Autore Topic: Il corridoio della paura (Samuel Fuller, 1963)  (Letto 2314 volte)  Share 

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Offline wendell

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Il corridoio della paura (Samuel Fuller, 1963)
« il: 20 Febbraio, 2011, 00:40:11 am »


Giornalista si fa ricoverare in manicomio per scoprire un assassino. L'esperienza è terribile. Senza uscita.
Thriller psicologico che ha proprio nella resa della tortuosità della psiche il suo principale difetto. L'approccio al tema della follia è superficiale, Fuller si limita ingenuamente a ricorrere ad una recitazione iperbolica, esagerata. Alcune incongruenze di sceneggiatura sono lampanti (non è credibile che un maniaco internato per aggressione alla presunta sorella abbia la possibilità di entrarvi costantemente in contatto e baciarla in manicomio).
La carrellata di matti è un pretesto per passare in rassegna i cardini dell'ideologia fulleriana: l'anticomunismo, quasi scontato, ma anche l'antirazzismo e una certa ostilità per la guerra fredda.
Note positive l'ottimo impatto visivo e il passaggio sfumato dalla lucidità alla pazzia, con le linee di demarcazione ben dissimulate. Scorsese ha preso sicuramente più di qualche spunto per il suo Shutter Island

Voto: ***
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.