Autore Topic: Pino Daniele  (Letto 32053 volte)  Share 

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Offline GeppiGeppi

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R: Pino Daniele
« Risposta #80 il: 05 Gennaio, 2015, 20:49:05 pm »
Sulla cosa di De Magistris quoto Fiorenzo. Stamattina il sinnache e napule stava già tutto impostato per ricevere la salma. A me questa roba mi fa schifo.

Ndё she ulkun e grekun, vrahj grekun e le ulkun. (Proverbio albanese)
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Pino Daniele
« Risposta #81 il: 05 Gennaio, 2015, 20:55:34 pm »
Mi riferivo alle polemiche che ho letto in giro sui funerali con annessi sproloqui, come se Pino Daniele fino a mo fosse stato esiliato.
Bandana arancione è solo una faccia della napoletanità più vummecosa, profittatrice e fintamente empatica.
Comunque lascia perdere, sto nelle capate mie storte, aggia stutà tutte cose.


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Ma infatti io penso che certe decisioni non vadano nemmeno commentante
Pure io ho avuto un moto di schifo verso la figlia (per quello che hanno riportato i media tralatro, quindi pure quello andrebbe verificato)
Ma poi penso se stiano sconvolti noi che siamo cresciuti cu pinuccio, comm ponn sta chisti cca che ce so figli, frat, neput etc.?
Lo stesso demagistris si e' fatto portavoce di una richiesta della citta' proprio su questo mi sembra assolutamente in buona fede
Poi con buona pace dell'italica iposcrisia che vuole sempre entrare nella scazzetta del prevete e aropp muort gia' fann o cappott a gent, ormai pino daniele se ne jut che ce ne fott a nuje aro' so magnen e vierm? Che ce ne fotte rA figl e de frat che mo si affronteranno a uso sciacalli ngopp a carogn ?
« Ultima modifica: 05 Gennaio, 2015, 21:08:57 pm da Ocazzchecacat »

Offline GeppiGeppi

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R: Pino Daniele
« Risposta #82 il: 05 Gennaio, 2015, 20:59:46 pm »
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« Ultima modifica: 05 Gennaio, 2015, 21:03:21 pm da GeppiGeppi »

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Re:Pino Daniele
« Risposta #83 il: 05 Gennaio, 2015, 22:36:18 pm »
Ma infatti io penso che certe decisioni non vadano nemmeno commentante
Pure io ho avuto un moto di schifo verso la figlia (per quello che hanno riportato i media tralatro, quindi pure quello andrebbe verificato)
Ma poi penso se stiano sconvolti noi che siamo cresciuti cu pinuccio, comm ponn sta chisti cca che ce so figli, frat, neput etc.?
Lo stesso demagistris si e' fatto portavoce di una richiesta della citta' proprio su questo mi sembra assolutamente in buona fede
Poi con buona pace dell'italica iposcrisia che vuole sempre entrare nella scazzetta del prevete e aropp muort gia' fann o cappott a gent, ormai pino daniele se ne jut che ce ne fott a nuje aro' so magnen e vierm? Che ce ne fotte rA figl e de frat che mo si affronteranno a uso sciacalli ngopp a carogn ?

Quoto, mi fanno schifo tutte queste polemiche. Stanno sporcando l immagine di un simbolo per noi tutti, cresciuti con le sue canzoni e la sua musica. Quindi cacatece o cazzo se viene sepolto in culonia, ha abitato in antartide. Pino Daniele sarà sempre la colonna sonora della mia (come di.altri) adolescenza e non solo. O problema è dei vivi , non il suo...
« "[..] se tra voi c'è qualche fuori-classe lo sopporterò, altrimenti per fare una grande squadra mi accontenterò soltanto dei.. grandi giocatori, cioè di quei giocatori che hanno il coraggio grande, il cuore grande. Chi non ha queste virtù non è un grande giocatore, e neanche un mediocre giocatore. È soltanto nulla, quindi può vestirsi ed andarsene subito." » [W. Garbutt ]

Offline Gerardo Petti

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Re:Pino Daniele
« Risposta #84 il: 05 Gennaio, 2015, 22:40:21 pm »
pino daniele è napoletano di nascita e d'orgoglio
la sua napoletanità l'ha sempre dimostrata e ostentata orgogliosamente
potrà anche essere sepolto in burundi....non cambierà davvero nulla...

simbolo di questa terra..."in saecula saeculorum"
Bale mi fa cagare a spruzzo, è un caprone.

Offline KuduroBlackKing

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Re:Pino Daniele
« Risposta #85 il: 06 Gennaio, 2015, 00:41:58 am »
Lo ho incontrato praticamente per caso a Dubai. Mi sono avvicinato in maniera sfacciata e sono rimasto di stucco per la sua enorme gentilezza. Era lui che voleva parlare. Mi ha dato l'idea di una persona straordinaria. Sono cresciuto con le sue canzoni...
Ti voglio bene, Pino.
Ciao amico mio.
RIP
« Ultima modifica: 06 Gennaio, 2015, 00:44:07 am da KuduroBlackKing »

Online ferro

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Re:Pino Daniele
« Risposta #86 il: 06 Gennaio, 2015, 02:24:49 am »
Comunque se andate a rivedervi i live vecchi, vedete come prima si divertiva come un pazzo sul palco a suonare con tutti quei mostri. Negli ultimi periodi veramente non ce la faceva più: non vedeva bene, non riusciva manco a suonare bene la chitarra e a voce stava a pezzi. Credo veramente che avesse smesso di divertirsi, lo si vedeva nella piattezza delle sue espressioni quasi vuote, la chitarra la toccava poche volte e quasi sempre per un vago accompagnamento; raramente si dava a qualche accenno di assolo imparato a memoria e ripetuto senza entusiasmo.
Mi è dispiaciuto tantissimo vederlo così, adesso ho capito quanto stava male, adesso sono uscite tante verità (giustamente) nascoste. Ci sono rimasto troppo male, ma quello che ha fatto resta come patrimonio per tutti e lo hanno collocato per sempre nella costellazione dei grandissimi.
« "[..] se tra voi c'è qualche fuori-classe lo sopporterò, altrimenti per fare una grande squadra mi accontenterò soltanto dei.. grandi giocatori, cioè di quei giocatori che hanno il coraggio grande, il cuore grande. Chi non ha queste virtù non è un grande giocatore, e neanche un mediocre giocatore. È soltanto nulla, quindi può vestirsi ed andarsene subito." » [W. Garbutt ]

Offline vechabla

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Re:Pino Daniele
« Risposta #87 il: 06 Gennaio, 2015, 03:27:04 am »
Stasera ho sentito Enzo Avitabile e Tony Esposito dedicare il loro concerto a Pino.Enzo davvero commovente in "E' ancora Tiempo" roba viscerale e sentita, che mi ha fatto star male overament.

Ma come? E dove?» gli si chiede increduli. Non la Luna, pallido sasso rivoltante di romanticherie per lagrimosi e pagliazzi sodomiti; ma Marte, per Dio! Marte che, da rossa, ha da si far nera.

Offline Guallera V.2

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Re:Pino Daniele
« Risposta #88 il: 06 Gennaio, 2015, 10:22:49 am »
Il servizio del tg della tv di Cairo dell'1 di notte, mi ha fatto girare un pò le palle : a parte parole senza senso tipo "napoletanismo" buttate lì a caso come dispreggiativo, ma poi si è fatto passare pure gente come Senese e De Piscopo, come dei poveracci provinciali perchè a differenza sua non hanno provato la grande avventura nello "star system" di Roma. Mah....

Offline kolor

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Re:Pino Daniele
« Risposta #89 il: 06 Gennaio, 2015, 10:46:38 am »
noi siamo davvero strani, cioè io in giro leggo di tutto...adesso 3mila tarantelle della gente che voleva farlo sfilare a Napoli e addirittura leggo tanti commenti nei quali si comincia a parlarne male perchè non viveva a Napoli...neanche da morti si sta tranquilli.
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Offline kowalski

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Re:Pino Daniele
« Risposta #90 il: 06 Gennaio, 2015, 11:08:52 am »
Il servizio del tg della tv di Cairo dell'1 di notte, mi ha fatto girare un pò le palle : a parte parole senza senso tipo "napoletanismo" buttate lì a caso come dispreggiativo, ma poi si è fatto passare pure gente come Senese e De Piscopo, come dei poveracci provinciali perchè a differenza sua non hanno provato la grande avventura nello "star system" di Roma. Mah....
De Piscopo peraltro abitava a Milano già prima di conoscere Pino Daniele...
Polemico ergo sum

Offline GeppiGeppi

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R: Re:Pino Daniele
« Risposta #91 il: 06 Gennaio, 2015, 11:14:08 am »
Il servizio del tg della tv di Cairo dell'1 di notte, mi ha fatto girare un pò le palle : a parte parole senza senso tipo "napoletanismo" buttate lì a caso come dispreggiativo, ma poi si è fatto passare pure gente come Senese e De Piscopo, come dei poveracci provinciali perchè a differenza sua non hanno provato la grande avventura nello "star system" di Roma. Mah....

Ma questi sono dei poveracci, gente che venderebbe pure la madre per quattro spiccioli. I loro ragionamenti si basano solo ed esclusivamente sul denaro, non hanno rispetto per dei pataterni della musica internazionale, veramente povera gente.
A tutto questo si aggiunge il chiasso che si sta creando attorno alla vicenda, i capi popolo che invece di fare il loro lavoro se ne escono con sparate da analfabeti (Gianni Simioli ha scritto un papiello contro la famiglia) e altro casino. Nun ce sta na pont e dignità e spero che veramente la gente si faccia sentire con la sua compostezza e si distingua da questa caciara quando sarà il momento di salutare Pino Daniele a Napoli.
Ieri abbiamo capito che questo paese è un cadavere, qualcosa che presto verrà spazzato via dalla storia. Oggi e nei prossimi giorni ne avremo la conferma.

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Offline kowalski

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Re:Pino Daniele
« Risposta #92 il: 06 Gennaio, 2015, 11:53:08 am »
Cmq uno straordinario artista, probabilmente quello che meglio ha saputo sintetizzare e rendere esportabile il grande fermento di rinnovamento che muoveva nella scena musicale napoletana, e nella coscienza sociale soprattutto dei giovani, a partire dagli anni'60 del secolo scorso.
Era un onda di cambiamento che trovava la sua massima espressione nella cultura ma che toccava ogni ambito della vita sociale e quotidiana.
Personalmente sentivo una forte identificazione, come tanti della mia età, con i suoi primi dischi, nonostante quei dischi fossero così strettamente legati ad un luogo, una società ed un epoca ormai passati. E' in qualche modo deprimente sentire che anche ragazzi giovani sentano ancora questa identificazione con quelle canzoni, e dà l'idea di quanti problemi ancora rimangano irrisolti, e della sostanziale sconfitta della generazione di cui Pino Daniele faceva parte.
Va riconosciuto anche agli album di grande successo commerciale, a partire da Non calpestare i fiori nel deserto del '95, che personalmente trovo privi di interesse, di rappresentare comunque un pop musicalmente colto, ben suonato, capace di inglobare grandi influenze dalla musica mediorientale, africana, insomma ottimi esempi di world music sotto la patina della canzone italiana da classifica. Azzarderei che anche il fiorire di collaborazioni con mediocri canzonettari che Pino Daniele tutt'altro che disdegnava abbia contribuito in qualche modo ad elevare se non altro il livello di professionalità musicale della scena musicale italiana, contribuendo a generare e diffondere il format di una musica pop banale e commerciale ma di buona qualità esecutiva.
E' una persona e un artista che mancherà, purtroppo ora anche il suo nome, come quello di Troisi, verrà avvolto nelle nebbie della retorica, proprio ciò che in vita era sempre riuscito faticosamente a schivare e una delle cose contro cui aveva istintivamente combattuto.
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Offline Trenz

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Re:Pino Daniele
« Risposta #93 il: 06 Gennaio, 2015, 11:54:07 am »
Purtroppo questa è l'Italia (non solo Italia purtroppo) di oggi: tutti con l' illusione di essere opinionisti ed in diritto di dire la propria su qualsiasi argomento...poi alla fine se fa sul burdell perché a conti fatti sono cose che riguardano i familiari di varo genere.
Solo che noi viviamo in un poso che nasconde l' interesse o la stupidità dietro la libertà di opinione ma non sa che questa sarebbe una cosa talmente preziosa che un buon 80 per cento di chi la sbandiera aveva nascere senza lengua, pecché e cerevell già non erano comprese in bundle.

Ma pò io sono sempre stato un appassionato della musica di Pino Daniele, me passa pò cazz addò l'atterren, l'importante è quello che è stato fatto da lui, poi il resto col tempo si affievolisce.

Cmq uno straordinario artista, probabilmente quello che meglio ha saputo sintetizzare e rendere esportabile il grande fermento di rinnovamento che muoveva nella scena musicale napoletana, e nella coscienza sociale soprattutto dei giovani, a partire dagli anni'60 del secolo scorso.
Era un onda di cambiamento che trovava la sua massima espressione nella cultura ma che toccava ogni ambito della vita sociale e quotidiana.
Personalmente sentivo una forte identificazione, come tanti della mia età, con i suoi primi dischi, nonostante quei dischi fossero così strettamente legati ad un luogo, una società ed un epoca ormai passati. E' in qualche modo deprimente sentire che anche ragazzi giovani sentano ancora questa identificazione con quelle canzoni, e dà l'idea di quanti problemi ancora rimangano irrisolti, e della sostanziale sconfitta della generazione di cui Pino Daniele faceva parte.
Va riconosciuto anche agli album di grande successo commerciale, a partire da Non calpestare i fiori nel deserto del '95, che personalmente trovo privi di interesse, di rappresentare comunque un pop musicalmente colto, ben suonato, capace di inglobare grandi influenze dalla musica mediorientale, africana, insomma ottimi esempi di world music sotto la patina della canzone italiana da classifica. Azzarderei che anche il fiorire di collaborazioni con mediocri canzonettari che Pino Daniele tutt'altro che disdegnava abbia contribuito in qualche modo ad elevare se non altro il livello di professionalità musicale della scena musicale italiana, contribuendo a generare e diffondere il format di una musica pop banale e commerciale ma di buona qualità esecutiva.
E' una persona e un artista che mancherà, purtroppo ora anche il suo nome, come quello di Troisi, verrà avvolto nelle nebbie della retorica, proprio ciò che in vita era sempre riuscito faticosamente a schivare e una delle cose contro cui aveva istintivamente combattuto.

D'accordissimo  :sisi:
« Ultima modifica: 06 Gennaio, 2015, 11:58:12 am da Trenz »

Offline kolor

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Re:Pino Daniele
« Risposta #94 il: 06 Gennaio, 2015, 12:22:14 pm »
Ma pò io sono sempre stato un appassionato della musica di Pino Daniele, me passa pò cazz addò l'atterren, l'importante è quello che è stato fatto da lui, poi il resto col tempo si affievolisce.

bravo frase che sintetizza tutto, io ho sempre ascoltato il primo Pino Daniele, ho 40 anni e continuo ad ascoltare Furtunato, Ue Man, Cammina Cammina, I got the blues ecc.ecc. amo quella musica e sinceramente ste storie di dove viene sepolto poco mi interessano.
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Offline Dimonios

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Re:Pino Daniele
« Risposta #95 il: 06 Gennaio, 2015, 12:24:57 pm »
Tarantelle effimere. Solita mercanzia di un VIP che muore. Ma zio Pino non era un VIP. è stato motivo di Identificazione per una generazione che si piange il suo dolore in silenzio, la sua musica vivrà nei cuori di parecchi di noi e come mi hanno trasmesso la storia di Rino Gaetano così trasmetterò la sua storia, le sue canzoni, il San Paolo che riempi con un suo concerto. Il resto sono chiacchiere lasciatelo riposare in pace, niente tarantelle niente polemiche ma un amaro sorriso riascoltandolo.
Ho letto che stasera ci sta un flash mob a pzz Plebiscito ne sapete qualcosa?
Ah,poi ultimamente ho visto le foto di un ciattone biondo ,che si definiva metallaro,di cui non ricordo il nome,ma anche lui non scherzava in quanto a bruttezza :look:

Offline Caracollo

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Re:Pino Daniele
« Risposta #96 il: 06 Gennaio, 2015, 12:26:29 pm »
Questo è il msg di Jovanotti. So che è lungo ma vale veramente la pena leggero .


Lorenzo Jovanotti Cherubini
Con Pino mi accadeva un fenomeno inspiegabile, dopo qualche minuto che stavo con lui mi veniva un accento un po' napoletano. Sul serio, se ci passavo una giornata poi a fine cena mi ritrovavo a usare espressioni tipo “uè” o perfino “guagliò”. Era un influsso che lui aveva, pinodanielizzava l'atmosfera. Lo faceva con la musica ma se ci penso bene lo faceva proprio con tutto se stesso che era tutto un se stesso fatto solo di musica. Ho tante ore di "volo" a bordo dell'astronave PinoDaniele, decolli atterraggi vuoti d'aria turbolenze 
ma soprattutto ore di vita e di musica indimenticabili iniziate molto prima di conoscerlo. 

Pino Daniele è stato il mio primo concerto. A essere sinceri prima di lui c'era stato un "Giromike" con ospite la Rettore e un Gianni Morandi in piazza a Cortona, ma a quelli mi ci aveva portato la mia mamma, e comunque mi erano piaciuti. A vedere Pino al Palaeur di Roma invece ci andai io da solo, 1981, biglietto comprato in prevendita con soldi miei che avevo messo da parte. Che band strepitosa, io non ci capivo niente ma mi fecero sentire in una zona tra la festa e il pericolo, tra il sogno e la minaccia, tra la rabbia e la gioia, dove poi ho scoperto che avviene sempre la grande musica. Era una musica diversa, coraggiosa, libera, selvatica, intelligente e nuova e che mi era entrata dentro come qualcosa che non sai da dove arriva ma che ti porta via, pinodanielizza l'atmosfera. 
L’album Nero a Metà, un capolavoro assoluto di ogni tempo. Poi uscìVai mo’ che aveva questo titolo svelto, che mi faceva impazzire già a partire da lì. E c’era dentro Yes I know my way, la prima volta che pensai che un italiano poteva essere funky e arrabbaito senza perdere il sorriso.
Passarono gli anni, io diventai Jovanotti, continuai ad essere un fan, lui era sempre il grande Pino Daniele, lo era sempre di più. Amato e riverito sia dagli stonati che dai musicisti virtuosi. 
Lo conobbi nel 1994, mi proposero di fare il tour con lui ed Eros. Non ci potevo credere.
Pino Lorenzo Eros. Il manifesto lo fecero disegnare a me, col pennarello tracciai un sole addosso ad un palazzo, era il mio modo per immaginare la mappa di un'esperienza che mi avrebbe cambiato la vita, dividere il palco negli stadi con due grandi della musica italiana, diversissimi ma uniti da quella volontà di far filtrare il sole attraverso il cemento armato. 
Eros lo conoscevo già da prima perchè avevamo lo stesso agente. Con Pino legammo tanto, mi voleva bene e io mi sentivo un prescelto a poter essere in confidenza con quel grande artista che mi sembrava fatto di musica, pensava solo alla musica, zero menate, la musica al centro di ogni cosa. Mi regalò la sua amicizia sanguigna e fraterna. Pino era simpatico e ti faceva piegare dalle risate, quando voleva, i suoi racconti sono letteratura blues e commedia dell’arte, belli come certe sue canzoni, e divertenti come i film di Totò, che per lui era un dio. Tante emozioni oggi, troppe tutte insieme.
Conservo il ricordo della giornata di Napoli, allo stadio San Paolo, 13 giugno 1994. Era il suo ritorno a Napoli dopo tanti anni senza esibirsi nella sua città, e io e “Ramazza” (è così che gli amici chiamano Eros) lo avremmo accompagnato in quella che per lui e per i napoletani era la cosa più importante del mondo. Inoltre da pochi giorni era morto Massimo Troisi e la cosa aveva caricato quella giornata di un’emozione ancora più forte e aveva avvolto Pino in una nuvola di pensieri che rimanevano tra se e se. Pino era agitato, silenzioso, ogni tanto sdrammatizzava con una battuta ma quel concerto per lui era molto più di un concerto. La città era in attesa, i biglietti introvabili, nessuno a Napoli sapeva dove alloggiava Pino, e si temeva che se fosse entrato anche con un blindato nello stadio ci sarebbero stati dei rischi di ordine pubblico là fuori, per il troppo amore dei fans . Così lui entrò nello stadio all’alba, mentre la città dormiva ancora, arrivando da Roma, e rimase in camerino per tutta la giornata senza che nessuno lo venisse a sapere, tranne noi e pochi intimi. Quel giorno ero uno dei tre ammessi nel suo camerino e parlammo di tutto meno che di quello che stava per succedere. Come sempre Pino sdrammatizzava, lo ha sempre fatto quando si trattava di avere a che fare con il mito che era diventato. Quando uscimmo sul palco ce l’avevo accanto e guardando lo stadio assistetti alla più grande dimostrazione di amore di un popolo verso un artista che lo rappresenta, qualcosa di veramente storico, mai vista prima e mai più vista una cosa del genere. Una cosa che non dimenticherò mai. Quella Napoli si riconosceva in Pino Daniele, l’artista che aveva saputo valorizzarla non attraverso le sue maschere ma partendo dalla realtà e dalla poesia, l’uomo che l’aveva liberata dagli stereotipi, che l’aveva portata nella modernità senza perderci in cultura e in umanità. Pino Daniele è per Napoli quello che Bob Marley è per la Jamaica, ma siccome i napoletani sono napoletani e Napoli è Napoli, tutto è amplificato, tutto è più grande più complesso più rumoroso più infuocato più indescrivibile a parole. 
Dopo quel concerto siamo diventati veramente amici, avevamo condiviso un pezzo di storia, anche se quel giorno a scriverla era stato, chiaramente, soprattutto lui. Continuammo a frequentarci e a fare musica. E a ridere di tutto, ogni volta che incontravamo.
In quel periodo sia lui che io ci eravamo fidanzati da poco ed eravamo già molto innamorati delle nostre giovani ragazze e dopo quel tour condividemmo il tempo in cui dall’essere una coppia si diventa una famiglia, quella cosa ci unì parecchio. 
Qualche mese prima aveva avuto un infarto e doveva stare attento e riguardarsi, e siccome io non sono un tipo dedito agli stravizi ero una frequentazione che lo prendeva bene, con me si poteva rilassare senza tentazioni pericolose per le coronarie. Insieme si faceva soprattutto musica, si parlava di musica, si ascoltava musica, si progettava musica. Io ero quasi all'inizio, lui era in un nuovo inizio, incuriosito dalle nuove sonorità dei computers, dalle possibilità del pop, voleva scrivere usando un po’ meno il napoletano e me ne parlava, era desideroso di essere trasmesso di più anche dalle radio del nord Italia, per arrivare a più gente, per rompere altre barriere, per fare a pezzi altri pregiudizi, i tempi stavano cambiando e la sua vocazione è sempre stata quella di fare cose nuove con gente nuova, di non rimanere attaccato alle cose che lo avevano reso celebre. Lui che aveva passato un ventennio a studiare giri armonici audaci adesso era presissimo dal rap , un genere che di accordi quando ne usa due in una canzone è già troppo.
Che musicista incredibile che è stato Pino. Aveva i denti grandi, da uomo di Neandertal, e un fisico possente quasi da neonato gigante, con il torace da buttafuori segnato da una cicatrice proprio in mezzo, incline alle belle mangiate specialmente quando la parola “fritto” accompagna la descrizione della pietanza, ma con la chitarra sapeva essere di una leggerezza che io ho visto solo nelle farfalle. Per lui era IMPOSSIBILE, credetemi, IMPOSSIBILE, produrre una sequenza di note che non fosse bellissima, quando si metteva lì a improvvisare. Studiava sempre la chitarra, non ha mai smesso di studiarla, di accarezzarla, di farci ballare le sue dita sulle punte o di prenderla a pugni. Quando aveva la chitarra in braccio si completava una figura che non lasciava entrare dentro nient'altro, un equilibrio cosmico, il simbolo di una croce, non sto esagerando, senza la sua chitarra in braccio Pino era incompleto. E di quel suo falsetto naturale che usciva da quelle grandi ossa, ne vogliamo parlare? E i testi di moltissime sue canzoni? non so, mi viene in mente “putesse essere allero’” . Su quella canzone ci ho imparato un po’ di napoletano ma anche cosa può fare l’arte poetica nella cultura popolare. “Putesse essere allero e m'alluccano
dint'e recchie
e je me sento viecchio
putesse essere allero cu mia figlia mbraccio che me tocca 'a faccia e nun me' fa guardà”
Nonostante fossimo diventati amici io nemmeno per un secondo sono riuscito a mettere da parte del tutto la mia devozione al suo talento, che mi condizionava sempre, c'è sempre stata una parte di me che quando eravamo insieme mi diceva "ue guagió, chist'è Pino Daniel'... te rendi conto co'cchì stai a pazziá?"
La sua musica quando ero al liceo mi ha liberato e illuminato, e da grande la sua amicizia mi ha fatto diventare un musicista, mi ha fatto credere nelle mie potenzialità e nella possibilità di migliorarmi. 
Era da un po’ di tempo che non ci sentivamo, a settembre scorso mi aveva chiesto di essere tra i suoi ospiti all’arena di Verona ma io ero lontanissimo e non ci siamo potuti organizzare. L’altra notte a capodanno ho acceso la TV e l’ho visto su Rai Uno che cantava e ho pensato che avrei voluto chiamarlo e che l’avrei fatto nei prossimi giorni, ciao Pì come stai? e vediamoci una volta! è troppo che non ci facciamo una chiacchierata! Poi stamattina mi sono svegliato e ho trovato un sms di Ramazza che mi diceva “è morto Pino fratè, sono sconvolto”. 

Pino Daniele è stato un artista enorme, un vero gigante, e il tempo non farà altro che consolidare questa sua immensa importanza per la musica e per la cultura dei nostro paese. Napoli perde il suo figlio musicista più grande del dopoguerra, senza nessun dubbio, e uno dei più grandi di tutti i tempi, ne sono del tutto sicuro
aspetta che passi un moderatore e poi vedi, sempre se hai il coraggio di non editare prima, codardo. Quelli come te erano i primi a morire in Vietnam

Offline Genny Fenny

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Re:Pino Daniele
« Risposta #97 il: 06 Gennaio, 2015, 12:47:45 pm »
Questo è il msg di Jovanotti. So che è lungo ma vale veramente la pena leggero .


Lorenzo Jovanotti Cherubini
Con Pino mi accadeva un fenomeno inspiegabile, dopo qualche minuto che stavo con lui mi veniva un accento un po' napoletano. Sul serio, se ci passavo una giornata poi a fine cena mi ritrovavo a usare espressioni tipo “uè” o perfino “guagliò”. Era un influsso che lui aveva, pinodanielizzava l'atmosfera. Lo faceva con la musica ma se ci penso bene lo faceva proprio con tutto se stesso che era tutto un se stesso fatto solo di musica. Ho tante ore di "volo" a bordo dell'astronave PinoDaniele, decolli atterraggi vuoti d'aria turbolenze
ma soprattutto ore di vita e di musica indimenticabili iniziate molto prima di conoscerlo.

Pino Daniele è stato il mio primo concerto. A essere sinceri prima di lui c'era stato un "Giromike" con ospite la Rettore e un Gianni Morandi in piazza a Cortona, ma a quelli mi ci aveva portato la mia mamma, e comunque mi erano piaciuti. A vedere Pino al Palaeur di Roma invece ci andai io da solo, 1981, biglietto comprato in prevendita con soldi miei che avevo messo da parte. Che band strepitosa, io non ci capivo niente ma mi fecero sentire in una zona tra la festa e il pericolo, tra il sogno e la minaccia, tra la rabbia e la gioia, dove poi ho scoperto che avviene sempre la grande musica. Era una musica diversa, coraggiosa, libera, selvatica, intelligente e nuova e che mi era entrata dentro come qualcosa che non sai da dove arriva ma che ti porta via, pinodanielizza l'atmosfera.
L’album Nero a Metà, un capolavoro assoluto di ogni tempo. Poi uscìVai mo’ che aveva questo titolo svelto, che mi faceva impazzire già a partire da lì. E c’era dentro Yes I know my way, la prima volta che pensai che un italiano poteva essere funky e arrabbaito senza perdere il sorriso.
Passarono gli anni, io diventai Jovanotti, continuai ad essere un fan, lui era sempre il grande Pino Daniele, lo era sempre di più. Amato e riverito sia dagli stonati che dai musicisti virtuosi.
Lo conobbi nel 1994, mi proposero di fare il tour con lui ed Eros. Non ci potevo credere.
Pino Lorenzo Eros. Il manifesto lo fecero disegnare a me, col pennarello tracciai un sole addosso ad un palazzo, era il mio modo per immaginare la mappa di un'esperienza che mi avrebbe cambiato la vita, dividere il palco negli stadi con due grandi della musica italiana, diversissimi ma uniti da quella volontà di far filtrare il sole attraverso il cemento armato.
Eros lo conoscevo già da prima perchè avevamo lo stesso agente. Con Pino legammo tanto, mi voleva bene e io mi sentivo un prescelto a poter essere in confidenza con quel grande artista che mi sembrava fatto di musica, pensava solo alla musica, zero menate, la musica al centro di ogni cosa. Mi regalò la sua amicizia sanguigna e fraterna. Pino era simpatico e ti faceva piegare dalle risate, quando voleva, i suoi racconti sono letteratura blues e commedia dell’arte, belli come certe sue canzoni, e divertenti come i film di Totò, che per lui era un dio. Tante emozioni oggi, troppe tutte insieme.
Conservo il ricordo della giornata di Napoli, allo stadio San Paolo, 13 giugno 1994. Era il suo ritorno a Napoli dopo tanti anni senza esibirsi nella sua città, e io e “Ramazza” (è così che gli amici chiamano Eros) lo avremmo accompagnato in quella che per lui e per i napoletani era la cosa più importante del mondo. Inoltre da pochi giorni era morto Massimo Troisi e la cosa aveva caricato quella giornata di un’emozione ancora più forte e aveva avvolto Pino in una nuvola di pensieri che rimanevano tra se e se. Pino era agitato, silenzioso, ogni tanto sdrammatizzava con una battuta ma quel concerto per lui era molto più di un concerto. La città era in attesa, i biglietti introvabili, nessuno a Napoli sapeva dove alloggiava Pino, e si temeva che se fosse entrato anche con un blindato nello stadio ci sarebbero stati dei rischi di ordine pubblico là fuori, per il troppo amore dei fans . Così lui entrò nello stadio all’alba, mentre la città dormiva ancora, arrivando da Roma, e rimase in camerino per tutta la giornata senza che nessuno lo venisse a sapere, tranne noi e pochi intimi. Quel giorno ero uno dei tre ammessi nel suo camerino e parlammo di tutto meno che di quello che stava per succedere. Come sempre Pino sdrammatizzava, lo ha sempre fatto quando si trattava di avere a che fare con il mito che era diventato. Quando uscimmo sul palco ce l’avevo accanto e guardando lo stadio assistetti alla più grande dimostrazione di amore di un popolo verso un artista che lo rappresenta, qualcosa di veramente storico, mai vista prima e mai più vista una cosa del genere. Una cosa che non dimenticherò mai. Quella Napoli si riconosceva in Pino Daniele, l’artista che aveva saputo valorizzarla non attraverso le sue maschere ma partendo dalla realtà e dalla poesia, l’uomo che l’aveva liberata dagli stereotipi, che l’aveva portata nella modernità senza perderci in cultura e in umanità. Pino Daniele è per Napoli quello che Bob Marley è per la Jamaica, ma siccome i napoletani sono napoletani e Napoli è Napoli, tutto è amplificato, tutto è più grande più complesso più rumoroso più infuocato più indescrivibile a parole.
Dopo quel concerto siamo diventati veramente amici, avevamo condiviso un pezzo di storia, anche se quel giorno a scriverla era stato, chiaramente, soprattutto lui. Continuammo a frequentarci e a fare musica. E a ridere di tutto, ogni volta che incontravamo.
In quel periodo sia lui che io ci eravamo fidanzati da poco ed eravamo già molto innamorati delle nostre giovani ragazze e dopo quel tour condividemmo il tempo in cui dall’essere una coppia si diventa una famiglia, quella cosa ci unì parecchio.
Qualche mese prima aveva avuto un infarto e doveva stare attento e riguardarsi, e siccome io non sono un tipo dedito agli stravizi ero una frequentazione che lo prendeva bene, con me si poteva rilassare senza tentazioni pericolose per le coronarie. Insieme si faceva soprattutto musica, si parlava di musica, si ascoltava musica, si progettava musica. Io ero quasi all'inizio, lui era in un nuovo inizio, incuriosito dalle nuove sonorità dei computers, dalle possibilità del pop, voleva scrivere usando un po’ meno il napoletano e me ne parlava, era desideroso di essere trasmesso di più anche dalle radio del nord Italia, per arrivare a più gente, per rompere altre barriere, per fare a pezzi altri pregiudizi, i tempi stavano cambiando e la sua vocazione è sempre stata quella di fare cose nuove con gente nuova, di non rimanere attaccato alle cose che lo avevano reso celebre. Lui che aveva passato un ventennio a studiare giri armonici audaci adesso era presissimo dal rap , un genere che di accordi quando ne usa due in una canzone è già troppo.
Che musicista incredibile che è stato Pino. Aveva i denti grandi, da uomo di Neandertal, e un fisico possente quasi da neonato gigante, con il torace da buttafuori segnato da una cicatrice proprio in mezzo, incline alle belle mangiate specialmente quando la parola “fritto” accompagna la descrizione della pietanza, ma con la chitarra sapeva essere di una leggerezza che io ho visto solo nelle farfalle. Per lui era IMPOSSIBILE, credetemi, IMPOSSIBILE, produrre una sequenza di note che non fosse bellissima, quando si metteva lì a improvvisare. Studiava sempre la chitarra, non ha mai smesso di studiarla, di accarezzarla, di farci ballare le sue dita sulle punte o di prenderla a pugni. Quando aveva la chitarra in braccio si completava una figura che non lasciava entrare dentro nient'altro, un equilibrio cosmico, il simbolo di una croce, non sto esagerando, senza la sua chitarra in braccio Pino era incompleto. E di quel suo falsetto naturale che usciva da quelle grandi ossa, ne vogliamo parlare? E i testi di moltissime sue canzoni? non so, mi viene in mente “putesse essere allero’” . Su quella canzone ci ho imparato un po’ di napoletano ma anche cosa può fare l’arte poetica nella cultura popolare. “Putesse essere allero e m'alluccano
dint'e recchie
e je me sento viecchio
putesse essere allero cu mia figlia mbraccio che me tocca 'a faccia e nun me' fa guardà”
Nonostante fossimo diventati amici io nemmeno per un secondo sono riuscito a mettere da parte del tutto la mia devozione al suo talento, che mi condizionava sempre, c'è sempre stata una parte di me che quando eravamo insieme mi diceva "ue guagió, chist'è Pino Daniel'... te rendi conto co'cchì stai a pazziá?"
La sua musica quando ero al liceo mi ha liberato e illuminato, e da grande la sua amicizia mi ha fatto diventare un musicista, mi ha fatto credere nelle mie potenzialità e nella possibilità di migliorarmi.
Era da un po’ di tempo che non ci sentivamo, a settembre scorso mi aveva chiesto di essere tra i suoi ospiti all’arena di Verona ma io ero lontanissimo e non ci siamo potuti organizzare. L’altra notte a capodanno ho acceso la TV e l’ho visto su Rai Uno che cantava e ho pensato che avrei voluto chiamarlo e che l’avrei fatto nei prossimi giorni, ciao Pì come stai? e vediamoci una volta! è troppo che non ci facciamo una chiacchierata! Poi stamattina mi sono svegliato e ho trovato un sms di Ramazza che mi diceva “è morto Pino fratè, sono sconvolto”.

Pino Daniele è stato un artista enorme, un vero gigante, e il tempo non farà altro che consolidare questa sua immensa importanza per la musica e per la cultura dei nostro paese. Napoli perde il suo figlio musicista più grande del dopoguerra, senza nessun dubbio, e uno dei più grandi di tutti i tempi, ne sono del tutto sicuro
Me scenne o llatte dint e ginocchie
Cu sti toscan e Jovanotti
Sarann pur brava ggente
Ma fanno a musica fetente

Offline GeppiGeppi

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R: Re:Pino Daniele
« Risposta #98 il: 06 Gennaio, 2015, 12:58:41 pm »
Me scenne o llatte dint e ginocchie
Cu sti toscan e Jovanotti
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Ma fanno a musica fetente

Zio James non sbaglia mai.

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Re:R: Re:Pino Daniele
« Risposta #99 il: 06 Gennaio, 2015, 17:48:36 pm »
Zio James non sbaglia mai.

Quotone. Però il ricordo di Jovanotti m'è sembrato sincero e bello.
« "[..] se tra voi c'è qualche fuori-classe lo sopporterò, altrimenti per fare una grande squadra mi accontenterò soltanto dei.. grandi giocatori, cioè di quei giocatori che hanno il coraggio grande, il cuore grande. Chi non ha queste virtù non è un grande giocatore, e neanche un mediocre giocatore. È soltanto nulla, quindi può vestirsi ed andarsene subito." » [W. Garbutt ]