Quando si parla di casi molto antichi è inevitabile che la storia si mescoli alla leggenda e, spesso, non si riesce a stabilire una distinzione netta fra le due. Sembra questo il caso del "coccodrillo che divorava i prigionieri", un racconto popolare di omicidio seriale ambientato a Napoli, all'inizio del XIII secolo che, però, di recente parrebbe confermato da un primo riscontro scientifico. secondo la leggenda, dentro il Maschio Angioino, e precisamente nelle sue segrete, era nascosto un coccodrillo che divorava tutti i prigionieri che gli venivano gettati vivi addosso. si narra anche che una sovrana di stirpe angioina, la regina Giovanna, gettasse dentro la fossa del coccodrillo i suoi innumerevoli amanti, dopo aver trascorso una "notte d'amore", e che Ferrante d'Aragona predispose una trappola per rinchiudere lì dentro i Baroni che si erano macchiati di una congiura ai suoi danni e anche altri nemici personali. Nel marzo 2004, in un cantiere per i lavori della metropolitana di Napoli, a piazza Municipio, spunta improvvisamente lo scheletro di un grosso rettile ed ecco che la leggenda potrebbe trasformarsi in verità storica se le analisi sulle ossa confermassero che si tratta proprio di un coccodrillo"