Autore Topic: AS Roma  (Letto 324037 volte)  Share 

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Online Red

  • *
  • Registrazione: Apr 2014
  • Post: 4163
  • Località: Utopia
  • Sesso: Maschio
  • Why are you wearing that stupid man suit?
R: Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3560 il: 31 Agosto, 2014, 01:02:25 am »
sì... ha giocato una grande partita... va anche considerato che era la sua prima partita con la Roma (se non erro), si è inserito alla perfezione... dinamico, sempre sull'uomo, spazi lasciati zero, diagonali difensive con sincronismi svizzeri... davvero un bel giocatore.
Niente al confronto del nostro top Player del precampionato Kulobello
Distruggere fa parte del processo creativo

Offline The Maker

  • *
  • Registrazione: Nov 2012
  • Post: 5194
Re:R: Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3561 il: 31 Agosto, 2014, 13:41:18 pm »
Niente al confronto del nostro top Player del precampionato Kulobello

a finale... non la certezza al 100% nella vita non si ha quasi mai, ma quasi sempre quello che paghi quello ti danno.

Offline torello

  • *
  • Registrazione: Mag 2012
  • Post: 30303
  • Località: Strasburgo
  • Sesso: Maschio
  • Voglio grinta, cattiveria, LE PALLEEEEEEE
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3562 il: 31 Agosto, 2014, 17:21:53 pm »
onestamente ho visto solo il secondo tempo, quando la Roma giocava nel suo modulo preferito, ripartenza e palla alle frecce sulle ali...
compatti e dinamici, solita preparazione tosta fatta da quella merda simil Conte e tutti che sembrano sapere cosa fare in campo
nonostante ciò potevano prendere un paio di gol e bisognerà vedere se il greco si confermerà ai livelli di un Benatia simil pallone d'oro l'anno scorso..
per il resto auguro la morte a tutti, Garcia per primo
Non è con le fighe che si valuta il vero Uomo... ma con i cessi...

Offline The Maker

  • *
  • Registrazione: Nov 2012
  • Post: 5194
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3563 il: 31 Agosto, 2014, 18:34:50 pm »
onestamente ho visto solo il secondo tempo, quando la Roma giocava nel suo modulo preferito, ripartenza e palla alle frecce sulle ali...
compatti e dinamici, solita preparazione tosta fatta da quella merda simil Conte e tutti che sembrano sapere cosa fare in campo
nonostante ciò potevano prendere un paio di gol e bisognerà vedere se il greco si confermerà ai livelli di un Benatia simil pallone d'oro l'anno scorso..
per il resto auguro la morte a tutti, Garcia per primo

concordo... a me quello che ha impressionato di più, a parte l'occasione di Babacar, sono stati i sincronismi perfetti tra i centrocampisti e la linea difensiva, sembravano muoversi alla perfezione esattamente come dici tu, cioè ognuno sapeva già in anticipo dove andare e cosa fare.

Offline Hwarang

  • *
  • Registrazione: Nov 2009
  • Post: 42314
  • Sesso: Maschio
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3564 il: 02 Settembre, 2014, 09:34:56 am »
Un incontro, un pool al lavoro, ore febbrili e un paio di robusti paletti. Ma lo stadio della Roma a Tor di Valle s’ha da fare. Giovedì arriverà il sì della Giunta: c’è la pubblica utilità sull’impianto. Non che la cosa fosse in discussione, ma la giornata di ieri va messa agli atti come un passaggio chiave. L’assessore alla Trasformazione Urbana Giovanni Caudo ha riunito la maggioranza dell’assemblea capitolina, guidata dal coordinatore Fabrizio Panecaldo, con capigruppo e presidenti delle commissioni interessate: confronto serrato, ma che di fatto — oltre a ricompattare il Pd sulla questione — ha prodotto il sì all’impianto. Con due postille: lo stadio non sarà inaugurato finché le opere pubbliche, tra le quali metro B e svincolo sul Gra, non saranno completate. «Se anche solo un pezzo non verrà realizzato, per noi decadrà l’interesse pubblico», dice Panecaldo. In verità un’eccezione c’è: il collegamento tra viale Marconi e Tor di Valle potrà essere ultimato in un secondo momento.

 


L’INDISSOLUBILITA’  La seconda postilla sulla quale lavora una commissione ad hoc è quella legata alla proprietà dello stadio. Il comune chiederà l’«indissolubilità» tra l’impianto, la Roma e la città. Le modalità sono al vaglio dell’Avvocatura dello Stato, ma la condizione è che anche quando Pallotta non sarà più proprietario del club, l’impianto di Tor di Valle resterà nella disponibilità della società Roma. Per ora, e per un tempo massimo di 30 anni, il legame è stabilito dalla NewCo che fa capo a Pallotta, che riceverà un canone d’affitto dalla Roma di 2 milioni all’anno. Altre spigolature: nella delibera sarà presente una clausola da 160 milioni di euro, cifra che il Comune incasserebbe qualora la società proponente dell’impianto dovesse violare gli accordi. E poi una sorta di gentleman agreement con Parnasi: i lavori dovranno essere il trampolino di rilancio per quante più possibili piccole e medie imprese romane. Della serie: tutti lavorano, tutti guadagnano, tutti (forse) sono contenti.

Offline djcarmine

  • *
  • Registrazione: Nov 2009
  • Post: 39235
  • DIABLO VIVE
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3565 il: 02 Settembre, 2014, 19:46:03 pm »
Un incontro, un pool al lavoro, ore febbrili e un paio di robusti paletti. Ma lo stadio della Roma a Tor di Valle s’ha da fare. Giovedì arriverà il sì della Giunta: c’è la pubblica utilità sull’impianto. Non che la cosa fosse in discussione, ma la giornata di ieri va messa agli atti come un passaggio chiave. L’assessore alla Trasformazione Urbana Giovanni Caudo ha riunito la maggioranza dell’assemblea capitolina, guidata dal coordinatore Fabrizio Panecaldo, con capigruppo e presidenti delle commissioni interessate: confronto serrato, ma che di fatto — oltre a ricompattare il Pd sulla questione — ha prodotto il sì all’impianto. Con due postille: lo stadio non sarà inaugurato finché le opere pubbliche, tra le quali metro B e svincolo sul Gra, non saranno completate. «Se anche solo un pezzo non verrà realizzato, per noi decadrà l’interesse pubblico», dice Panecaldo. In verità un’eccezione c’è: il collegamento tra viale Marconi e Tor di Valle potrà essere ultimato in un secondo momento.

 


L’INDISSOLUBILITA’  La seconda postilla sulla quale lavora una commissione ad hoc è quella legata alla proprietà dello stadio. Il comune chiederà l’«indissolubilità» tra l’impianto, la Roma e la città. Le modalità sono al vaglio dell’Avvocatura dello Stato, ma la condizione è che anche quando Pallotta non sarà più proprietario del club, l’impianto di Tor di Valle resterà nella disponibilità della società Roma. Per ora, e per un tempo massimo di 30 anni, il legame è stabilito dalla NewCo che fa capo a Pallotta, che riceverà un canone d’affitto dalla Roma di 2 milioni all’anno. Altre spigolature: nella delibera sarà presente una clausola da 160 milioni di euro, cifra che il Comune incasserebbe qualora la società proponente dell’impianto dovesse violare gli accordi. E poi una sorta di gentleman agreement con Parnasi: i lavori dovranno essere il trampolino di rilancio per quante più possibili piccole e medie imprese romane. Della serie: tutti lavorano, tutti guadagnano, tutti (forse) sono contenti.


c'è da dire che oltre ad un managment al posto di un burino rabbino di sfaccimma, hanno pure una giunta al posto di una balena che appezzotta le multe dei parenti
ed io mi sentii in quel momento come una prostituta sverginata dai suoi aguzzini

C. Pazzo 
Noi vinciamo in quanto esistiamo. Vinciamo quando siamo in 60.000 per Napoli-Cittadella e quando ci ricordiamo di Esteban Lopez o di Picchio Varricchio. Vinciamo odiando le strisciate e vivendo in funzione di questa maglia. Vinciamo andando con un paio di amici allo stadio e non guardando la partita in casa da soli in un salotto di Reggio Calabria. Vinciamo quando siamo migliaia ad ogni trasferta, vinciamo quando uno juventino nella nostra città viene additato come essere anormale e malato di scabbia

Offline Hwarang

  • *
  • Registrazione: Nov 2009
  • Post: 42314
  • Sesso: Maschio
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3566 il: 03 Settembre, 2014, 12:18:27 pm »

Il presidente della Roma, James Pallotta è intervenuto negli studi di Radio Roma 100.7 FM, per parlare dell nuovo progetto stadio.

"Domani giornata importante, siamo fiduciosi. Sappiamo di aver preparato grandissimo progetto per Roma. Ci piacerebbe che tutto procedesse velocemente, c'è ancora tanto da fare. Grande disponibilità da parte di Ignazio Marino. Grandissimo progetto per la città e la Roma. Sapevamo sarebbe stato complicato. La struttura attirerà molti eventi, non solo calcistici. I fondi saranno totalmente privati e andranno a favore della città di Roma. Progetto italiano più grande da anni '20 a oggi. Spenderemo centinaia di migliaia di dollari in infrastrutture. La proprietà separata? Non ha senso per la proprietà vendere lo stadio dopo due/tre anni, sarebbe assurdo. Proprietà separata? Capiamo le preoccupazioni ma è un meccanismo legale e finanziario".

Quali sono le differenze di approccio tra Italia e Stati Uniti?
"Penso che quello che abbiamo fatto in Italia è diverso rispetto a quello fatto negli Stati Uniti. Abbiamo cominciato a lavorare con gli ambientalisti per cercare il luogo adatto. Mark ha iniziato due anni e mezzo fa e abbiamo stilato una vera e porpria pianificazione. Noi stiamo cercando di costrure una struttura che possa ospitare partite di calcio, rugby, partita di college di football, intrattenimento. Negli States il processo per uno stadio nuovoinizia direttamente con la costruzione dello stadio in sè".

"La presenza di proprietà straniere in Serie A è un processo di crescita. Avverto tanto entusiasmo, anche nella squadra, non solo in società. Non ho intenzione di mollare. Questo è solo l'inizio. Non ho intenzione di mollare. Questo è solo l'inizio. L'obiettivo? E' sempre lo stesso: rendere la Roma il miglior club al mondo. I tifosi capiscono il nostro sforzo di cambiamento".


Offline Fuller

  • *
  • Registrazione: Gen 2011
  • Post: 3703
  • Sesso: Maschio
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3567 il: 04 Settembre, 2014, 15:57:07 pm »
Per dare un'idea di cosa significa uno stadio di proprietà, a Roma calcolano un fatturato annuo di 62 mln.
Però avranno un mutuo annuale di 32 mln per 20 anni. A chi interessa qua c'è lo studio di fattibilità, che però verrà un po' modificato in questi giorni ma più o meno stiamo là (270 mln totali - 341 con pure gli spazi commerciali - ma forse i costi per la metropolitana sono più alti dei 10 mln riportati).

https://carteinregola.files.wordpress.com/2014/08/studio-fattibilitacc80-stadio-luglio-2014.pdf

a pagina 35 e 36 costi e finanziamento.
« Ultima modifica: 04 Settembre, 2014, 16:00:10 pm da Fuller »

Offline GeppiGeppi

  • *
  • Registrazione: Ago 2013
  • Post: 17170
  • Hysaj, djale shqiptar.
R: AS Roma [2013/14]
« Risposta #3568 il: 04 Settembre, 2014, 16:10:54 pm »
Lo stadio non sarà di proprietà della Roma, ma di una società di Pallotta che davanti alla clausola di dover cedere lo stadio solo ed esclusivamente alla AS Roma si è tirato indietro.

Ndё she ulkun e grekun, vrahj grekun e le ulkun. (Proverbio albanese)
[Se vedi il lupo e il greco, uccidi prima il greco e lascia il lupo.]

Offline DioBrando

  • *
  • Registrazione: Lug 2011
  • Post: 13109
  • Località: in Deutschland, wo die Krauts
  • è inutile, inutile, inutile, inutile!
Re:R: AS Roma [2013/14]
« Risposta #3569 il: 04 Settembre, 2014, 17:12:47 pm »
Lo stadio non sarà di proprietà della Roma, ma di una società di Pallotta che davanti alla clausola di dover cedere lo stadio solo ed esclusivamente alla AS Roma si è tirato indietro.

Non è esatto, lo stadio appartiene alla controllante della Roma che si impegna nella sua costruzione in compartecipazione con AS Roma, la Roma ha il diritto di acquisto dello stadio in prelazione e ne detiene interamente i proventi e la gestione. C'è un accordo firmato pure con il Comune in proposito. D'altronde tutto nasce dal fatto che praticamente non è solo lo stadio, ma tutta l'area che viene riqualificata e messa a cantiere, a carico della società in questione vanno anche i lavori sui mezzi di trasporto, come la linea metropolitana. Questi si sono fatti i loro conti per bene... Nel caso vi fosse decadenza dei benefici in caso di vendita, la società di Pallotta dovrà pagare 160 milioni al comune...
« Ultima modifica: 04 Settembre, 2014, 17:18:09 pm da DioBrando »

Offline scuzzett

  • *
  • Registrazione: Lug 2012
  • Post: 4
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3570 il: 04 Settembre, 2014, 19:31:30 pm »
10 interrogativi, oltre le questioni urbanistiche, prima del calcio di rigore.

1.   Tor di Valle confina con la 14th di Manhattan ?

“I romani devono essere orgogliosi della loro amministrazione”. Così James Pallotta, oggi proprietario assoluto della Roma calcio, dopo aver sollevato Unicredit della sua quota di azioni della società, con cui la banca aveva invano cercato di salvare la precedente gestione proprietaria di fatto commissariandola finanziariamente, ha congedato il Sindaco Marino che, “sacrificando un paio di giorni delle sue vacanze americane” era andato a trovarlo ( 22.8.2014) a New York ansioso di confrontarsi con lui su quali, delle tante parti del nuovo stadio a Tor di Valle, potessero essere definite come “interesse pubblico”.

Una sorta di benevolo incoraggiamento in corso d’opera. Un’ultima revisione progettuale per evitare la fatidica buccia di banana su cui il progetto “Stadio della Roma” potrebbe scivolare quando, tra pochi giorni il 4 settembre, dovrà ricevere il primo vero ok amministrativo ed essere riconosciuto opera di interesse collettivo attraverso un’apposita delibera.

Basterebbe vedere il filmato che ha accompagnato l’incontro americano, postato su Voce Giallorossa, l’applicazione cult di ogni tifoso della Magica, che inizia con esaminatori ed esaminati felici di esibirsi in un paio di canestri. Un benvenuto all’altezza dell’evento, svoltosi nel campo di basket che confina con la scrivania del Presidente yankee su di un terrazzo alto sulla 14th di Manhattan, per capire il perché di questa trasferta.

Presentata come occasione per fare il punto in merito alla costruzione di un’importante servizio per la città, si è subito trasformata in prova generale di quello che si vuole che Roma diventi; di che farne di questa città e come d’ora in poi farlo. A partire dalla proposizione di un nuovo assemblaggio delle componenti chiamate a definire quei valori immobiliari in una città che deve fare i conti con il suo motore principale: quella rendita urbana che la crisi sta imballando in modo sempre più massiccio.

2.   il cambio di passo della rendita urbana

La questione Stadio della Roma inaugura una nuova stagione: quella che ha bisogno di costruire l’urbanistica non più come ostacolo, come fin’ora è stato e portato avanti quando ha eretto quelle deboli barricate contro gli esercizi di rendita, ma quale vera e propria minaccia ai progetti della trasformazione urbana ed al loro architetto unico: il mercato. Da rimuovere senza nessun ripensamento.

Al netto della retorica sullo stadio quale Colosseo moderno, snocciolata dal progettista che firma i novecentomila metri cubi che l’accompagnano (una quantità edilizia, tanto per restare in “zona”, pari a quella di quei grandi blocchi edilizi che dal Colosseo, quello vero, dopo essersi allargati all’intorno lungo via Labicana finiscono a lambire, oltre San Giovanni, le mura), questo progetto in realtà rappresenta davvero un prontuario: di quello che la governance della città si appresta a voler realizzare che, tuttavia, ha bisogno di dimostrare, prima di tutto, come questo nuovo “cambio di passo” non possa essere praticato da chi fin’ora ha avuto via libera nella scorribanda edilizia che ha rappresentato la costruzione attuale della città di Roma.

3.   Tra drammatizzazione...

Un’operazione per cui, a ridosso del parere finale, è stata necessaria mettere in campo un’ultima teatralizzazione dell’evento. Il far sembrare che la situazione stesse precipitando. Che i soliti signori del No potessero averla vinta.

Lo ha fatto proprio il Sindaco Marino che, con il suo assessore all’urbanistica, da sempre è stato entusiasta dell’iniziativa. Ecco i due, improvvisamente timorosi per il presunto mancato rispetto di alcune regole “costruttive”volare negli Usa, affannati a suggerire la necessità di ridurre la cubatura “accessoria” e risolvere le problematiche dell’accessibilità pubblica all’impianto. Si è agitata la Regione Lazio, sollevando un problema di rispetto di una zona vincolata. Ha esternato il Prefetto, ricordando la necessità che al deflusso degli spettatori sia assegnato un tempo contingentato. Osservazioni che si sarebbero potute risolvere, come succede, nel corso della Conferenza dei Servizi, lo strumento attraverso cui chi propone un progetto interloquisce tecnicamente con chi tutela e organizza quello che accade e potrebbe accadere in quella parte del territorio.

Si è montata, invece, una forte pressione di stampa alimentata dal Messaggero dell’editore Caltagirone che, da tempo, spara sulla scelta di quest’area “offerta” dal gruppo Parnasi (Parsitalia) riuscito a farla preferire agli americani rispetto quella su cui l’ingegner Francesco Gaetano Caltagirone, nella sua veste di costruttore, aveva ipotizzato di accogliere lo stadio della Roma.

Il Messaggero si è messo così a veicolare le serie motivazioni puntualmente avanzate da Legambiente e Italia Nostra. Intervenendo con ampie pagine: sulla fragilità ambientale, sull’eccessivo carico urbanistico che la zona si troverà a sopportare, sulla cubatura mostruosa che lo Stadio si porta appresso, sull’insensatezza della location. L’Amministrazione ha sostanzialmente risposto passivizzando tutto questo in una striminzita dichiarazione dell’assessore Giovanni Caudo che, prima d’imbarcarsi per gli USA, esternava che senza metropolitana l’iniziativa rischiava di restare al palo.

Sono bastate però un volo aereo e solo due ore d’incontro, (partitella sulla terrazza, brindisi e urlo finale di “forza Roma” compresi) per farci sapere che tutto era risolto. Così Marino, in puro stile renziano, poteva, dall’ombra dei grattacieli, twittare: “meno cubature, metropolitane, un parco sul Tevere, opportunità per la città”.

4. l’improvvisa conversione ambientalista dell’ingegner Caltagirone…

Deve essere certo accaduto per il limite dei 140 caratteri che il Sindaco non ha potuto specificare che i 50 milioni di euro in più che è riuscito a strappare al tycoon americano per la metropolitana sono da intendere come la ristrutturazione (non nuova costruzione) della stazione esistente alla fermata Muratella, un percorso in superficie dei vagoni, il cui costo di acquisto non è a carico della società essendo la linea della Regione, un ponte pedonale.

La cubatura, poi, viene si asciugata del 10% ma, in assoluto, “pesa” per circa 900mila metri cubi che si avvicinano molto, al milione iniziale (sic). Di questo, nei prossimi giorni, sentiremo ancora parlare. SEL, che della maggioranza di Marino fa parte, ha sollevato alcune perplessità sia in sede locale che nazionale. Italia Nostra e Legambiente insistono sull’effetto devastante in termini urbanistici di quest’iniziativa. Il Messaggero continua a presentare, pagina dopo pagina, una maggioranza del Consiglio Comunale ansiosa di dire la sua su un progetto per la cui realizzazione si sente, a norma della legge sugli stadi, “commissariato”.

5. ...i pareri a “bordo campo”

Come in ogni partita che si rispetta non possono certo mancare i commentatori a bordo campo che, in questo caso, prendono le vesti dei due precedenti assessori all’urbanistica del Comune di Roma: quelli che hanno guidato l’Amministrazione Comunale verso la redazione del nuovo Piano Regolatore. Per entrambi il fatto che quello strumento non prevedesse in quell’area una simile realizzazione non sembra essere certo un problema.

Il primo, Domenico Cecchini (Sindaco Rutelli) il padre del “pianificar facendo” fa di conto e ricorda come venendosi a produrre plusvalore immobiliare, conseguibile a seguito della trasformazione, oltre agli oneri previsti di legge, debba essere prodotto da parte di chi realizzerà l’intervento, un contributo pari al 66% di questo plusvalore. Questa la cifra. L’importante è far cassa e farla bene. Il Piano è un bancomat all’incontrario: incassa e rilascia come scontrino il titolo autorizzativo per la cubatura che serve.

Più sfumato il parere di Roberto Morassut (Sindaco Veltroni) che sembra mettere in discussione la scelta dell’area. Così come fa il Messaggero certo orientato in maniera urbanistica dal suo editore Caltagirone, che dall’ex assessore, oggi deputato PD, è definito nel suo libro Mala Roma (Alberti editore 2013 alle pagg. 35/36): “uno dei rari imprenditori romani e italiani capaci di avere un’idea generale della Capitale”, “una persona colta, nel senso letterale del termine. Che coltiva alcune sue idee di fondo”.

A ridosso della trasferta americana del Sindaco è lui a fare una domanda al giornalista del Messaggero (ovviamente) che l’intervista. «Ma con la crisi del terziario siamo sicuri che ci sia questa grande richiesta di uffici?». Cosa c’entrano uffici con il pallone? Molto, perché la legge sugli stadi consente di realizzare lo stadio e, con questo, si può fare tanto di più. Anche se non case o, almeno, edifici che nascono con questo nome. Ed è proprio su questo, sul ricco contorno, che si giocherà il destino della città, di come trasformarla, di come ripensarla.

6.   dove posizionare il pallone ?

A Roma, come ovunque nel paese (e non solo nel paese), il settore delle imprese di costruzione è in crisi a causa della grande quantità di alloggi invenduti. Dal 2008, anno d’inizio della crisi, gli investimenti in Italia nel settore delle costruzioni sono scesi del 47%. Nelle infrastrutture del 66%. Sono intorno alle 70mila unità le imprese che sono andate in default. Nel corso del’ultimo anno nel settore edilizio sono fallite l’1,7% delle aziende. Quelle artigiane risultano scomparse per il 2,7%. L’occupazione si è contratta ancora del 4,8%. L’edilizia è tornata indietro ai livelli del 1967.

E’crollato il credito. Le banche sembrano particolarmente accanirsi con questo segmento produttivo. Se il credito alle imprese nelle ultimo anno è calato del 6,7%, per quelle del comparto edilizio la percentuale sale al 10,8. Così, nonostante la necessità di edilizia residenziale sia ancora ampia, le case costruite rimangono vuote, conseguenza della crisi economica e delle difficoltà di accesso al credito per tutti: famiglie e imprese. Il mondo delle costruzioni ha rappresentato a lungo 1/5 del PIL nazionale ed è quindi un settore strategico per la ripresa. Basterebbe pensare alla possibilità di intervenire sulla manutenzione dell’esistente.

Le Banche continuano però a non investire là dove non esiste garanzia di redditività. Questa, secondo i loro calcoli, è remunerativa quando per 1 euro investito si generano 2,5 euro. Attualmente l’edilizia residenziale invenduta genera solo crediti in sofferenza. Se sul piano nazionale la sofferenza, ovvero l’impossibilità concreta delle Banche di riavere indietro i soldi prestati in precedenza, è pari al 10%, a Roma questa percentuale schizza al 30%. Nell’ultimo anno le sofferenze sono aumentate del 38%. Il rapporto fra passivi e attivi è sbilanciato ed è per questo che le Banche hanno chiuso l’erogazione di mutui a imprese e famiglie. Scomparsi gli investitori, la BCE e le Banche nazionali hanno comprato i titoli di stato.

Le Banche oggi sono orientate ad erogare finanziamenti solo a quelle attività che garantiscono un flusso di denaro continuo. La valutazione del rischio da parte delle Banche viene fatta esaminando non il possibile patrimonio immobiliare futuro, ma i flussi di cassa dell’attività che si intende realizzare. Il rimborso del credito erogato è garantito così dai movimenti di cassa, attività di servizio, commerciali, sportive….tutto quello che è legato ad un esborso di denaro immediato per poter essere utilizzato. I tempi della pianificazione e della realizzazione sono fondamentali per definire quando apriranno “le casse” e quando saranno emessi i primi scontrini.

Le Banche fanno, ora, affidamento esclusivamente su questo.

7.   tra mattone e scontrino

Fino ad oggi era la cubatura a rappresentare e garantire il valore di un investimento, ma non è più così. O almeno completamente così. Pochi metri cubi potrebbero rendere molto di più di migliaia di metri cubi residenziali che rimangono invenduti a tempo indeterminato, rappresentando di fatto costi urbani e gestionali insostenibili per il proprietario investitore e per l’Amministrazione. I servizi privati stanno sostituendo il settore residenziale negli interessi di chi investe e ridefiniscono lo stesso ruolo della rendita urbana.

Restiamo a Roma: si parla dello Stadio come un nuovo Parco quando non si trovano neppure i soldi per curare la manutenzione non solo di quelli esistenti, ma per ripulire le strade ormai diventate ovunque trincee conquistate dalla vegetazione spontanea. I valori immobiliari legati alla residenza non producono più il reddito sperato.

Per riprendere ad accumulare grandi profitti si deve puntare alla costruzione della città del consumo totale, dove chi la abita è esso stesso merce, legato non più al mattone, ma allo scontrino continuo vero feticcio dell’uso produttivo che si vuole assegnare all’abitare. I valori immobiliari crescono quando riescono a mischiarsi tra loro; per questo lo Stadio con le sue attrezzature sarà circondato da molte altre cose. Non case: un vasto tappeto commerciale, una mostruosa quantità di superficie terziaria e di alberghi elegantemente racchiusa in tre torri di oltre 100 metri di altezza, un parco lungo l’argine del fiume.

Un’inedita parte di città che ci viene raccontata come “entertainment”. Una parola che, in italiano, si traduce come intrattenimento, ma che, calata in quest’ansa del Tevere, sembra destinata a portarsi appresso le nuove parole del consumo urbano fatte di merchandising, partenariati globali, sponsorizzazioni, diritti commerciali, StubHub Center (centri di formazione), servizi d’elite per ogni sport, oltre, naturalmente, concerti e spettacoli, piattaforme di intrattenimento di contenuti video dedicati alla programmazione e pubblicizzazione di quello che si deciderà dovrà essere lo stile di vita.

Lo stadio, progettato dal team americano guidato da Dan Meis, appare un edificio che sembra subire il dominio dell’ingegneria e come, nella progettazione urbana, la definizione tipologica debba essere del tutto insignificante. Quasi a voler cancellare, oltre che fisicamente, l’esistente impianto dell’Ippodromo e, con questo, la cultura dell’ingegneria che, al contrario, quel progetto era stato in grado di perseguire. Un passaggio costruttivo non secondario che si rifiuta di porsi come “scultura di terra”- questo è stato lo straordinario progetto dell’Olimpico fino alla sovrapposizione della sua agghiacciante copertura - e annulla il proprio elemento simbolico: il campo da gioco.

Il luogo centrale di questo spettacolo si sposta. Lo spettacolo che avviene ovunque ha bisogno di rendere immediati gli elementi del suo consumo. La grande copertura è sospesa su esili pilastri quasi a mimare una selva di alberi. L’apertura dei propri fronti mostra il suo essere una “macchina". La grande muraglia della curva è pensata a quale spazio identitario “metterà paura alle squadre ospiti”come ha candidamente spiegato il progettista. I palchetti simili a una residenza di lusso a segnare le differenze. Le parole giganti scritte sulla pelle che lo rivestirà a gridare come, tutto quello che avverrà da lì promosso, fa parte della costruzione di un luogo dove le famiglie, che “si vogliono riportare allo stadio”, vengono catturate dalla macchina infernale che oltre l’offerta, costruisce soprattutto la domanda di servizi e intrattenimenti.

Per ogni età di utente, in ogni giorno dell’anno, in un crescendo di domanda da parte dei nuovi produttori di valore. Quello che oggi avviene nei mega centri commerciali, dove, solo pochi giorni fa e sempre a Roma, il giorno di Ferragosto, si sono riversate famiglie intere per passare la giornata fra spettacoli, concerti, gelati, panini, giochi per bambini e sale giochi per i più grandi.

Lo shopping non è più la funzione principale del centro commerciale, come la partita di calcio non sarà quella dello stadio. Un luogo dove ogni servizio, materiale e immateriale, si sommerà all’altro destinati a crescere ed espandersi continuamente.

8.   Unicredit (e finanza) puntano sullo scontrino

Unicredit ha pensato bene che, stante questo panorama, occorreva muoversi prima del fischio d’inizio. Così ha ceduto la sua quota azionaria (31%) della A.S. Roma spa. al Presidente Pallotta proprio quando, luglio 2014, con la consegna degli elaborati progettuali al Comune, è iniziata sul serio la procedura per realizzare il Nuovo Stadio.

La stessa Unicredit è tra i creditori, insieme a BNL Paribas, del gruppo Parnasi (Parsitalia), che attraverso la società Eurnova, è chiamato a costruire lo Stadio. I terreni sono nella propria disponibilità e con la risicata maggioranza proprietaria del 50,4%, questo gruppo può decidere che fare rispetto agli altri proprietari che dovranno, però, essere compensati. Sul totale di poco più di un milione di metri quadri, questa è la dimensione dell’area su cui atterrerà lo stadio e il suo ricco contorno, se l’8% è di proprietà pubblica e quindi giocherà in casa venendo chiamato ad ospitare servizi pubblici, per il restante 41,6% lo stesso Parnasi dovrà provvedere a mettere sul piatto oltre 30 milioni di euro per i necessari espropri. Il tutto alla luce di una recente novità.

La società (Sais spa), quella che era proprietaria dell’area e gestiva l’esistente Ippodromo, che ha venduto a Parnasi è stata dichiarata fallita nel maggio di quest’anno, dopo che il giudice non ha concesso il concordato fallimentare. Fallendo a meno di un anno di distanza dalla vendita, per cui Parsitalia ha sborsato 42 milioni di euro, è questo un particolare che potrebbe far franare tutto visto che, secondo la normativa vigente in materia di fallimenti, il curatore chiamato a dover recuperare il maggior numero di denaro possibile per far fronte ai creditori della fallita Sais spa, potrebbe ritenere incongrua la cifra pattuita tra la Sais spa e Parnasi perché, dato il breve tempo trascorso, inferiore ai 12 mesi indicati dalla legge, l’acquirente Parsitalia avrebbe potuto conoscere lo stato di insolvenza del venditore e strappato un prezzo incongruo. Un nodo da sciogliere il 10 dicembre giorno in cui avverrà il pronunciamento del Giudice fallimentare nel bel mezzo del periodo fissato dalla normativa per la procedura valutativa del progetto da parte di Regione e Comune.

Unicredit si è venuta così a trovare doppiamente impegnata a partecipare all’iniziativa: come proponente, per la sua quota parte di proprietà della AS Roma spa e al tempo stesso essere creditrice della società realizzatrice Parsitalia che, non è un segreto, è in forte esposizione finanziaria per somme che superano di varie volte il proprio capitale sociale.

Unicredit, con una partita di giro, è andata a risolvere la propria esposizione rispetto l’ AS Roma spa per finanziare non lo stadio, ma il meccanismo finanziario immobiliare con cui un’altra società (Parsitalia) costruirà l’intera operazione della città dell’intrattenimento. Concedendo ancora credito, nonostante la sua esposizione, a chi potrà attraverso flussi di cassa continui che questo progetto innesca , rendere possibile iniziare a programmare il rientro dei capitali prestati prima e dopo. Unicredit ha scelto così di mettere le mani sul meccanismo dello “scontrino”, dell’incasso immediato giorno dopo giorno a partire dal canone di locazione dello stadio, che la AS Roma spa, partita dopo partita, pagherà per l’ affitto dello Stadio.

9.   ma, allora, di chi è lo stadio?

L’impianto infatti non sarà di sua proprietà.

E’ la stessa società ad affermarlo nel proprio prospetto informativo emesso in occasione dell’ultimo aumento di capitale: «lo stadio sarà autonomo ed indipendente rispetto alla società. La realizzazione del progetto non vedrà il coinvolgimento economico finanziario della società. La Roma vi potrà giocare alle condizioni fissate in un accordo con Euronova (Parsitalia) ed AS Roma SPVLLCC.” Così James Pallotta si troverà, a negoziare il canone di locazione, invece che come accade ora con il CONI per l’Olimpico, con… se stesso.

O ancora, qualora decidesse di “passare la mano”come presidente, resterebbe tuttavia in veste di esattore a vita in quanto proprietario proponente anche grazie alla cosiddetta Legge sugli stadi (legge n.147 del 27.12.2013 / Legge stabilità 2014) che, al comma 304, stabilisce come “il soggetto che intende realizzare l'intervento presenta al comune interessato uno studio di fattibilità, a valere quale progetto preliminare (..) e corredato di un piano economico-finanziario e dell'accordo con una o più associazioni o società sportive utilizzatrici in via prevalente”. Si chiama comma legislativo sugli stadi ma gli stadi sono un optional! Di fatto il via libera ad usare una cosiddetta necessità (in questo caso rappresentata dallo stadio) per costruire non un intervento di tipo spaziale pianificato e rapportato al corpo esistente della città, ma un vero e proprio programma “estrattivo” di denaro intorno quel corpo.

Lo stadio di Tor di Valle e i meccanismi come intende “costruirsi” è il primo progetto che definisce Roma come metropoli all’interno della città come luogo della produzione.

Unicredit è uscita dalla società. A fronte della possibilità di guadagnare,e molto, ha scelto di finanziare non l’iniziativa edilizia-urbanistica, intesa come oggetto spaziale secondo il classico finanziamento – costruzione- rientro con interessi, ma il programma “immateriale” legato all’iniziativa attraversato dai flussi di cassa continui che quest’intervento produrrà. Sull’intorno più che sull’infrastruttura “madre” dello Stadio

.
Ora Pallotta, che insieme al fondo Starwood, e la sua cordata Usa Neet, ha acquistato da Unicredit le sue quote, possiede il 91 % della società Neet, ma di fatto ha il controlla totale attraverso il fondo Raptor Capital Management (sempre di Pallotta) che possiede il restante 9% del capitale azionario. Alla comunicazione dell’acquisizione le azioni sono cresciute del 13% anche perché il gruppo Starwood ha manifestato la propria intenzione di crescere nell’asset proprietario. Starwood è uno dei principali big del mercato immobiliare americano e opera in stretta unione con AEG (presente all’incontro con Marino nella grande mela) un gruppo che controlla, o direttamente o con associate, oltre 100 strutture nel mondo sul tipo di quelle che si vorrebbero tirar su nell’ansa del Tevere. A Los Angeles, a Kansas City, nell’ Ontario, a Oakland, a San Diego, a Miami, a New York, ma anche a: Pechino, Stoccolma, Doha, Amburgo, Berlino….

Lo stadio della Roma non è della Roma. Paradossalmente, il suo pesante ingombro di cemento che si porta dietro, per ripagare l’investimento e guadagnare, da tutto dovrà essere costituito, ma non da residenze se non quelle alberghiere.

10.   e, oltre lo stadio, cosa c’è?

Ci sono le nuove condizioni dell’abitare a cui vogliono costringerci.

Trascinandoci nel peggioramento delle condizioni della mobilità che, già pesante in quella zona, sarà impossibile per tutta la città, quando il 50% dei frequentanti per cui è prevista l’accessibilità con mezzi privati si troverà a guadare una zona che storicamente quando piove si allaga, va sott’acqua ed è perennemente a rischio. Nello stabilire di fatto che cosa fare, quale funzioni insediare e come realizzarle sarà compito esclusivo del proponente, commissariando in modo definitivo le scelte di pianificazione dell’Amministrazione. Nel procedere disinvoltamente con un “fare” che cannibalizza senza alcun riguardo risorse naturali e preesistenze ambientali. Nel negare che il far cassa attraverso progetti compensativi è una falsa economia per la città e solo un lusso dispotico per chi ne beneficia. Nel decidere che le cubature previste possono essere aggiunte in sommatoria alle tante previste dal Piano Regolatore e nel non riconoscere la possibilità di “far riposare la terra”. Che, quando ciò avviene, se ne sottragga altrettanto, a saldo zero, da quelle previste (oltre 20 milioni di metri cubi) dallo strumento urbanistico. Che puntare sul trasporto pubblico non deve significare accettare i regali di chi, in cambio del necessario riconoscimento della pubblica utilità, aggiunge pezzetti di rotaia dove gli è più comodo al posto, come in questo caso dovrebbe essere condizione preliminare, raccordarsi alla linea su ferro forte esistente (FM3 stazione di Muratella) e, da li, tracciare il nuovo sistema di collegamento fatto di tracciato e carrozze.

Non di un misero rammendo come richiesto da Marino per altro realizzabile con assolutamente insufficienti 50 milioni di euro. Che fare spianate di parcheggi a corredo dell’intervento, assolutamente indifferenziati per le funzioni sportive o meno che si svolgeranno, serve solo a depotenziare il trasporto pubblico e a rendere impermeabile una quantità impressionante di suolo. Che l’interesse pubblico richiesto non può essere negoziato smontando e rimontando pezzi a secondo di necessità e convenienze economiche di chi propone l’intervento. Che parlare di sicurezza vantandosi d’aver strappato a mister Pallotta uno spazio completamente video sorvegliato è la militarizzazione di uno spazio. Non è questa la sicurezza che un luogo simile richiede. Questa deve essere rappresentata innanzitutto dal non rischiare il disastro idrogeologico di un territorio particolarmente fragile.

Lo stadio dei padroni della Roma man mano che si costruisce, anche con gli elaborati progettuali e i ripetuti “lanci”, descrive Roma come metropoli, non può fare prigionieri, non può concedere tregue o riconoscimenti di sorta.

E’ un modello che si serve dell’Amministrazione Capitolina solo per ricevere le ultime superflue indicazioni relative a dove ha deciso di esprimere tutta la sua forza. I singoli pezzi, romani e nazionali, del Partito Democratico che hanno fatto di questo avvenimento uno schierarsi tra due cartelli di costruttori blanditi dall’ormai organo ambientalista (sic) “Il Messaggero” sono proprio il dito che guardano invece di vedere la luna.

La luna è la AS Roma spa che ha lanciato, in linea con il proprio futuro edilizio, la propria campagna abbonamenti con slogan del tipo “siamo a caccia di nuove prede”. “La caccia ricomincia” sponsorizzando così questo progetto che si vuole appropriare in maniera dispotica di ogni risorsa del comune.

E’ la lotta della finanza. Così fa territorio. Non è una questione urbanistica, ma il chiaro disegno di chi ha deciso di impossessarsi della città.


http://www.dinamopress.it/news/di-che-cosa-dovremmo-parlare-quando-parliamo-del-nuovo-stadio-della-roma

Offline kowalski

  • *
  • Registrazione: Feb 2011
  • Post: 4979
  • Località: Naples, Florida
  • Sesso: Maschio
  • None but the brave
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3571 il: 04 Settembre, 2014, 23:27:00 pm »
Gran colpo...
Polemico ergo sum

Online ferro

  • *
  • Registrazione: Ago 2011
  • Post: 30445
  • Località: Quarto
  • Sesso: Maschio
  • E' muort 'o rre, evviva 'o rre !!
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3572 il: 05 Settembre, 2014, 01:53:11 am »
Ho letto un "ci vogliono costringerci" fatto bene proprio.
« "[..] se tra voi c'è qualche fuori-classe lo sopporterò, altrimenti per fare una grande squadra mi accontenterò soltanto dei.. grandi giocatori, cioè di quei giocatori che hanno il coraggio grande, il cuore grande. Chi non ha queste virtù non è un grande giocatore, e neanche un mediocre giocatore. È soltanto nulla, quindi può vestirsi ed andarsene subito." » [W. Garbutt ]

Online calvin

  • *
  • Registrazione: Dic 2009
  • Post: 43815
  • Località: Napoli
  • Sesso: Maschio
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3573 il: 08 Settembre, 2014, 14:15:57 pm »
Maicon escluso dalla Nazionale: spunta un’ipotesi incredibile…
L’esclusione di Maicon dalla Selecao fa sempre più notizia. Secondo il quotidiano Olé do Brasil, il romanista sarebbe stato cacciato dalla Nazionale per aver fatto un brutto scherzo al compagno Elias.

Il terzino destro avrebbe cosparso di pepe il sedere del centrocampista del Corinthians, completamente sbronzo, facendogli credere il giorno dopo di essere stato violentato da quattro uomini. Lo staff verderoro non l’ha presa bene. Sportmediaset.


 :brà: :brà: :brà: :brà: :brà: :brà: :brà: :brà:
fare sesso con le proprie opinioni rende più ciechi che farsi le seghe!

Offline Neutrino

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 15559
  • Sesso: Maschio
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3574 il: 08 Settembre, 2014, 14:49:37 pm »
:rofl: :rofl: :rofl:

Offline Gerardo Petti

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 17737
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3575 il: 08 Settembre, 2014, 17:08:19 pm »
Maicon escluso dalla Nazionale: spunta un’ipotesi incredibile…
L’esclusione di Maicon dalla Selecao fa sempre più notizia. Secondo il quotidiano Olé do Brasil, il romanista sarebbe stato cacciato dalla Nazionale per aver fatto un brutto scherzo al compagno Elias.

Il terzino destro avrebbe cosparso di pepe il sedere del centrocampista del Corinthians, completamente sbronzo, facendogli credere il giorno dopo di essere stato violentato da quattro uomini. Lo staff verderoro non l’ha presa bene. Sportmediaset.


 :brà: :brà: :brà: :brà: :brà: :brà: :brà: :brà:

questo era completamente sbronzo....e gli fanno credere tramite pepe ( e bruciore conseguente) di essere stato violentato da 4 uomini....che dilettanti!!

fosse stato cosi sbronzo (tanto da non ricordare un orgia gay ...quindi ..parecchio... :asd:) io lo avrei fatto violentare veramente da 4 uomini!!! e avrei anche "papponeggiato" la vendita del suo culo!!!

questo sarebbe stato un grande scherzo!!!
Bale mi fa cagare a spruzzo, è un caprone.

Offline Ragionier Cuckoldullo

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 45640
  • Sesso: Maschio
  • Slam dunk
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3576 il: 08 Settembre, 2014, 17:08:59 pm »
ma infatti per me se lo sono inculati loro e poi si sono inventati la storia del pepe.
Uà mentre stiamo in viaggio di nozze ce stann nientemeno 5 partite :maronn:
Potrebbe essere il cambio di marcia definitivo del nostro amato Napoli :sad: :look:

Offline Hwarang

  • *
  • Registrazione: Nov 2009
  • Post: 42314
  • Sesso: Maschio
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3577 il: 08 Settembre, 2014, 17:11:25 pm »
Si sta allenando per l'orgia post-scudetto insomma.

Offline djcarmine

  • *
  • Registrazione: Nov 2009
  • Post: 39235
  • DIABLO VIVE
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3578 il: 08 Settembre, 2014, 18:36:16 pm »
pare che sia satira fatta da un giornale brasiliano, ma io voglio continuare a credere che sia vero
ed io mi sentii in quel momento come una prostituta sverginata dai suoi aguzzini

C. Pazzo 
Noi vinciamo in quanto esistiamo. Vinciamo quando siamo in 60.000 per Napoli-Cittadella e quando ci ricordiamo di Esteban Lopez o di Picchio Varricchio. Vinciamo odiando le strisciate e vivendo in funzione di questa maglia. Vinciamo andando con un paio di amici allo stadio e non guardando la partita in casa da soli in un salotto di Reggio Calabria. Vinciamo quando siamo migliaia ad ogni trasferta, vinciamo quando uno juventino nella nostra città viene additato come essere anormale e malato di scabbia

Offline Gerardo Petti

  • *
  • Registrazione: Ott 2009
  • Post: 17737
Re:AS Roma [2013/14]
« Risposta #3579 il: 08 Settembre, 2014, 18:49:45 pm »
per me la cosa più "probabile" è che maicon si sia presentato ubriaco agli allenamenti e che, conseguentemente, lo abbiano cacciato
Bale mi fa cagare a spruzzo, è un caprone.