletico depensato in cui l'artefice più che giocare è giocato.
Lavezzi è esentato da una volontà specifica. E' disorganico, talvolta extra-ordinario.
Ma come disse il tanto vituperato Nice, dal sublime al ridicolo il passo è breve.