L'INCHIESTA Scommesse, indagato l'ex portiere azzurro Matteo Gianello
C'è il nome di Matteo Gianello fra gli indagati di uno dei filoni d’inchiesta sul calcio scommesse. L’ex terzo portiere del Napoli, che ha lasciato il club azzurro a giugno per scadenza di contratto, è stato interrogato l’estate scorsa dai magistrati del pool coordinato dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo che indagano su presunti episodi di frode in competizione sportiva. Veronese di Bovolone, Gianello ha militato nelle file di Siena e Chievo e ha trascorso a Napoli sette stagioni, dalla C1 fino alla serie A. Nel 2004 arrivò come secondo portiere e poi conquistò la maglia di titolare. Negli anni seguenti molta panchina, qualche presenza tra A e B e negli ultimi due tornei, prima della scadenza del contratto, il ruolo di terzo portiere e tanta tribuna. Nel 2009 ha ricevuto anche un premio del Coni per il fair play dimostrato durante la carriera. Assistito dal suo difensore di fiducia, Gianello ha fornito agli inquirenti chiarimenti sulla sua posizione e una serie di ampie indicazioni sulle quali sono state disposte verifiche dai pm Antonello Ardituro, Danilo De Simone e Vincenzo Ranieri. Questa indagine, diversamente da quella condotta dal pool coordinato dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, non prende in esame eventuali condizionamenti della criminalità organizzata, ma sta scandagliando gli ambienti che ruotano attorno al mondo del calcio per verificare possibili condizionamenti di gare a fini di scommesse. I pm si stanno muovendo con cautela ma in maniera estremamente approfondita. Nel corso dell’inchiesta era stata disposta l’acquisizione dei filmati di tre partite: Napoli-Parma 2-3 del 5 aprile 2010, vale a dire la gara seguita a bordo campo del boss Antonio Lo Russo e caratterizzata, secondo una fonte confidenziale, da un’impennata di scommesse registrata nell’intervallo sul successo degli ospiti; Sampdoria-Napoli 1-0, ultima del campionato 2009-2010; e Lecce- Napoli 2-1 del torneo 2010-2011. Successivamente, nel giugno scorso, allo scopo di cercare possibili riscontri ad alcuni degli elementi al centro dell’indagine, i pm avevano disposto il sequestro dei computer di alcuni addetti ai lavori fra i quali l’ex calciatore del Chievo Michele Cossato, difeso dall’avvocato Francesco Picca, e del giornalista Gianluca Di Marzio, assistito dall’avvocato Agostino Maiello. Si attende l’esito della perizia. Di Marzio, che ha sempre ribadito di aver agito nella massima correttezza e trasparenza, ha poi ottenuto il dissequestro del computer.