Il fanatico Adam Cramer (Shatner), membro di un'associazione razzista, giunge in una città del Sud, fa propaganda contro l'integrazione razziale, annuncia l'invasione di ebrei e comunisti, istiga al linciaggio, ma è sconfitto da un marito tradito che lo smaschera. Titolo importante e fondamentale nella vasta filmografia del mitico Roger Corman, perchè al di là del valore è anche l'unico film "non di genere" diretto dal regista. Tratto da un romanzo molto discusso dell'epoca The Intruder (che poi è anche il titolo originale del film), con uno stile documentaristico da cinema-verità poi in voga qualche anno dopo, è uno spaccato duro, polemico e realista della triste realtà di qualunque cittadina del sud degli Stati Uniti dell'epoca, è un chiaro atto d'accusa contro il razzismo, il bigottismo, l'estremismo di destra e la compiacenza corrotta della polizia locale e della politica. Per sua stessa ammissione è il suo film più politico, e riesce ottimamente ad evitare il didascalismo a cui poteva andare in contro e come poi successivamente capiterà ad alcuni film successivi, che trattano più o meno lo stesso argomento (penso a Betrayed di Costa-Gravas...). Di forte impatto alcune scene, girate perfettamente (l'entrata a scuola dei ragazzi neri, il discorso di Shatner) e bravissimo William Shatner, futuro capitano Kirk di Start Trek, nella sua migliore interpretazione della carriera. Fuorviante e stupido il titolo italiano, visto che di Dallas non c'è traccia (il titolo fu scelto per cavalcare l'onda dell'omicidio Kennedy), ma il film è girato ed ambientato in una cittadina del Mississipi.
Girato sui veri luoghi in condizioni di semi-clandestinità, tra diverse minacce dei vari buzzurri e fanatici del posto, e per Corman fu l'unico film dove ci rimise di tasca sua (fonte l'interessante biografia del regista, Come ho fatto 100 film ad Hollywood senza perdere un soldo). Premio speciale della giuria al festival di Venezia del 1962.
***1/2
