Un architetto americano cinquantenne, Stourley Kracklite, più teorico che realizzatore, viene a Roma, accompagnato dalla giovane moglie Louisa per allestire la mostra celebrativa di "Etienne-Louis Boullée, uno degli architetti utopisti dell'illuminismo francese del '700, verso il quale nutre un'enorme ammirazione. Tra le persone che lo aiuteranno nel lavoro c'è Casparian Speckler, un bel giovane, pure lui architetto, ma di scarso talento. Mentre i preparativi hanno inizio e l'entusiasmo di Kracklite è grande, questi incomincia a soffrire di forti dolori al ventre...Come dicevo 'o lat allà, siamo in presenza di un'opera matura che riprende talune tematiche dello Zoo togliendo a una troppo estetizzante sperimentazione stilistica e rimettendo tutto nella grandezza architettonica di Roma, che giace grandiosa agli ironici giochi degli uomini e del destino.
Il protagonista vive un conflitto fisico generato dalla lotta sociale tra talento artistico ed interessi utilitaristici. La sfida architettonica lanciata da questo fantomatico Boulèè è sbeffeggiata dagli interessi di parte, dai più bassi intrighi di corna e dall'ironia di un destino beffardo che sceglie il ventre umano come involucro depositario di vita e morte. L'architetto è sconfitto. Roma assiste imperturbabile e solenne.
Greenaway fa una ricerca formale notevole che non deve essere limitata al gusto ricchione o alla persecuzione di un perfettamente simmetrico cacamiento di guallera. Secondo l'esercizio di una dialettica tra arti figurative rende valore estetico al cinema e, se ben usato come in questo lavoro, amplifica notevolmente il messaggio.
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