Autore Topic: Bruno Marra idolo  (Letto 1627 volte)  Share 

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Offline Ragionier Cuckoldullo

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Bruno Marra idolo
« il: 04 Ottobre, 2011, 00:49:45 am »
qui settimanalmente gli splendidi pezzi che il personaggione pubblica sul nostro stupendo sito ufficiale

Sei grande grande grande. Tre volte come il numero perfetto, come il terno che ha sbancato Milano, come lo spettacolo in terza dimensione. Hugo Boss impone il suo marchio nella città dell’Alta Moda. Il sentiero di Christian apre la strada della Gloria con un arcobaleno che risplende nel cielo. Le stelle le disegna Marek, l’eroe della porta accanto, Clark Kent che si trasforma in Superman e annienta la kryptonite di San Siro.

Chi viene a Napoli piange due volte, quando arriva e quando parte. E’ venuto il Milan da noi, siamo andati noi a casa dell’Inter e sono state sempre lacrime napulitane. Ma di gioia. Tre gol al Diavolo, tre gol alla Beneamata. Rispettata la par condicio. In due settimane ci siamo gustati tutto d’un fiato la Milano da bere. Cumenda, “uelà Napoli”, Vesuvio, mandolino e pizza. Tenetevi gli stereotipi, chest è ‘a rimba de’ scugnizzi!

E' finito il tempo in cui Berta filava. Per andare dove dobbiamo andare, sappiamo benissimo dove dobbiamo andare. I fratelli Caponi non siamo noi.
Il Miracolo a Milano lo lasciamo ad altri. Il Rinascimento azzurro è la storia moderna. Il futuro è adesso. Questa non è più la città dell’improvvisazione. Il “Paese di Pulcinella” oggi è la culla dell’efficienza calcistica, morale e manageriale. Una terra gravida di orgoglio e genialità, ventre di cultura e filosofia.

La sensibilità di leggere i periodi e le svolte epocali sono solitamente affidate al garantismo del tempo. Sabato sera il Napoli ha messo la realtà davanti agli occhi di tutti. E chi vuol esser lieto sia. Non si va più a San Siro con le scarpe grosse e il cervello fino. Si va con la qualità, con la faccia pulita, con un mantello azzurro splendente, privi di maschere folkloristiche ed accenti ruspanti. E soprattutto con una autorevolezza guadagnata sul campo. Un nuovo corso di cui è sintomatica e rivelatrice  la lettura della partita con l’Inter.

A San Siro c'è stata una vera Rivoluzione. Perché bisogna essere rivoluzionari per non rifugiarsi nel comodo cantuccio degli incompresi, per non infliggersi terapie autolesioniste e crogiolarsi tra i luoghi comuni del pallone. Il Napoli ha tanta roba. Abbastanza per affrancarsi da dietrologie antidiluviane. Erano troppi anni che uscivamo dalla Scala del calcio ustionati dal fuoco di una santabarbara. Ma ci siamo tornati con la schiena dritta, con l’umiltà dei giusti e la virtù dei forti. Nel calcio vince chi sa perdere meglio. L'unica maturità propedeutica al trionfo.

Le quattro giornate di Napoli cominciano il 14 settembre, quando scatta l’ora del “Sex and the City”. I Manchesteroi mettono i brividi all’Impero di Mansur e tempo quattro giorni fanno il Diavolo a tre nella Cattedrale azzurra. Poi il San Paolo riapre alla Coppa dei Campioni 21 anni dopo. Ma ci vuole solo un quarto d’ora per infilare due banderilla al sottomarino amarilla. Al cielo si alzano gli olè, la corrida è vinta nell’Arena di Fuorigrotta. Fino alla sinfonia celestiale alla prima della Scala.

Si accendono le Luci a San Siro dopo 17 anni di black out. Il cielo è azzurro sopra Milano, anche per chi ci vive per lavorare e ha lo stesso nostro battito nel cuore. E' arrivato il giorno della Felicità e abbracciamoci forte perché "luntan 'a Napule, nun se po' sta". Questa è la città dell’amore eterno, la terra della passione, la favola infinita, il sogno dei nuovi eroi. Questa è la nostra storia. Il Regno di Napoli siamo noi!
Uà mentre stiamo in viaggio di nozze ce stann nientemeno 5 partite :maronn:
Potrebbe essere il cambio di marcia definitivo del nostro amato Napoli :sad: :look:

Offline djcarmine

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Re:Bruno Marra idolo
« Risposta #1 il: 04 Ottobre, 2011, 02:27:10 am »
l'invidia è del cornuto
ed io mi sentii in quel momento come una prostituta sverginata dai suoi aguzzini

C. Pazzo 
Noi vinciamo in quanto esistiamo. Vinciamo quando siamo in 60.000 per Napoli-Cittadella e quando ci ricordiamo di Esteban Lopez o di Picchio Varricchio. Vinciamo odiando le strisciate e vivendo in funzione di questa maglia. Vinciamo andando con un paio di amici allo stadio e non guardando la partita in casa da soli in un salotto di Reggio Calabria. Vinciamo quando siamo migliaia ad ogni trasferta, vinciamo quando uno juventino nella nostra città viene additato come essere anormale e malato di scabbia