Tra i progetti più o meno visionari del leader libico, Muammar Gheddafi, vi era anche quello di annullare la Svizzera. Nel vero senso della parola. Secondo alcuni dispacci diffusi dal discusso sito Wikileaks, il colonnello, che da giorni sta mettendo a ferro e fuoco la Libia tramite una repressione violenta delle proteste che hanno riguardato perlopiù le città di Bengasi e Tripoli, più volte nel recente passato ha reso noto la propria idea di una Svizzera smantellata e spartita tra i paesi limitrofi, seguendo un criterio linguistico. Le rivelazioni sono state pubblicate dal quotidiano elvetico Le Temps. Secondo un cablogramma che fa riferimento a un incontro tra il generale Ward e il rais, risalente al 21 maggio 2009, in quell'occasione Gheddafi avrebbe detto: «Sono due le fonti del terrorismo: il wahabismo (islamismo saudita, ndr) e la Svizzera». Nel messaggio inviato dal diplomatico statunitense dall'ambasciata di Tripoli, si legge che «Gheddafi ha affermato che il sistema bancario svizzero è usato per finanziare terroristi e ha proposto che la Svizzera sia suddivisa tra i paesi confinanti in base alle lingue». Il bis il leader libico lo concesse meno di due mesi dopo quando, mentre si trovava all'Aquila, in occasione del G8, si lasciò andare in una dichiarazione dai toni forti: «La Svizzera è una mafia mondiale, non uno Stato. E' formata da una comunità italofona che deve riunirsi all'Italia, da una tedescofofona che deve ritornare alla Germania e da una francofona che deve ricongiungersi alla Francia». In un primo momento, nel tentativo di smorzare le polemiche era intervenuta la ministra degli esteri elvetica, Micheline Calmy-Rey, che dichiarò: «Le parole di Gheddafi non devono essere prese sul serio». Tuttavia, la Libia faceva sul serio al punto che presentò successivamente a New York la richiesta di discutere all'interno dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite la proposta di dividere la Svizzera tra i paesi confinanti così da cancellarla dalla geopolitica mondiale. La proposta quella volta fu respinta dal comitato responsabile di programmare l'assemblea, perché contraria alla Carta dell'Onu. S. O.
Su questo lo avrei appoggiato
