Autore Topic: La nuova Roma  (Letto 5164 volte)  Share 

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AyeyeBrazov

Re:La nuova Roma
« Risposta #40 il: 31 Marzo, 2011, 09:09:14 am »
voglio guallera...
qui ce n'è per tutti i gusti, come la vuoi? lunga, corta, moscia o tosta?

Offline pappasouth

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La nuova Roma
« Risposta #41 il: 31 Marzo, 2011, 11:29:57 am »
scusate ma questo Di Benedetto non era anche il proprietario di una importante squadra americana di quello sport per sfigati che giusto in america può proliferare? Come fa a essere sconosciuto e/o a non avere na' lira?

senplicemente è na strunzat, pare che massimo massimo possegga qualche quota come normalissimo azionista... di sicuro i tifosi dei redsocks non sanno chi sia...

Offline cavallopazzo

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Re:La nuova Roma
« Risposta #42 il: 31 Marzo, 2011, 11:36:56 am »
ci sono notizie discordanti...ci sta chi lo dà per grande imprenditore, chi lo dà per un paccaro....

Offline Neutrino

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Re:La nuova Roma
« Risposta #43 il: 31 Marzo, 2011, 11:56:33 am »
scusate ma questo Di Benedetto non era anche il proprietario di una importante squadra americana di quello sport per sfigati che giusto in america può proliferare? Come fa a essere sconosciuto e/o a non avere na' lira?

socio di minoranza :asd:

Offline pappasouth

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Re:La nuova Roma
« Risposta #44 il: 31 Marzo, 2011, 13:27:38 pm »
socio di minoranza :asd:

sì ma non sta manco nel consiglio di amministrazione... tiene qualche azione e a suon di palle in italia l'hanno fatto diventare il proprietario... :asd:

falceEmarcello

Re:La nuova Roma
« Risposta #45 il: 31 Marzo, 2011, 13:30:28 pm »
Sguazzate nella vostra ignoranza italica, capre :look:
god bless america !

Offline vechabla

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Re:La nuova Roma
« Risposta #46 il: 04 Aprile, 2011, 14:58:59 pm »
Svelate le origini di DiBenedetto:
i nonni erano di Siano, nel Salernitano

SIANO - Era da poco passata la mezzanotte di ieri quando Thomas Richard DiBenedetto ha capito che il Messaggero avrebbe svelato il mistero sulle sue origini italiane. Quando il probabile futuro presidente della Roma è rientrato in hotel dalla cena in centro - momento conclusivo della sua terza giornata romana piena di impegni ma stavolta anche di necessario svago dopo l’estenuante trattativa - le lancette del grande orologio sopra il bancone della reception dell’Aldrovandi Palace segnavano le 0,20.

In punta di piedi, nel silenzio più profondo della hall ormai deserta, scortato da una squadra di ben otto bodyguard, l’imprenditore americano stava per prendere la via della sospirata camera, ma ad attenderlo c’eravamo noi. Pronti a consegnargli un libro, come un lasciapassare, unico mezzo per scardinare lo sbarramento umano degli addetti alla sicurezza e soprattutto quello delle sue emozioni. Abruzzese? Molisano? Campano? Da quando la sua vita si è incrociata con quella della Roma, se ne sono dette e scritte un po’ di tutte, ma da ieri notte Thomas R. DiBenedetto sa che Roma sa.

“Siano nel mondo” è il titolo del libro scritto da Francesco Caiazza, professore di lettere antiche, che in 215 pagine ha raccolto la storia di questo comune di diecimila abitanti incastonato in una valle del Salernitano, conosciuta anche come Valle dell’Orco, soprannome di antiche origini, molto probabilmente legato alle condizioni climatiche e al forte vento che soffiava spesso durante l’anno.

Da Siano, negli anni a cavallo del 1900, in centinaia sono emigrati in cerca di fortuna nella grande America. Emigrare, un calcio alla miseria; un’altra realtà, altro mondo, altra gente: il sogno e la speranza di lasciare nella propria terra, lontano dai propri affetti, i problemi quotidiani di un’amara esistenza. Il tutto alla ricerca di un senso nuovo della vita, di opportunità di realizzarsi, svestendo i panni del povero derelitto per rivestire quelli di protagonista, del “faber fortunae suae”.

E tra i sianesi che s’imbarcarono su una di quelle navi che lentamente attraversavano l’Oceano, cariche di anime tristi e disorientate, c’erano anche i nonni di Thomas, Antonio e Carmela. Non sappiamo se loro personalmente fecero fortuna. Ma a quanto pare i loro discendenti sì.

Thomas R. DiBenedetto ha osservato velocemente la copertina di quel libro, ma supplicando tregua e riposo, ha sussurato un impercettibile «tomorrow». Ma ormai il dado era tratto. Siano è il nome che custodisce le sue origini, la sua storia, il suo passato, la sua famiglia. Di Benedetto - scritto staccato però e non in una sola parola come nella versione americana - è uno dei cognomi più diffusi a Siano. Non c’è citofono, lungo le strade, dove su una targhetta non sia scritto Di Benedetto.

Sono nove i rami in cui si divide la grande famiglia Di Benedetto, che attualmente arriva a qualche centinaio di residenti. Il medico condotto si chiama Elio Di Benedetto, ed è stato proprio lui il primo ad aprirci le porte e a svelarci i segreti di Siano. Indicandoci anche la costruzione storica che porta quel nome: Palazzo Di Benedetto, appunto.
Quel libro lo abbiamo ricevuto personalmente dal professor Caiazza con tanto di dedica circa un mese fa. Abbiamo aspettato il momento giusto, e cioè che Thomas Richard arrivasse a Roma, per consegnarglielo. Abbiamo soprattutto aspettato che la trattativa prendesse corpo e si delineasse la lieta conclusione. Ma questo mese è servito anche all’autore per completare le ricerche anagrafiche e genealogiche su mister DiBenedetto, per accertare diramazioni e discendenze della sua famiglia.

Il lavoro iniziato un mese fa con l’aiuto di Salvatore Cerrato, responsabile dell’anagrafe di Siano, e con la compiaciuta collaborazione del sindaco, Sabatino Tenore, è terminato. E la definitiva, ulteriore conferma delle origini sianesi del futuro patron giallorosso sono arrivate dal corrispondente del Sole 24 Ore a New York, che per primo è riuscito a stanare il cugino, Larry, che lavora in una delle società nelle quali Thomas ha una partecipazione, la Junction Investors. «Sì, io e mio cugino siamo originari di Siano», ha ammesso, a ribadire il primo input che a noi era giunto direttamente da un portavoce dello stesso DiBenedetto.

Ora, nel dubbio che Thomas Richard non ci restituisca più il nostro libro e se lo porti gelosamente con sè a Boston, possiamo riprendere a raccontare Siano, situato proprio al confine tra le provincie di Salerno e Avellino, dal nostro inviato all’estremità nord-est dell’Agro Nocerino Sarnese. Lì dove siamo tornati a distanza di un mese.

Un paese che ha avuto la forza di risorgere due volte da gravi calamità naturali, come il terremoto dell’Irpinia dell’80 ma soprattutto della frana del ’98, quella che staccandosi dal monte Le Porche che svetta sull’abitato, travolse e sommerse Siano (5 le vittime) e la vicina e più conosciuta Sarno. I danni per l’economia furono immensi, la ferita però si è quasi del tutto rimarginata, e Siano è potuta ripartire sull’onda dell’agricoltura locale, conosciuta anche per le pesche della varietà autoctona “percoca giallona” e per i pomodori San Marzano. Gli insediamenti industriali scarseggiano, mentre qui vola il terziario.

Ma in questi giorni si parla d’altro, a Siano. Tutti leggono i giornali e guardano le tv e ormai hanno capito che quel Dibenedetto che sta per acquistare la Roma è un loro concittadino che ha fatto davvero fortuna: il sogno americano, almeno per qualcuno, si è avverato. Thomas R. DiBenedetto è un uomo ricco, e forse presto verrà a visitare questo paesino alla scoperta della sue radici.

Non è mai stato nel paese dei suoi antenati, e qui già lo aspettano. A cominciare dal sindaco, Sabatino Tenore. Ci aveva detto, un mese fa: «Speriamo che le tracce che conducono mister DiBenedetto a Siano vengano confermate, darebbe lustro al nostro paese». E oggi, alla luce di quelle conferme, il primo cittadino aggiunge orgoglioso: «Siamo onorati che un nostro compaesano stia per diventare presidente di una squadra della Capitale, e ciò proprio nell’anno del 150° dell’Unità d’Italia. Lo contatteremo presto, gli scriveremo una lettera per invitarlo qui: già si percepisce tra la gente una grande emozione».

In ebollizione anche la comunità religiosa, guidata da Don Crescenzo Aliberti, in un paese che da sempre è devoto a San Rocco: Siano infatti rimase completamente immune al morbo delle pestilenze che flagellarono l’Italia e l’Europa nella prima metà del XVII secolo, e questo incrementò il culto popolare del Santo, ritenuto il preservatore dalla peste. E allora, ogni anno, in occasione della festa del patrono, Don Crescenzo raccoglie le migliaia di offerte che arrivano dai sianesi sparsi nel mondo.

«Moltissime arrivano da New York e da Boston, proprio la città di DiBenedetto, dove le comunità sianesi sono numerosissime». E adesso cercherà di controllare sul libro delle offerte ricevute se ce n’è qualcuna che possa ricondurre a Thomas R. DiBenedetto e alla sua famiglia. Ma anche se non ne avesse mai fatte, ora qui tutti si aspettano che per la prossima celebrazione di S. Rocco, il 16 agosto, a festeggiare per le strade di Siano sia presente un ricco e famoso compaesano in più.
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p.s il parroco del nostro paese gira con la mercedes e tiene pure 2 figli :look: :sisi:

Ma come? E dove?» gli si chiede increduli. Non la Luna, pallido sasso rivoltante di romanticherie per lagrimosi e pagliazzi sodomiti; ma Marte, per Dio! Marte che, da rossa, ha da si far nera.

Offline nocerino

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Re:La nuova Roma
« Risposta #47 il: 11 Aprile, 2011, 12:55:44 pm »
tra l'altro,da più parti scrivono che questo Di Benedetto è una sorta di intermediario che poi deve cedere le quote o a un gruppo tedesco, o a uno italiano...

Offline Dimonios

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Re:La nuova Roma
« Risposta #48 il: 13 Aprile, 2011, 23:10:44 pm »
Ah,poi ultimamente ho visto le foto di un ciattone biondo ,che si definiva metallaro,di cui non ricordo il nome,ma anche lui non scherzava in quanto a bruttezza :look:

Offline WhiteManCanJump

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Re:La nuova Roma
« Risposta #49 il: 13 Aprile, 2011, 23:19:12 pm »
Ma io non riesco a capire se questa nuova dirigenza ha i soldi o no. Avevo sentito parlare dei Boston Red Sox ma in quell'articolo si parla di Boston Celtics..
Citazione da: Starfred
E a noi serve un titolare lì, non il Giaccherini iberico, uno che a 26 anni non è nessuno.

Offline djcarmine

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Re:La nuova Roma
« Risposta #50 il: 13 Aprile, 2011, 23:33:32 pm »
http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Roma/28-03-2011/esclusivo-parla-dibenedetto-80644961603.shtml
Secondo me finisce come la Salernitana con quell'altro americano


questo fesso non è, per me se saprà farsi affiancare da qualcuno molto ben addentro i meccanismi del calcio italiano, manterrà davvero le sue promesse
ed io mi sentii in quel momento come una prostituta sverginata dai suoi aguzzini

C. Pazzo 
Noi vinciamo in quanto esistiamo. Vinciamo quando siamo in 60.000 per Napoli-Cittadella e quando ci ricordiamo di Esteban Lopez o di Picchio Varricchio. Vinciamo odiando le strisciate e vivendo in funzione di questa maglia. Vinciamo andando con un paio di amici allo stadio e non guardando la partita in casa da soli in un salotto di Reggio Calabria. Vinciamo quando siamo migliaia ad ogni trasferta, vinciamo quando uno juventino nella nostra città viene additato come essere anormale e malato di scabbia

AyeyeBrazov

Re:La nuova Roma
« Risposta #51 il: 16 Aprile, 2011, 11:58:16 am »
(ANSA) - BOSTON, 16 APR - La cordata americana di Thomas DiBenedetto ha firmato un contratto preliminare per l'acquisto dell'As Roma. L'accordo - raggiunto con la controllata di Italpetroli, Roma 2000 - prevede il passaggio del pacchetto di controllo del club giallorosso, pari al 67% del capitale, nelle mani della cordata americana (al 60%) e di UniCredit (al 40%).


tanta roba  :sbav:

Offline rafel

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Re:La nuova Roma
« Risposta #52 il: 20 Aprile, 2011, 11:16:53 am »
ROMA - In una città che vive e si abbevera di chiacchiere, la vendita della "As Roma" e il tramonto della famiglia Sensi offrono da mesi uno spettacolo variopinto. Che molto dice sullo stato dell'industria del pallone e sul rumoroso circo che le si muove attorno ("papponi", ebbe a definirli Daniele De Rossi qualche tempo fa) e che, naturalmente, gira alla larga da un paio di domande chiave. Insieme a un marchio dalle straordinarie potenzialità, a una storia e a una passione cieca nella sua fede, cosa si sono comprati Thomas DiBenedetto, James Pallotta, Richard D'Amore e Michael Ruane? Cosa c'è, davvero, nella pancia della "As Roma"?

Si strepita sul prezzo di vendita ("basso", disquisiscono alcuni), si lamenta un danno ai piccoli azionisti (che solo oggi scoprono di aver scommesso in borsa su una società tecnicamente fallita). Si confonde la futura linea di finanziamento operativa assicurata dal venditore Unicredit ai compratori con un'operazione di leverage (l'acquisto a debito, da caricare sui bilanci di ciò che si acquista) che non c'è stata. Si arriccia il naso sulla consistenza patrimoniale degli acquirenti americani che hanno evidentemente la colpa, nel Paese del capitalismo senza capitali, di aver tirato fuori una settantina di milioni di euro di tasca propria tra acquisto del 67 per cento delle azioni e immediato aumento di capitale per far fronte a perdite di 36 milioni di euro. Qualcuno - e vale la pena ricordarlo non per ragioni di campanile - è arrivato
a sfidarli neanche fossero dei bari, come Claudio Lotito, presidente di una società, la "Ss Lazio", impiombata da un debito con il Fisco che, nel 2005, ammontava a 140 milioni di euro e che "ragioni di ordine pubblico" consigliarono di rateizzare in 23 comodi anni. Dunque?
Se si ha la pazienza di leggere le centinaia di pagine e allegati del "Legal due diligence report" redatto dall'advisor dei venditori di "As Roma" il 23 novembre del 2010, si comprendono le ragioni di una trattativa lunga e complicata.

Si scopre di quale sostanza è fatto il Colosseo che, consapevoli del rischio, gli americani hanno comprato. Quale Paese dei Balocchi e fabbrica di "buffi", come a Roma si definisce il "pagherò", sia stata Trigoria in questi anni. E lo sforzo titanico che sarà necessario per rimetterla al mondo e alle regole del mercato.

Conviene insomma sapere, tanto per dirne una, che su "As Roma" grava un contenzioso giudiziario (tra cause intentate, ingiunzioni di pagamento, azioni annunciate) tra i 50 e i 60 milioni di euro, più o meno l'importo di una buona campagna acquisti. Che tra chi bussa ancora a quattrini ai cancelli di Trigoria si avvistano ex giocatori come Gabriel Batistuta (chiede 9 milioni), Gustavo Bartelt (9 milioni anche lui), Ivan Helguera (un tribunale di Albacete, Spagna, gli ha già riconosciuto un indennizzo di 185 mila euro), Mauro Esposito (475 mila euro), Sebastiano Siviglia (pretende la differenza di salario che ancora deve ricevere a distanza di dieci anni). Ma conviene anche sapere che la lista di chi non è stato mai pagato o, se lo è stato, solo in parte, è lunga come la fila ai tornelli della Curva Sud. Un'umanità varia di cui la due diligence dà conto solo "per le cause di valore superiore ai 100 mila euro" - e in cui capita di trovare un fior di professionista come l'avvocato Filippo Lubrano, già presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Roma ed ex componente del cda della società, in causa, a Milano, per 2,5 milioni di euro. O l'ex medico sociale e oggi consigliere regionale Mario Brozzi (che chiede al giudice del lavoro che il suo vecchio contratto a tempo determinato sia trasformato in impiego a tempo pieno). E, ancora, la società di marketing "Dls" (2 milioni e mezzo), la casa di cura "Villa Stuart", dove i calciatori della Roma, evidentemente si sono curati "a uffa", come si direbbe da queste parti, visto che le fatture non saldate sfiorano 1 milione e 300 mila euro.

Del resto, appena il 18 ottobre scorso, i sindacati avevano recapitato alla società una lettera di messa in mora in cui si denunciavano "i ritardi, senza alcun preavviso, nel pagamento degli stipendi; il mancato rispetto della definizione dei piani ferie e del loro godimento; l'uso frequente di lavoro straordinario; il mancato rispetto delle norme sulla privacy; il mancato rispetto degli accordi sui bonus". Insomma, una pratica avventurosa nei rapporti di lavoro. Un po' come avvenuto con i 402 contratti a tempo determinato firmati dalla società negli ultimi 5 anni (189 con pensionati), buoni evidentemente per retribuire un indotto di professionisti spesso dallo oscuro mandato. Come nel caso del geometra Coricelli, saldato con 70 mila euro lordi annui, per adempiere, si legge nel suo contratto, a mansioni che neppure un asso dell'enigmistica sarebbe in grado di decrittare: "Attività di conduzione, avanzamento, finalizzazione di parti progettuali e avvio delle operazioni di cantiere per la costruzione delle opere previste nell'ambito delle specifiche dei tempi e costi, determinati di volta in volta dai progetti".

"I Sensi sono stati una famiglia generosa", si sente ripetere. Andrebbe aggiunto, con i soldi di una banca, "Unicredit", e con il piglio di quei padri che ipotecano la casa per comprarsi la macchina. I numeri, del resto, danno ragione all'adagio, se si pensa che a Bruno Conti (stipendio lordo annuo di 500 mila euro), l'As Roma, che fatica a pagare gli stipendi, concede un prestito in scadenza nel 2012 di oltre 200 mila euro (a oggi restituito per la metà). Che a Trigoria sono 7 le auto a disposizione della dirigenza, che nessuno ha mai trovato il tempo neppure di occuparsi dei contratti da 15 mila euro al mese dei giardinieri dei campi di allenamento, scaduti e apparentemente tacitamente rinnovati. Cari americani, benvenuti al Colosseo.


Gente di merda loro e chi tifa per loro

 "No sabe de lo que habla". Maradona: "¿Neymar mejor que Messi? Pelé se equivocó de pastilla.  "Pelé dijo que él era Beethoven. ¡Qué aburrido!. Debe haberse equivocado de nuevo de pastilla. Jamás en una cancha se habrá escuchado a Beethoven. Si él es Beethoven, yo soy el Ron Wood, el Keith Richards y el Bono del fútbol. Todos juntos, porque yo era la pasión del fútbol".  "ALLA NOSTRA ELIMINAZIONE HAI ESULTATO, MENTRE TU DALL'INTERO MONDO DEL CAL

Offline vechabla

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Re:La nuova Roma
« Risposta #53 il: 20 Aprile, 2011, 16:32:29 pm »
Intervista 17 04 2011 Sport24 Siano Di Benedetto

 :compagni:

Ma come? E dove?» gli si chiede increduli. Non la Luna, pallido sasso rivoltante di romanticherie per lagrimosi e pagliazzi sodomiti; ma Marte, per Dio! Marte che, da rossa, ha da si far nera.